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Autore: Ande03    05/08/2019    0 recensioni
Relativamente, ho capito tantissime cose di te esattamente quando i nostri occhi si sono incrociati, abbiamo trascorso svariati secondi a scrutarci.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non riesco a concentrarmi come posso pensare ad un uomo in questo momento... devo godermi il momento basta.

Riesco con molta difficoltà a spegnere la mente e non pensare più a Francesco, fingendo di godermi il momento.

Alla conclusione dell’amplesso ovvero quando Gaia  è arrivata al culmine del piacere fingo anche io di aver raggiunto il culmine, rialzandomi subito  per non far notare  che in realtà non è successo nulla e che il preservativo e pulito al suo interno.

Mi rivesto di fretta per scappare dall stanza.

  • Ma dove vai così di fretta?
  • Ho ricordato di avere un impegno.
  • Ma a quest’ora hai un impegno ?
  • Perché che ore sono?
  • Sono le 2.
  • Si ho un impegno ciao.

Esco non facendo caso a nulla, ancora la casa è piena di gente  che balla  e si ubriaca.

Ma io ora non ho intenzione di restare ulteriormente qui, voglio andare a casa e non pensare più a questa serata assurda. Non appena arrivo alla porta d’ingresso un pensiero viene rivolto a Francesco, chissà se è ancora qui? Chissà cosa starà facendo? Chissà perché ho pensato a lui in un momento come quello di prima? Purtroppo una risposta a queste domande non c’è e se c’è non la voglio sapere davvero.

Decido di uscire fingendo con me stesso che non sono interessato a rivederlo. 

In me si crea una speranza non appena esco dalla villa, mentre mi dirigo alla macchina vedo un ragazzo di spalle, potrebbe essere lui?

D’improvviso questo ragazzo si gira e rimango molto deluso nel vedere che non era Francesco.

Anche questa volta fingo non mi importa, per poi salire in macchina.

 

***

 

Sono appena uscito da lavoro,  ho cercato con tutto me stesso di non pensare a ciò che è successo ieri sera, mi è andata piuttosto bene, essendo sempre impegnato  non è stato difficile.

Non appena arrivò davanti alla mia auto vedo una persona appoggiataci  sopra.

Scherziamo? Chi è sto coglione ci si appoggia... la macchina è nuova.

In malo modo mi avvicino dicendogli:

  • Oh... ti appoggi da un’altra parte!!!

Si volta e i suoi occhi incontrano i miei e come al solito mi ci perdo dentro.

Trascorro qualche istante infinito a osservarlo.

  • Ciao.
  • Francesco ciao.

Rimane con lo sguardo serio anche lui   Fisso sui miei occhi,  sembra molto distaccato, forse a causa di ciò che è successo ieri sera. Probabilmente dovrei fargli le mie scuse.

  • Oh hai da fare ora ?
  • Perché?
  • Ti ho fatto una domanda non rispondermi con un’altra domanda.
  • No perché?
  • Ok vieni con me.

Salgo in macchina, sono intenzionato a scusarmi, sono stato piuttosto maleducato ieri sera. Lui un po’ stranito mi segue salendo sul lato del passeggero.

Il tempo che trascorriamo in auto lo  trascorriamo completamente in silenzio.

Solo dopo aver parcheggiato interrompo questo silenzio.

  • Eccoci arrivati.
  • Dove siamo?
  • A casa mia. Francesco io voglio scusarmi.
  • Per cosa?
  • Come per cosa? Per ieri sera, ti ho fatto male. Non era mia intenzione. Oh forse si in quel momento ma in realtà mi dispiace molto.
  • Ah ok tranquillo non è successo nulla, capisco. Io però volevo chiarire anche qualche piccolo dettaglio con te.
  • Si ok ora parliamo però facciamo davanti ad una birra. Ok?
  • Si dai.

Entriamo nel palazzo,  mi mette un po’ in ansia, ma anche in imbarazzo pensare di dover entrare in ascensore con lui.

Ignoro queste sensazioni, entrando in ascensore.

Trascorriamo meno di un minuto lì dentro ma sembra passata un’ora. Il silenzio che ci circonda è  piuttosto  fastidioso, fa quasi più rumore delle parole.

Finalmente raggiungiamo il piano in cui abito, entriamo in casa, ovviamente come al solito in completo silenzio.

  • Andrea scusa, dove posso pigiare il mio giubbotto?
  • Dove vuoi. Vieni.

Mi raggiunge in cucina, dove prendo dal frigo due birre , una la  porgo a lui ed una la apro per me.

In completo silenzio per qualche minuto decido si offrirgli  anche qualcosa da mangiare. 

Apro lo sportello della cucina  alla ricerca di patatine, le trovo quasi subito dopo, le apro, offrendogliele.

  • Allora?
  • Allora cosa ?
  • Volevi parlarmi di qualcosa. Dimmi.
  • Ah si... nulla innanzitutto anche io volevo scusarmi.
  • Perché? Cosa hai fatto ?
  • Nulla sono apparso strano, e non sono così in genere.
  • Ah no va beh tranquillo. Poi dimmi 
  • Beh se mi sono comportato in un modo  bizzarro, c’è un motivo.
  • Sarebbe?
  • Io non sono gay.
  • Ah ehm...  ok perché mi stai dicendo ciò?

Questa rivelazione mi delude un po’ , anche se, mi  tranquillizza anche.

Pensare  che io mi sono fatto mille mostri, e pensare che li ho fatti solo io... pensare che stavo iniziando a pensare che anche lui sentisse le stesse sensazioni che sento io... tutto questo fa salire pian piano in me tanta rabbia, nervoso, delusione.

  • Si insomma non sono gay, però Andrea  c’è qualcosa che non capisco. Quando sono in tua compagnia mi accade qualcosa di inspiegabile, vorrei dare un nome a questa cosa è darmi pace, sono certo del mio orientamento sessuale. Però non posso far finta che  questa sintonia non ci sia, non posso far finta che non esisti, non posso far finta che ieri sera desideravo  un finale diverso. E se ora mi chiedi che finale avrei desiderato non lo so non so risponderti. Forse un altra persona si sarebbe tenuto tutto dentro e ti avrebbe evitato, però se ho preso la decisione di dirti tutto è perché sento che anche tu... insomma che anche tu senti qualcosa di strano. Mi sbaglio?

 

 

 

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