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Autore: Eliessa    13/08/2019    0 recensioni
Elena è studentessa di giurisprudenza divisa tra studio e lavoro.
Un giorno per caso conosce un uomo: Alessandro, il classico ragazzo moro e palestrato.
Ma chi è lui che appare così all'improvviso nella vita di Elena scombinandole i suoi piani per il futuro e mettendo in discussione l'essere stesso di Elena?
Cosa diventerà Alessandro per lei?
Un amico? Un amante? Un fidanzato? Un estraneo?
Sarà amore o solo passione?
Le domande sono tante, ed Elena deve cercare di trovare una risposta a questo futuro che non pensava di vivere.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 2

La notte era passata tranquillamente. Per Ginevra era passata tranquillamente mentre io per la prima volta avevo passato la notte in bianco ripensando a quel ragazzo, di cui non sapevo neanche il nome ancora.
Mi stavo facendo suggestionare così tanto dalle parole della mia amica che il ragazzo senza nome non mi faceva prendere sonno. Perché?
Non avevo tempo da dedicare ai ragazzi, dovevo lavorare e studiare soprattutto, così da riuscire a laurearmi e ad andare via da questo posto un giorno.
Non che mi mancassero le possibilità, ma volevo farcela da sola.
Il casale in cui vivevo mi iniziava a stare stretto. Mi sentivo chiusa in una gabbia d’oro, avevo tutto quello che una persona potesse desiderare tranne la felicità e quella i soldi non possono comprarla.
I giorni passavano, trascorrevano tutti uguali, casa, lavoro, studio, palestra, e pensieri fin quando un pomeriggio entra nel consorzio lui, il Dio della perfezione, l’uomo che riusciva a tenermi sveglia la notte. L’uomo di un’altra.
-Buongiorno.-
-Salve.-
risposi.
-Sei sempre così formale?- chiese sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi e togliendosi gli occhiali da sole mostrando quel suo sguardo da incanto. Da brivido.
-Cerco solo di essere gentile con i clienti.- Un attimo di silenzio tra noi e quel vuoto che si era creato mi iniziava a far sentire in imbarazzo.
-Alessandro.- dice tendendo la mano destra.
-Elena.- rispondo stringendogliela. Che mano possente, da uomo. -Allora, com’è andata la cena?-
-Benissimo, devo dire che sei davvero esperta nel tuo lavoro o meglio nel consigliare il vino.-
-Beh, ci sono nata nel vino, nelle vigne. Ormai il vino non ha segreti per me.-
-Ed oltre ad occuparti di vini, hai altre passioni?-
-Non saprei.-
-Come non sai? Non fai nulla il giorno?-
-Non ho molto tempo da dedicare ad altro, sono sempre impegnata con lo studio.-
-Quale facoltà frequenti?-
-Giurisprudenza a Roma.-

-Alla Sapienza?- annuisco.
-E tu? Oltre ad occuparti di tua moglie hai anche un lavoro?- Lui rimane a fissarmi negli occhi.-Credi che non abbia notato la fede l’altro giorno?- rispondo sarcastica.
-Avrei preferito che notassi me e non la mia fede.- risponde rigirandosela tra le dita della mano e poi di nuovo il silenzio tra noi.
-Hai voglia di un bicchiere di vino?- Come mi è saltato in mente di invitarlo a bere un bicchiere di vino con me. Mi prenderei a schiaffi da sola, ma per una volta potevo anche lasciarmi andare, o no?
-Perché no, accetto volentieri.- annuisco sorridendo leggermente e prendo dalla vetrina dietro il bancone due calici e una bottiglia di vino bianco, abbinato ad alcune tartine. Gli faccio cenno con la mano per dirigersi insieme a me verso il retro del bancone insieme a me e arriva immediatamente. Con un silenzio insopportabile tra noi verso il vino nei calici, alziamo i bicchieri per un cin-cin e poi ne bevo lentamente un sorso. Ancora devo smaltire la bottiglia di ieri sera, e questo non mi aiuta per niente.
-Devo dire che anche questo vino non  è per niente male.-
-Vorrai dire ottimo. Qui puoi trovare solo vini di alta qualità.- rispondo esaltando il vino della mia  riserva.
-Non temi la concorrenza?- 
-Se voglio convincere i miei clienti che il mio vino è il migliore devo essere io la prima a crederci altrimenti qui non venderei mai nulla.-
-Devo essere sincero, ci sai proprio fare nel tuo lavoro.-
-Tu però non sei bravo a mentire. Stai rigirando i discorsi, ma ancora non mi hai detto perché sei venuto qui.-
-Per questo.- rispose indicando il calice di vino.
-E se io non ti avessi offerto di bere?-
-Avrei dovuto compare a forza un’altra bottiglia di vino.-
-Comprare per forza, perché?-
-La verità? Volevo venire a vedere se la ragazza che mi aveva servito l’altra volta era davvero così bella, gentile e simpatica. Soprattutto bella.-
-Ed ora che sei venuto?-
-Penso che non mi sono sbagliato affatto.- Risponde dopo aver bevuto l’ultimo sorso di vino rimasto nel calice. -Io ora devo andare, ma questo è il mio numero.- Prende dal bancone un bigliettino di visita e con una penna ci scrive sopra il suo numero insieme a qualche parola che non riesco a decifrare dalla distanza a cui mi trovo. Dopo aver finito di scrivere me lo mette nelle mani. –Aspetto una tua chiamata, o un messaggio.- Abbasso gli occhi verso il biglietto. Dopo il numero di telefono aveva scritto “Se la tua anima ha i tuoi stessi occhi, sei una ragazza da amare.” e mentre leggo lui si era già diretto verso la porta.
-Come faccio a sapere se questo è davvero il tuo numero?-
-Non ti resta che scoprirlo. Ciao Elena.- dice per poi andare verso la sua auto senza mai voltarsi, con una camminata da uomo sicuro di sé. Non faccio nemmeno in tempo a rispondere al saluto, corro verso la porta ma lui aveva già messo in moto la sua BMW e stava per partire. Rimango immobile sull’uscio della porta con lo sguardo puntato sulla sua auto mentre va via con il con il bigliettino ancora tra le mani.
Perché un uomo come Alessandro doveva venire qui? Cosa gli interessava di me? Come potevo io suscitargli interesse?
Avevo bisogno di parlare urgentemente con Ginevra se non fosse che i turisti arrivarono in massa nel negozio.
Trentacinque minuti dopo riesco a liberarmi anche dell’ultimo cliente. Faccio i soliti conti di chiusura, e poi mi dirigo a casa velocemente.
Butto la borsa sul letto della mia camera e mentre cerco di cambiarmi con un abbigliamento da casa, chiamo Ginevra per raccontarle l’incontro con Alessandro.
-Gin, non sai cos’è successo oggi!-
-Neanche un ciao come stai? Comunque non sai chi sono riuscita ad invitare…- non le lascio neanche finire la frase.
-E’ tornato il ragazzo dell’altro giorno, da solo.-
-COSA?- mi strilla per telefono. –Quando è venuto? Cos’è successo? Racconta dai.-
-Beh niente, è venuto, ci siamo presentati, abbiamo bevuto del vino insieme, mi ha lasciato il suo numero di telefono e poi è andato via.-
-E gli hai chiamato?-
-E’ sposato, dai sarà anche bellissimo, ma non posso andare a farmi una storia con lui per quanto sia irresistibile.-
-Se fosse follemente innamorato della mogliettina non sarebbe ritornato al consorzio. Da te.-
-No, fidati. E poi cosa ci troverà in me?  Sicuramente avrà usato il suo fascino per fare vedere che cadono tutte ai suoi piedi.-
-Tu non ne capisci proprio. Sai con quanti uomini sposata sono stata?-
-No, non voglio saperlo.-
-Ok, allora devi sapere che quelli sposati vanno in cerca di un’altra donna, per una notte o magari anche per una relazione stabile e duratura perché hanno accanto qualcuna che non li soddisfa più. Cercano un’altra donna per fuggire dalla loro monotonia di quel rapporto orami sull’orlo della fine.-
-Quindi io sarei la donna con cui Alessandro si diverte e poi ritorna come se nulla fosse dalla moglie? Se decido di stare con un uomo è per provarci seriamente, non per una notte di sesso sfrenato e basta.-
-E allora che aspetti a chiamarlo?-
-E se non fosse da solo?-
-Lo sai che sei una rompipalle? Ti piace? Scrivigli e basta. Chiamalo, fai qualcosa. Lui per il momento ha fatto il primo passo, ma se non ti butti, se non ci provi non potrai mai sapere come andrà a finire. Nel bene o male che sia.
-E se mi conoscesse bene e poi mi rifiuta?-
-Vuol dire che ci avrai provato, che ti sei messa di nuovo in gioco, ma non arrenderti senza provarci, è da falliti.-
-Sai qual è la parte peggiore? Che se va male dovrai venire a consolarmi.-
-Correrò il rischio.-
-Gli scrivo.-
-Domani ti chiamo per raccontarti.-
-Aspetterò impaziente. Ciao Ele.-
-Gin.- e metto giù la comunicazione. Aspetto ancora un attimo prima di prender coraggio per mandare un messaggio su whatsapp. Salvando il numero in rubrica in automatico appare tra i contatti whatsapp. Chi al giorno d’oggi non lo usa?
Prendo un respiro profondo e poi scrivo:
“Volevo solo verificare se il numero era corretto, non può mai sapersi =P.” Invio il messaggio. Alessandro legge il messaggio in meno di un minuto. Le spunte diventano blu e poi appare il fatidico “sta scrivendo…” Che ansia!
“Non so mentire, lo hai detto tu.”
“Touché.”
“Che fai domani?”
“Lavoro. Come sempre.”
“Beh, quello anche io. Dopo intendo.”
“Niente.”
“Finisco alle 18. Ti va di vederci in centro per un aperitivo?”
“In centro? Non è meglio un bar qui vicino le mie parti?”
“Hai paura a farti vedere con me?”
“Timore più che paura. magari incontriamo qualcuno che ti conosce e ti vede con me.-”
“Non è che hai semplicemente paura che ci possa vedere Eleonora?- Ecco come si chiama la moglie, Eleonora. "Comunque si, ho anche paura di questo."
"Tranquilla, fa tardi domani, ha lezione all’università fino alle 20.”
Un primo appuntamento in centro. Mi butto? Accetto? Ginevra al posto mio non se lo sarebbe fatto ripetere due volte e per una volta una vocina nella mia testa mi diceva che sarei la più grande delle stupide a non accettare. In fondo è solo un aperitivo.
 
“Al bar in piazza alle 18.30?”
“Sarò puntuale.”
“A domani. Buonanotte.”
“A domani, notte.”

 
Rispondo al messaggio, inserisco la vibrazione all’Iphone e ripongo il telefono sul comodino.
Era fatta, avevo avuto un appuntamento con Alessandro. Ma in fin dei conti cos’è che mi attrae così tanto in lui? Forse questa cosa del proibito, del segreto, del fare qualcosa al di fuori della normale routine. Qualcosa di così sbagliato ma nello stesso tempo di così giusto. Giusto per me.
Se non portasse una fede al dito non mi sarei fatta mille domande.
Ma in fondo sono sempre stata convinta che non c’è relazione, non c’è convivenza, non c’è matrimonio che regga se alla base non c’è amore. E’ stato lui a cercarmi e divertimento o meno che sia vuol dire che al suo rapporto manca qualcosa.
Ma come può un uomo come lui che rappresenta la bellezza in persona avere accanto una donna che non lo ama?
Forse sono solo mie paranoie o magari no. Incontrandolo di nuovo da sola avrei potuto scoprire qualcos’altro su di lui.
Una cosa era certa, non desideravo altro che rivederlo, al diavolo tutto il resto.
E così, immersa nei miei pensieri e nel mio letto, cado finalmente nelle braccia di Morfeo.
   
 
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