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Autore: Infected Heart    09/08/2019    0 recensioni
2004-2019.
La storia di una band e il destino di un'amicizia tutto da scoprire.
Tayley.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hayley Williams, Josh Farro, Nuovo Personaggio, Quasi Tutti, Taylor York
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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N.d.A: Ciao a tutti! Qui una nostalgica che attende il nuovo album dei Paramore con trepidazione, e che nel frattempo scribacchia due cosucce. Perché ammettiamolo, l’amicizia tra Hayley e Taylor è davvero dolcissima. Sarebbe bello vederli felici insieme! Mi sono appuntata alcune informazioni dalle varie interviste, e ho provato ad immaginare… questo è il risultato. Saranno due capitoli, e spero vi piaceranno.
Vi lascio ancora due note: Il mestiere del topliner è quello di creare delle melodie con testo su base strumentale già composta e costruita. “Pick”, in inglese è il plettro usato per suonare la chitarra. Lo slide, invece, è una tecnica chitarristica, quella, per intenderci, in cui le dita vengono fatte scivolare sulle corde, ottenendo appunto un effetto di "salita" o "discesa".
Se avete dubbi, o se volete lasciare un commento, mi farà molto piacere e vi risponderò volentieri.
Come dice il motto della Good Dye Young, “Expression Is Survival”.
BUONA LETTURA!




…………………………………………………………………………………………………………………






2004


Paramore.


E’ iniziata l’avventura più grande delle loro vite, e si sentono invincibili. Penna, chitarre e microfono in mano.
Qualche valigia, qualche brufolo, e poco di più.
Hayley e Josh, il cuore della band, che ogni giorno pulsa e scrive, dando vita ai sogni di ogni componente della band.
Anche a quelli di Zac che, nonostante la timidezza, tiene il mondo a tempo con la batteria.
Anche a quelli del basso di Jeremy, per cui la musica è solo libertà.
Anche a quelli di Taylor, che suggerisce qualche idea, mentre provano nel suo salotto.
Osserva l’unica ragazza arrossire, mentre contesta o propone nuove linee melodiche.
Vorrebbe dirglielo, che è una forza della natura, ma tace.
Le regala solo un sorriso, nella speranza di incoraggiarla, perché dannazione,  ha davvero un dono.
Probabilmente non se ne rende nemmeno conto.
E poi lui ha ben poco da dire: è solo la chitarra ritmica, e osare può costare caro.
Eppure vede gli occhi della piccoletta illuminarsi, quando accenna il riff di Conspiracy, una nuova canzone a cui sta lavorando.


-E’ perfetta per il demo.- gli dice.
Tutti i ragazzi approvano.


E’ così felice.
Peccato che l’euforia dura poco. Fino a quando, di fronte alla prospettiva di un album e di un tour, i suoi genitori gli impediscono di continuare la strada insieme ai suoi amici.
All We Know Is Falling, e poi Riot!
Taylor segue il percorso del gruppo da lontano.
Quando sono in città, di tanto in tanto lui ed Hayley si vedono e scrivono insieme.
Ha fatto lo sbaglio di suonarle That’s What You Get, su cui ha abbozzato una specie di testo.
La vera topliner è Hayley, e quando si innamora del brano lo guarda con quei suoi occhioni verdi spalancati.
Lo supplica di farlo sentire anche agli altri componenti dei Paramore, e lui proprio non riesce a dirle di no.


-E’ proprio la nostra canzone, non è vero?- sussurra a Josh, stringendo le loro mani intrecciate.
Lui le accarezza i capelli arancione acceso, posandole un bacio sul capo.
Taylor deglutisce pesantemente, con una piccola fitta al cuore. L’aveva scritta per Hayley, per esprimere in qualche modo i sentimenti che stenta anche lui a capire, ogni volta che lei è nei paraggi.
Ma ricaccia tutte le sensazioni al fondo dello stomaco e sorride.
Cambiano qualche parola, la completano.
La canzone entra nel disco, e lui ne è un pò fiero.
Forse qualcosa di buono allora riesce a combinarlo, nella vita.


2007


Taylor esulta, lanciando in aria il cappello del diploma: finalmente è libero.
Libero di suonare, con chi vuole, cosa vuole, dove vuole.
Per tre anni ha sofferto in silenzio, mentre gli altri erano fuori a vivere il suo sogno.
Adesso può uscire anche lui.
Hayley glielo ha promesso: i Paramore lo avrebbero aspettato, una volta terminata la scuola.


Tornato nella band, il chitarrista scopre che, oltre al liceo, è finita anche la relazione tra i suoi due amici.
Non può dirsi dispiaciuto, ma vedere Hayley arrabbiata e delusa gli scatena una reazione strana.
Non sa se prendere a pugni Josh o se correre a baciare la sua cotta, finalmente single.
Nel dubbio, fa il suo, discretamente: suona, scrive, abbraccia Hayley quando vede che ne ha bisogno.


Il tempo passa, e arriva capodanno 2008.
Saranno i brindisi di troppo, o l’adrenalina post show, ma è pieno di coraggio.
Ultimamente c’è stata qualche battuta tra di loro, piano piano Taylor sta scoprendo le carte, e lei non si è tirata indietro quando, alla vigilia di Natale, le labbra di lui si sono soffermate sulla sua nuca, in camerino.
Avevano suonato al party della Fueled By Ramen, e dopo il concerto la sua amica lo aveva sorpreso con un pick d’argento, da mettere come collana. Il più bel regalo che avesse mai ricevuto.
Lo stesso che ora stringe, prima di dichiararsi.
Sale ogni gradino che porta alla stanza d’albergo della cantante.
Ignora le gambe che gli tremano, ma si deve fermare appena arrivato in cima. Ha il fiatone, e non vuole certo ansimare come un cane mentre rivela i suoi sentimenti alla ragazza che ama.
Si appoggia al muro, e prende un gran respiro.
Dopo pochi secondi l’ascensore annuncia il suo arrivo, con un fastidioso trillo.
Si nasconde dietro una piglia, per non farsi vedere ubriaco da qualche ospite dell’hotel, e si tappa la bocca con le mani, per non farsi sfuggire alcun rumore.
Dal vano escono due figure che si muovono insieme, ridendo e fermandosi di tanto intanto per scambiarsi qualche effusione.
Lui è alto e piuttosto tarchiato. Lei è minuta e dai lineamenti molto fini, con un’inconfondibile capigliatura rosso fuoco. Porta il septum e sulla coscia destra ha un tatuaggio a forma di croce.
Adesso che ci pensa, le ricorda qualcuno.


Cazzo, ma quella è Hayley.


Sgrana gli occhi, per rendere più nitida l’immagine e poter negare così la realtà.
La vista, però, gli conferma ciò che vorrebbe fosse solo il frutto di qualche allampanata visione alcolica.
Maledetto il giorno in cui avevano invitato i membri delle altre band al loro tradizionale barbecue pre tour.
Era stata un’idea di Jeremy, per fare amicizia. I festival collettivi si vivono a metà, se ci si isola, e i Paramore di certo non sono una setta.
“Dopotutto dovremo passare sei mesi tutti insieme, no? Tanto vale conoscerci subito.”
Peccato che Hayley lo avesse preso alla lettera, a quanto pare.
Quello avvinghiato al suo corpo come una sanguisuga gigante è Chad Gilbert dei New Found Glory.
Non è difficile immaginare cosa ci trovi in lui: simpatico, sopra le righe, folle quanto basta, più grande di sette anni e più alto, protettivo. Un vero uomo.
Non è un esemplare di bellezza, ma insomma, Hayley è sempre stata attratta da chi ha carisma, e Chad ne trasuda come un finlandese in sauna.
Basta vedere come pendono dalle sue labbra le persone quando racconta gli aneddoti di chissà quali avventure. Anche Jeremy ne era rimasto catturato.
Ovvio, non come Hayley, ma ultimamente è tutto un “Lo sai che Chad fa questo? Perché non gli chiediamo che ne pensa di questo arrangiamento? Sai, devo provare a fare la ricetta che mi ha insegnato, non hai idea di quanto cucina bene! Chad, oh Chad!”.
Potrebbe venirgli la nausea se sente ancora una volta il suo nome.
Ed effettivamente la reprime quando, il giorno dopo, la frizzante fatina rock gli racconta come tra loro sia stato un colpo di fulmine.
Tanto che Chad ha lasciato la moglie il giorno dopo che lui ed Hayley avevano passato una notte sotto le stelle a fare l’amore.
Sulle colline sopra Los Angeles, perché la City Of Stars ha sempre il suo fascino, certo.
Uno sguardo sul palco è bastato, dice lei.


Peccato che io te ne abbia lanciati mille. Perché non mi guardi mai, Hayley? Perché non ti accorgi di quello che sei per me?

Peccato.


La guarda con occhi tristi, mentre accenna un sorriso.
Vorrebbe farle mille domande, ma non le esterna.
Non vuole rovinare la sua felicità.
Nonostante ciò, deve però ammettere che una parte di lui è ferita. Non si è immaginato tutto. Stava davvero per nascere qualcosa, ne è certo. C’è stato un momento, un piccolissimo, infinitesimale momento, in cui è stato ricambiato. Si sente tradito, pur non sapendo se ha il diritto di reclamare qualunque tipo di giustizia.
D’altronde è lui che ha aspettato. Troppo a lungo, evidentemente.
Lentamente inizia a mettere distanza tra di loro, per tutelarsi. Va bene essere innamorati di un’altra persona, ma l’amor proprio almeno permette di avere dignità a sufficienza per non diventare uno zerbino.
Si accorge che le sta facendo del male, ma tutte le coccole e le confidenze di prima, ora gli sembrano una presa in giro, per entrambi.
E fa male a lui ogni sguardo ferito quando off stage rifiuta un suo abbraccio, o quando nega il semplice dividersi i pop corn nella loro serata film sul tourbus. Sono gli unici due a divorare quelli al caramello, e ora mangiarli da solo è deprimente, ma non sopporterebbe sfiorarle la mano, sapendo di non potergliela prendere.


Dopo qualche mese, i confini si sono stabiliti e il rapporto ha trovato un suo equilibrio: cordiale professionalità e semplici scherzi tra amici, perché la complicità non si può comunque negare.
I mesi diventano anni, Hayley e Chad continuano a stare insieme, e sono uniti come non mai.
Taylor invece cerca invano qualcosa di duraturo, di cui però dopo un anno o due, puntualmente si stufa.
In fondo, è pienamente consapevole di quello che vorrebbe, ma al contempo non intende rinunciare alla propria felicità.
Non avrebbe senso aspettare Hayley per sempre.


2010


Josh, il suo ego, un gran casino e la vita di Hayley in mille pezzi.
La famiglia che aveva costruito in otto lunghi anni si è sgretolata davanti ai suoi occhi, e la frana ha portato via con sé anche un’altra colonna portante. Zac è sempre stato troppo ingenuo, e se n’è andato insieme al fratello.
Ora le sembra davvero di aver sempre vissuto in una realtà parallela, come le avevano ricordato usando le parole di Brick By Boring Brick.
Non è una santa, e di errori, grossi, ne ha fatti anche lei.
Ma erano stati lì, insieme, e tutto le sembrava fuorché di aver mancato di rispetto a qualcuno.
Aveva lottato per non diventare la pop diva divorata dai piranha con le cravatte, aveva lottato per avere i ragazzi al suo fianco. Aveva causato ulteriori liti tra i suoi genitori, perché una rockstar minorenne non è certo facile da gestire. Aveva fatto la donna matura per trovare un compromesso sui contratti delle case discografiche interessate.
Eppure tutto ciò deve essere un film trasmesso nella sua mente, perché nessun altro sembra vederlo.
Anche in questo caso stringe i denti, e in tre decidono che i rimanenti show del tour si sarebbero fatti.
Dopo di che, il vuoto, l’incertezza.
Cosa sarebbe successo ai Paramore?
Ha perso due dei soli quattro veri amici che aveva al mondo, e si sente come se le avessero strappato gli arti, tutti insieme. Specialmente dopo le infamate. E le accuse. E il rancore.
Lei, Jeremy e Taylor hanno incassato il colpo con grazia, ma Dio solo sa quanto vorrebbe rispondere a tono, ad ogni singolo punto di quella dannatissima lettera sul blog di Josh.


Per fortuna si sono ricordati che la reputazione, l’onestà e i fatti sono le cose che hanno portato avanti la band, perciò stanno evitando i polveroni, e sono intenzionati a lasciare che le cose scorrano come devono.


Nashville, Capodanno 2011.


Ad Hayley fa paura, questo nuovo inizio.
A novembre hanno ufficialmente finito il tour di Brand New Eyes, e domani sarà gennaio.
Non sa se avrà ancora un lavoro, se d’ora in poi dovrà camminare da sola, se le persone e la Musica la avrebbero tradita nuovamente.


Ha bisogno di un segno, di un indizio, di una sorta di luce che la guidi, perché proprio non sa dove sbattere la testa.
Jeremy è come un fratello, ma la sua filosofia della musica molto hippie non la rende tranquilla.
Se di punto in bianco la abbandonasse anche lui?
E Taylor… su Taylor si potrebbe scrivere un libro intero, ma tutto di parole mai dette.
Si può scrivere con gli sguardi? Se il nero dei suoi occhi fosse inchiostro, lo userebbe per estrapolare il significato di ogni suo silenzio, e di ogni suo abbraccio.
Cosa farebbe se rimanessero solo in due?
Annega i pensieri, versando del rhum nel bicchiere già pieno di ghiaccio.
E’ l’ora di cena, ma non ha fame.
Probabilmente dopo quel bicchiere andrà a dormire, risvegliandosi poi l’anno dopo come per magia.
Come se aprendo gli occhi, tutto potesse cambiare, e tornare a quando erano tutti felici in studio, insieme a Rob.
Santo, santissimo produttore, che era riuscito a tenerli uniti anche quando avevano rischiato di picchiarsi a vicenda.
Per modo di dire, ovviamente.
Fa roteare il liquore, mentre scribacchia qualcosa su una Moleskine rosa acceso.
L’opposto di come si sente lei in questo momento.
Butta giù l’ultimo sorso, quando il campanello squilla, inatteso.


Ottimo, ci manca solo il vicino rompiscatole, o gli avventisti del settimo giorno.


O Taylor.


Il chitarrista sta lì, sulla porta, con le mani nelle tasche e un timido sorriso ad ammorbidirgli le guance.


-Ehi… posso entrare?- Le domanda, senza troppi giri di parole. Si stringe nel cappotto: è una sera piuttosto rigida, e spera che la sua amica non lo lasci a gelare sul pianerottolo.


Senza emettere fiato, Hayley si fa da parte, e il ragazzo oltrepassa l’ingresso.


L’appartamento della collega è stranamente ordinato, come ogni volta che sta passando un brutto periodo. Ha sempre dovuto bilanciare il caos interiore con le pulizie di casa, per avere l’illusione di avere tutto sotto controllo. L’aveva capito dalle innumerevoli volte che, incazzata, metteva a soqquadro il tourbus, per poi renderlo intonso come se fossero appena partiti.
Gli cade l’occhio sul bicchiere vuoto, poggiato sul tavolo a righe multicolor. Tossisce e cerca di glissare, tornando a guardare il motivo della sua visita.


Un motivo dai capelli arancioni stinti, dagli occhi spenti e circondati di un blu che deduce non sia ombretto.


-Come stai?- la ragazza glielo domanda in maniera disarmante, come se nulla fosse.


-Sai benissimo come sto. Tu, piuttosto. Dovresti mangiare qualcosa.- Taylor gli risponde, piccato. Non è più tempo di rimuginare. Bisogna passare al contrattacco ora, prima che sia troppo tardi. E’ un anno che vivono sospesi, in una bolla sottile. Non va bene, per niente.


La cantante sbuffa col naso, mentre le scappa una mezza risata di scherno.


-Mangio, quando mi va.- dice poi, semplicemente educata. Dalla sua voce non trapela nessuna emozione.


-Hayley, non sono venuto qui per fare il padre, e per me puoi fare quello che ti pare. Però non mi piace che tu stia sola.- si stringe nelle spalle, e cerca di avvicinarsi a lei, che invece si allontana. Quasi scatta, come se il ragazzo fosse una calamita con lo stesso polo magnetico.


Sospira, mentre cerca il suo sguardo. Ora sembra più dolce, mentre lo ricambia. E’ riuscito a strapparle un minuscolo sorriso velato di malinconia, e lo prende già come una sorta di conquista.


-Ti ringrazio, ma non sono molto di compagnia, sai.- Hayley cerca di scusarsi, ma non trova altre parole. Il vuoto che ha dentro sta risucchiando tutto il resto, e le riesce difficile anche solo rispondere in maniera gentile.


-Lo so. Non devi fingere, con me. Ti ricordi? Ci sono dentro anche io. Possiamo anche non parlare, se non vuoi.- Taylor risponde, pacato. Con un soffio sposta il ciuffo ribelle, che gli sta cadendo sugli occhi in una massa di riccioli. Si sistema sulla sedia accanto a quella della cantante, che nel frattempo ha preso un altro bicchiere. A lui versa del Jack Daniels, sa bene che è il suo preferito.


-Però ho una sorpresa, se ti fidi di me.- aggiunge poi, prendendo il vetro con i riflessi ambrati.


-Ne ho avute abbastanza di sorprese, ultimamente. Ma sì, mi fido di te.- le pietre verdi di Hayley, fisse a confermarglielo.


-Tecnicamente il Natale finisce il 6 Gennaio, giusto? Ancora non ho avuto modo di darti il mio regalo.-


Taylor tira fuori dalla tasca due biglietti per i Coldplay, e li fa scivolare in avanti, sulla superficie liscia del tavolo.
Per un’impercettibile frazione di secondo il viso di Hayley sembra di nuovo prendere vita.


-Sono per stasera, e visto che Chad lavora… pensavo che potesse farti piacere andarci insieme, ecco.-


La butta lì, come se non fosse nulla di personale.


Voglio solo vedere un tuo sorriso, Hayley. Ti prego.


-Vi siete sentiti, suppongo- afferma, lei, come se conoscesse già la risposta.
Ma certo che la conosce.
Non gliela si può fare sotto il naso. E’ troppo furba.


-Colpevoli. Ma è uno dei tuoi gruppi preferiti. E anche uno dei miei. Quindi, perché no?-


Gli occhi lucidi della ragazza di fronte a sé già dicono tutto, grati e commossi.


Da parte sua, Hayley non impazzisce dalla voglia di uscire, di farsi vedere in quello stato. Ma poi pensa a Chad, e a Taylor. E a Chris Martin.


Non vuole rovinare gli sforzi delle persone che ancora le vogliono bene, perciò si alza dalla sedia.


-Vado a farmi la doccia, ok? Tu intanto sai come muoverti, qui dentro.- mentre gli passa vicino, posa una mano sulla spalla di Taylor, e d’un tratto si ferma.


-Non merito delle persone così nella mia vita, ma grazie. Davvero. E non intendo per il concerto.-


Il chitarrista lo sa, cosa intende, non c’è bisogno di dare ulteriori spiegazioni.
D’istinto, raggiunge la mano sulla spalla, coprendola con una delle sue.


Le loro dita si intrecciano, in un gesto spontaneo che lui porta sul cuore, mentre si alza in piedi.
Hayley guarda in basso e Taylor nota che, nel seguire il movimento, dei capelli le sono sfuggiti al controllo.
Con la mano libera glieli riporta dietro l’orecchio, e poi delicatamente la accoglie contro il suo corpo.
Le sue labbra scaldano la fronte della donna minuta, che ora non si ribella più.


-Vai, o faremo tardi.- con riluttanza la lascia andare, prima che davvero sia troppo tardi per evitare qualche cazzata.


Due ore dopo sono nel parterre, posizionati alla transenna di fianco al fonico.
Lei ci si siede sopra per vedere meglio, appoggiata con le braccia sulle spalle di Taylor, come su un comodino.


-Questa è la tua vendetta, vero? Sapevo che prima o poi sarebbe arrivata.-


La risposta di Hayley è una linguaccia con occhiolino annesso, ma poi gli circonda il collo con un abbraccio.
Il concerto inizia e loro si perdono nella musica.
Cantano insieme i primi brani, con intesa di sguardi, e osservano attentamente cosa succede sul palco. Dai grandi si impara sempre.


Viva La Vida e Ia sua iconica sezione di archi. Hayley ne va pazza, e chiude gli occhi per godersela, come se fosse lei a suonare.


Fix You e tutte le coppie innamorate con i telefoni sollevati a creare atmosfera.


Speed Of Sound, la storia della vita di Taylor, e gli si stringe un pò lo stomaco. Hayley se ne accorge, e rinsalda la presa alle sue spalle.


Martin fa una battuta a cui tutti ridono, e poi le luci si spengono.
Un background stellato e pieno di calcoli incomprensibili appare sul maxischermo dietro il palco.


Le note di The Scientist riempiono la venue, e i quattro quarti del pianoforte spargono magia, come se fosse polvere di fata.




“Come up to meet you
Tell you I'm sorry
You don't know how lovely you are.”




La testa di Hayley si adagia nell’incavo della spalla del chitarrista, come se fosse un cuscino. Le braccia strette attorno al suo petto, e le mani di lui a farle da coperta.
La sua voce femminile che duetta con quella di Chris nel sussurrargli l’incantesimo a fior di pelle.






“I had to find you
Tell you I need you
Tell you I set you apart”






Ora è Taylor a confessare i suoi sentimenti, più sincero che mai.
Si è girato, facendo combaciare le loro fronti.
Le gambe della piccola donna sono intrecciate alla vita di lui, e scendono fino a toccare terra.
Le mani di Hayley sono aggrappate alla sua schiena, e insieme si lasciano andare al dolce movimento della ballad.






Tell me your secrets
And ask me your questions
Oh let's go back to the start”






Adesso stanno cantando all’unisono, cullandosi a vicenda, in quello spazio che è diventato solo loro.






“Running in circles, coming up tails
Heads on a science apart
Nobody said it was easy
It's such a shame for us to part
Nobody said it was easy
No one ever said it would be this hard
Oh take me back to the start
I was just guessing at numbers and figures
Pulling your puzzles apart
Questions of science, science and progress
Do not speak as loud as my heart
Tell me you love me
Come back and haunt me
Oh and I rush to the start
Running in circles, chasing our tails
Coming back as we are
Nobody said it was easy
Oh it's such a shame for us to part
Nobody said it was easy
No one ever said it would be so hard
I'm going back to the start.”






Un silenzio assordante annuncia la fine della canzone.
Nessun urlo isterico di massa. Nessuno scrosciare di applausi.


Solamente la mano di Hayley che tende la maglia del suo amico fino quasi a strapparla e il rimbombo del suo pianto devastante.
Taylor la sente rimbalzare sul suo petto, al ritmo dei singhiozzi, ed è come se gli piovesse sul cuore.
Deve essere l’effetto del dolore condiviso.
La circonda di più, proteggendola dalle persone attorno, che si muovono al battito di una hit movimentata.
La accarezza, prova a rassicurarla, le fa bere dell’acqua, ma è incontrollabile.
Si chiede da quanto tempo non si concedesse di piangere, e la risposta gli arriva in automatico: probabilmente è la prima volta, dopo l’abbandono dei fratelli Farro.
Qualcuno attorno inizia a guardarli in maniera strana, forse un paio di persone li hanno anche riconosciuti, ma lui fa finta di nulla.
Cerca di riparare Hayley in un angolo vicino a delle casse, e la abbraccia, finché non smette di tremare.


Le canzoni scorrono, e il concerto giunge alla fine.
Stanno camminando fuori dallo stadio, e nonostante stia battendo i denti dal freddo, Hayley sembra più rilassata.
Taylor le cinge le spalle con finta noncuranza, per cercare di scaldarla.


-Ti va di andare a mangiare qualcosa? Qui vicino c’è il messicano che ti piace tanto… - suggerisce, premuroso.


La ragazza si fa guidare per le strade trafficate di Nashville, e dopo qualche minuto raggiungono El Chico. Quante volte ci erano venuti dopo le prove, lungo gli anni passati.


Salutano Juàn, che li accoglie con un gran sorriso.


-Gauchos de mi corazón! Quanto tempo! Siete solo voi due stasera?-


Ahi, domanda sbagliata. Taylor vede la sua amica gestire una smorfia di dolore, ma non ha il tempo di dire o fare nulla, perché subito l’altro incalza:


-Haylita! Non ti riconoscevo quasi più.- si china leggermente per farle il baciamano, e lei forza un sorriso.


Si siedono ad uno dei tavoli in disparte, ed Hayley è evidentemente a disagio. Continua a mordersi le labbra, nervosa.
Lo sa, che le pesa. Lo sa anche lei che è dimagrita così tanto da suscitare preoccupazione nelle sue vecchie conoscenze.


Di riflesso, Taylor le prende una mano. E’ così leggera.


-Forse non è stata una buona idea, venire qui. Mi dispiace.-


Senza pensarci, inizia ad accarezzarle il polso. Passa le dita sulla sua pelle quasi trasparente, massaggiandole le vene in rilievo. Può addirittura sentire il suo battito accelerare. Vorrebbe essere in grado di curarla, di fare sparire ogni male dal suo corpo e dalla sua mente, ma si sente così impotente.


-Non ti preoccupare, ho accettato io di venire qui.- E’ sincera, mentre porta la mano libera sull’avambraccio del chitarrista.
Da quanto era che non si sfioravano così? Sul palco avevano continuato a concedersi tutto, ma una volta scesi, e a telecamere spente, le cose da tempo erano cambiate. Come se un solo tocco potesse provocare un incendio irrecuperabile.


Cosa sta facendo? Questa sera non riesce decisamente a darsi una regolata, in nulla. Aveva trascorso anni ad esercitarsi per resistere a quegli occhi dolci, ma si sa, quando si è vulnerabili le vecchie abitudini sono le prime in cui ci si rifugia.
Indugiano, e stanno così per un pò, a godersi il reciproco calore in silenzio.
Sembra di essere tornati a tre anni prima, quando non c’erano barriere di sorta tra di loro. C’era anche stato un attimo in cui Hayley aveva davvero pensato che avrebbe potuto esserci qualcosa di più, tra loro.
Ma poi Chad era entrato nella sua vita, illuminando il cielo all’improvviso.
In effetti gli manca davvero molto, questa sera, e solo adesso lo realizza.


-Ehi, ragazzi! Scusate se vi disturbo.- Juàn arriva al tavolo, con un’occhiata maliziosa ad accompagnarlo. -Vi porto il solito?- chiede, mascherando un sorriso sotto i baffi da sparviero.


I musicisti si guardano, e con un cenno di assenso danno la conferma al loro Chico di fiducia.


-Almeno lo facciamo contento.- dice la fatina minuta, premurosamente.


Dopo qualche minuto arrivano i piatti, e Taylor continua a guardare Hayley giocare con i nachos, senza mangiarne nemmeno uno.


-Freddi fanno schifo, lo sai, vero?- allarga le braccia. “Donna avvisata, mezza salvata”, giusto?


-E’ divertente farli annegare nella salsa. Come il senso di colpa.- si giustifica lei.


Il ragazzo ignora volutamente il tipico black humor della sua amica, e controbatte. -Guarda che te li rubo tutti. Sai che posso farlo.-


-Provaci.-


Ah-ah. Sapeva che la sfida la avrebbe stuzzicata. Hayley non dice mai di no, se c’è in ballo una vittoria.


Approfittando di un attimo di distrazione, Taylor le ruba la vaschetta da sotto il naso, ed afferra un nacho. Finge di dirottarlo tra le sue fauci, quando un braccino sottile gli afferra il polso.
A questo punto, guida il movimento di entrambi verso la ragazza, ondeggiando come un aereoplano. Miracolosamente riesce ad infilarle il cibo in bocca, come un quattordicenne. A mali estremi, estremi rimedi.
La osserva masticare di gusto, coprendosi la bocca mentre ride. E’ poco, ma è pur sempre un inizio.


Le lascia un bacio sulla fronte, e poi si ritrovano a commentare il concerto nei minimi particolari.
Parlano di pedaliere, di tecnica vocale e di arrangiamenti, quando a Taylor viene un’idea lampo.


-Quel mezzo slide, quello dell’interludio, sarebbe figo nella mezza demo che mi avevi mandato a fine giugno, che ne dici? -


Hayley alza gli occhi dal piatto, spalancati.


-Cosa?-


Il ragazzo scruta a fondo nel suo sguardo, un misto di paura e stupore, e poi capisce.


Le prende la mano, chiudendola tra le sue.


-Io non vado da nessuna parte, Hayley. Te lo giuro.-


-Dimmi che non è uno scherzo di cattivo gusto.-


-Non lo è.-


-Ripetilo.-


-Non vado da nessuna parte. Per me i Paramore possono diventare di ottant’anni, con me e te che al posto delle bacchette facciamo roteare dei bastoni da passeggio.-


La ragazza scoppia in una risata fragorosa, di quelle che non le sentiva fare da più di un anno. Decisa ma vibrante, acuta e flessibile.


Bentornata, amore mio.


Hayley stringe gli occhi, con l’aria di chi ti ha beccato sul fatto.


-Sei tremendo.-


-Solo con te.-


Lei si sporge in avanti, e i loro occhi si specchiano. Annusa il profumo del dopobarba di Taylor. Non cambia marca da quando aveva quindici anni, e le è sempre piaciuto. E’ così buono. Troppo buono. Come lui.
Schiude le labbra, e adesso riesce a sentire il respiro del ragazzo confondersi con il suo.
Una sensazione soffice e delicata, quasi impercettibile.


Socchiude le palpebre.




Thunderstruck degli AC/DC irrompe tra i due, come un fulmine.
E’ la suoneria di Chad.
La cantante si riscuote e risponde, mettendolo in vivavoce.


-Amore, ti è piaciuta la sorpresa? Spero che Taylor abbia fatto il bravo.-


Quasi. Pensa, il diretto interessato.


-Così bravo che si è trasformato in uno dei putti della Cappella Sistina.- racconta Hayley, scompigliandogli i folti ricci in diretta.


-Il vostro show come è andato? … Ah, a proposito… Buon anno.- Controlla l’ora sul display del cellulare. Mezzanotte e cinque minuti.


-Lo show è andato bene, ma spero tu abbia conservato la biancheria rossa per questo fine settimana.-


Taylor la vede arrossire, per poi distogliere lo sguardo.
E’ ancora così pudica… lo è sempre stata.


-Ti aspetto con cravatta abbinata, sappilo.- Glielo sussurra a voce bassa, invitante persino per il ragazzo di fronte a lei.


-Ehm, ciao, Chad. Qui tutto bene. Siamo al messicano… ed Hayley finge di non volermi rubare i nachos.- interviene Taylor, prima che la situazione diventi imbarazzante.


-Lo farà appena abbasserai la guardia.- lo avvisa il collega.


I due uomini ridono, e la cantante dai capelli quasi arancioni alza gli occhi al cielo.


-Comunque Chris Martin è proprio un gran figo. Ciaoooo!-


-Ti amo, piccolo folletto pazzo.-


-Ti amo anche io. A presto. E… grazie di tutto.-


Mi manchi.


La bocca si apre per dirglielo, ma poi rimette il telefono nella borsa. Non vuole dargli un peso che non gli appartiene. Si sente già abbastanza patetica così.
E terribilmente, terribilmente in colpa per ciò che stava per succedere.


Decidono di ignorare l’accaduto, e finiscono per parlare del più e del meno, dando un risvolto leggero alle prime ore del 2011.


Sono ormai le due del mattino, ed è ora di tornare a casa.
Taylor la accompagna sul vialetto di casa, lentamente.
Proprio non vorrebbe che questa serata finisse.
Come se lei gli leggesse nel pensiero, d’un tratto si volta.


-Ti andrebbe di rimanere da me? Solo per un pò…-
Le ci è voluto coraggio per dirlo, e ora teme la risposta. Non le piace sentirsi debole, non si sente in diritto di esserlo, ma vuole solo passare la soglia di questo giorno senza danni.


-Tutto il tempo che vuoi, stai tranquilla.-


Salgono le scale della veranda, e Hayley accende le luci a risparmio energetico. E’ sempre stata molto attenta alla salute del pianeta, e ricorda che i pannelli solari sono stata la prima scelta che ha fatto per la sua prima casa di proprietà.


-Ti va del the?- gli chiede, gentile.


Taylor annuisce, e si sistema sul divano, presto seguito da lei, che si accoccola al suo fianco con due tazze fumanti.


Respirano piano, nella quiete, disegnando tiepide nuvole di vapore.


-Mi hai sempre capita con uno sguardo, perciò dimmi perché. Perché è andata a finire così? Più ci provo, e più non riesco a trovare una spiegazione.-
La ragazza rompe il silenzio, riempiendolo di parole arrese, come il suo sguardo.


-Mi dispiace, Hayley. Non ho la verità in tasca. Ma lo sai anche tu… sono meccanismi troppo complessi. Non puoi afferrarli tutti.- vorrebbe davvero avere le risposte che stanno cercando, e detesta deluderla, ma prova comunque ad essere di aiuto. Stare all’interno del problema è un vero schifo.


-Vi ho soffocati. Li ho soffocati, stretti come se fossero stati limoni da spremere. Ed è tutta colpa mia. Ho rovinato tutto.- Hayley si copre il viso con le mani, e sembra davvero distrutta.


-Everyone’s got his share, baby. Tutti abbiamo qualche colpa. Ma tu hai agito sempre e solo per il bene della band, e di tutti noi. Non dimenticarlo mai, ok?- Taylor le posa una mano sulla spalla, cercando di farle sentire la sua presenza. Non sa ancora cosa avrebbero fatto, ma sa che lo avrebbero fatto insieme.
La cantante non risponde, ma beve l’ultimo sorso di the, portando la testa indietro sullo schienale.


-Sei riuscito a rendere quasi indolore questa notte, lo sai?- posa la tazza sul comodino a lato, e poi si gira a trafiggerlo con uno sguardo serio, indecifrabile.


Lui le sorride, confuso, ma felice.
Se ne frega di Chad, del domani, della band.
Gli importa solo di quella piccola, grande donna dalla voce pazzesca, seduta di fianco a lui.
Se solo si rendesse conto di quanto è stata forte a reggere tutto il peso, da sola.
La afferra per i fianchi, trascinandola dolcemente più vicina a sé.


-Ora puoi dormire serena. Ci sono io con te.-


Le poggia un soffice bacio sui morbidi capelli sfatti, e la culla, finché non si rilassa completamente su di lui.
La guarda dormire, mentre le luci dell’alba colorano la stanza di tinte tenui.
E’ un nuovo giorno, e se saranno uniti le cose andranno per il verso giusto.
Il verso che meritano.
In due o in tre. Non importa.
Il futuro li attende.
  
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