Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Death Lady    11/08/2019    1 recensioni
Questa volta però, accanto al suo volto, ne trovò un altro più piccolo e delicato. Portò una mano allo specchio, come se potesse toccare la figura davanti a lui. Viso squadrato, nasino all’insù, piccole labbra rosse e due meravigliosi occhi blu dal taglio dolce. Era sicuro di averli già visti, ma non ricordava dove.
–Chi sei? – chiese Harry.
Il giovane accanto a lui non gli rispose, continuando a fissarlo attraverso lo specchio.
Sentiva che la figura riflessa nello specchio fosse alle sue spalle ma qualcosa dentro di lui gli diceva che forse sarebbe stato meglio non girarsi. Riusciva a sentire il respiro calmo e regolare perfettamente sincronizzato all'alzarsi e abbassarsi del petto del ragazzo di fronte a lui.
–Io sono Harry– disse.
Il ragazzo sorrise come se già lo conoscesse, gli occhi luminosi.
–Posso girarmi? – chiese.
La figura cominciò ad indietreggiare, scuotendo vigorosamente la testa.
–Ti prego! – chiese ancora.
Il permesso gli venne negato un’altra volta ma Harry, sopraffatto dalla curiosità, non riuscì a trattenersi.
Tutto quello che trovò alle sue spalle quando si girò fu solo una stanza vuota, e quando riportò nuovamente lo sguardo allo specchio non vide altro se non sé stesso.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Come se avesse voluto imitare il ruggito rabbioso della Bestia, un tuono rimbombò nel cielo dando inizio a una terribile bufera di neve. Da una notte serena e tranquilla, si era trasformata in una turbolenta e tempestosa. Il freddo dell'inverno era arrivato all'improvviso, senza preavviso, portando con sé la prima terribile nevicata. Il vento ululava forte facendo ondeggiare pericolosamente i rami neri e secchi. Non ricordava a che ora fosse uscito dalla sua stanza per andare ad esplorare l’Ala Ovest del castello, ma doveva essere sicuramente notte inoltrata perché si era accertato che tutti – o quasi- fossero andati a dormire, e che i corridoi fossero vuoti e silenziosi. Ora però era sicuramente tardissimo, era uscito nel momento più buio, in quel momento a metà tra la notte e le prime luci del mattino. L’ora dei mostri, la chiamava sua madre.
La neve cadeva fitta e veloce, ricoprendo il suolo con una spessa patina bianca, i fiocchi più piccoli gli incastravano tra le ciglia già bagnate di lacrime, impedendogli di vedere verso dove stava correndo. Era sicuro di essere uscito dalla proprietà del mostro perché ricordava di aver superato il cancello di ferro e di averlo chiuso con forza dietro di sé, guardando terrorizzato la sagoma nera del castello che si stagliava minacciosamente nel buio della notte. Per il primo minuto di corsa aveva riconosciuto anche qualche albero ma aveva subito perso il senso dell'orientamento, un po’ per il tempo, un po’ per il vento che gli scompigliava i lunghi capelli ricci facendoglieli finire davanti agli occhi.
Una folata di vento più forte delle altre spezzò un ramo facendolo cadere a pochi metri da lui. Harry balzò all'indietro spaventato. Ora che si era fermato la consapevolezza di non avere idea di dove fosse lo terrorizzava ancora di più. Più voltava la testa in cerca di qualcosa di familiare, più gli sembrava tutto sconosciuto, diverso, spaventoso.
"Morirò di freddo" pensò mentre le lacrime gli rigavano il volto, per poi congelarsi immediatamente sulle sue guance.
Dei ringhi minacciosi superarono il rumore del vento e quando Harry sollevò lo sguardo trovando davanti diverse paia di occhi gialli, avrebbe preferito che quel suono fosse appartenuto alla Bestia che lo aveva fatto fuggire via terrorizzato, non a quattro giganteschi lupi neri.
Istintivamente, cercò di allontanarsi ma il più grande tra i quattro animali fece un passo avanti emettendo un latrato profondo e i suoi occhi gialli lampeggiarono nel buio.
Harry sentiva i suoi respiri farsi sempre più rapidi e corti. Il panico era alle porte e non avrebbe potuto far altro che subire, inerme, quello che sarebbe venuto poi. Soffriva di queste crisi fin da quando era piccolo, sua madre li chiamava attacchi d’ansia, ormai sapeva perfettamente quando stava per averne uno. In quei momenti, la paura faceva da padrona nella sua testa e i suoi pensieri diventavano macabri e terribili, le lacrime correvano copiose e il suo respiro era irregolare, tanto che a volte pensava di non star respirando affatto.
Non riusciva a pensare ad altro se non che di lì a poco sarebbe morto divorato dai lupi, avrebbe sofferto, avrebbe urlato e nessuno sarebbe corso in suo soccorso, nessuno sarebbe andato a cercarlo, e anche se lo avessero fatto non sarebbero mai arrivati in tempo.
Gli occhi del lupo erano dorati, di una forma sottile, le zanne erano scoperte e appuntite. L’animale sembrava indifferente alla tempesta che imperversava attorno a loro, pronto ad attaccare da un momento all’altro. Se non fosse stato sul punto di morire, probabilmente avrebbe pensato che quel manto nero lo rendesse bellissimo e regale, maestoso e potente. Era una creatura davvero meravigliosa, peccato però che lo stesse per sbranare vivo. Non era il momento per restare affascinato dal suo aspetto, doveva trovare un modo per scappare da lì. Per andare dove però? Sarebbe stato più che impossibile riuscire a seminare quattro lupi, sicuramente non appena avesse fatto anche il più piccolo movimento lo avrebbero azzannato.
L’animale avanzò e di riflesso Harry fece un passo indietro, inciampando però sui suoi stessi piedi, cadendo a terra. Provò a indietreggiare spingendo con gambe e braccia, cercando di puntellare le mani nella neve nel tentativo di trovare del terreno solido su cui fare leva per rialzarsi, ma la neve era troppa, il vento era forte, la paura era tanta e le sue mani erano ghiacciate.
"È finita" pensò.
Una volta aveva letto che prima di morire si rivive tutta la propria vita nel giro di un istante, ma non ci aveva creduto. Aveva sempre pensato che negli ultimi istanti di vita una persona fosse troppo impegnata a pensare a ciò che stava realmente accadendo per potersi distrarre con i ricordi, che i pensieri si sarebbero concentrati sulla terribile prospettiva di un futuro inesistente, fatto di buio e di silenzio e di nulla, del terribile pensiero dell’ignoto. Invece, aveva sbagliato: in un attimo ripensò a quando da piccolo correva nel giardino davanti casa, ai dolci preparati con la madre, alle risate, ai pianti, a tutte le cose che aveva fatto, che avrebbe potuto e voluto fare. Pensò al padre che non aveva mai avuto occasione di conoscere bene, pensò a sua madre. Pensò anche a quegli ultimi due giorni che aveva vissuto che, per quanto potessero essere stati colmi di tristezza erano anche stati sorprendentemente divertenti ed emozionanti. Avrebbe voluto sapere di più su quel castello misterioso e i suoi abitanti, anche se era stato a causa della sua curiosità se ora si trovava in quella situazione. Avrebbe voluto scoprire tutti i segreti della Bestia, perché qualcosa gli diceva che ci fosse molto più che un mostro dietro a quel muso peloso. Quello che aveva vissuto era stato sicuramente qualcosa di nuovo e inaspettato. Forse, si disse era stato un regalo che gli aveva fatto il destino: aveva voluto fargli provare qualcosa di diverso rispetto alla solita monotonia, prima di lasciarlo morire sbranato dai lupi.
L'animale avanzò piano, una zampa enorme dopo l'altra, lasciando sulla neve impronte che venivano ricoperte quasi subito dalla neve che cadeva incessante. Con un ultimo balzo, gli fu sopra, le zampe puntate sulle sue spalle che lo costringevano a stare fermo a terra. Harry chiuse gli occhi, pronto a ricevere una stilettata di dolore quanto prima. Sentì il muso del lupo sul suo collo, il suo fiato caldo sulla pelle, il ringhio basso nelle orecchie ... ma improvvisamente tutto svanì e sentì solo un uggiolio di dolore. Aprì gli occhi di scatto e trovò davanti a sé la figura maestosa della Bestia. Non aveva mai pensato che un giorno sarebbe potuto essere felice di trovarselo davanti. Per un attimo la sua mente sfiorò il pensiero che avesse scaciato il lupo solo perché voleva ucciderlo con le sue stesse mani, ma l’idea sparì immediatamente non appena i quattro lupi e la Bestia cominciarono a lottare.
Il padrone del castello scoprì i denti, mostrando le zanne grosse e appuntite, tirò fuori gli artigli e con un balzo e una zampata scaraventò a terra il primo lupo.
Dalla sua posizione non riusciva a vedere molto, solo la schiena della Bestia che si alzava e abbassava freneticamente e si muoveva sinuosamente ogni volta che schivava o portava a segno un colpo. Uno dei lupi riuscì a superare la difesa della Bestia e provò ad attaccarlo ma lui fu più veloce e con un calcio lo scaraventò lontano. Man mano che la lotta proseguiva, attorno a loro la neve si tingeva di piccole chiazze rosso scuro e Harry sperò solo che il sangue appartenesse più ai lupi che a colui che era arrivato in suo soccorso.
In quel momento, con gli artigli sguainati, il vento forte che muoveva il suo mantello da una parte all’altra, e gli occhi blu che lampeggiavano nella notte, la Bestia era meravigliosa. Harry, immobile dal freddo e dalla paura, non riusciva a pensare ad altro che alla sua figura possente e maestosa, alla regalità nei suoi gesti in quel momento di lotta per la vita. Incuteva timore, ma l ragazzo si sentiva stranamente tranquillo, al sicuro, certo che nulla gli sarebbe potuto accadere finché sarebbe rimasto vicino a lui. Era un pensiero così strano, visto che fino a poco fa la Bestia lo terrorizzava ed era stato la causa della sua infelicità, dell’allontanamento di sua madre e della sua prigionia in un castello incantato -anche se l’ultima parte si era rivelata più piacevole di quanto pensasse.
Forse però erano solo il freddo e la stanchezza che lo stavano facendo vaneggiare. Si sentiva così stanco che a stento riusciva a tenere gli occhi aperti per seguire la lotta davanti a lui. Non voleva cedere al sonno prima di sapere come sarebbe andata a finire, anche se era sicuro che la Bestia avrebbe vinto, però lui si sentiva così debole … i gomiti su cui aveva tenuto il peso del busto tutto quel tempo cedettero e si ritrovò con la testa e la schiena immersi nella neve. Era fredda ma morbida e, in un certo senso, piacevole, non sarebbe stato male chiudere gli occhi e rimanere lì. Appena sentì l’ultimo lupo fuggire via permise al suo corpo di rilassarsi e, alzando un’ultima volta la testa e incontrando gli occhi blu del suo salvatore prima di chiudere i suoi e cedere alla stanchezza, riversando la testa all’indietro.
Percepì confusamente il suo corpo che veniva alzato da terra, ma non aveva le forze per guardare cosa stava succedendo. Sentì il lato sinistro del suo corpo entrare a contatto con qualcosa di morbido e caldo, e il lato destro venir circondato da possenti braccia. Era finita, adesso c’erano solo due possibilità: la Bestia lo avrebbe sbranato, oppure lo avrebbe portato in salvo. Qualcosa dentro di lui però gli diceva che poteva stare tranquillo e, senza pensarci due volte, si abbandonò al calore di quel corpo e il sonno prese il sopravvento.
 
 
Louis strinse al petto il corpo gracile e tremante del ragazzo. Poteva sentire il suo respiro farsi sempre più lieve.
Aveva un viso così delicato, era davvero bello. Desiderava averlo osservato meglio quando ancora aveva i suoi colori naturali e non adesso con le labbra viola e la pelle nivea. Ringhiò alla sua stupidità: se non lo avesse spaventato non sarebbe fuggito nel bel mezzo della notte in una foresta che non conosceva, durante una terribile bufera.
Circondò la sua testa con la mano per spingerlo maggiormente contro il suo corpo caldo e corse via in direzione del castello. Per la prima volta si trovò a ringraziare la fata per averlo tramutato in un mostro, grazie a quelle sembianze non sentiva freddo e poteva riscaldare più velocemente il corpo del ragazzo.
 
 
 
Dopo aver visto Harry correre via dal castello e Louis seguirlo poco dopo, Zayn e Liam avevano immediatamente avvertito gli altri. Si erano tutti organizzati per accoglierli con qualcosa di caldo e, per ogni evenienza, James aveva fatto portare in salotto tutti i medicinali e le erbe curative e disinfettanti che possedevano. Aveva inoltre messo a bollire dell’acqua con il sale e aveva fatto portare del di miele, ottimo antibatterico e cicatrizzante. Quando ancora aveva un aspetto umano, James era anche l’apprendista del medico del castello.
Liam e Zayn invece erano tornati verso l’ingresso, osservando la tempesta dalle finestre e pregando che ornassero entrambi sani e salvi. Il giovane era arrivato da pochissimo eppure si erano subito tutti affezionati a lui. Non solo perché rappresentava qualcosa di nuovo e l’unica possibile salvezza alla loro condizione ma per la sua gentilezza e la sua delicatezza. Era sempre così buono, riservava una parola carina a tutti e, nonostante tutto quello che aveva passato, aveva gli occhi luminosi
Louis invece negli anni era diventato più scostante, più difficile da avvicinare e, per quanto fossero sicuri che fosse in grado di cavarsela in qualsiasi situazione, erano comunque preoccupati per lui. Forse avevano sbagliato anche loro con lui negli ultimi tempi. Avevano smesso di preoccuparsi per lui, cominciando a vederlo solo con gli occhi e non più con il cuore, dimenticandosi che un tempo era il loro migliore amico. Liam soprattutto non aveva impiegato molto tempo prima di sostituire la bestia all’uomo e di questo si pentiva e si vergognava. Invidiava tanto Zayn che invece era riuscito a rimanere con i piedi a terra, continuando a trattare Louis come aveva sempre fatto, senza paura. Forse tra tutti era stato l’unico a capire che il comportamento rabbioso e l’alone di oscurità che avvolgevano la Bestia dipendessero non dal suo disprezzo e dal suo odio verso gli altri ma dalla rabbia nei suoi confronti per aver messo tutti in quella situazione.
 
 
Appena Louis entrò nel castello aprendo il portone con un calcio, Zayn gli andò subito incontro e Liam corse velocemente, per quanto le sue gambette di legno potessero permetterlo, ad avvertire Niall e James del loro arrivo.

–Ho avvertito gli altri e abbiamo adibito il salottino ad infermeria. Sono tutti di la– disse cautamente, osservando preoccupato il corpo di Harry abbandonato tra le braccia dell’amico.

Louis lo superò senza dire una parola, lasciando dietro di lui macchie bagnate di neve sporca.
Quando entrò nel salottino nessuno osò parlare. Il principe li guardò uno ad uno mentre percorreva la stanza in silenzio, aveva il respiro pesante e gli occhi blu colmi di preoccupazione, non di rabbia come al solito. Adagiò il ragazzo sul divano, le sue labbra erano ancora le labbra blu e la pelle era chiara, ma il respiro era migliorato. Sicuramente tenerlo al caldo contro il suo corpo aveva aiutato.

–Padrone– esordì James titubante avvicinandosi–Cosa è successo? – chiese.

Louis lo guardò velocemente poi spostò lo sguardo oltre la finestra del salottino, osservando la neve che cadeva sempre più forte. Aveva lottato contro quattro lupi quella sera e se lui, con una forza sovrumana aveva avuto difficolta, non voleva immaginare cosa avrebbe potuto fare il ragazzo.
“Probabilmente non ce l’avrebbe fatta” disse una vocina nella sua testa ma cercò di metterla a tacere stringendo forte gli occhi e scuotendo la testa.
Guardò il ragazzo che ora giaceva sul divano con i capelli sparsi in tutte le direzioni e il viso contratto in una smorfia sofferente. Ora che lo osservava con più calma, poteva vedere che le sue guance erano ricoperte da un sottile strato di lacrime che si erano ghiacciate contro la sua pelle. Doveva averlo spaventato davvero tanto. Forse aveva esagerato un pochino a reagire in quel modo … sentiva una strana sensazione alla bocca dello stomaco. Gli era ancora nuova ma la aveva già provata, sempre a causa del ragazzo, quando lo aveva imprigionato. Era davvero spiacevole e lo faceva sentire strano, come se dovesse fare qualcosa per porre rimedio a ciò che aveva fatto o detto. In tutta la sua vita, forse solo un paio di volte con le sorelle, mai si era sentito come se avesse sbagliato a comportarsi in un certo modo.

–È stato attaccato da quattro lupi. Sono arrivato appena in tempo ma deve aver preso molto freddo– disse dopo un po’ di tempo distogliendo lo sguardo dalla finestra e tornando a guardare la teiera. Aveva la voce stanca e affaticata. Lo stavano fissando tutti e, ad essere sincero, non poteva di certo biasimarli. Se fosse stato al posto loro si sarebbe guardato anche lui. Sicuramente aveva un aspetto orribile -più orribile del solito, insomma-. Adesso che era arrivato al castello poteva sentire tutta la stanchezza e i dolori che la lotta aveva lasciato su di lui. Desiderava solo potersi riposare, ma doveva prima accertarsi che il ragazzo stesse bene.

James si avvicinò al riccio e lo osservò attentamente.

–Bisogna togliergli immediatamente i vestiti. Qualcuno vada a prenderne di asciutti e puliti– disse sbrigativamente. Senza il calore della Bestia, Harry aveva ricominciato a tremare. Dovevano agire in fretta prima che la situazione precipitasse.

Louis rimase immobile, ancora in preda di ricordi e pensieri.

–Louis! – lo chiamò Zayn attirando la sua attenzione –Togligli i vestiti e fallo in fretta! Il ragazzo ha bisogno d’aiuto– esclamò gesticolando e facendo un passo verso di lui. Se avesse avuto un altro aspetto sarebbe stato sicuramente più minaccioso, ma il suo tono e la sua espressione mettevano ansia già così.

La Bestia li guardò uno ad uno, confuso. Perché doveva fare una cosa simile?

–Non penso sia una buona idea– disse.

–È proprio quello di cui ha bisogno invece! – sbottò nuovamente l’amico. –Io non posso togliergli i vestiti, sono un dannato candelabro e James è messo peggio di me– continuò –L’unico che può aiutarlo sei tu! Non rintanarti nel tuo guscio proprio adesso, Harry ha bisogno di te–

Si guardarono profondamente negli occhi per qualche istante, poi la Bestia, senza aggiungere altro, sollevò delicatamente il ragazzo e gli sfilò velocemente la maglietta bagnata. Ripeté la stessa azione con i pantaloni, accorgendosi solo in quel momento di quanto effettivamente la pelle del giovane fosse gelida.

–Nell’attesa che arrivino gli abiti asciutti e una coperta– iniziò James dopo un attimo di titubanza, non sicuro se ciò che stava per chiedere di fare al padrone fosse troppo o no –farebbe davvero bene al ragazzo se lei ci aiutasse a tenerlo al caldo– disse.

Louis corrugò le sopracciglia –Cosa dovrei fare? – chiese.

–Dovrebbe tenerlo stretto a sé … lei è caldo. Voglio dire più caldo … insomma … – balbettò James non sicuro di come spiegarsi.

La Bestia lo guardò e poi annuì. Fece per sollevare il riccio ma la voce della teiera lo fermò.

–Dovrebbe togliersi la maglietta in realtà– gli comunicò con sguardo basso e la voce che andava ad affievolire verso la fine della frase –Se non è un problema– aggiunse cercando di farsi piccolo piccolo mentre lo sguardo di Louis si scuriva.

–Ma quale problema, James– si intromise Zayn senza paura, con un tono anche leggermente spazientito. Non capiva come potessero essere tutti così lenti. Il ragazzo stava morendo di ipotermia davanti a loro, dannazione! Possibile che fosse sempre lui l’unico con un briciolo di cervello? Gli anni passavano, ma le cose non erano mai cambiate, per dare una svegliata al principe serviva sempre il suo intervento–Louis, fallo– disse.

–Perché? – chiese stringendo la stoffa della maglietta in un pugno all’altezza del petto. Sicuramente è un pensiero stupido, si ripeteva la Bestia, ma aveva davvero paura che quello potesse essere solo uno scherzo per metterlo in imbarazzo. Non pensava che i suoi amici e i servi del castello potessero arrivare a fare qualcosa del genere in una situazione così delicata. Purtroppo però, l’esperienza gli aveva insegnato che non si è mai troppo cauti. Non amava farsi vedere senza abiti, non andava fiero del suo corpo, del suo aspetto e non voleva mostrarsi a loro senza alcun tipo di velo. Inoltre, centrava anche il fatto che non voleva avere il corpo di Harry premuto contro il suo senza alcun tipo di velo. Lo trovava strano, soprattutto dopo anni che non aveva alcun tipo di contatto umano.

–La temperatura corporea di Harry, andando al di sotto il livello vitale, se così possiamo dire. Tecnicamente, la sua condizione si chiama ipotermia. Non siamo neanche ad uno stadio avanzato ma più si va avanti, più la situazione rischia di peggiorare in modo irrimediabile – iniziò cercando di essere il più chiaro possibile –Il modo più rapido per scaldare un corpo è metterlo a contatto con un altro corpo vivente. Considerando inoltre che la sua temperatura corporea è molto più alta rispetto a qualsiasi essere umano, Harry dovrebbe riscaldarsi in fretta– spiegò James.

Dopo un sospiro e un altro attimo di indecisione, Louis guardò Zayn. Nonostante tutto, era ancora l’unico in grado di capirlo, anche solo con uno sguardo. Il candelabro gli sorrise incoraggiante. Si sfilò la maglietta con un unico movimento lasciandola cadere a terra.
Niall trattenne il respiro alla vista dell’immenso petto della Bestia: i muscoli erano ben visibili sotto uno spesso strato di peli. Faceva paura ma era anche affascinate il modo in cui la sua parte animale si era fusa a quella umana creando quell’essere così terribile ma dalle proporzioni così perfette.
Louis evitò di guardare negli occhi chiunque in quella stanza e, senza dire un’altra parola, sollevò il ragazzo e lo poggiò al suo petto. Poi si sedette sul divano dove un attimo prima c’era il corpo del ragazzo, poggiando la schiena in parte sullo schienale in parte sul bracciolo in modo tale da stare comodo.
 
 
Il riccio era gelido e tremava, ma James lo aveva rassicurato che con il calore del suo corpo, il camino acceso e la coperta, presto avrebbe di nuovo avuto una temperatura normale. Sperava che si riprendesse in fretta. Non voleva pensare di averlo raggiunto troppo tardi, di aver indugiato troppo nella sua stanza pensando a cosa fare dopo che il giovane era fuggito via terrorizzato. Era furioso con sé stesso per non aver neanche provato a instaurare un rapporto con lui. Era lì da pochissimo era vero, ma gli altri ci avevano già parlato, avevano scherzato insieme … Lui invece aveva passato il giorno chiuso nella sua stanza a maledire la fata e a compiangersi, come se la sua situazione non fosse già cambiata ora che aveva Harry nella sua vita: una speranza di una vita normale, di poter restituire non solo a sé stesso ma anche a tutti gli altri un’esistenza normale che valesse la pena vivere.
Il riccio si agitò nel sonno, emettendo un piccolo gemito roco e, voltandosi leggermente, poggiò meglio il capo sul suo petto, seppellendo il viso tra la sua pelliccia calda. La Bestia lo guardò a lungo e, stringendolo a sé con una mano tra i suoi capelli, si addormentò pochi istanti dopo.
 
 
Verso tarda mattinata, Louis si svegliò riposato e sorprendentemente sereno, il corpo di Harry ancora schiacciato contro il suo. Il ragazzo aveva decisamente un aspetto migliore: il viso era roseo, le labbra di nuovo rosse e, soprattutto, non tremava più.
Cercando di fare il più piano possibile per non svegliarlo, Louis si alzò dal divano per raggiungere le sue stanze.
Cercò il suo mantello e la maglietta che si era tolto la sera prima ma non li trovò da nessuna parte. Sul tavolino accanto al divano vide però due piccole pile di vestiti ripiegati e, dopo un attimo, riconobbe alcuni dei suoi abiti. Si vestì velocemente e osservò per un’altra volta il ragazzo addormentato. Sperava che si sarebbe svegliato presto, aveva voglia di conoscerlo. Forse non aveva senso trattarlo così male, era spaventato quanto lui da quella situazione, anzi sicuramente di più. Prima di uscire dalla stanza, lo coprì meglio con la coperta per farlo stare al caldo.
 
Sarebbe voluto andare direttamente nelle sue stanze, avrebbe voluto darsi una lavata, controllare la rosa incantata, fermarsi a riflettere sugli eventi del giorno prima ma le risate provenienti dalla sala da pranzo lo distrassero.
Piano piano si avvicinò alla porta: Liam e gli altri erano sul tavolo e parlavano amabilmente. Nonostante fossero solo dei soprammobili lui li conosceva abbastanza bene da notare le loro facce stanche. Probabilmente li avevano vegliati per tutta la notte e, a giudicare dalla fascia che aveva attorno al braccio destro, dovevano anche averlo medicato. Doveva essere davvero stanco per non essersi accorto di nulla. Odiava il bruciore del disinfettante e in quei momenti protestava sempre come un bambino.
Appena aprì la porta le risate si interruppero immediatamente, le posture dei quattro divennero più rigide e Liam scattò immediatamente in piedi.

–Buongiorno, signore– disse velocemente.

–Buongiorno … a tutti– rispose Louis con voce incerta, osservandoli uno ad uno.

–Ha bisogno di qualcosa? – chiese James facendo un passo avanti.

–No, io … –

Erano mesi, se non anni, che non aveva una conversazione occasionale con qualcuno. Non sapeva nemmeno perché era entrato in quella stanza. Aveva solo pensato alle loro risate, li aveva visti sereni e il fatto che lui non fosse lì con loro lo aveva fatto sentire strano. Insomma, avevano sempre fatto tutto assieme, fin da quando erano piccoli.

Rimpiangeva di essere entrato lì dentro, con la sua sola presenza era riuscito a rovinare un momento di calma e tranquillità dopo che avevano passato tutta la notte svegli.

Si schiarì la voce. –Non ho bisogno di nulla– disse per poi indietreggiare e posare una mano sulla porta aperta –Io … Grazie per questa notte– disse velocemente guardando i loro visi per poi voltarsi velocemente.

–Louis– lo richiamò Zayn mentre gli altri si scambiavano sguardi confusi e maravigliati.

La Bestia si girò.

–È il nostro dovere e poi non avremmo mai permesso che vi accadesse qualcosa– gli disse –Spero che ci raggiungerai più tardi da Harry. Penso sia ora che sia tu che lui mangiate qualcosa– terminò con un sorriso carico d’affetto.
Louis annuì prima di uscire dalla cucina e andare nelle sue stanze
 
 
 
Sentiva la gola bruciare terribilmente, le palpebre pesanti e i muscoli doloranti.
“Sono morto?” pensò muovendo leggermente la testa per spostare il viso verso i raggi del sole che entravano dalla finestra.
Non riusciva ancora ad aprire gli occhi, voleva spostarsi, mettersi seduto un momento, provare a vedere dove fosse, cosa fosse successo, cosa ne era stato di lui, se fosse tutto intero … beh sull’ultima parte ci sperava davvero perché, oltre ai muscoli doloranti e alla difficoltà che aveva nel muovere le mani non sentiva assolutamente nulla di strano o diverso nel suo corpo. Nessun dolore particolare e forse stava bene, o forse era morto e quei dolori erano solamente alcuni che il suo corpo avrebbe manifestato prima di abituarsi all’aldilà. Sperava davvero che non fosse così …
Ricordava poco di quello che era accaduto: lui che scappava dal castello, l’attacco dei lupi, il freddo, la paura, la Bestia … La Bestia lo aveva salvato! Pensò aprendo gli occhi di scatto. Per un momento non vide nulla, ma non appena si abituò alla luce gli inconfondibili colori delle pareti lo rassicurarono, si trovava sicuramente al castello.
Tirò un sospiro di sollievo e per poco non pianse.
Quindi alla fine la Bestia non lo aveva sbranato e non lo aveva ucciso, anzi gli aveva salvato la vita e lo aveva portato al sicuro!
La porta si aprì leggermente ed entrò Zayn che, vedendolo sveglio gli andò incontro sorridendo.

–Finalmente sei sveglio, Harry. Ieri ci hai fatti preoccupare– disse.

Harry si sollevò provando a mettersi seduto e la coperta scivolò di lato, lasciandogli scoperta una spalla. Non si era neanche accorto di non avere più i vestiti addosso, ad esclusione dell’intimo. Istintivamente si coprì.

–Cosa- provò a dire. La sua gola bruciava terribilmente e aveva la voce rauca. A giudicare dal caldo che sentiva probabilmente aveva la febbre –Che cosa è successo? Dove sono finiti i miei vestiti? – disse debolmente.

Zayn sorrise intenerito. Il ragazzo sembrava un bambino con le guance rosse e gli occhi lucidi e la vocina delicata. Non aveva sicuramente una bella cera, ma preferiva vederlo in quello stato che pallido come la morte con le labbra blu.

–Louis ti ha portato qui. Eri completamente congelato. Ci ha raccontato che te la sei vista brutta contro dei lupi! – gli disse.
Il ragazzo annuì –Più che altro, lui se l’è vista brutta– rispose corrucciando le sopracciglia e ripensando agli eventi della notte precedente –Dov’è adesso? – chiese.

–Ci ha aiutato a toglierti i vestiti e ti ha tenuto al caldo tutta la notte. Eri davvero congelato, se non fosse stato per lui adesso non staresti così bene– spiegò.

Harry ringraziò di avere le guance rosse per la febbre perché altrimenti il suo imbarazzo sarebbe stato evidente –Lui mi ha tolto i vestiti e mi ha tenuto al caldo? – chiese.

Insomma, quello era davvero strano, era comunque il suo carceriere e poi era … un mostro! Sebbene nel suo cervello qualcosa gli dicesse che non fosse sempre stato così, che quell’aspetto da Bestia nascondeva qualcosa di tanto bello quanto ora era spaventoso, si sentiva ancora a disagio al pensiero.

Gli venne in mente il sogno che aveva fatto quella notte, per poco non lo aveva dimenticato. Aveva sognato di dormire stretto tra le braccia di un ragazzo bellissimo. Aveva un volto familiare, lo stesso del sogno della notte precedente. Non avevano parlato molto, o forse non lo ricordava, ma era sicuro di averlo guardato attentamente negli occhi: erano di un blu particolare che gli ricordava il cielo di primavera, un colore caldo ma a tratti talmente profondo da risultare freddo sebbene fosse luminoso. Abbracciato a lui sentiva caldo, tanto caldo, e la voce femminile che gli aveva già parlato una volta, continuava a ripetergli di stare tranquillo e di lasciarsi trasportare da quel calore e dalle sensazioni che stava provando.

Zayn annuì –Proprio così– disse –I tuoi vestiti sono sul tavolo. Ti lascio il tempo di cambiarti e arrivo con il pranzo– lo informò per poi avviarsi verso la porta.

–Grazie– rispose Harry.

Il candelabro gli sorrise –Di nulla. Stai al caldo, mi raccomando–
 
 
Quando il padrone fece il suo ingresso nel salottino, l’odore della minestra gli arrivò immediatamente alle narici, risvegliando il suo stomaco che emise un borbottio imbarazzante.
Lo guardarono tutti e Zayn ridacchiò sotto i baffi.
Rispetto a quando li aveva interrotti in cucina, l’atmosfera era molto più rilassata, nessuno si era irrigidito e le loro espressioni non erano cambiate drasticamente.
Harry però lo guardava con occhi leggermente spalancati e il cucchiaio fermo a mezz’aria, da cui gocciava un po’ di minestra.
Era contento che fosse sveglio. Alla vista dei suoi occhi verdi il suo petto si era alleggerito leggermente.

–Buongiorno– disse dopo essersi schiarito la gola.

–Buongiorno– rispose delicatamente Harry dopo poco, posando il cucchiaio nel piatto

I due si guardarono negli occhi per un po’, la stanza immersa nel silenzio più totale, era come se si stessero parlando senza bisogno di parole. La postura del riccio divenne più rilassata e la linea spessa tra le sopracciglia di Louis scomparve.

–La tua minestra è sul tavolo– esordì Zayn interrompendo il momento e facendo un cenno verso il piatto fumante davanti al caminetto.

Louis lo ringraziò e prese il piatto, poi la stanza tornò in silenzio per un po’, solo il rumore delle posate a scandire lo scorrere del tempo.

–Grazie per avermi salvato la vita– disse all’improvviso Harry in un sussurro.

Il principe lo guardò –Non c’è bisogno di ringraziarmi– rispose, parlando per la prima volta con il ragazzo senza usare ringhi o minacce.

Senza far rumore gli altri uscirono dalla stanza, era finalmente giunto il momento per quei due di fare le dovute presentazioni e di conoscersi meglio.

–Come stai? – chiese la Bestia delicatamente.

–Bene– rispose –Zayn mi ha detto che- il ragazzo abbassò lo sguardo imbarazzato –Insomma, mi ha detto ciò che hai fatto per me. Grazie, ti devo la vita–

Senza accorgersene erano passati dal “lei” al “tu”, ma forse dipendeva da quello che avevano passato la notte prima. Era impossibile non stringere alcun tipo di rapporto dopo aver vissuto un’esperienza al limite tra la vita e la morte.

–Ho solo tentato di rimediare dopo averti spaventato– disse –Anche se non saresti dovuto entrare comunque nelle mie stanze– continuò guardandolo negli occhi.

Harry abbassò lo sguardo –Stavo solo tentando di capire … mi trovo prigioniero in un castello bizzarro dove l’unico essere umano sono io! – esclamò rialzando il viso –Avrò il diritto di sapere! – disse alzando la voce.

–Qui siamo tutti esseri umani– lo corresse severamente la Bestia con voce dura –Abbiamo solo perso l’aspetto a cui sei abituato–

Harry sbarrò gli occhi, preso in contropiede: era stato così preso da sé stesso e da tutte le stranezze che lo circondavano da non essersi accorto della cosa più ovvia. Erano tutti esseri umani.

La Bestia si alzò posando il piatto sul tavolino davanti al camino, poi gli diede le spalle e si voltò verso la finestra per guardare fuori. La neve scendeva ancora, anche se meno fitta della notte prima.

–Non pensavo che mi avresti aggredito a quel modo– disse Harry. Probabilmente era la cosa sbagliata da dire, ma non riusciva a trovare altre parole e non voleva lasciar cadere la conversazione nel silenzio.

–Ti ho dato un intero castello a disposizione e tu sei andato nell’unico posto in cui ti avevo proibito di andare– rispose la Bestia con un ringhio velato nella voce. Il ragazzo voleva davvero mettere alla prova la sua pazienza, già limitata di suo, ma lui aveva altri piani. Doveva cercare di mantenere la calma.

Harry deglutì e guardò nella sua direzione, verso la finestra. Per un momento il suo cuore perse un battito perché nel vetro della finestra vide il volto del ragazzo che continuava a sognare da quando era arrivato al castello. Non aveva un’espressione sorridente e allegra, era più pensierosa e sofferente, ma era sicuramente lui.
Un battito di ciglia dopo però, il colto era scomparso. Che se lo fosse immaginato? Magari era solo un’allucinazione data dalla febbre.

–Credo che sia il caso di fare le presentazioni come si deve– disse la Bestia distogliendolo dai suoi pensieri. Ora lo guardava di nuovo, e i suoi occhi avevano una luce calma e rassicurante.
Harry rimase sorpreso, non si aspettava che potesse cambiare atteggiamento in modo così repentino da un momento all’altro, dal giorno alla notte.

–Io sono Louis– disse avvicinandosi.

–P-piacere. Io mi chiamo Harry– rispose e la Bestia gli porse la mano -o meglio, la zampa. Il ragazzo la strinse dopo un momento di esitazione e per la prima volta non si sentì un prigioniero in quel castello.





 

Angolo Autrice
Sono finalmente tornata con un nuovo capitolo!

Ringrazio chiunque abbia letto la storia fino ad ora e chiunque l'ha insierita tra le Preferite/Seguite/Ricordate. Grazie di cuore.
Potete trovare questa storia anche su Wattpad, e potete commentarla sui social utilizzando l'hashtag #HarryAndTheBeast. Per qualsiasi cosa potete sempre trovarmi sul mio Twitter Flamss_

A presto,
DeathLady xx

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Death Lady