Storie originali > Fantasy
Ricorda la storia  |       
Autore: ghostmaker    05/08/2019    5 recensioni
La leggenda narra di un uomo che portò la pace tra gli esseri viventi. Egli riuscì a instaurare un governo democratico nel quale ogni Re manteneva la propria predominanza nel suo regno, ma che con gli altri quattro formava un consiglio ristretto dal quale veniva nominato l'Imperatore dei Cinque Regni, un uomo o una donna la cui saggezza fosse riconosciuta da tutti. I secoli si susseguirono nella pace, ma l'Era dei Diamanti stava per concludersi.
[Storia partecipante alla challenge “Pagine di una storia infinita” indetta da molang sul forum di EFP]
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'L'Imperatore dei Cinque Regni'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prologo



Ogni granello di sabbia del grande deserto era arroventato dal calore del sole di mezzogiorno. Ai margini di Koraha, l’enorme distesa di dune che copre buona parte del territorio a ovest di Tan, e dalla quale pochi esseri viventi sono riusciti a uscirne indenni, spesso si radunavano dei vagabondi senza fissa dimora: chi viaggiava per avventura, chi lavorava come mercante di schiavi e non poteva permettersi un alloggio nelle grandi città, qualcuno perché era rimasto da solo al mondo, altri perché condannati all’esilio nel deserto e si erano salvati per puro miracolo. A quel tempo ero un ragazzino, portavo ai polsi delle grosse catene di ferro che in quell’ambiente mi ustionavano la pelle, e dovevo lavorare senza riposo per sistemare la carrozza del mio padrone cui si era rotta una delle ruote per colpa del troppo peso. Eravamo tanti con le mani legate, rei soltanto di essere nati sfortunati. In uno dei pochi momenti in cui il mio padrone ci dava tregua, certo non per carità, ma perché morendo non saremmo stati di nessuna utilità per lui, guardai per caso davanti a me. In lontananza, nel pieno del deserto, vidi una figura umana che lentamente si avvicinava al nostro bivacco e pensai di essere testimone della salvezza di uno dei pochi sopravvissuti all’inferno di Koraha, ma più si avvicinava e più rimanevo stupefatto da quella persona che indossava una veste blu sormontata da un enorme mantello nero. Tutti rimanemmo in silenzio, quell’uomo, caracollando, superò l’ultimo strato di sabbia rovente e stramazzò a terra finendo sui sassi levigati che delimitano Koraha e l’oasi di Oazo.



L’Imperatore dei Cinque Regni – Guerre
1° capitolo –  L’uomo scampato al deserto



«Lo stupore fu generale perché tutti conosciamo perfettamente la nostra Leggenda tramandata da generazioni, vero?»
L’uomo anziano dalla lunga barba bianca osserva tutti i bambini che sono seduti ai loro banchi e nota il terrore nei loro occhi. Sorride, è consapevole che sono troppo piccoli perché conoscano nei particolari la Leggenda, e la giornata di studio di oggi è programmata proprio per raccontare il Mito.

«Ebbene cari bambini, le cronache imperiali, la tradizione popolare e i testi più antichi, ancora oggetto di studio da parte dei nostri eminenti scienziati, narrano le gesta dell’uomo dalla folta capigliatura e dalla barba lunga e bionda, che indossava una veste azzurra con un mantello nero e che in pieno giorno uscì dal deserto, per poi diventare la guida dell’intero genere umano. Il leggendario Atua, primo di questo nome, raccontò alle persone che lo videro per la prima volta che non rammentava da dove provenisse, ma che aveva ancora bene in mente le grandi nuvole bianche che attraversò mentre cadeva verso il basso, prima di finire nelle acque gelide del Mare del Nord. Lì sconfisse i terribili mostri marini e la loro perfida e astuta Regina, Kwakhala, ma si amareggiò per questo evento perché odiava la guerra, così lasciò in vita la sua avversaria e le fece promettere di non attaccare mai più le piccole imbarcazioni di pescatori che attraversavano quel mare soltanto per trovare del cibo che sulla terra ferma scarseggiava. Dove regnava la guerra da così tanti anni, che neppure i governanti riuscivano più a ricordare, Atua portò la pace senza brandire mai un’arma, insegnò che con la collaborazione ogni regno poteva prosperare utilizzando le proprie ricchezze come sostentamento o merce di scambio, e convinse ogni Re a tramutare le armi di distruzione del presente in mezzi per costruire il futuro.»

I bambini hanno ascoltato in silenzio e i loro occhi sembrano brillare ogni volta che il maestro racconta leggende e miti del loro mondo. Uno di questi piccoli studenti solleva la mano nel brusio generale.
«Dimmi giovanotto, che cosa vuoi sapere?» chiede l’uomo barbuto.
«Maestro, ma lei è così vecchio che ha conosciuto Atua, primo del suo nome?»
L’uomo sorride divertito. «Pensi che io sia tanto anziano?» risponde facendo ridere tutti gli alunni.
Il bambino arrossisce, e il maestro, che di certo non vuole deluderlo, spiega: «No, non avevo incontrato il Leggendario imperatore dei Cinque Regni. Quello era un semplice uomo come lo sono io e come lo diventerai anche tu. Era sfuggito alla morte che porta con sé il deserto di Koraha, era una persona che fu esiliata in quell’infernale posto perché ritenuto colpevole di crimini così grandi da non essere perdonati da nessuno, neppure dall’Imperatore. Destò stupore perché assomigliava molto al Leggendario, ma egli non portava la pace dentro il suo cuore, anzi, il suo animo era stato distrutto da anni di guerre, da perdite immani e da delusioni cocenti, anelava la vendetta e non si sarebbe mai fermato davanti a niente o a nessuno per consumarla. Egli sapeva bene che raggiungendo il bivacco di Oazo sarebbe diventato un reietto come tutti noi che vi soggiornavamo per un giorno o per un anno, comprendeva che soltanto l’odio non gli avrebbe permesso di raggiungere il suo obiettivo e nel corso della sua vita imparò nuovamente a essere un uomo e non solo un animale ferito e in fuga.»
Il bambino nota la passione con cui l’anziano maestro parla di questa persona e domanda prontamente: «Maestro, come si chiamava quest’uomo?»
L’anziano maestro si siede sulla sua soffice sedia di paglia, passa la mano sulla sua lunga barba bianca, mentre con lo sguardo osserva il volto del bambino, ma anche di tutti gli altri alunni. Sospira così profondamente da far muovere le penne ancora intinte nel calamaio, le sue labbra si arcuano in un sorriso compiaciuto mentre i suoi occhi iniziano a brillare; forse più di quello dei bambini che ha davanti a sé. Il maestro, in cuor suo, sperava che il suo incipit attirasse l’attenzione e che spingesse ogni suo alunno a domandarsi chi fosse quella persona scampata alla morte di cui lui stesso ne ammirava le gesta. Il bambino guarda i suoi compagni cercando di capire se ha fatto un errore, ma anche gli altri sono in attesa della risposta del maestro che pare non giungere mai, poi, con uno scatto d’altri tempi, l’anziano maestro si leva in piedi, raccoglie dal tavolo una piccola campanella e la suona con vigore.
«Piccoli miei, oggi è una bella giornata e quindi, siccome sono io che comando, ho deciso che la lezione si terrà all’aperto!»
Tutti i bambini scattano in piedi felici, il baccano scuote le fondamenta stesse della scuola, l’anziano maestro apre la porta e tutti gli alunni corrono fuori direttamente verso il giardino fiorito. Tutti tranne uno. Il bambino che ha posto la domanda è rimasto incollato vicino al suo banco e osserva l’uomo senza parlare; il maestro gli regala un sorriso così grande da fargli vedere ogni singolo dente che gli è rimasto in bocca, gli si avvicina e appoggia la sua mano ossuta sul suo capo. «Sai, l’uomo scampato dal deserto mise anche a me la sua mano sulla testa e mi sorrise, proprio come sto facendo ora io a te, ma adesso non ti dirò il suo nome. Usciamo insieme ai tuoi compagni e sotto l’Albero del Mondo vi racconterò tutta la sua storia, fin dal principio.»





N.d.A.
Il racconto che avete letto fa parte di una storia formata da otto capitoli che non avranno una cadenza precisa per la pubblicazione.
Questa storia farà parte di una serie di tre, tutte formate da otto capitoli, che si dipaneranno attraverso le tracce impostate dalla challenge creata da molang sul forum di EFP.
Spero che gradiate questo grande racconto fantasy e sarò lieto di rispondere ai vostri commenti, sia inerenti alla storia sia ai sicuri errori che commetterò nel corso di questi ventiquattro capitoli.

Grazie a tutti.
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: ghostmaker