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Autore: martioriginal    11/08/2019    0 recensioni
[Sotus the Series]
Breve storia riguardante la ship KongArthit di SOTUS. La storia è ambientata nel periodo in cui Arthit e Kong sono separati, per intenderci post Our Skyy, perché Kong si trova a studiare in Cina. Il periodo di separazione è visto dal punto di vista di Arthit.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 3: Vuoi stare con me per sempre?


Quei pochi giorni insieme erano trascorsi troppo velocemente, decisamente troppo, troppo, troppo velocemente e Kong era tornato in Cina. In compenso i mesi successivi trascorso con una lentezza infinita, quei diciassette mesi ad Arthit sembrarono un secolo, ma in realtà gli fecero comodo per organizzarsi.
Aveva deciso di chiedere a Kong di sposarlo. Sapeva che era una cosa assurda, ma ormai aveva preso la sua decisione. Vederlo di nuovo e poi doverlo lasciar andare via, gli aveva fatto capire che non voleva più rinunciare a lui, per nessuna ragione al mondo, quindi doveva organizzarsi nei minimi dettagli.
Aveva deciso di preparare una grande festa con i parenti, tutti gli amici dell’università, compresi quelli che Kong aveva conosciuto durante gli ultimi due anni, quando lui invece si era già laureato, tutti i colleghi di lavoro, che avevano avuto modo di conoscere anche Kong durante l’internato alla Ocean Electric.
Per cominciare decise di andare a parlare con i genitori di Kong. Aveva conosciuto il padre proprio a lavoro, aveva avuto modo di rapportarsi con lui tre volte, anche se nelle prime due occasioni non conosceva la sua identità. Avevano avuto un buon rapporto, ma doversi presentare per ciò che era davvero lo metteva particolarmente in ansia. La famiglia Suthiluck era molto famosa e aveva paura di essere allontanato, ma per lui l’approvazione del padre di Kong era fondamentale. Voleva essere accettato come il fidanzato di Kong, non voleva più nascondere i propri sentimenti.
Kongpob gli aveva detto più volte che il padre prediligeva le persone gentili ed educate, ma con un carattere forte e deciso: Arthit era piuttosto convinto di rispettare in pieno quelle caratteristiche, infatti il padre di Kong l’aveva preso subito in simpatia durante gli interventi di lavoro e questo lo faceva sentire un po’ più sicuro.
L’ansia non era poca, anzi semmai tutto il contrario, l’incontro durò parecchio ed Arthit ci mise un po’ prima di arrivare al nocciolo della questione, ma alla fine il signore Suthiluck gli sorrise e gli disse che aveva già capito tutto nel momento in cui era andato a far visita all’azienda e aveva notato il modo in cui Arthit aveva guardato Kong, anche se non aveva mai detto niente su quell’argomento; così acconsentì alla proposta, con grande sorpresa da parte di Arthit, che si aspettava già di dover fare più di un tentativo prima di ottenere un sì.
Dopo aver fatto il passo più difficile, non gli restava da far altro che preparare tutto il resto. Contattò tutte le persone che conoscevano entrambi, non voleva che mancasse nessuno, doveva essere tutto perfetto ed organizzato nei minimi dettagli. Lui sarebbe andato a prendere Kong all’aeroporto, quindi aveva bisogno di qualcuno che tenesse d’occhio tutto il resto, e chi poteva farlo meglio dei suoi fidatissimi hazer? Li recuperò tutti e, ovviamente, tutti e quattro i ragazzi gli diedero il loro appoggio e, insieme, iniziarono ad organizzare la festa; per grande fortuna di Arthit, parteciparono anche le ragazze all’organizzazione dell’evento.
Ci volle più del previsto per accordarsi con tutte le persone e Arthit finì di preparare tutto solo con una settimana di anticipo.
Ormai restava solamente una settimana, una settimana e poi Kong sarebbe tornato a Bangkok per sempre, e in quella settimana doveva scegliere la cosa più importante: l’anello.
Kong gli aveva regalato un anello due anni prima, lo portava sempre, tutti i giorni, gliel’aveva dato proprio il giorno in cui era partito per studiare in Cina, ma adesso si trattava di qualcosa di diverso, Arthit aveva bisogno a tutti i costi di un anello per farle la proposta al suo ragazzo. Voleva qualcosa di fine, elegante, non troppo ingombrante, qualcosa che potesse piacere a Kongpob. Alla fine lo trovò nello stesso centro commerciale del loro primo appuntamento: un anello in oro, fine e senza decorazioni, quasi come una fede, gli sembrava la scelta più adatta. All’interno fece incidere il proprio nome, Arthit, per il significato del termine. Arthit voleva dire “sole” e quando Kong gli aveva regalato l’anello prima di partire, gli aveva detto “Questo sole mi appartiene, lo riservo.” Arthit si sarebbe ricordato quelle parole per sempre e voleva dimostrare a Kong che, sì, gli apparteneva, quindi quello era il modo più romantico per farlo.
Dopo la scelta dell’anello, il resto della settimana passò alla velocità della luce, così velocemente che Arthit quasi non se ne rese nemmeno conto.
Il fatidico giorno arrivò ed andò a prendere il proprio ragazzo all’aeroporto. Era felicissimo di vederlo, così felice che non riusciva nemmeno ad esprimere la propria gioia a parole, così si limitò ad abbracciarlo forte quando si trovarono l’uno di fronte all’altro.
Cercò di comportarsi normalmente, ma ormai Kongpob lo conosceva bene e aveva già capito che gli stava nascondendo qualcosa. Arthit era nervoso, era agitato, stava per fare una dichiarazione in grande stile, davanti ad un sacco di persone, era impossibile non agitarsi.

“Ho invitato qualche amico per festeggiare il tuo ritorno, sono tutti impazienti di vederti, soprattutto M, non ha fatto altro che sentiva la tua mancanza.”

In un altro caso, Arthit sarebbe stato geloso nel sapere che Kong mancava così tanto a qualcuno, ma lui ed M erano migliori amici e si conoscevano da prima dell’università, in più M aveva una relazione stabile con May, perciò non aveva niente di cui preoccuparsi.

“In realtà avrei preferito stare un po’ con te, però sono contento di vedere gli altri.”

“Io e te avremo un sacco di tempo per stare insieme.”


Kong lo guardò in maniera un po’ strana, non era da Arthit dire cose del genere, ma alla fine non disse niente, era un po’ stanco per il viaggio e non ci fece più di tanto caso.
Arrivarono alla festa in perfetto orario, ma era ovvio dato che Arthit aveva calcolato tutto nei minimi dettagli, compresi eventuali ritardi del volo, che fortunatamente non si erano verificati.
Kongpob rimase stupito nel vedere tutte quelle persone, si aspetta qualche invitato, non mezza Bangkok e la cosa lo lasciò davvero sconvolto, soprattutto perché lo collegò alla stranezza di Arthit in aeroporto, ma in ogni caso non ebbe il tempo di pensarci perché fu rapito da M e Wad che volevano tutte le notizie possibili sull’università in Cina.
Quando Arthit comparse dietro di lui era vestito diversamente, indossava un completo elegante, bordeaux, gli donava moltissimo. M e Wad l’avevano distratto così tanto che non si era nemmeno accorto che Arthit si fosse allontanato per cambiarsi…e poi perché si era dovuto andare a cambiare?
Improvvisamente Arthit prese la mano di Kong, davanti a tutti. La loro relazione non era un mistero, tutti gli amici e i colleghi sapevano che stavano insieme da quando Kong era al primo anno di università ed Arthit al terzo, ma Arthit non era il tipo da esporsi in pubblico senza motivo, quindi Kong rimase sorpreso da quel gesto, e rimase ancora più sorpreso quando il più grande iniziò a parlare.

“Cercherò di essere breve, sai che sono timido e non sono il tipo da fare certe cose, ma ci tenevo. In questi due anni in cui siamo rimasti distanti, ho capito che non posso vivere senza di te, voglio stare con te per sempre. Ti ricordi cosa mi hai detto in aeroporto prima di partire? Mi hai detto che ero il tuo sole e che ero prenotato da te, beh Kongpob, oggi sono io a dirti che questo sole ti appartiene e ti apparterrà sempre…”

Prima che Kong potesse rispondere, Arthit si inginocchiò e tirò fuori dalla tasca una scatoletta nera, aprendola verso il ragazzo, rivelando così l’anello che aveva scelto per lui.

“…io voglio stare con te per tutta la vita, e tu? Vuoi stare con me per sempre? Vuoi sposarmi?”

“Ma…Arthit in Thailandia i matrimoni gay non sono leg---“

“A Taiwan sì, e anche in tantissimi altri Paesi, a me non importa dove ci sposeremo, io voglio solo avere la certezza di rimanere per sempre con te, non voglio più separarmi da te adesso che sei tornato, nemmeno un giorno.”


“Allora che aspettiamo a prenotare un volo per Taiwan? Sì, sì, sì, e mille altre volte sì, nemmeno io voglio più separarmi da te, sei il mio sole e lo sarai sempre.”

E fu in quel momento che Arthit si alzò di scatto per baciarlo, ma Kong l’aveva già preceduto e le sue mani erano già andate ad incorniciare il volto del maggiore per attirarlo a sé.
Sei anni insieme e quello era, in assoluto, il momento più bello che avessero mai potuto condividere. Tutti gli invitati esplosero in un applauso di gruppo, condito da urla di gioia e fischi, ma Arthit e Kong non se ne accorsero nemmeno. In quel momento tutto il resto del mondo aveva perso significato, in quel momento c’erano solamente loro due, loro due più felici che mai, con la consapevolezza che niente e nessuno avrebbe mai più potuto separarli.
 
 
Note dell’autrice:
Eccoci qui, giunti al capitolo conclusivo, mi sembra assurdo essere finalmente riuscita a pubblicare una storia a capitoli invece che una one-shot. In tutti questi anni ho sempre e solo pubblicato one-shot, mi sentivo più ispirata e sicura con quelle, ma questa volta ho deciso di provare a scrivere qualcosa a capitoli ed ecco qui il risultato. Spero che la storia vi sia piaciuta.
Arthit e Kong sono entrati nel mio cuore, così come Krist e Singto – gli attori che li interpretano – diversi mesi fa e non ne sono più usciti, quindi sentivo proprio il bisogno di scrivere qualcosa dedicato a loro due, nonostante siano passati moltissimi anni dall’ultima volta che ho scritto qualcosa.
Spero che questo mi dia la carica per tornare a scrivere qualcosa di nuovo e che voi abbiate voglia di continuare a seguirmi.
Grazie per aver letto questa storia.
A presto (magari davvero con qualcosa di nuovo),
Marti.
   
 
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