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Autore: sonia1977    09/08/2019    1 recensioni
Tratto dal testo: Sono confuso, arrabbiato, deluso e irritato, lo sai che con le emozioni non ci so fare se non ci sei tu, sono un pasticcio emotivo al momento, perché nonostante questo ti amo, mi manca la tua forza dorata che mi mantiene stabile, centrato, in equilibrio, quella che mi porta a sorridere allo specchio come un cretino ogni mattina, che prima di farmi partire a razzo, mi fa ragionare qualche secondo di più del mio solito, se ci fosse un altro Jedi qui penserebbe che ho usato qualche droga ricreativa perché la Forza vortica intorno e su di me come con un tornado di emozioni che non riesco a disciplinare. Dove sei mio equilibrio? Devo parlarti assolutamente.
Obi-Wan e Anakin hanno una relazione, ma qualcosa li disturba, una scelta silenziosa
La storia corre sui binari della canzone "I hate U, I love u" di olivia o'brien
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Mace Windu, Obi-Wan Kenobi, Padmè Amidala, Palpatine/Darth Sidious
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Buona sera a tutti, vi lascio questa storia scritta in pochissimo tempo, spero che non ci siano troppi errori.
La storia, come ho scritto nell'intro e nel titolo segue il testo della canzone di Olivia O'Brien - I hate U I love U
Per qualsiasi cosa mi trovate in fondo con le Note dell'Autore
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di quel genio di Lucas e della Disney; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.

Buona lettura, Sonia


I Hate You, I Love You

La stanza era buia, nessuna luce all’interno indica la presenza di una persona appoggiata sul muro vicino alla porta finestra, nell’oscurità si può vedere la sagoma di un uomo dalle spalle larghe e con i capelli corti, che ogni tanto brillano di rosso quando un faro di uno speeder illumina come un lampo la finestra. In quel momento si possono vedere gli occhi azzurri, tristi, opachi con una traslucenza che indica sofferenza, ma nessuna lacrima scorre sul viso dai lineamenti gentili.
La testa si appoggia all’angolo guardando fuori, è chiaro che l’uomo sta pensando a qualcosa d’importante, di privato.
 
Feeling used but I'm
Still missing you and I can't
See the end of this
Just wanna feel your kiss
Against my lips

Obi-Wan Kenobi guarda il traffico di Coruscant senza vederlo, i suoi occhi sono fissi nel vuoto, il Jedi sta ricordando, baci rubati, in momenti catturati, in luoghi proibiti.
Richiama a sé la vena di possesso di Anakin, quella bolla di calore proibito, quella violazione del Codice Jedi, che il ragazzo ha sempre avuto da quando era un bambino.
Il possesso è proibito, Anakin.
Sente la sua voce ripetere all’infinito quella frase, cercando di farla entrare nella mente esagitata sul suo Padawan, ma il piccolo Anie, non ha mai imparato a non voler possedere lui.
Il Jedi sorrise, Anakin aveva imparato con il tempo e una buonadose della sua infinita pazienza che il possesso era sbagliato, quindi aveva lasciato andare tutto e tutti, tranne la madre e lui, non c’era stato verso di fargli capire e accettare che non poteva possederlo, perché Obi-Wan apparteneva ai Jedi, non ad Anakin Skywalker.
“Maestro, ho solo te” come poteva opporsi a due occhioni grigio tempesta che lo guardavano come se fosse il più importante degli uomini nella galassia? Non poteva. Il giovane trentenne finiva con l’abbracciare il ragazzino quindicenne, rassicurandolo con la sua presenza, mentre sentiva il viso del Padawan strofinarsi nel suo stomaco.
Non poteva opporsi alla voce birbante di un ragazzo di diciannove anni che faceva lo spaccone con la Senatrice di Naboo, esasperandolo, ma quando sentiva che era stato catturato, correva a salvarlo. Non che gli fosse riuscito bene, ma quando si trovarono sul trasporto, temporaneamente al sicuro, Kenobi ricorda distintamente il loro legame nella Forza brillare della possessività di Anakin, scaldando il freddo che il Jedi sentiva nelle ossa e nei muscoli; all’ennesima occhiata di biasimo la voce di Anakin eruppe nella sua mente, tranquilla e decisa “Maestro, ho solo te”, e Obi-Wan non può fare a meno di sorridere di rimando, perché anche lui in qualche modo possiede Anakin adesso.
Se solo il Consiglio sapesse, se si ferma troppo a pensare si insulterebbe per essere caduto così facilmente nella trappola di Anakin. Dopo la battaglia, restandogli vicino, curandolo e aiutandolo ad accettarsi di nuovo, si era fregato con le sue stesse mani. Aveva resistito, per la Forza poteva dirlo che lo aveva fatto, ma non era servito a molto, e un giorno qualsiasi durante una missione di pattugliamento, su una luna boscosa, Anakin lo aveva sbattuto contro uno di quegli alberi ultra millenari che li facevano sentire minuscoli, e lo aveva baciato, così all’improvviso, tanto che non era riuscito a difendersi, allontanarlo e riprenderlo per quell’atto, non che volesse farlo, ma avrebbe dovuto farlo, invece si era attaccato ad Anakin e aveva risposto al bacio. Gli erano famigliari i baci, ma per i Sith, niente di quel bacio dato, gli era famigliare, era dolce, ma possessivo e brillava di un’emozione nuova che rendeva il legame luminoso di una luce bianca e pulita, che aveva conosciuto solo quando era un piccolo apprendista di sette o otto anni, poi era arrivata l’oscurità. Anakin gli stava donando senza saperlo la Forza come lui l’aveva sempre conosciuta, pulita, limpida e chiara, e poteva quasi sentirla cantare. L’emozione che l’aveva risvegliata era l’amore, puro, semplice e disinteressato di Anakin per lui, una cosa che gli impedì di rimproverarlo e che non gli impedì di baciarlo più tardi.
Smette di sorridere, il Jedi, quando un nuovo ricordo si spinge sugli altri, non c’è la loro stanza in un caldo pomeriggio primaverile, non ci sono rumori di battaglia intorno a loro, o un tronco ruvido dietro le sue spalle e il torace caldo di Anie contro il suo, il sussurro del vento tra le fronte degli alberi di Endor, ma solo il brusio del Senato galattico che fa da sottofondo all’unica immagine che non può credere di vedere, Anakin chino sulla Senatrice, nascosti tra le colonne del Senato non visti, celati allo sguardo di tutti, tranne del suo. Indietreggia come se avesse ricevuto un pugno dritto in faccia, chiude gli occhi, si gira ed esce da lì dentro. Cosa, in nome della Forza, glielo aveva fatto fare di andare a cercare il Cavaliere Jedi per invitarlo a cena?
“Maestro, ho solo te” la voce di Anakin rimbomba nella sua testa, ma non è quella di un ragazzino che ha paura di perdere l’unico affetto che ha, non è quella di un diciannovenne, che lo difende da un Sith, è un suono cupo, aspro come se provenisse da un respiratore meccanico, Kenobi trema, non avrebbe mai pensato che il tradimento potesse avere quel suono.
Il suo corpo ruota contro il muro, le spalle e la schiena vi si appoggiano, per essere sorretto un attimo, poi si dirige verso la poltrona e ci cade dentro, con un sospiro, le mani sul viso cercano di cancellare tracce di lacrime mai cadute per un dolore tanto forte da non poter essere esternato in alcun modo. Tutto quello che vorrebbe in questo momento sono le labbra di Anakin contro le sue, che sorridono per qualche idea astrusa che la mente laboriosa di Anakin ha partorito.
Quello di cui è certo è di dover mettere fine a tutto questo, quello che non sa, non ancora, è come.
 
And now all this time
Is passing by
But I still can't seem to tell you why
It hurts me every time I see you
Realize how much I need you
 
Il tempo passa lentamente e niente sembra cambiato, i pianeti ruotano sui loro assi, la guerra continua a mietere le sue vittime innocenti, piccoli Padawan crescono e diventano Cavalieri, mozioni a favore o sfavore della guerra vengono approvate e respinte, i Jedi continuano a correre in lungo e in largo per una galassia troppo malata, contorta e paurosa per essere, forse, salvata, eppure continuano a fare quello che loro sanno fare meglio di altri: combattono, negoziano, trovano soluzioni.
Eppure per Kenobi tutto sembra cambiato, all’improvviso si rende conto che ha bisogno di Anakin al suo fianco, mentre negozia con quel tipo disgustoso, per un tratto di spazio protetto dal suo Imperatore, vorrebbe Anie che lo guarda male e che rischia di far saltare il trattato per un’occhiata troppo protettiva, per la Forza quanto ama quello sguardo quando lo percorre, sembrava chiuderlo in una bolla protettiva dove niente può entrare tranne il suo Padawan. Lui non è qui. Lui è con lei. Per una missione diplomatica su Kamino.
Ultimamente sembra vedere solo lei, lei è ovunque intorno ad Anakin, lui stesso la percepisce nonostante siano settimane se non mesi che non la vede.
Fa così male vederla con lui, vederlo sorridere con quel sorriso aperto e felice del bambino che ha trovato il suo tesoro più prezioso, ogni volta che posa gli occhi su di lui, il cuore fa male, la mente urla e lo stomaco si contrae, ogni volta deve chiudere gli occhi, alzare gli scudi e rilasciare tutto nella Forza, ogni singolo giorno, più volte nello stesso arco di tempo. Sta diventando pesante, stressante, vorrebbe tanto tirargli un pugno per averlo ingannato in questo modo, ma sa che ha bisogno di lui, e finché Anakin tornerà da lui ogni tanto se lo farà bastare. Un giorno sa che il ragazzo non tornerà e questo lo condurrà alla fine. Provare a lasciarlo andare ogni giorno un po’ è l’unica soluzione che ha trovato, ma questo non vuol dire che sia più semplice o meno doloroso.
 
I hate you, I love you
I hate that I love you
Don't want to, but I can't put
Nobody else above you
I hate you, I love you
I hate that I want you
You want her, you need her
And I'll never be her

Il negoziato è fermo, le pretese di questo rappresentante sono impossibili da sostenere, Kenobi prova più tattiche, ma niente in quest’uomo sembra funzionare, lui vuole Kenobi.
Anakin
La Forza tace, non brilla e sembra quasi che non esista, odia questo distacco, sta cominciando a rimpiangere di amarlo, questa cosa sta portando dentro di lui troppo rancore perché possa ogni volta rilasciarlo.
Sta iniziando ad avercela con sé stesso perché vuole Anakin qui con lui, lo vuole qui perché ha bisogno di aria per respirare, di forza per combattere, Kenobi sta soccombendo senza neanche rendersene conto, finché l’idea fulminante che è da solo, come voleva il Consiglio, non fa breccia nella sua mente, quel legame da sempre additato come pericoloso lo sta portando verso il baratro, quella scossa elettrica partita dal suo cervello, ha riattivato i vecchi protocolli Jedi di comando, di auto protezione che aveva disattivato perché non era più solo, all’improvviso sono tornati tutti e con un gesto imperioso e un tono che rasentava la minaccia di morte era riuscito ad alzarsi e allontanarsi da lì. Avrebbe informato il Consiglio del fallimento della missione, poiché le richieste dell’ambasciatore erano impossibili da sostenere o essere scambiate per altro.
Davanti al caccia pronto per la partenza, Kenobi alza il viso verso il cielo stellato, e sorride, quasi come se fosse più leggero, quasi come se non avesse un pezzo di duracciaio avvolto intorno al suo cuore che batte per mero istinto di sopravvivenza o quasi. Abbassando lo sguardo per le vie della capitale vede una giovane coppietta sorridente, lei così luminosa con quel pancione rotondo e lui era come la cornice di quel quadro praticamente perfetto.
Eccola l’unica cosa che non poteva dargli, un figlio, Anakin adora i bambini.
Poteva amarlo, proteggerlo, viziarlo senza eccedere, ma non poteva dargli una famiglia, o un figlio, ed era una delle cose che fin da bambino Anakin aveva sempre desiderato. Ora aveva lei. Ora poteva, e per un attimo fu felice per lui.
Salì sul caccia con agilità e lanciò un’ultima occhiata alla coppia e sorrise pensando che quella bimba sarebbe stata amata sopra ogni altra cosa, augurando il meglio alla neo famiglia, spinse il caccia rapidamente nel cielo per tornare a casa.
 
I miss you when I can't sleep
Or right after coffee or right when I can't eat
I miss you in my front seat
Still got sand in my sweaters
From nights we don't remember

Anakin non aveva mai amato la pioggia, violenta, irascibile, era quasi come la sabbia, ti bagnava, ti freddava, ti entrava nei vestiti, nei muscoli e nelle ossa. Ti rubava ciò che amavi in qualche occasione, in posti diversi da questo, ma sempre pieni di umidità.
Anakin si strinse nelle proprie braccia sentendo freddo, un freddo che non riusciva a comprendere, gli mancava un pezzo importante, da settimane oramai, e non sapeva come raggiungerlo.
Obi-Wan che fine hai fatto?
La Forza tace, non brilla e sembra quasi che non esista, Anakin trema per paura, raggiunge il legame e lo trova chiuso, ma se è chiuso l’altro è vivo, almeno questo gli da tempo di pensare, trovare una soluzione ad un errore che non comprende, che non vede.
Guarda Padmé dormire tranquilla, è girata sul fianco destro e le guarda la schiena, perfetta, bianca, senza una lentiggine, uomini ucciderebbero per potersi avvicinare, Anakin può addirittura toccarla, ma non è la schiena che vuole, non è giusta. Padmé è un’amica che gli ha chiesto aiuto e lui si farà in otto per aiutarla, perché lei ha fatto la stessa cosa per lui, quando Shmi era morta, neanche Obi-Wan è riuscito a fare tanto.
Stringe le mani sulla tazza di caffè, ed è la prima cosa calda che beve da ore, Padmé è riuscita a farlo mangiare prendendolo in giro, imboccandolo, dicendogli con quel sorriso disarmante e stupendo che doveva fare esercizio per il bimbo, e così il ragazzo si è messo a fare anche i capricci per farla ridere, quella risata cristallina gli rimbomba nelle orecchie sembra perfetta, una melodia che potrebbe ascoltare in eterno, ma proprio perché così perfetta, non è cosa per lui.
A lui piacciono le cose un po’ rotte, un po’ sporche, giusto quello che basta per infilarci le mani.
Un Jedi non merita tutta questa perfezione, non quanto si sono trasformati in soldati, da guardiani di pace e giustizia, non c’è pace in una guerra senza confini, dove i morti sono così tanti che è impossibile averne una stima corretta, la giustizia sembra un concetto astratto come cercare di imbrigliare la forza dei soli di Tatooine.
Guarda la sua navetta, classe nubian, da dietro il trasparacciaio della finestra, e ricorda ancora quando è salito al posto del pilota e accanto non aveva la figura giusta, troppo minuta, delicata, ma ugualmente forte e testarda nel tenergli testa, avrebbe potuto amare entrambi, ma Anakin sapeva che aveva fatto una scelta, che era ricaduta sulle forti spalle del Maestro Jedi. Padmé quando seppe fu felice e affermò che era ora che si fossero svegliati, non poteva fargli ancora da mamma a lungo. Anakin le fece una linguaccia e poi fuggi dalla furia senatoriale che vestiva panni floreali.
Che donna!
Stringe le spalle e incassa la testa, guardando fuori. All’improvviso pensa che deve inviare un messaggio al Consiglio per avvisarli che dovranno rimanere su Kamino altre due rotazioni e così infila la mano nella sua borsa da viaggio, ma invece di incontrare il datapad trova il secondo mantello di scorta, e nota che pesa da un lato, così curioso infila la mano nella tasta e ritrova dei fiori piccolini viola, che ricorda aver colto in quel campo di fortuna su Endor.
Il loro profumo è intossicante, e ora sa perché c’erano quelle note dolci sui suoi vestiti, la borsa ne è pregna, essiccati rilasciano ancora più il loro particolare profumo.
Endor, gli ha regalato una delle notti più belle della sua vita.
 
Do you miss me like I miss you?
Fucked around and got attached to you
Friends can break your heart too
And I'm always tired but never of you

Ti manco come tu manchi a me?
Endor.
Il cielo nero, le stelle punti di spillo che illuminavano il soffitto, il vento era dolce e caldo, sussurrava parole amabili, piene di rispetto, il fuoco crepitava come una melodia di sottofondo che accompagnava il motivo principale, fatto di sussurri e fruscii, di una mano che scorre su un torace bianco, su una schiena chiara, sfiora una cicatrice, ne bacia un’altra, un mormorio fatto di piacere di dare, occhi che incantano, labbra che vezzeggiano, un guizzo sul muscolo del braccio, un ginocchio che si piega. Due sorrisi che parlano la stessa lingua. Occhi che brillano nell’oscurità grazie ai riflessi aranciati del fuoco.
Una mano dona e l’altra riceve, uno scambio continuo senza dominio, senza possesso o ferocia del culmine, un passo dopo l’altro, una mano scende, l’altra compone una melodia unendo i puntini, una risata, un sorriso. Imparo a conoscere te, come tu me. Un bacio sulla spalla.
Capelli rossi su fondo marrone chiaro.
Capelli biondi su fondo marrone scuro.
La Forza brilla e scalda, è lì spettatrice silenziosa di qualcosa che si sta compiendo, contro regole e ordini che nulla possono contro il suo volere, se ne compiace, lei è il motore di tutto, è la signora della vita, la giudicatrice degli uomini, colei che premia e punisce, che prende e da, senza crudeltà questa notte, ma lei può essere crudele in modi che queste povere creature non sanno, con uno schiocco di dita potrebbe togliere tutto, ma questo priverebbe dell’arbitrio dell’uomo, non che a lei interessi molto, quando decide che qualcosa si deve compiere, nessuno la trattiene, neanche suo figlio.
Lei è semplicemente.
Lei è la Forza, calda e dirompente, fredda e spietata.
Lei è la Forza più potente che si possa incontrare.
Lei è l’Amore.
 
If I pulled a you on you, you wouldn't like that shit
I put this reel out, but you wouldn't bite that shit
I type a text but then I nevermind that shit
I got these feelings but you never mind that shit

La mattina dopo è ancora pioggia, vento e tuoni in lontananza, sente Padmé finire di vestirsi, metterà il vestito bianco, quello con i pantaloni, lui lo conosce bene, è comodo e possono camminare senza essere rallentati dalle rigide vesti senatoriali.
È davanti il datapad, e ha già inviato al Maestro Windu, il messaggio che lo informa senza possibilità di replica che lui deve rimanere su Kamino con Padmé altre due rotazioni.
Ora però ha aperto un’altra finestra e scorre il testo che ha scritto non sa se inviarlo o meno.
 
Obi, che ci sta succedendo? Davvero non riesco a capire, ho passato l’intera notte di Kamino a pensare, ragionare, ma non ho trovato nulla per il freddo che ora ci circonda.
So che è colpa mia, in qualche modo, devo averti detto o fatto qualcosa di profondamente brutto se si è sigillato il nostro legame, ogni volta che lo guardo vedo una barriera nera, sembra sibilare come una maschera, come se fosse il suono di un respiratore meccanico. Dimmi che non stai male, dimmi che non mi stai nascondendo qualcosa di importante anche se doloroso, lo sai che finirei per scoprirlo e reagirei peggio di come farei se me lo dicessi tu. Non so che pensare, fa così male non sentirti anche se siamo distanti, per sapere se eri ok, ho dovuto chiamare Cody che mi ha guardato come se fossi un pazzo, ma mi ha confermato che stai bene nonostante un diplomatico viscido, buon per lui che non ero da quelle parti.
Mi puoi ridurre a chiamare il tuo comandate per sapere se stai bene? Perché? Che ho fatto? Affrontami almeno, dimmelo.
Sono confuso, arrabbiato, deluso e irritato, lo sai che con le emozioni non ci so fare se non ci sei tu, sono un pasticcio emotivo al momento, perché nonostante questo ti amo, mi manca la tua forza dorata che mi mantiene stabile, centrato, in equilibrio, quella che mi porta a sorridere allo specchio come un cretino ogni mattina, che prima di farmi partire a razzo, mi fa ragionare qualche secondo di più del mio solito, se ci fosse un altro Jedi qui penserebbe che ho usato qualche droga ricreativa perché la Forza vortica intorno e su di me come con un tornado di emozioni che non riesco a disciplinare. Dove sei mio equilibrio? Devo parlarti assolutamente.



Anie

PS: mai vista tanta pioggia tutta insieme, e non mi piace, che tu dica che sia utile, è ancora da dimostrare.
 
Anakin scuote la testa e si alza, il campo del mittente rimane vuoto, non invierà questa esca, tanto il pesce non abbocca, se c’è qualcosa che sa di Kenobi è che in una trappola ci si infila da solo, ma se decide che non vuol comunicare o raccogliere una sfida, un richiamo, non c’è niente che possa convincerlo a farlo, neanche lui, più o meno.
Alza gli occhi e vede Padmé sulla soglia,
“Andiamo?”
“Sì”

 
Oh oh, keep it on the low
You're still in love with me but your friends don't know
If you wanted me you would just say so
And if I were you, I would never let me go
 
Coruscant e il suo datapad suona, posa quello che stava usando per scrivere il rapporto sul diplomatico e raccoglie quell’altro, vede il mittente: Anakin.
Kenobi inclina un sopracciglio, sono due mesi che si beccano per caso, al Tempio, due mesi in cui lui ha chiuso il legame e non riesce a percepire l’apprendista o ex-apprendista, si corregge il Jedi. Guarda la casella di posta e poi getta via il datapad, non gli interessa, se vuole ci sono i canali ufficiali, prende il datapad per continuare a lavorare, ma ogni cinque minuti alza lo sguardo verso lo schermo e vede la luce intermittente che lampeggia beffarda sul nome dell’ex-amante.
 
“Se mi volevi parlare potevi chiamare, Anakin” mormora per auto vincersi a non cedere, non era stato semplice, vedere quella scena al Senato, come non era semplice vederlo fischiettare come un fringuello ogni volta che tornava dalla casa del politico, con una sana dose di gelosia, che poi aveva rilasciato diligentemente nella Forza, aveva pensato che quando era con lui non aveva mai sentito Anakin fischiettare allegro. Sicuramente gli era sembrato felice, poi lentamente si era allontanato, anche i suoi richiami e richieste erano stati bellamente ignorati, solo qualche risposta fugace che non diceva niente. All’ennesima risposta evasiva di Anakin, si era veramente infuriato, ricorda solo che aveva annuito e gli aveva detto che se doveva andare dalla senatrice, poteva rinunciare alla cena senza problemi. Quella sera chiuse il legame. Ecco spiegato il muro nero che Kenobi e Anakin percepiscono, l’azione sull’impeto dell’incazzatura, aveva creato una macchia scura su un legame fatto di luce.
Obi-Wan era cosciente, che avrebbe sempre amato Anakin, e questo lo avrebbe portato alla fine, ma sapeva anche che nessuno al Tempio sapeva, e la fine sarebbe arrivata prima o poi e lo avrebbe trovato per essere punito per il misfatto, ma ancora Jedi da accettare la condanna.
 
Con sommo orrore di Anakin vide il messaggio spedito, chi in nome della Forza poteva spedire un messaggio alla persona giusta, tra le altre cose, senza che lui si accorgesse dell’invio?
Il ragazzo non si stupì affatto quando trovò il messaggio ancora chiuso dalla parte opposta, neanche si era sforzato a leggerlo, ma che altro poteva fare per comunicare con lui, lo sa che i canali ufficiali sono pericolosi per certi discorsi e quello è un discorso pericoloso, potrebbe fargli saltare la testa e aveva bisogno dell’aiuto dell’unica persona di cui aveva piena fiducia.
“Fiducia di cosa? Non mi parla, non mi ascolta, quante volte ho provato a fargli capire che avevo bisogno di aiuto e lei con me. Sei sufficientemente saggio da trovare una soluzione, alternativa a questo. Per i Sith! Obi-Wan mi hai davvero stancato! Le persone si mollano guardandole in faccia, non evitandole manco avessero l’ombra blu in circolo” ringhiò scaraventando via il datapad
“Se tu non gli parli è difficile” una voce tesa, triste e stanca arrivò alle sue orecchie, Anakin guardò Padmé in piedi sulla soglia della stanza, visibilmente pallida, le mani tese sul pancione
“Scusa non volevo svegliarti” il volto di Anakin passò da triste alla colpa in pochi istanti, sfiorando l’ira, Kenobi riusciva a fargli fare danni anche quando non c’era
“Ero sveglia. Anakin cosa gli hai detto, in nome delle stelle?” domandò la donna sedendosi dentro un’ampia poltrona, era chiaro al più scemo dei gungan che era stanca morta, ma era ancora in piedi dritta e pronta a dare battaglia,
“Niente” replicò Anakin sedendosi su una sedia, guardando il volto della donna, aprirsi di esasperazione e stupore
“Cosa? Come? Perché?”
“Che cosa vuoi che gli dicessi: frequento un po’ Padmé perché sta morendo? Bello! Lo sai che ti vuole bene, soffrirebbe troppo, perderebbe ancora un’amica, già ne perdiamo ogni giorno con questa guerra” replicò piccato Anakin, se lo protegge sbaglia, se gli parla sbaglia, possibile che ogni volta che pensa a qualcosa è sbagliato oppure fa qualcosa di sbagliato dopo che ha pensato?
“Oh Anie… vi state perdendo, devi parlargli assolutamente” replicò con infinita dolcezza la donna, capendo subito cosa il ragazzo stava cercando di fare, ma in un rapporto come quello che avevano costruito, dati i ruoli che avevano, era chiaro che non poteva non dirgli nulla, ma il cuore generoso e protettivo di Anakin lo aveva fatto tacere, scatenando così delusione e tristezza in quello di Kenobi, e probabilmente era il motivo per cui il Jedi non riusciva a sentire l’amico e perché Obi-Wan non avrebbe risposto al messaggio di Anakin, che lei aveva invitato
“Non ascolta” mormorò Anakin giustificandosi
“Sei tu che non parli. Quanti mesi sono che non parli decentemente con lui?” chiese sperando di sentire un paio di giorni al massimo settimane, ma non certo
“Due circa” un sussurro talmente basso che non sarebbe stato udito da nessuno se non dalla donna davanti a lui che strinse gli occhi con uno sguardo che Anakin definì terrorizzante e disse
“Anakin Skywalker, domani torniamo a Coruscant e tu ti fiondi a parlare con l’uomo che ami, sono stata chiara!” quello era un ordine a cui Anakin non poteva che rispondere
“Sì” per evitare una lotta impari che avrebbe perso, perché con Amidala in modalità senatore della Repubblica non c’era scampo per nessuno anche per il più potente dei Jedi
“Bene. Buona notte” non poté rispondere perché la figura bianca era già sparita oltre la porta.
 
Anakin guardò le nubi sopra Kamino cercando uno spiraglio tra di essere per vedere lo spazio dove gli piaceva volare.

 
I hate you, I love you
I hate that I love you
Don't want to, but I can't put
Nobody else above you
I hate you, I love you
I hate that I want you
You want her, you need her
And I'll never be her

Una porta si apre silenziosamente, una figura ingobbita entra nella stanza, si irrigidisce un attimo e poi prosegue gettando il borsone al volo dentro la stanza più piccola
“Obi-Wan non mi ignorare” mormora alla figura seduta, intenta a leggere un rapporto di missione prima di sottoporlo agli altri membri del Consiglio.
“Non ti sto ignorando di proposito, Anakin. Sei stanco non volevo disturbarti inutilmente, ci saremmo visti domani mattina” la voce è ferma, ma morbida, però gli occhi hanno smesso di seguire le parole sullo schermo, odia questa cosa dal profondo, ogni volta che Anakin entra deve vedere se sta bene, una volta era in grado di percepire se si tagliava un polpastrello, adesso deve stare nella stessa stanza con lui per riuscire a capire se sta bene, e decisamente il ragazzo non sta bene, lo può percepire nel turbine caotico di emozioni, stanchezza e dolore? Che arriva da lui.
“Guardami”
Obi-Wan ruota il busto poggiando un braccio sulla spalliera del divanetto e la gamba sul cuscino, è stanco anche lui e non aveva voglia di guardare anche la stanchezza di Anakin, però lo fa e rimane sorpreso da quanto questa stia segnando il volto del più giovane, non sembra avere venticinque anni ma trenta
“Che cosa è successo?” chiede guardando il ragazzo ancora in piedi, gli occhi di solito grigio tempesta sono, immobili, freddi come una colata di acciaio su Hoth, odia quanto ama l’altro, perché lo spinge a preoccuparsi, a riflettere e adesso vede il bisogno in volto, allunga una mano oltre il bordo e Anakin crolla, due falcate ed è tra le sue braccia piangente, la sua stanchezza evapora come se non fosse mai esistita, lo sente aggrapparsi alla sua tunica, la stringe, la stritola e piange, il Jedi non può fare altro che abbracciarlo stretto a sé e baciargli la sommità del capo
“Anie”
“Obi-Wan, è terribile” parole tra i singhiozzi, il Jedi non capisce, ma qualsiasi cosa sia è arrivata a ferire profondamente il Cavaliere Jedi, e Kenobi non riesce a spingere i rapporti, le missioni e i suoi uomini, sopra ad Anakin, il gradino più alto è sempre appartenuto a lui, per quanto ha cercato di spostarlo non è mai riuscito neanche a scalfirlo da quel posto, se Anakin lo chiama, lui risponde, punto.
“Cosa è terribile?” chiese con dolcezza carezzandogli la schiena il ragazzo gli è collassato sopra, sono settimane che non riuscivano a vedersi, e non ha fatto nulla per cercare di incrociarlo su qualche pianeta tra lui e Anakin, ovviamente
“Padmé… Lei… Lei…” i singhiozzi soffocano Anakin e Obi-Wan nonostante sia diventato una statua di sale, non può che percepire dolore, tanto dolore nei confronti della Senatrice, che le sia successo qualcosa?
“Anakin, la Senatrice Amidala sta bene?” chiese cercando di guardare il volto dell’uomo, ma questo si ostina a respirargli e piangere nello stomaco strofinandoci la faccia, non osa pensare in che condizioni stia la blusa, allunga una mano e sgancia prima la sua spada e poi quella di Anakin, non è il caso che si attivino, con qualche manovra riesce a stendersi sul divano, incapace di dare ad Anakin quello che gli sta così platealmente chiedendo, conforto.
Lo abbraccia stretto e sa che dormirà lì adesso, uno addosso all’altro ancora vestiti di tutto punto, ma non gli interessa al momento,
“Anie, Padmé sta bene?” prova a richiedere sposando un ciuffo di capelli dalla sua fronte per provare a guardarlo negli occhi
“Per ora” un mormorio e niente di più
“Cosa?” chiese un attimo dopo, ma era troppo tardi il ragazzo dormiva profondamente, era crollato nel sonno senza neanche rendersene conto.
Obi-Wan si chiese per un attimo se gli fosse sfuggito qualcosa? Padmé… L’ultima volta che l’aveva vista gli era sembrata in perfetta salute, stava replicando qualcosa in tono irritato ad uno dei rappresentanti del Clan Bancario Intergalattico, e due settimane dopo non l’aveva vista un gran che bene, ma giusto perché era attaccata come una ventosa ad Anakin, quello lo ricorda bene.
Domani sarebbe andato a parlarle, poteva portargli via Anakin, ma non poteva assolutamente ridurlo così!

 
I don't mean no harm
I just miss you on my arm
Wedding bells were just alarms
Caution tape around my heart
You ever wonder what we could have been?
You said you wouldn't and you fucking did
Lie to me, lie with me, get your fucking fix
Now all my drinks and all my feelings are all fucking mixed

Con tutte le buone intenzioni, Kenobi, non era riuscito ad arrivare a Padmé; Cordé e Sabé l’avevano bloccato affermando che la Senatrice non stava bene, e lui era tornato al Tempio. Ora con tutto che non fosse un tipo sospettoso, perché lui non era passato, ma Anakin non era stato neanche bloccato? Sapeva che era da lei.
Getta via il mantello e si mette a meditare, per rilasciare un altro po’ di Anakin nella Forza e con lui la gelosia, doveva piantarla!
 
Anakin entrò di corsa nella camera della donna, la trovò seduta che fissava il vuoto
“Padmé” il ragazzo arrivò davanti all’amica e si inginocchiò
“Anie” gli occhi di Padmé tornarono a fuoco e lo chiamarono, lui sorrise
“Ciao, come va?”
“Meglio. Mi dispiace per Obi-Wan” mormora la donna alzandosi con fatica
“Che cosa centra adesso?” chiese con curiosità Anakin, non capiva il motivo per cui Kenobi fosse andato da Amidala
“È venuto qui stamattina”
“Ti ha dato fastidio? AHIO. Perché?” questionò subito, sapeva quanto poteva essere petulante Obi-Wan se si metteva in testa di arrivare da qualche parte, neanche due secondi dalla domanda e si ritrovò un pizzicotto che gli avrebbe fatto venire un livido sul braccio,
“Sei uno sciocco, non mi avrebbe dato alcun fastidio parlare con lui, se non fossi stata occupata a rimettere. Fai le mie scuse e digli che se vuole possiamo parlare stasera in Senato. So che non gli piace, ma devo esserci e quindi starò sicuramente bene e non abbracciata al bagno, come dici tu” affermò lei riacquistando la solita sicurezza
“Va bene. Mi hai fatto preoccupare” replicò il ragazzo abbracciandola e trascinandola di nuovo nel letto, doveva riposare, invece andava in giro come una trottola
“Lo so scusa. Hai dormito?” domandò giocando con la spada laser, muovendola davanti al viso,
“Sì, con lui” replicò sorridendo il ragazzo
“Anakin!” il viso di Padmé si accese di rosso e Anakin rise
“Ma che vai a pensare, gli sono crollato addosso come un sacco di patate” adesso era lui ad essere arrossito
“Oh cielo!”
“Mi sono sentito una merda proprio, e non dire Anakin! Era ferito, lo sai, e non si è spostato, non ha detto una parola, che gli bruciava il fianco, niente, dannato il suo orgoglio e la sua capacità di provare dolore e ignorarlo”
“Anakin, l’ha fatto per te, avrà visto che eri distrutto”
“Se sono distrutto io, figurati lui”
“Siete due casinisti. Devo parlare con lui, assolutamente, voi due non ne uscite. Skywalker sei una fonte di guai” affermò la giovane donna, con il tono da decisione presa, un fruscio e il laser era rientrato nell’arma.
 
Senato della Repubblica, serata inoltrata.

“Maestro Kenobi, mi fa piacere vederla tra noi” la voce viscida di Palpatine lo raggiunse all’orecchio, si girò affabile con un drink alcolico, il quinto o il sesto? Non rammentava;
“Il piacere è mio. Son riuscito a trovare un attimo per passare, ma dovrò andare via presto, ho delle cose da sistemare” replicò serio, Anakin definiva la sua serietà diplomatica divertente, perché riusciva ad intortarsi tutti con quella faccia, quando lo indispettiva, poi però se la rideva, quando riusciva ad ottenere esattamente quello che si era preposto, ma con Palpatine sembrava più difficile
“Sempre il dovere prima” mormorò il Cancelliere
“Ho una guerra da combattere” replicò il Jedi, stringendo gli occhi, c’era qualcosa che non andava
“Il mio ufficio, vi ha fatto sapere dove si trova il generale Grevious, spero che abbiate deciso di mandare Anakin come vi ho suggerito” affermò con voce limpida e chiara, come se Kenobi fosse sordo o stupido, probabilmente pensò, il Cancelliere pensava entrambe le cose di lui
“No, non andrà Anakin, le sue competenze non sono mature” rispose dicendo una verità abbastanza buona, riteneva le competenze di Anakin mature al punto giusto per uccidere un Sith, ma non per sfidare il generale cyborg
“Mi dispiace sentirlo dire da lei, Maestro Jedi. Non è vero Anakin. Senatrice Amidala, come stai, mia cara?” domandò il Cancelliere facendo un cenno dietro le sue spalle, ecco cosa c’era che non andava, Anakin e Amidala insieme
“Anakin. Senatrice Amidala” affermò girandosi e beccandosi una bella visuale della coppia, ma la cosa tragica, fu il secondo pugno in pieno viso, che Anakin gli ha dato, osservando la donna poteva vedere che era incinta e se si concentrava a sufficienza poteva sentire il piccolino, dormire tranquillo al caldo dentro la sua mamma, il piccolo era anche un utilizzatore della Forza o lo sarebbe stato, dal figlio di Anakin non poteva aspettarsi niente di meno, sorrise ai due con quel sorriso falso che Anakin odiava e infatti il ragazzo lo fulminò, ma con tutto il casino che aveva dentro quello che poteva fare meglio era mentire,
“Maestro Obi-Wan” la voce di Padmé arrivò subito chiara e gentile, e il Jedi percepì una nota di tristezza dalla donna, che ora gli facesse anche pietà? Sarebbe il colmo
“Ciao Obi-Wan”
“Mio caro ragazzo hai sentito?” di nuovo Palpatine, e Kenobi si chiese quando fosse diplomatico girarsi e piantare un pugno su quella faccia, almeno stava zitto per un po’ dopo che aveva ingoiato i denti, o almeno lo sperava
“Sì, non sono sordo, Eccellenza. Se il mio Maestro non mi ritiene pronto ad affrontare il generale da solo non posso che dargli ragione” la risposta diplomatica di Anakin stupì anche lui stesso, oltre che i presenti, non si era scomposto, strappato i capelli o tirato fuori un atteggiamento drammatico, che tutti si aspettavano
“Sai amico mio che penso che tu sia pronto” mormorò Palpatine mostrando una fiducia estrema nei confronti di Anakin
“Lei non è un Jedi!” un ringhio basso di gola, e non proveniva da Anakin, ma da Kenobi, che era fermo accanto al Cancelliere sul lato destro, mentre Anakin e Padmé sul sinistro che lo guardavano il primo con lo sguardo allucinato di chi non si aspetta niente del genere, e lei era triste, tanto triste, Padmé era andata oltre il Negoziatore
“No, per mia fortuna no” il sorrisetto ironico sulla faccia del Cancelliere fece esplodere Kenobi come una bomba sismica
“Allora non stia a giudicare quello che affermo su Anakin. È bravo, ha talento da vendere e sarà sicuramente un Jedi migliore di quanto sarò mai, se rimane vivo. Lo stile e gli studi di Anakin sono fatti per un tipo di duello a più nemici, il generale è uno solo ma ha la capacità di muovere in sincronia perfetta quattro lame. Mi dispiace Anakin, ma temo che ti possa affettare” più che una cortese spiegazione, fu un sibilo degno di Lord Sidious, che alzò un sopracciglio sorpreso dalla ferocia del Jedi e tacque un attimo
“Figurati. Sinceramente, Obi-Wan non invidio il Jedi che dovrà vedersela con lui” replicò con una scrollata di spalle Anakin, l’ultima cosa che gli interessava era il cyborg, quello che lo preoccupava era il Jedi davanti a lui, tra le rispostacce degne di lui e l’alcool che continuava a buttare giù era un miracolo se non avesse preso a pugni Palpatine
“Signori, trovo alquanto scortese, parlare di argomenti che con la politica non centrano nulla. Non tutti siamo Jedi e non tutti dedichiamo il nostro tempo libero a trovare e studiare Jedi e Sith” Padmé aveva finalmente preso parola e rimesso alcune linee di confine, fortunatamente la gravidanza visibile e le sue conoscenze ridotte dei Jedi e dei loro costumi per una volta le fu utile, i due aveva smesso di azzannarsi
“Hai ragione Padmé scusaci. Ultimamente sono un po’ troppo nervoso. Meglio che vado. Cancelliere” Kenobi svuotò il bicchiere con l’abilità di un professionista, si inchinò e si allontanò, ma non prima che il Cancelliere affermasse
“Maestro Kenobi, mi dispiace averla indispettita così. Davo per scontato che si fidasse di Anakin”
“Che le devo dire Cancelliere? Mi sta spingendo a dire cose che non penso. Però va bene: Anakin non ha la mia fiducia, non più. Buona serata”
 
“Eccellenza, perché?” chiese il ragazzo all’uomo che gli aveva fatto da nonno, una volta che fu sicuro che le orecchie di Obi-Wan non fossero a portata di tiro
“Mio caro ragazzo, devi capire che se agisco con crudeltà nei confronti del povero Maestro Kenobi, lo faccio per te. È un membro del Consiglio Jedi eppure ho dovuto metterti io al posto che meriti, non sei Maestro perché il Consiglio ha voluto così, il tuo amico non ha fatto nulla per aiutarti. Mi dispiace, ma volevo che lo sapessi” il volto contrito e triste spinse Anakin ad annuire e il Cancelliere si allontanò con un sorrisetto di vittoria in viso

“Che figlio di un Sith!” esplose Amidala appena il Cancelliere si era leggermente allontanato,
“Padmé” la voce di Bail era arriva subito dopo, stupito del caos tra il Cancelliere e il Jedi
“Anakin, ti rendi conto di quello che ha fatto?” chiese Padmé guardando Anakin
“Sì, lo so. È iperprotettivo” Anakin scosse le spalle, non gli avevano fatto né caldo, né freddo le parole dei due, non l’avevano toccato come immaginava
“No, è un bastardo. Cielo! Dovevo parlare con Obi-Wan” la donna si guardò intorno rapidamente ma non vide l’amico da nessuna parte
“Se n’è andato sul serio, si stava arrabbiando”
“L’ho visto dal suo viso. Che gli sta succedendo?” chiese Bail, sconcertato dalla reazione emotiva del Jedi
“Credo sia colpa mia” mormorò Anakin
“Anakin devi rimediare il prima possibile. Vai subito a cercarlo. Bail starà con me” affermò certa la donna, mentre l’uomo annuiva serio,
“Anakin vai a cercare il tuo Maestro era sconvolto” rincarò Bail Organa, cercando di spingere via Anakin
“Per quattro frasi?” questionò alzando il sopracciglio, una calma invidiabile sul suo viso
“Per questa” indicò Bail
“Porco Sith!” i due sorrisero, guardando Anakin correre via
 
Always missing people that I shouldn't be missing
Sometimes you gotta burn some bridges just to create some distance
I know that I control my thoughts and I should stop reminiscing
But I learned from my dad that it's good to have feelings

Questo era troppo, anche per uno come lui. Entrò nella Sala del Consiglio certo che Mace fosse ancora lì
“Mace, vado a caccia di Grevious se mi permetti” affermò serio il Jedi
“Obi-Wan che è successo?” domandò invece la spalla di Yoda, sentiva e vedeva lo sconvolgimento emotivo di Kenobi, neanche la morte di Qui-Gon lo aveva ridotto così
“Niente voglio solo lasciare la Capitale”
“Sei sconvolto, ma se non vuoi dirmi che c’è, va bene. Puoi inseguire Grevious. Tornerai?” chiese Mace alzandosi con un cipiglio che prometteva battaglia
“Certo appena l’avrò preso. Di al Maestro Yoda che vorrei anche un Padawan” ora Mace era sconvolto, Kenobi non ha voluto un Padawan dai tempi di Skywalker, per cui come richiesta era strana, molto strana,
“Va bene” mormorò e il Jedi andò via
“Skywalker, che hai combinato?” ringhiò il Maestro, tornando seduto con il cipiglio tempestoso sempre più marcato
 
L’unica era allontanarsi da tutto questo. In nome della Forza come si era trattenuto dallo spaccare la faccia al Cancelliere? Dal prendersela con Anakin? Credeva davvero che non aveva notato che la Senatrice era più rotonda di quello che la sua magra figura dovrebbe essere?
Incinta. Aspettava un bambino.
E ieri sera che gli piangeva addosso, terrificante era stato il suo comportamento, e lui che pensava sempre bene delle persone di cui si fidava, aveva pensato che lei fosse malata, invece stava benissimo, e tutto sommato andava anche bene, perché gli sarebbe dispiaciuto molto il contrario, avrebbe offerto aiuto, pensando che al Tempio poteva esserci una soluzione negli archivi, i Maestri guaritori, spendevano sempre un sacco del loro tempo a cercare cure per malattie rare, insomma avrebbe provato ad aiutarla.

Preso il borsone si diresse all’uscita della stanza, e prima di andare decise di lasciare un biglietto ad Anakin, con il vecchio sistema della carta e della piuma, nella sua lingua natale, che gli aveva insegnato oramai dieci anni fa.
 
Ciao mah bkaua1, sono qui a lasciarti poche parole, prima di partire.
La prima è la più facile: il Jedi che se la vedrà con il generale, sono io. Ho preso questa missione per andare via da qui. Mi dispiace.
Mi dispiace anche di aver detto di non aver fiducia in te, non è vero, mi fido di te e ti affiderei la mia vita, ma discutere con Palpatine è più complicato adesso.
Sono emotivamente instabile, l'hai notato vero? Che risposta che ho dato al Cancelliere! Non sono io! Per cui devo andare per riuscire a ritrovarmi.
Ho provato a rispettare i tuoi tempi, ad accettare che te ne stessi andando, speravo che trovassi il tempo per dirmi che mi stessi lasciando, non ho metri di giudizio per sapere se le persone si lasciano così dopo sei anni di relazione, non so davvero.
So che mi hai creato dei problemi a livello emotivo e anche fisico, non riesco a dormire bene, Anakin. Sono confuso, irascibile e la mia calma non esiste più.
Me lo potevi semplicemente dire, Obi-Wan mi sono stancato di noi, sei vecchio, appiccicoso, poco sentimentale o romantico o qualsiasi cosa io possa essere che ti ha fatto allontanare da me, dovevi dirmelo non trattarmi come uno straccio vecchio e logoro da gettare via, ma tant'è oramai è così.
 
È finita, Anakin!
 
L'ultima cosa è questa, mah bkaua, ti faccio le mie più sentite congratulazioni per la tua paternità, sarai un padre favoloso, però accetta ancora un consiglio e un insegnamento dal tuo vecchio Maestro. Parla con tuo figlio, ascoltalo più che puoi, così che un giorno non ci sia un muro costruito con le mezze parole e parole non dette che faranno crollare tutto.
 
Dokahn  Mee
Dokahn Bidwata
Dokahn 2
 
Pukaneekee(Obi-Wan)

 
Sospirò e lasciò cadere nell’inchiostro la piuma, voleva scriverlo nella lingua di Anakin, ma era sfociato nel basic, tranne per qualche parola in huttese.
Si chinò e prese il borsone e uscì dall’ultimo luogo che avrebbe potuto definire casa.

 
When love and trust are gone
I guess this is moving on
Everyone I do right does me wrong
So every lonely night, I sing this song

Anakin entrò come un tornado dentro la stanza, ma oltre a molto dolore e una ferma decisione, non percepì niente, i suoi occhi si sgranarono quando comprese silenziosamente che non lo avrebbe trovato questa volta, che era andato via e non sarebbe più tornato. Inconsciamente andò verso la sua stanza e proprio lì ha notato la piuma per scrivere messa male nel calamaio, se si rovinava la punta Obi lo avrebbe ucciso.
Quando fu lì vide la lettera, la prese tra le mani e iniziò a scorrerla, quando era finita si sedette sulla sedia, come se tutte le sue energie fossero state spese per la lettura, mise una mano sugli occhi, e ricacciò indietro le lacrime con un’abilità che non era sua.
Anakin era stato sconfitto, dalla sua idiozia a quanto pareva e dall’unico uomo che poteva fare a pezzi il suo cuore e lo aveva appena fatto con precisione chirurgica, ma questo dopo aver visto e sentito maciullare il proprio.
Anakin si insultò con alcuni colorati epiteti del suo pianeta natale, tutto quello che voleva fare era proteggerlo da una situazione brutta, ma tutto quello che aveva ottenuto era stato allontanarlo e spingerlo via, fino a quando un’ultima goccia non aveva fatto traboccare il vaso.
L’uomo era fuggito.
Il Jedi era andato a combattere, senza averne le capacità.
“Che cosa ho fatto?” si chiese sconvolto, con la mente a mille all’ora per trovare una soluzione
“Me lo chiedo anch’io, Anakin. Parola mia, non avrei mai creduto vederti reagire come Obi-Wan e ancora più strano vedere lui reagire come te. Mi ha anche chiesto un Padawan per quando fosse tornato. Ora vorrei da te una risposta” la voce di Mace non lo sorprese come si sarebbe aspettato, all’improvviso l’ha percepito sul divano del salottino
“Non posso” il ragazzo scosse la testa
“Non impari mai dai tuoi errori?” chiese Mace con una nota di sarcasmo
“Sì, ma se parlo con te, Maestro Windu… peggioro ancora”
“Parlerai con Mace” replicò asciutto il Jedi, sottolineando una differenza profonda tra il Maestro Windu e Mace
“Devo fidarmi” mormorò Anakin alzandosi e passando a sedersi davanti a lui nella poltrona di Kenobi, lo stupore che Mace sentì finì nella Forza, Anakin Skywalker non si sarebbe mai fidato di lui così, ma lo avrebbe fatto Obi-Wan
“Ho una relazione con Obi-Wan da sei anni”
“Prego?” una bomba sismica dentro la stanza avrebbe fatto meno fracasso nella sua testa
“Mi hai sentito”
“Per i cazzi dell’inferno. Ce l’avete messo inculo a tutti!” eruppe il Jedi con molta poca pacatezza e classe, anzi dimostrando un vocabolario degno di MosEspa
“Fammi capire, state insieme da sei anni, poi è successo qualcosa tra te e Amidala e lui scappa, non ci sto capendo nulla” ammise sinceramente facendo comparire dal nulla, una bottiglia di liquore aldeeraniano e due bicchieri, li riempi e servi, e si mise in ascolto
“Ok. Amidala si è sposata due anni fa. Il marito è morto sei mesi fa circa, durante l’attacco al porto di Naboo. Lei è incinta e fino a qui non è stato un gran problema, era entusiasta di poter crescere il figlio dell’uomo che amava, almeno fino a quando non ha scoperto che sarebbe morta al parto” affermò Anakin bevendo un generoso sorso del liquore offerto
“Prego?” questionò Mace scolando il bicchiere e per riempirlo di nuovo
“Ha una malattia alla placenta, o qualcosa del genere, che la ucciderà come il bimbo nascerà. La missione diplomatica su Kamino era una copertura, volevamo sapere se date le loro vaste conoscenze c’era la possibilità di operarla senza uccidere né lei né il piccolo, purtroppo non siamo riusciti a fare niente, è condannata”
“Anakin, perché non ne hai parlato con lui? Cioè ad istinto sarei andato dall’uomo che mi ama” Mace era stupito che Kenobi non avesse aiutato
“Si anch’io, ma una volta era fuori in battaglia non mi pareva il caso, quella successiva, ero dietro ad Amidala per aiutarla, e più cercavo di parlargli meno trovavo il momento per farlo, c’era sempre qualche cosa. Non è una giustificazione, però quando ci ho provato era in consiglio, in seduta e quando lui era libero non lo ero io. Ma c’è di peggio, adesso, per questo volevo parlargli ieri, e stasera voleva parlargli lei. Palpatine si è messo di mezzo, non è uscita una bella conversazione”
“Di quella so tutto, non eravate gli unici Jedi lì, e ti assicuro che alcuni di noi dovrebbero rivedere il termine riservato, pettegoli nati! Cosa c’è di peggio?” chiese Mace con lo stesso tono di uno che si trova davanti ad uno scoop e deve sapere tutto, ogni singola virgola
“Sono l’attuale marito di Amidala” cosa c’era di più potente della granata sismica? Anakin sembrava avere la capacità di trovare sempre il modo di dire le cose catastrofiche con il tono peggiore
“Porco Sith! Ti sei per caso bevuto il cervello?”
“No. Le voglio bene, come ad una sorella, però ho dovuto farlo per il bambino”
“Perché? Su Naboo non ci sono orfanotrofi, andava con i nonni”
“È uno di noi”
“Un Jedi? Sei sicuro”
“Beh 17000 midi-chlorian per cellula a me suggeriscono un Jedi”
“Sì anche a me. Potevamo prenderlo noi, senza problemi. Ancora non comprendo?”
“Perché se è mio figlio, nessuno può rivendicarlo, neanche i nonni, a cui ho promesso l’avrei affidato per i suoi primi anni, ma essendo il padre lo portavo qui e lo avrei addestrato, io o chi per me. Padmé vuole essere sicura che cresca con noi, ci affida la nuova generazione, Mace. È il nostro compito istruirla” Windu scosse il capo, c’era tanto di Kenobi in Skywalker al momento, sospirò e iniziò a capire
“Per fare tanto bene hai creato molto male”
“Lo so, ho sbagliato tutto”
“No, Anakin. Sai che di te ho un’opinione non troppo buona, ma vedo che hai provato a fare del tuo meglio in una situazione disperata e non riuscendo ad appoggiarti a nessuno, te la sei cavata anche bene. Se riesci a recuperare Obi-Wan potrei quasi dire che hai fatto bene”
“Se gli vado dietro adesso, sarebbe utile?” chiese Anakin incredulo, temeva che avvicinarsi al Jedi era deleterio al momento
“Se gli parli come hai fatto con me, sì. Ma fai attenzione al momento ti assomiglia più di te stesso”
“Che vuoi dire?”
“Da quello che vedo è come se vi foste scambiati i caratteri. Tu sei stato più riflessivo e ti sei fidato subito di me, cosa che Skywalker non avrebbe fatto. Obi-Wan è da un po’ che fugge, e per quanto ha tentato di cacciarti via dalla mente e dal cuore temo che ha fallito. La sua reazione esplosiva con il Cancelliere è degna di te, non di lui. La fuga seguente e la richiesta senza senso di un Padawan, sei tu non lui, non ha riflettuto un attimo, ha fatto la prima cosa che l’istinto gli ha detto. Tu hai letto quella lettera e ti giuro sul mio onore che non l’ho letta, ma non deve esserci scritto niente di bello, ma non sei esploso, ti sei accasciato sulla sedia senza forze, come se il testo di avesse dilaniato, credimi è una reazione di Kenobi”
“Che devo fare, Maestro Windu?” chiese Anakin con il tono di chi non sa più che direzione prendere
“Vai da lui, sai dov’è il sistema di Utapau. Vai a riportalo a casa, puoi fare breccia ancora, ma devi essere Skywalker più che mai!”
“Va bene”
 
Due ore dopo nel Tempio Jedi
 
“Maestro Windu” un grido angosciato
“Skywalker cosa ci fai qui? Ti ho dato una missione” il sopracciglio di Mace era al suo posto, in alto
“Ho notizie peggiori” mormorò Anakin rilasciando angoscia e vergogna
“Che notizie, ti spingono a restare quando dovevi andare a salvare un amico importante?” questionò ascoltando ciò che Anakin gli stava inviando
“Il Cancelliere Palpatine è Darth Sidious”
“Per i ca…”
“Linguaggio, Mace”
“Sì giusto. Tu vai e recupera, io penso al Sith” rapidamente si diresse ad un mezzo di trasporto
“No, sono l’eletto devo venire con te. Io aiuto te e tu aiuti me”
“Cosa vuoi?”
“La nave più veloce del Tempio”
“Andata. Porta il tuo culo con me”
“Andata”

 
I hate you, I love you
I hate that I love you
Don't want to, but I can't put
Nobody else above you
I hate you, I love you
I hate that I want you
You want her, you need her
And I'll never be her

All alone I watch you watch her
Like she's the only girl you've ever seen
You don't care you never did
You don't give a damn about me

L’iperspazio brulicava di luce blu, un tempo l’aveva trovata confortante ora gli sembra fredda, morta, probabilmente è lui che è freddo, morto.
Cody lo guarda da dietro il casco, e si chiede cosa abbia il suo Generale, perché non tiri fuori il suo sarcasmo pungete, perché non rimetta in riga quei due cadetti lì, lo guarda e vede il Generale Skywalker, fermo davanti alla vetrata principale, spalle dritte che nascondono tensione, pensieri, sguardo freddo, quasi pungente quando ti osserva mentre lavori, come se ti scavasse dentro la carne per arrivare al tuo nucleo.
Cody rabbrividisce, e torna a lavorare, i due cadetti ancora stanno discutendo e per una volta non gli importa niente.
 
Obi-Wan è sul ponte della Vigilance, ma non è lì, è ovunque ma non nel posto dove deve stare.
È su Naboo al fianco di Qui-Gon
È in una prigione con una maschera in testa
È in una stanza fresca che medita mentre una piccola cascata accompagna il suo respiro
È contro un tronco di un albero alto
È su Kamino che respinge blaster da Jango
È seduto nella poltrona del Consiglio
È sdraiato sul mantello e guarda il firmamento senza vederlo, la sua stella brilla più di altre
 
Si riscuote e finalmente dopo ore si sposta Anakin l’astronave è uscita dall’iperspazio
“Generale siamo pronti”
“Bene andiamo”
 
I corridoi sono tutti uguali eppure per lui hanno improvvisamente un senso, come se fosse parte dell’astronave, Anakin, quel nome continua a filtrare oltre la barriera, come una melodia al momento fuori sincronia, forse era sempre stata fuori sincronia e lui non se n’era accorto, illuso da una vecchia lezione di Qui-Gon, dagli occhi di Anakin e dal suo stesso cuore.
L’amore non è una cosa permessa e il motivo ora gli è chiaro come l’acqua, perché questo prima o poi finisce e quello che lascia indietro è solo ombra e dolore. L’amore si basa sulla fiducia e il dialogo, ma queste due cose sono mancante da sempre direbbe lui, mentendo, ma discernere la verità dall’illusione non è più una cosa che gli riesce. Anakin, te n’è mai fregato qualcosa di me?
“Prepara lo sbarco delle truppe, Cody. Non lasciare niente integro dietro di te”
“Sì, Generale”
“Ma quello non lo dice Skywalker?” Cody alza le braccia e scuote la testa, c’è decisamente qualcosa che non va,
“Monitorare i segni vitali di Kenobi, non voglio che si metta a fare Skywalker, quando l’originale non c’è!”
“Si, Signore”
 
Yeah all alone I watch you watch her
She's the only thing you've ever seen
How is it you never notice
That you are slowly killing me?

I hate you, I love you
I hate that I love you
Don't want to, but I can't put
Nobody else above you
I hate you, I love you
I hate that I want you
You want her, you need her
And I'll never be her
 
Lame che volano, sfrigolano, bloccano, affondano e parano, tutto ad una velocità che sarebbe considerata non umana, ma non c’è da stupirsi se si guarda chi sta duellando, un cyborg contro uno dei migliori spadaccini del Tempio: Obi-Wan Kenobi.
O questo si direbbe, se il Jedi non fosse troppo arrabbiato e infuriato per riuscire a muoversi con la stessa eleganza di sempre, sembra che voglia fare movimenti a lui sconosciuti, posizioni a lui scomode, come se la sua pelle non fosse sua
 
“Ah Kenobi mi deludi molto, Dooku diceva grandi cose di te”
“Si può fare di meglio”
“Proviamo?”
“Certamente”
 
I colpi erano rapidi, in sequenze strane, non riusciva a fermarli o rallentarli, sarebbe finito formato sushi se non trova una soluzione entro pochi istanti, poi un’esplosione violenta, tanta da mozzargli il fiato, qualcosa era cambiato, si guardò intorno, niente di diverso, cloni che combattono, cloni che muoiono, cloni morti, droidi che sparano, droidi che spruzzano scintille, droidi distrutti, no niente di diverso!

Poi fu dolore, acuto, penetrante, si guardò la gamba e vide sangue sgorgare a fiotti, accidenti lo ha colpito bene, alza gli occhi e non può fare a meno di indietreggiare, ha paura, se il generale fosse un Sith riderebbe, sta quasi tremando, ha paura, la conosce bene, chiude gli occhi un secondo, per sotterrarla, nascosto dietro una roccia, ma è sufficiente perché veda di nuovo: Anakin guardare Padmé come se fosse l’unica donna del pianeta, come se lei fosse l’unico essere importante nella sua vita, come era possibile che non si era accorto in tanto tempo che lo stava facendo morire lentamente di una ferita che non si poteva rimarginare, più profonda di quella sulla gamba
 
“Codardo” ringhiò il Generale, ha ragione pensò Kenobi, si nascondeva, non voleva uscire di lì, ma doveva, si alzò traballando
“Mi stavo riposando”
“Riprendiamo?”
“Certamente”
 
Un colpo, deviato, un affondo a vuoto, due laser contro la sua, i polsi si flettono indietro, quasi si rompono nello sforzo di contrastarlo, non riesce a far ballare le spade del generale intorno a lui, quando attacca è troppo aggressivo e la sua difesa un po’ fallata, poi la vede una lama verde dritta contro la sua testa, se disimpegna la spada per bloccarla le altre due gli trapasseranno il torace se lascia correre quella gli perforerà la testa, in un attimo capisce, è morto.
Chiude gli occhi, ma niente sopraggiunge,
“Generale, sempre a prendertela con chi non può difendersi bene, mi meraviglio. Vuoi provarci con me?” il tono arrogante, il sarcasmo che gronda in ogni parola solo un uomo può dire questa frase
“Skywalker”
Apre gli occhi e la vede, la lama blu di Anakin blocca quella verde di Grevious, il ragazzo alza la mano e il generale vola, Kenobi crolla a terra
“Cosa ci fai qui?” mormora
“Quello che faccio di solito, ti salvo. Dobbiamo parlare, anzi devi ascoltare. Dopo però”
“Come sempre”

Anakin avanza sicuro, uno scintillio negli occhi di determinata volontà di chiuderla qui e subito, si mette in posizione, ma non è la settima forma quella che assume è la terza: Soresu.
“No, così non sei in grado” gli grida dietro, ancora una volta protegge, corregge o almeno ci prova
“Posso perché tu puoi” gli sorrise di rimando Anakin che sembra quasi brillare di luce propria, come fa?
“Cosa?”
“Pukaneekee guarda e ragiona. Tu puoi, io posso” che risposta tipica di lui, pensa stizzito Kenobi, però osserva per quello che può cercando di tamponare la ferita, aspettando Cody.
 
I colpi di Anakin sono privi della naturale violenza della settima forma, le spade ballano intorno a lui, si muove solo quello che serve, preciso un Maestro del Soresu. Come?
Un tocco e due lame cadono, gira su se stesso e cade la terza, alla quarta il generale prova a fuggire
“Cody apri il fuoco” colpi di cannone, dai turbolaser della Vigilance in orbita, il frastuono, le schegge di pietra colpiscono unicamente i droidi. Come?
Il fumo si dirada, all’aria torna pulita, la Forza stessa è pulita, quella macchia oscura è sparita. Come?
 
“Anakin” un mormorio, è stanco, troppo stanco, e c’è sangue, troppo sangue, cerca la mano del ragazzo, la sente calda nella sua,
“Sono qui” mormora stringendosi il Jedi contro


Ore dopo su Coruscant

“Il Maestro Jedi è sveglio, molto stanco, ma insiste nel voler parlare con Skywalker. Non sono d’accordo” precisa la Maestra Che
“Lo faccia entrare per tutto il tempo necessario. Disattiva telecamere e sensori di registrazione, se starà male Skywalker ci avviserà tutti” replicò Mace, ora che la Forza era pulita, Anakin avrebbe dovuto migliorare i suoi scudi o qualsiasi sua emozione l’avrebbero sentita tutti Jedi e qualsiasi utilizzatore della Forza in tutta Coruscant
“Mace” inizia la Jedi
“Che!” Mace le lancia quell’occhiata e Che non può fare altro che inchinare il capo
“Va bene”
 
Anakin entra in punta di piedi, lo percepisce, sa che è sveglio, che la gamba gli brucia nonostante il bacta, e avverte quando male gli ha fatto, solo che lui non voleva farlo, perché non sono riusciti a dialogare?
“Obi-Wan”
“Anakin”
Si guardano negli occhi e sanno. Sanno che questa è la fine o il principio di un qualcosa che già c’è, ma nonostante il buono che Anakin voleva fare, il buono che ha fatto, Kenobi ora teme, perché quel legame l’ha cambiato in peggio e questo non può accettarlo,
“Non sento niente o sei tu che stai zitto e mi fissi?” domanda cercando di smuovere Anakin, guardarlo ancora gli fa male, passerà, adesso lo sa, ma adesso è comunque difficile
“Colpa mia, sono mesi che non ti guardo” mormorò Anakin mettendo le mani sulla barra di acciaio in fondo a letto che scricchiola sotto la presa della sua mano
“So che è finita, ma devi capire perché. Ti meriti di sapere, non che io voglia questo, ma ho fatto delle scelte e ogni scelta ha una conseguenza, se deve essere questa l’accetto” afferma sicuro, con una determinazione tipica dell’eroe,
“Ti ascolto”
Anakin, inizia a parlare a velocità sorprendente, racconta particolari di azioni e pensieri, racconta di come ha scoperto che la sua migliore amica sarebbe morta entro sei mesi, di come l’uomo che ama non c’era mai, perché era sempre da qualche altra parte a fare altro, ad aiutare qualcun altro, e quando si riposava, era lui che correva a salvare qualcuno, ad aiutare qualcuno.
Racconta di come su Kamino gli ha scritto e cercato, del legame non era rimasto altro che un muro nero con solo il respiro meccanico di qualcosa che gli metteva i brividi, di come anche i clonatori, si erano arresi all’evidenza che la loro tecnologia e conoscenza era limitata e che non potevano salvare madre e figlio, ma solo uno dei due.
Racconta di Palpatine della festa e del tradimento, racconta di Mace arrivato alla fine, ma ora suo amico, racconta di come ha potuto sconfiggere il generale con un’arte non sua.
Lo guarda in viso e vede sorpresa e colpa aleggiare sopra, infine, gli dice che ora è il marito di Amidala, che il bimbo avrà il suo cognome, perché purtroppo lui non era disponibile per dargli il suo, che il piccolo è un Jedi e che a tre anni arriverà al Tempio per essere istruito.
“Come facevi ad usare il Soresu così bene?” di tutto quello che poteva chiedere ha domandato proprio la cosa che ad Anakin meno interessa, ma risponde comunque, perché sa che è legata al Jedi che ha nominato
“Mace mi ha dato l’idea”
“Mace?”
“Sì, lui sa Obi-Wan, sa tutto. Ed è stato lui a dirmi che ci siamo scambiati, tu hai avuto reazioni mie e io ho mantenuto la calma tipica di te. Se ci siamo scambiati potevo trarre da te in qualche modo il Soresu, se tu mi eri vicino e l’ho fatto. Probabilmente il nostro legame, durato anni, ha fatto fluire conoscenza e abilità tra di noi, quello che ci legava ci ha dato di più di quello che credevamo. Non so come altro spiegartelo”
“Anakin”
“Lo so non ti giustificare, conosco le mie capacità di reazione, fanno schifo! Non potevi farci nulla. Quello che avevamo era stupendo ed inimitabile o ritrovabile in qualcosa o qualcuno di diverso, non c’è nessuno nella galassia che possa darmi quello che mi dai tu, con una semplice occhiata esasperata. Ho distrutto tutto questo per aiutare un’amica che sta morendo. Non c’è un filo di sutura che possa permettermi di chiudere quella ferita che ho aperto. Mi dispiace, davvero non sai quanto mi dispiace”
 
Mace alza gli occhi sulla porta sa chi c’è dietro, e sa che ora dove entrare nella modalità Maestro Jedi e buttare fuori Skywalker dal Tempio.
L’uomo si alza e va alla porta preme un tasto laterale e vede il volto di Anakin, bianco come un lenzuolo, sta visibilmente tremando e con sua sorpresa non c’è una lacrima sul viso, c’è troppo dolore in quelle iridi e a Mace cade il cuore in terra, l’idea di buttarlo fuori vola via dalla sua testa, lo prende in un abbraccio e mormora al suo orecchio
“Siediti e racconta” qualsiasi cosa Mace ascolterà, perché è suo compito ora, Anakin è un amico e un fratello che ha bisogno di aiuto, di essere ascoltato e ora ha tutto il tempo del mondo per farlo
“Hai da fare?” sussurra il Jedi mentre si accascia sul divanetto
“No” replica l’altro con sicurezza, come se non avesse, rapporti da leggere, questioni politiche da dirimere, Padawan da affidare e testare, e Cavalieri da eleggere, ma al momento niente gli preme di tutto questo
“Hai qualcosa da bere?” chiede Anakin
“Alcolico”
“Bevo tutto, dubito di riuscire a sbronzarmi” afferma sicuro, e Mace gli allunga una bottiglia direttamente e prende una seconda con bicchiere per lui
“Attaccati direttamente, non farti problemi qui dentro” si accomoda sul puff e lo guarda, bere un sorso e neanche troppo generoso
“Inizio dalla fine?”
“No, tu mi dirai com’è cominciata” replica il Jedi senza sapere perché vuole conoscere la storia dal principio
“Avevo diciannove anni e un braccio tagliato. Lui era lì quando ho aperto gli occhi, lui era sempre stato lì…” gli occhi di Anakin vanno fuori fuoco e inizia a parlare di loro, come un fiume in piena, e Mace percepisce tutto quello che l’altro rilascia in emozioni, tutte calde, dolci, ma ora anche tristi.

Sono le due di notte quando Mace varca la porta dell’infermeria e sveglia il Jedi che sta riposando
“Mace, cosa è successo?” si alza subito a sedere Kenobi, mentre il sonno sparisce dal suo viso, se l’ha svegliato deve essere successo qualcosa di importante
“Perdonalo” una sola parola è in grado di fermare il suo cuore, è chiaro a cosa fa riferimento, e dopo un attimo risponde negativamente
“Obi-Wan, perdonalo” insiste il Jedi sedendosi sul letto,
“Perché dovrei? Ti rendi conto del caos che abbiamo combinato? Di quanto questo legame ci ha cambiato?” questionò il Jedi, mentre Mace sorrideva con tipico atteggiamento del Maestro che guarda l’allievo che non capisce nulla di quello che è successo
“Perché sono sei anni che state insieme, e un rapporto così non si butta all’aria per un errore di comunicazione. Sei anni Obi-Wan è un’enormità di tempo per due che corrono a portare aiuto ovunque, che limitano i contatti per non farsi beccare, perché siete ancora vivi, quanti di noi che sono stati maestro e apprendista hanno la possibilità di dirlo? Quanti di noi possono affermare di avere quello che avete voi? Anakin è sempre stato troppo buono per capire, che sei tu che hai chiuso il legame, non la Forza come crede” il viso di Obi-Wan esprime il suo sconcerto, Mace Windu gli sta dicendo cose che non si sarebbe mai aspettato di sentire,
“Sì, lo vedo che è opera tua, sull’impeto dell’incazzatura non tua, era Anakin. Tu sbagli a pensare che era arrabbiato con te, era arrabbiato con sé stesso, sorpreso vero? Non si è mai arrabbiato con te. Tu reagivi alla sua rabbia e posso solo immagine cosa possa significare e nonostante questo, sei riuscito a domarla in principio. Questo è talento Obi-Wan.
Vuoi sapere perché devi perdonare un qualcosa che non dovrebbe neanche essere perdonato? Perché quando la Forza si mette di traverso, non c’è niente che si possa fare di diverso ed Anakin ricordati che è il figlio, ed è riuscito in molte cose. Anakin ha agito per aiutare, come tu gli hai sempre insegnato. Tiragli un pugno se vuoi, ma torna da lui, non tenere chiuso quel legame.
Oltre al fatto che mi farebbe piacere che tu lo sposti da dove si trova, perché si è bevuto quattro bottiglie di liquore raccontandomi particolari che non ci tenevo a conoscere, dicendomi tutto quello che un Maestro Jedi del mio calibro non dovrebbe mai sapere. Perché sta sbavando sul mio divano, in questo preciso momento.
Quel ragazzo ha scelto di amare te. Lo sapevamo bene quando lo avevamo esaminato che avrebbe portato scompiglio nell’Ordine e forse è ora di cambiare qualche regola, ma per farlo ci serve un esempio forte che possa essere usato per cambiare. Voi siete un buon esempio.
Obi-Wan ti parlo da amico, ho visto amori tra i Jedi e sono finiti male, perché uno è morto, perché sono finiti male e basta, l’amore come sentimento è proibito per questo, perché la sua gestione è difficoltosa, imprevedibile. Sai quanti anni ho? Credi che non abbia mai amato? È finita male. Tu hai lui, devi solo chiamarlo! Fai la tua scelta, Obi-Wan” Mace si alzò lasciando il Jedi seduto sul letto.
 
La stanza era buia, nessuna luce all’interno indica la presenza di una persona appoggiata sul muro vicino alla porta finestra, nell’oscurità si può vedere la sagoma di un uomo dalle spalle larghe e con i capelli corti, che ogni tanto brillano di rosso quando un faro di uno speeder illumina come un lampo la finestra. In quel momento si possono vedere gli occhi azzurri, pensierosi, attenti, sta valutando attentamente una scelta, la scelta di vivere e sorridere di qualcosa di unicamente suo o vivere e basta. L’uomo ha un viso dai lineamenti gentili, ma al momento esprimono il dubbio, e la fallacità umana dei sentimenti, non dovrebbe scegliere, ma vuole farlo, perché è egoista? O semplicemente perché è umano, e quando gli uomini conoscono cosa vuol dire amare, tendono a ricercare sempre quell’emozione e quel calore, per quando possa essere bruciante, si avvicinano ad esso come falene e spesso si bruciano un’ala, ma non temono la caduta sanno che c’è un’altra falena accanto allo stesso fuoco a cui manca un’ala, isolate, divise, non possono farcela contro il mondo, ma unite possono volare in posti lontani, in luoghi mai visti prima, perché la loro forza è il doppio.
La testa si appoggia all’angolo guardando fuori, è chiaro che l’uomo sta pensando a qualcosa d’importante, di privato.
Fai la tua scelta, Obi-Wan
La scelta è già stata fatta, le conseguenze saranno ineluttabili, ma a lui non interessa adesso, perché qualsiasi volo dovrà fare al suo fianco avrà il pilota migliore.

Un comlink trilla, Anakin alza lo sguardo verso l’oggetto e fissa le parole scritte lì sopra
“Te lo dico da amico e Jedi, se non alzi il culo e vai a sentire che vuole ti ci trascinerò, personalmente, per i capelli” la voce sarcastica di Mace lo fa saltare sulla sedia, non l’aveva sentito avvicinare, troppo concentrato a capire se era un messaggio vecchio o l’aveva sul serio spedito adesso
“Dici davvero?” chiese, pensando che stesse mentendo perché davvero non vedeva niente di positivo in tutto questo
“Ho la faccia di uno che scherza?”
“No, ma potrebbe...”
“Potrebbe dirti che non ti vuole più vedere, sì. L’amore è anche questo Anakin, è un gioco difficile da comprendere e si è sempre sul filo del rasoio, ma finché si è uniti alla metà giusta, cadere non è un’opzione. Non siete caduti ma inciampati, ora ti vuoi alzare o vuoi cadere?” Anakin era sparito prima che il Jedi dicesse l’ultima sillaba, sbuffò e si alzò borbottando qualcosa che poteva assomigliare ad adoro parlare da solo!
 
La porta scorrevole si apre da sola, ed Anakin entra, simulando tranquillità, ma per lui la sottigliezza è lanciare un mattone contro una finestra
“Hai corso”
“No” un’occhiata esasperata e un sopracciglio inarcato gli fanno cambiare risposta
“Ok, sì. So che hai scelto, ora dimmelo e basta, così che posso tornare a fare il mio lavoro, senza ciondolare senza meta nel Tempio. A Mace sta venendo l’esaurimento”
“Mi metti fretta, davvero?”
“No, vorrei smettere di avere una spada laser che ciondola sulle nostre teste. Vorrei che tu semplicemente tagliassi la mia e basta, non possiamo rimanere bloccati in questo limbo in eterno. Ti amo, ma ho sbagliato. Ora fai quello che deve essere fatto”
Obi-Wan improvvisamente capì che tra i due lui era quello che pensava di nuovo e Anakin era quello che parlava a vanvera di nuovo, non si sentiva arrabbiato o confuso come temeva, Mace gliel’aveva detto che era tutto tornato in equilibrio, intendeva anche loro.
Alzò lo sguardo su Anakin, il ragazzo era un fascio di nervi, era nella tipica postura di chi si aspetta una mazzata e non vuole scansarla, che vuole essere colpito per poi rialzarsi, sanguinante e agire come ha sempre fatto.
“Non potrò mai essere lei” il ragazzo incassò la dichiarazione e annuì
“Lo so. Voglio unicamente te, nessun altro, ma capisco la tua decisione” afferma sicuro, qual è il suono di un cuore che si rompe? si domanda Anakin, perché lui non riesce ad udire niente oltre un cupo, sordo respiro meccanico, che sa che lo perseguiterà tutta la vita, facendolo diventare pazzo, nessuno potrebbe vivere anni con quel rumore dentro la testa
“Sai che significa, vero?” chiese il Maestro Jedi, incrociando le braccia
“Sì. Maestro Kenobi” Skywalker si inchina e fa per uscire, quando la barriera nera e il suono meccanico scompaiono nel nulla, il legame torna a brillare di luce dorata, il ragazzo si gira con gli occhi sgranati
“Non ti stavo lasciando, ti stavo chiedendo se questa volta capivi l’entità di quello che avevi davanti” Anakin guarda il viso dai lineamenti gentili aperto in un sorriso che non vede da mesi, quel sorriso è per lui, sa quando l’ha visto la prima volta e sa quando l’ha visto l’ultima, fa per aprire bocca per dire un’altra sequenza di cose senza senso, probabilmente, ma non ne ha il tempo, Obi-Wan gli chiude la bocca con la sua, e Anakin capitola, non può non rispondere quando Obi-Wan chiama. Sa perfettamente cosa ha davanti: speranza.
 
Due piani più sotto, e dieci stanze più a sinistra, un uomo stappa una bottiglia e si stravacca sul divano, con un sorriso calcolatore e compiaciuto, si attacca alla bottiglia e festeggia, è nei suoi quartieri e può farlo. Le cose stanno cambiando e lui non vede l’ora di provare l’ebbrezza di una nuova sfida.

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N.d.A
1. Mah bkaua: mia stella
2. Dokahn  Mee
Dokahn Bidwata
Dokahn
 
Per sempre tuo
Per sempre mio
Per sempre
 
Tratto dal film "Amata Immortale" (https://it.wikipedia.org/wiki/Amata_immortale)
  
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