Capitolo 47
Regina aveva ragione. Per concludere la loro
missione nella foresta incantata, mancava solo un elemento, ma tutti sapevano
che era il più infimo da trovare, sempre se era ancora reperibile da qualche
parte.
Probabilmente la pericolosità nel trovare la
scintilla oscura, ciò che mancava di quella terra, era uguale, se non peggio, a
quella per catturare l’ombra dell’isola che non c’è.
“Come
facciamo a procurarci questa scintilla, se per il momento non esiste un dark one?” chiese Henry, sollevando una domanda intelligente.
“Abbiamo la certezza che il suo potere è ancora
in giro. Emma ha sconfitto il dark one, ma non la sua
oscurità. Ora sarà in giro ad attendere la sua prossima vittima da possedere!”
disse Regina.
“E come pensi di trovare questo potere e
soprattutto qualcuno disposto ad accettare un tale fardello?” chiese Killian.
“Io non credo sia un problema trovare qualcuno
che voglia possedere un tale potere, solo
trovare quella magia oscura sarà complicato. Soprattutto perché non possiamo
percepirla essendo la foresta incantata impregnata di negatività!” disse
Regina.
“Anche se la trovassimo mamma, saresti davvero
disposta a condannare qualcuno a un tale destino?” chiese Henry.
“Si Henry. Qui la vita di miliardi di persone
sono in gioco. Una è sacrificabile. Dovessi essere io stessa!” disse Regina,
sebbene non voleva minimamente ottenere un tale potere. Aveva avuto già la
possibilità di entrare in contatto con l’oscurità e mai avrebbe augurato a
qualcuno quel fato. Era come sentire il fuoco nelle vene e non riusciva a
respirare mentre quella magia cercava di prendere possesso del suo essere. Non
poteva nemmeno immaginare quello che avevano provato Emma e Killian
a essere posseduti da quella magia così a lungo. Gold non gli faceva alcuna
pena invece…lui quel potere lo cercava…lo amava, di certo per lui non si era
mai rivelato una tortura. Nonostante lo avesse portato più volte a distruggere
la sua famiglia, lui aveva continuato a bramare quel potere.
“No Regina. Non si dovrà arrivare a tanto!”
disse Emma, prima di gemere.
Tutti se ne accorsero e Killian
le fu accanto “Swan, tutto bene? Sei ferita?”
Chiese
l’uomo preoccupato.
“No, sto bene Killian.
Ho solo queste fitte alla schiena…passeranno!” disse la salvatrice abbozzando
un sorriso.
Regina la osservò preoccupata, poi disse “Direi
di tornare al castello e da li escogitare un piano. Non abbiamo più cibo, né
acqua, non potremo proseguire da qui!” disse Regina, per poi con un gesto della
mano, trasferire tutti al castello.
Rimase sorpresa quando vide che non si era
trasportata all’interno della struttura crollata, ma nei pressi.
Era sicura di aver pensato a sua figlia e di
aver visualizzato nella mente il luogo dove volesse comparire e per un attimo
non comprese dove avesse sbagliato. Sapeva che poteva esserci l’eventualità che
i poteri potessero fare cilecca, era già successo, ma non era quello il motivo
e guardandosi attorn0 potè giungere alla conclusione
dell’enigma.
Intorno a quello che restava del castello, vi erano
numerosi demoni e cadaveri degli abitanti uccisi che avevano scoperto che sotto
quelle macerie, c’era qualcuno vivo.
Si vedevano infatti molti di loro battere su
quella che era, senza ombra di dubbio, una barriera magica.
“Le bambine hanno alzato una barriera magica
che non riesco ad oltrepassare!” disse Regina stringendo i pugni “Dobbiamo raggiungerle
prima che cedano e quegli esseri le raggiungano!”
“Come pensi di fare? Sono tanti e la mamma
sembra piuttosto fuori combattimento!” disse Henry, indicando Emma.
La donna era in ginocchio, mentre si poggiava
con la mano alla corteccia dell’albero e stringeva la presa per il dolore che
in quel momento le stava attanagliando il corpo.
“Love, cosa ti succede?” chiese Killian sorreggendola “Questo mal di schiena non è normale,
sicuri che non si sia fatta male o sia
stata colpita da qualche incantesimo?” chiese il pirata preoccupato.
“No, niente del genere, non quando era con noi
almeno. Forse è successo in qualche altro viaggio e gli effetti si stanno
verificando ora!” disse Henry, non sapendo come gestire la situazione. Regina
da sola non poteva sperare di abbattere tutti quei nemici. Erano un esercito
contro solo quattro di loro.
Regina pensava la medesima cosa e spostava lo
sguardo dalla salvatrice al castello.
“Forse è questo posto. Ogni volta che ha a che
fare con gli inferi, rimane ferita e…” cominciò Killian,
ma Regina lo interruppe “Qualsiasi cosa sia, non possiamo scoprirlo rimanendo
qui a perderci in chiacchiere!” disse per poi avvicinarsi a Emma. Le si
inginocchiò accanto e cominciò s strofinarle la schiena, aiutandola un po’ con
il dolore che provava.
Lentamente la fitta passò e la salvatrice potè finalmente riprendere
fiato.
“Emma, abbiamo bisogno del tuo aiuto. So che
stai male, ma so anche che puoi farcela. Tu puoi oltrepassare la barriera che
le bambine hanno eretto. Riesci a portarci dentro? Abbiamo poco tempo e
dobbiamo ancora trovare la scintilla dell’oscurità e tornare subito a Storybrooke!” disse Regina con voce preoccupata.
Emma la guardò negli occhi mentre cercava
ancora di riprendere fiato. Annuì e poi chiuse gli occhi per concentrarsi.
Ci vollero un paio di minuti, ma finalmente
l’ambiente intorno a loro cambiò e si ritrovarono all’interno delle segrete del
castello, dove si poteva vedere di tanto in tanto della polvere cadere dal
soffitto, come a voler indicare che il posto avrebbe retto ancora poco ai colpi
dei demoni.
Regina corse vicino alle bambine che si
trovavano al centro della stanza con le mani alzate. Era chiaro che stavano per
cedere dalle smorfie sui loro visi. Non potevano reggere un tale peso e
improvvisamente le piccole spalancarono gli occhi quando sentirono la pressione
alleggerirsi.
“Mamma/Regina!” urlarono Alice e Roni in contemporanea, felici di rivedere la donna sana e
salva.
“Riposatevi bambine, ora ci penso io!” detto
questo, Alice si guardò intorno in cerca di qualcuno. Il ritorno di Regina
poteva significare anche il ritorno dei suoi genitori.
La piccola li vide poco distanti, vide Killian tenere Emma, mentre i suoi nonni la circondavano
con aria preoccupata.
“Mamma!” urlò Alice, correndo da lei. L’abbracciò
e Emma ricambiò cullandosela un po’, poi
disse “Sei stata bravissima. Hai protetto queste persone. Lo stesso vale per te Roni!”
disse alla piccola, che la guardava poco distante, la quale arrossì.
“Dov’è Chloe?” chiese
Killian, mentre accarezzava la testa della figlia.
“Sono qui!” disse Chloe
che era poco dietro a Snow, cercando di vedere cosa
stava succedendo e quando vide Emma seduta a terra non in piena forma, con aria
preoccupata le chiese “Stai male? Quei mostri ti hanno fatto male?”
Anche Snow e David
volevano sapere cosa fosse successo, se fosse ferita o altro.
“Sto bene!” disse Emma, volendo
tranquillizzarli, ma poco serviva.
“è da un po’ che soffre di mal di schiena e non capiamo a cosa è dovuto. Non le è
successo niente che lo spieghi!” disse Henry confuso “Mi sembra esagerato per
uno strappo muscolare.
“ha avuto mal di schiena anche prima che
partiste!” disse Snow.
“Quindi hai questi dolori da quando siamo
giunti in questa terra love?” chiese Killian,
ricevendo una risposta affermativa della moglie.
“Allora è per forza di cose questo posto, sarà
questa energia negativa. Dobbiamo andarcene da qui e tornare a Storybrooke!” disse l’uomo.
David speranzoso chiese “allora avete trovato
tutto quello che ci serve?
“No, ci manca solo un elemento, ma…” Killian sospirò “ è la scintilla oscura e con questo credo
di aver detto tutto!” disse, poco prima di sentirsi stringere la mano e vedere
Emma che si raggomitolava su sé stessa.
“Emma!” disse Killian,
chiamandola preoccupato.
“Dobbiamo portarla in ospedale!” disse Alice
vedendola nel dolore.
“Non possiamo ancora andarcene tesoro. Abbiamo ancora
una cosa da fare e…” cominciò Snow, cercando di
rassicurare la nipotina, ma Emma con voce tremante disse “No…abbiamo finito…”
“Love, senza la scintilla non possiamo…”
cominciò Killian, sebbene fosse il primo a voler
mandare all’aria tutto e portare al sicuro sua moglie.
“Io so dove si trova la scintilla…è a Storybrooke!” disse Emma, rilassandosi quando sentì il
dolore scemare.
“Cosa? Mamma, di cosa stai parlando?” chiese
Henry confuso.
“La scintilla del primo oscuro…di Nimue…quando ero una dark one…l’ho
conservata e…”non terminò la frase, che Killian si alzò
in piedi ed con voce adirata disse “Tu cosa? Hai conservato la scintilla
oscura? Hai davvero tenuto una cosa così pericolosa?” chiese Killian infastidito.
Emma abbassò lo sguardo e annuì.
“E quando avevi intenzione di dirmelo…oh
aspetta. Non lo avresti fatto se non fosse servito per questo scopo. Come non mi hai detto che sentivi
ancora il pugnare del signore oscuro e mi hai nascosto la presenza in casa
nostra della chiave della cripta del signore oscuro fin quando non è servito!”
disse Killian alterandosi “è questa la fiducia che
hai in me? Avevamo giurato di non nasconderci niente, ma tu continui a farlo
e…” Killian non terminò la frase che le diede le
spalle e diede un forte calcio a un secchio, rovesciando l’acqua al suo interno.
“Killian io…”
cominciò Emma, ma venne zittita dal pirata “No, non mi parlare Swan….non lo fai quando devi? Allora non dirmi niente!”
David in una situazione normale avrebbe ucciso
il pirata per aver trattato la figlia in quel modo, ma non poteva dargli torto “Aspetta,
non hai usato la scintilla per unire excalibur?”
“Si, ma non ricordo come ragionavo quando ero
la dark one, ricordo solo che ho deciso di non usarla
tutta, nel caso mi fosse servito e...” Emma sospirò e guardò Killian che ancora le dava le spalle.
Si alzò in piedi, dato che aveva un momento di
pausa da quelle strane fitte, si sentiva sicura di poterlo fare. Poggiò una
mano sulla spalla di Killian che la respinse “Non ti
ho detto niente perché, me ne sono sbarazzata. Quindi credevo che non avesse
più importanza!”.
“quindi che fine ha fatto?” chiese Henry.
“Avevo fretta di sbarazzarmene, ma sapevo che
quella scintilla poteva essere pericolosa nelle mani di qualsiasi persona
ignara di cosa fosse, così l’ho data all’unica persona che conosceva il suo
potere!”
“Al coccodrillo?, l’hai data a Gold?” chiese Killian con lo stesso di tono usato poco prima.
“Ho avuto paura di tenere quella cosa è l’ho
data via il prima possibile…ti sembra tanto strano? C’è un motivo per cui non
ti ho detto niente. Tu non c’eri più ed era colpa mia e di quella scintilla.
Sei stato ferito da excalibur perché Artu la voleva e per questo sei morto!”
“Sono poi tornato in vita, potevi dirmelo?”
disse Killian seccato.
“A quale scopo? Cosa avresti fatto eh? Una volta
tornato quello che volevo era buttarmi tutto alle spalle, poi e arrivata la
regina cattiva, poi la fata nera che
sinceramente la scintilla mi è proprio passata di mente!” disse Emma esasperata
per la situazione. Odiava quando Killian ce l’aveva
con lei, soprattutto per una cosa che aveva completamente scordato dato il
trambusto di quel momento.
“Qualunque sia la motivazione del suo gesto
pirata, direi che possiamo perdonarla dato che ci serve!” disse Regina, per poi
fare una smorfia, quando sentì un forte colpo sulla barriera da lei alzata.
“E secondo te il coccodrillo ce la concederà
senza chiedere qualcosa in cambio?” chiese Killian.
“Deve se vuole mettere in salvo la sua famiglia!”
disse Henry.
“E una volta tornati a Storybrooke
potremo procurarci anche il cappello del
cappellaio matto, così avremo quattro delle cinque scintille che ci
servono!” disse Snow.
“E la quinta scintilla, quella riguardante il
mondo reale non dovrebbe essere un problema!” disse David.
“Ok, muoviamoci e andiamocene da qui!” disse Killian, che sebbene seccato, non aveva scordato che Emma
aveva bisogno di essere controllata.
“Te la senti ad aprire un portale per Storybrooke Emma?” chiese Snow,
accarezzando la schiena della figlia.
“Si, mi sento bene adesso…qualunque cosa sia,
mi concede fortunatamente delle pause, ma una volta che noi ce ne saremo
andati, cosa ne sarà della gente qui
sotto? Non possiamo lasciarla in balia di quei demoni!” disse la
salvatrice.
“Portateli con voi!” disse Henry.
Tutti si girarono a guardarlo confusi. Non per
quanto affermato, ma per il modo in cui l’aveva detto.
“Henry, perché stai parlando come se tu non
fossi incluso?” chiese Regina, guardando il figlio, ma senza perdere la
concentrazione.
“Io non verrò, mamma!” disse Henry.
“Henry…” cominciò Emma, ma il figlio alzò una
mano per metterla a tacere.
“Mia moglie e mia figlia sono qui, una volta
che sarete partiti, le raggiungerò. Non posso abbandonarle!”
Emma sorrise tristemente. Aveva ragione e
abbracciò suo figlio. “Una volta che questa storia è finitatu,
tua moglie e la mia nipotina, dovrete venire a trovarci. Lucy non viene da
molto tempo a trovarci. Chissà quanto è cresciuta!”
Henry stava per parlare, ma Emma continuò “La voglio
vedere di persona, non solo dalle foto!”
Henry sorrise “D’accordo mamma!”
“Ti abbraccerei anche io se potessi, ma…” disse
Regina, prima di sentirsi stringere da dietro dal figlio.
“Ti abbraccio io allora! Stammi bene mamma,
occupati dei miei fratelli e salutami
Robin!” disse Henry.
“Henry…ti prego vieni con noi!” dissero all’unisono
Roni e Alice abbracciando il fratello.
“Non posso piccole, ma verrò a trovarvi presto,
ok?” le bambine annuirono “E verrò a trovare anche te Chloe,
siamo fratelli ora, giusto?” disse l’uomo facendole l’occhiolino.
“si!” disse la bambina sorridendo.
Salutò anche i suoi nonni, dopo di che Emma
fece quello che doveva fare. Aprì un portare e dall’altro lato si poteva
intravvedere il campanile di Storybrooke.
“Mi raccomando Henry, stai attento!” disse
Emma, per poi lasciare il compito a Regina, di
mandarlo fuori da quel luogo prima che crollasse tutto, dopo, che avendo
lasciato cadere la barriera, i demoni avevano campo libero per quel luogo. Tutti
erano pronti a varcare il confine che li avrebbe salvati da una morte certa.
Storybrooke li stava aspettando.