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Autore: Ste_exLagu    11/08/2019    2 recensioni
Maki vive a Toronto, e si diverte ad uscire con una coppia di amiche. Sente nostalgia del Giappone e viene portato in un nuovo ristorante di Ramen, in cui incontrerà uno chef di sua conoscenza, tutto questo perché si commuove a mangiare un semplice Ramen.
Dedicata a Cathy_Black.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Jum Uozumi, Shinichi Maki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Di Cibo e Altri Animali'
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L’incantesimo del cibo

Sono passati anni da quando mi scontravo sul campo del Kainan, adesso i miei palazzetti sono pieni e pochi parlano giapponese. In Canada sono tutti molto ospitali e carini, ma sento sempre come se mi mancasse qualcosa. Nei momenti bui mi è mancata la stagione dei tifoni, l’estate assurda che non ti permette di uscire senza ombrello, non che qua il tempo sia clemente. Sono a giocare a Toronto da un paio di stagioni, sono stato la prima draft, e hanno scelto me, e io sono così contento, si è realizzato il mio sogno di bambino, e forse riuscirò ad aprire le porte ad altri giapponesi come è successo con Bargnani lo ha fatto per una serie di giocatori italiani che sono arrivati dopo il suo ingaggio. Cammino per le strade della città e vengo riconosciuto e qualcuno mi chiede un autografo, qualcuno una foto, ma sono tutti molto carini, loro poi sono fissati con l'hockey quindi riesco a fare una vita tranquilla. Ho un appartamento a poca distanza dalla palestra in cui vivo con i miei tre gatti neri e un grosso golden retriver bianco, ovviamente i gatti sono per fare la guardia, fosse per Hoshi aprirebbe agli estranei. Quest’anno abbiamo vinto il titolo NBA e ho fatto parte del miglior team del miglior campionato di basket al mondo, ma sento di essere solo un corpo vuoto, non sento più l’entusiasmo che avevo a scuola, sarà che qua è difficile farsi molti amici, ne ho solo un paio, e ci siamo presi subito, quasi fosse un innamoramento. Usciamo spesso insieme, sono una coppia di ragazze fantastiche, una carina aggraziata e fine, l’altra decisa, decisamente forte e super dinamica, e non così fine come la sua ragazza. Con Charly e Serena ci vediamo tutte le mattine per colazione nel bar vicino al palazzetto, spesso andiamo a ballare o a qualche evento. Serena è una giocatrice di roller derby mentre Charly è una giocatrice di hockey, sono delle atlete, quindi come me seguono una dieta abbastanza rigida. Il cibo è croce e delizia della mia vita, mi piace mangiare bene, mi piace il cibo fatto in casa e amo alla follia la cucina giapponese, e sono un single impedito a cucinare, che abita in Canada dove ci sono solo un paio di posti che potrebbero sembrare quasi autentici. Vengo travolto dall’entusiasmo di Serena, è la più alta delle due, una cascata di riccioli biondi, che le coprono a malapena le orecchie, ma non è solo il suo entusiasmo a travolgermi. “Oh Shinichi hanno aperto un posto giapponese fanno il Ramen, so che ne vai pazzo, ho convinto anche Charly, vieni con noi stasera. Ho sentito che è un tuo compatriota lo chef del posto.” mi aveva già convinto a ramen, ma le informazioni che ha aggiunto mi fanno sorridere “Lo spero amo il ramen, non sarà mai come quello di mia nonna.” lei ride quando veniamo raggiunti dalla sua ragazza che le deposita un bacio veloce sulle labbra per poi salutare anche me “Ciao Shin” le faccio un piccolo inchino “stasera allora ramen?” chiede e io annuisco. “Si mia cara, ci mettiamo in tiro e poi andiamo a ballare?” chiedo e le due sembrano entusiaste della mia proposta “Ovvio” a rispondere è Serena.

Non sono brutto, ho un bel colorito abbronzato, e i miei muscoli sono diventati definiti, ma stasera mi sento nervoso, ho litigato con i capelli per mezz’ora e adesso mi devo vestire alla velocità della luce per non essere in un ritardo catastrofico per cena. Mi sono infilato in un paio di jeans che mi fasciano le gambe come una seconda pelle e una camicia bianca con il collo alla coreana, lascio un paio di bottoni aperti che mettono in risalto i miei pettorali. Mi sento solo, vorrei incontrare qualcuno che voglia passare con me più tempo di una botta e via. Mi squilla il telefono “Si Charly mi metto le scarpe e scendo, se volete salire non c’è problema” le ragazze mi stanno già aspettando giù. Mi infilo le scarpe al volo, sono delle semplici sneackers bianche. Scendo velocemente e saluto le mie amiche. “In marcia” dico alle due quando arrivo e mi prendo una serie di improperi fantasiosi, come se l’importante non fosse solo l’insulto ma anche l’originalità dello stesso. Ci dirigiamo all’entrata principale del PATH così nonostante il freddo bestiale di questo inverno possiamo muoverci rimanendo vestiti in maniera normale, e non con trenta piumini.

Arriviamo al locale, è piccolo e semplice in perfetto stile giapponese, qualche tavolo e un forte odore di casa. Quando ci sediamo veniamo serviti da una giovane ragazza giapponese, e mi viene naturale ordinare nella mia lingua madre facendo felice la ragazza. Quando arriva il ramen sto cominciando a commuovermi, ha un profumo che mi ricorda le spiagge di Kanagawa, che mi ricorda il campetto dietro casa e gli uno contro uno con Jin, che sa di prima superiore e sa di nostalgia. Prendo le bacchette e al primo boccone comincio a piangere come se avessi sette anni e mi fossi fatto male. Le mie amiche si allarmano “Shin tutto ok?” Dopo qualche boccone riesco a riprendermi “è il sapore di casa, è la spiaggia di Kanagawa, è il palazzetto del Kainan, è come un pomeriggio di basket con i miei avversari di sempre” e loro sembrano non capire “non lo so spiegare è una cosa che non mi aspettavo. Mi sono commosso, come non mi è mai successo nemmeno guardando il film più romantico. Mi manca casa mia, e sono stato teletrasportato nel salotto dei miei, dove giocavo con i miei fratelli.” scrollo le spalle non riesco ad essere più specifico. Cambiamo discorso e parliamo del più e meno mentre finiamo la nostra cena, quando torna la cameriera chiede se fosse tutto buono “Si certo, può chiamare lo chef lo devo ringraziare” lei annuisce e fa un piccolo inchino e chiama lo chef, che fa la sua entrata con la giacca bianca e un canovaccio sulla spalla. Questo ragazzo è più alto di me supera i due metri, ha un fisico possente e quando arriva a un paio di metri da me, quando ancora il mio cervello cerca di elaborare dove posso averlo visto faccio un profondo inchino “grazie, mi sono commosso, è stato un regalo gradito” mi rialzo dal mio inchino e lui mi sorride “Sono contento che in qualcosa sono migliore di te Maki” quella voce è inconfondibile “Uozumi?” chiedo e lui annuisce “allora per forza sapeva di Kanagawa” ride, e nonostante il volto dai lineamenti duri mi sembra una visione fantastica. “Ti va di uscire nel tuo giorno libero?” gli chiedo istintivamente. “Si può fare. Se passi tra un’ora finisco e poi possiamo andare a prenderci qualcosa” annuisco senza parole mentre fisso questo uomo enorme, due spalle possenti, non è grasso, è grosso, e il mio sangue devia dalla testa fino al mio coinquilino.



Note Sparse

Cathy_Black su mia richiesta mi aveva suggerito un crack paring, sulle prime mi sono sentito un po’ sperso ed ho chiesto un piano B, ed eccolo Maki e Uozumi, i grandi rivali.

Ho dato per scontato che Maki abbia giocato le finali Nba di quest’anno vinte dai Toronto Raptors

Toronto ha una specie di citta sotterranea che collega i vari grattacieli per evitare di uscire fuori con -20.

Più note che parole.

  
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