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Autore: Freya__6    07/08/2019    1 recensioni
Fiori di loto é una storia di vita in cui la protagonista in seguito ad un anno molto sventurato si ritrova a fare i conti con se stessa e crescere. Fiori di loto é la metafora di una resistenza che matura pian piano nell’anima della ragazza che viene inizialmente descritta come una superficiale peonia.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sin da piccoli ci ostiniamo ad immaginare quei grandi momenti che la vita riserva ad ognuno di noi; nel caso di Freya era il compimento dei diciotto anni.

Non era una ragazza sicura di se stessa ma adorava fare shopping con ogni cellula del suo corpo e aveva trascinato la madre in giro non solo per comprare il fatidico vestito da principessa ma anche per curare le decorazioni della location.

Arrivò il momento dei fiori e fu lí che si rese conto di come la personalità influisse tanto sulla scelta di un fiore, la sua voglia quasi maniacale di organizzare la festa perfetta le imponeva (se così si può dire) di scegliere le boriose peonie che purtroppo non erano disponibili.

Non fu il caso, lo capì col tempo, le peonie erano sì simbolo di vanità ma anche di resistenza è quello non era ancora il tempo di resistere.

Per Freya erano tempi duri, affrontava l’ultimo anno di liceo inconsapevole del fatto che solo pochi giorni dopo il suo compleanno sarebbe iniziato un vero e proprio inferno.

Aveva acquisito sicurezza sulla sua omosessualità qualche anno prima e tra qualche flirt a distanza e cotte platoniche non aveva mai avuto una vera e propria relazione con una ragazza.

Chloe era arrivata inaspettatamente nella sua vita, l’aveva vista con la coda dell’occhio in metropolitana mentre era con il suo migliore amico che la conosceva da anni e da quell’esatta sera di metà Novembre era cambiato tutto.

Non fu mai facile, ma con le difficoltà c’era anche molta chimica, sebbene il loro rapporto fosse altalenante e anche troppo intenso non ci fu mai nulla di falso tra le due.

Una era la calma e l’altra il caos, non potevano essere più diverse, eppure rischiando tutto; anche il fallimento ci provarono lo stesso.

Non mancarono le litigate, i pianti, le gelosie e i dispetti ma a Gennaio quasi come se fosse la magia dell’anno nuovo sembrava andare tutto bene. 

Si erano riavvicinate per il compleanno di Freya e Chloe diede cenno di non poter venire, l’altra inizialmente si sentì spogliata dal peso di dover fingere davanti a tutti che lei fosse solo un’amica e cercava di contenere la sua ansia davanti amici e parenti.

Se non che Chloe decise di presentarsi a sorpresa facendo saltare qualsivoglia copertura, un occhio ben più scaltro del normale aveva scorto qualcosa di non ordinario nel loro modo di guardarsi, toccarsi e parlarsi: la mamma di Freya.

Subito dopo il compleanno andava tutto bene, erano riuscite a dirsi “ti amo” si vedevano e pensavano già a cosa fare per San Valentino. 

Una sera però, dopo anni di sofferenza Freya si sentì scoppiare e rivelò alla madre, che tanto amava, la verità.

Da lí in poi seguirono orride litigate e atroci punizioni, le fu imposto di non vedere e non sentire più la ragazza che lei tanto chiamava sua e non ci fu cosa peggiore per la ragazza che allontanarsi da quella calamita umana che sembrava averle dato la forza e il coraggio di farsi valere per ciò che era.

Una volta sola la vide in quel periodo e fu durissimo parlare con le parole della madre, cercare di negare quell’attrazione quasi inevitabile e palpabile nell’aria; non ci riuscì infatti.

Fu quasi una danza che come fuoco avvolgeva le due, giovani e spassionate che coglievano alla bene e meglio il concetto di “Carpe Diem” prima che fosse troppo tardi.

Non riuscì mai a dimenticare la delicatezza e la sensualità di quei gesti, Chloe era tanto bella quanto proibita per lei, sinuosa ed intrigante come il serpente nella leggenda di Adamo ed Eva.

Uscita da quell’idilliaco momento seguirono periodi di totale malinconia nei quali però l’assenza della ragazza sembrava aver giovato al rapporto con la madre.

Nonostante ciò, per quanto le sembrava di vivere uno stupido romanzo di Nicholas Sparks, doveva ammettere che la razionalità poteva fermare ben poco.

Finì col cercare il volto quasi spigoloso ma armonioso della ragazza per le strade di Budapest dove era con i suoi amici, guardava il Danubio illuminato e per quanto amasse la compagnia che aveva lí, in quel momento avrebbe tanto desiderato prenderle la mano e mettere la sua testa sulla spalla dell’altra, quello spazio sembrava fatto apposta per lei come fosse destino che le loro vite e i loro corpi si intrecciassero.

Così, presa dalla distanza e dalla voglia irrefrenabile di sentirla sua ancora una volta decise di chiamarla e non ci fu cosa più bella che riappacificarsi in segreto.

Non andò molto lontano quella volta, Chloe l’aveva spinta a scrivere una lettera alla madre ma la donna posticipò quella conversazione e fu impossibile per la ragazza trattenere la sua dolce metà in una situazione così precaria.

Un mese dopo l’ennesimo distacco si videro, a sorpresa, e lí Freya cedette nuovamente alla danza del serpente e lo voleva molto più di quanto credesse, si sentiva improvvisamente pervasa da una vitalità che normalmente non le apparteneva.

Fu un evento isolato però, come agitato e confusionale il serpente sgusciò via dalla sua vita lasciandola con un mucchio di situazioni irrisolte.

Quella che interiormente era una peonia era sul punto di cambiare, le lotte, le notti insonni e le delusioni amorose di stavano radicando in lei e ponevano le basi per trasformare quel fiore vanitoso in una ben più modesta azalea.

  
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