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Autore: Will Darklighter    14/08/2019    14 recensioni
"Unisciti a me, e insieme potremo governare la galassia, come padre e figlio!". Questa celeberrima frase racchiude in se tutto il desidero di un padre di ricongiungersi alla propria discendenza e al contempo la volontà di un apprendista di voler mettere fine una volta per tutte al legame che lo vincola al proprio Maestro. E se questa duplice intenzione avesse avuto una possibilità di realizzarsi? E se al padre fosse riuscito quantomeno di porre il seme del dubbio nel cuore del proprio emotivo figlio? A questo e ad altri interrogativi, come un possibile approfondirsi della relazione sentimentale tra gli inconsapevoli gemelli Skywalker e un miglior trattamento di alcuni comprimari sin troppo maltrattati nei film, provo a rispondere in questa storia.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker, Nuovo personaggio, Principessa Leia Organa
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
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Capitolo 17 – Dalla teoria alla pratica – Parte 2


LUKE


 
"AHAHAHAHAH!"

L’agente Nova proruppe per la seconda volta da che era cominciata quella serata, in una fragorosa risata che disturbò visivamente gli altri avventori del New Outlander Bar seduti come loro alle poltroncine riservate agli ospiti che potevano permettersi di pagare un po’ di più. La luce soffusa al neon violaceo che dominava un po’ dappertutto nel secondo piano del locale non riusciva a nascondere l'evidente fastidio che l’operativo imperiale stava arrecando agli altri avventori con la sua ilarità sguaiata. Luke riuscì a vedere, un po’ imbronciato, che aveva le lacrime agli occhi.

“Ti sembra così tanto divertente? – chiese il giovane Jedi, piccato.
“ Scusami, scusami – disse la giovane donna dopo qualche secondo riuscendo finalmente a contenersi – ma non ce l’ho fatta proprio a resistere. So che se te lo ripeto non mi crederai, ma sei così adorabile.”
“ Adorabile è un modo gentile per dire che mi sono comportato come un povero scemo ?” – replicò il ragazzo ancora infastidito
“No no – disse l’agente imperiale terminando il drink nel bicchiere ed era già il quinto da che erano arrivati al locale, Luke doveva ancora finire il suo secondo giro – voglio proprio dire adorabile! Sei un vero tesoro!”
Poi prese a fissarlo negli occhi, con quelle iridi verdi di giada.
“Ma hai commesso l’errore più madornale che si potesse fare! Dai, non potrai mai piacere ad una ragazza se insisti nel volerle fare da confidente. Non te l’hanno mai insegnato?”
Dopo aver cominciato a parlare del più del meno, come il pessimo livello della gentaglia che frequentasse quel posto e la terribile camminata per via dei miasmi tossici per arrivare dal mezzo di trasporto fino al locale, avevano iniziato a parlare di argomenti più personali. O meglio, Luke aveva cominciato e l’agente Nova ascoltava e commentava. La ragazza sapeva praticamente ogni cosa che l’intelligence imperiale avesse raccolto sul suo conto, sta a dire quasi tutto, e gli unici argomenti di cui restava parlare erano quelli relativi a dettagli più intimi. Così il giovane Jedi aveva cominciato a parlare della fanciulla cui continuava a pensare nonostante tutto, evitando però prudentemente di chiamarla per nome. Aveva appena cominciato a parlare di lei e di quanto fossero amici e confidenti che l’agente imperiale aveva cominciato a ridere a crepapelle.
“No, non me l’hanno mai insegnato. Non ho avuto molte esperienze sentimentali. Quella con questa ragazza di cui ti stavo iniziando a parlare è soltanto la mia seconda e …”
“Seconda? Da come ti brillavano gli occhi pensavo stessi parlando del tuo primo amore! E la prima fortunata chi è stata allora ? – chiese vivamente incuriosita.
“Era la figlia di un altro fattore di Tatooine, il suo nome era Camie. Ma non le sono mai granché piaciuto, mi chiamava Wormie. Ti prego, ora non metterti a ridere! – disse Luke ben intuendo il desiderio della sua interlocutrice.
“ No no! – replicò lei trattenendo a stento un’altra risata – Wormie, ma che cavolo dai! Faceva male ad insultarti! Pensa se ti vedesse adesso, specialmente così vestito!”
Il giovane ridiede una veloce occhiata al suo nuovo look. Indossava un lungo giaccone di pelle nera, bombato sulle spalle, che gli arrivava fino ai polpacci, degli stivali borchiati, dei pantaloni aderenti dello stesso colore e una altrettanto aderente felpa bianca che gli metteva in evidenza l’allenata muscolatura. Alla cinta ben nascosta aveva portato con se la sua nuova spada laser e una pistola blaster prestatagli dall’ agente Nova per ogni evenienza.
“Mi direbbe che sembro un pirata o comunque qualcuno di non molto raccomandabile – disse il giovane abbozzando questa volta anche lui un mezzo sorriso.
“Esatto! E ti cadrebbe praticamente fra le braccia, si sa che alle ragazze piacciono i ragazzi cattivi!”
L’apprendista Jedi cominciò a ridere di gusto, terminando il suo secondo bicchiere di buona birra correliana. Stare in compagnia di quella ragazza cominciava a piacergli e i dubbi che aveva su di lei crescevano.
“Come è possibile che una ragazza così simpatica e allegra possa essere un agente imperiale ?” Fremeva per farle quella domanda che aveva già in mente da qualche giorno.
“ E tu invece, Esme – disse invece, sorprendendola in maniera molto visibile, chiamandola per nome – che mi dici di te? Hai un ragazzo da qualche parte ? Qualcuno a cui tieni ?”

La giovane donna si fece immediatamente seria, ordinando un altro giro per entrambi al droide cameriere che passava li vicino. Quando la bevanda arrivò , ne bevve mezzo boccale tutto d’un fiato per poi riprendere a parlare.
“Ce l’avevo, si chiamava Niall – disse la ragazza fissando malinconica un punto imprecisato alle spalle di Luke – era un po’ più grande di me. Lavorava come medico – e qui tornò a fissare gli occhi blu del giovane Jedi, chetando di molto la voce – a bordo della Morte Nera.”
Il ragazzo ebbe un momento di imbarazzo oltre a provare un improvviso senso di colpa.
“Mi dispiace, io …”. Ma prima di poter finire la frase Esme lo fermò con un cenno della mano.
“Non dispiacerti, in guerra succedono queste cose. E’ normale.”
L’apprendista notò però, nonostante la non ottimale illuminazione del locale, che un velo di lacrime e non di ilarità si stava formando negli occhi della ragazza.
“Ora devo proprio andare in bagno! Tienimi d’occhio il drink eh!”
Disse alzandosi e senza osare di guardarlo ancora negli occhi.
Luke affondò le spalle nella poltroncina, in leggero imbarazzo; era sempre andato molto fiero di essere riuscito a centrare quel famoso condotto di areazione largo solo 2 metri con i missili del suo Ala X. Aveva ricevuto molte pacche sulle spalle, i complimenti di tutti i soldati dell’Alleanza presenti su Yavin IV e la nomina a Comandante dalle stesse mani di una sorridente e riconoscente Leia.
Non si era mai domandato seriamente se sulla Morte Nera potessero anche esserci brave persone, proprio come quelle che erano a rischiare la loro vita insieme a lui li ,volando sulla superficie della stazione da battaglia, come il suo caro amico d’infanzia Biggs Darklighter, perito in battaglia proprio per proteggerlo e il capace Wedge Antilles, con il quale da li a poco avrebbe stretto un’altra importante amicizia.
“Forse sono stato troppo superficiale...” . Pensò amaramente quando, senza alcun preavviso, si senti afferrare la spalla destra da una stretta di mano molto decisa.


Si voltò di scatto e il suo sguardo incrociò quello di un uomo , vitreo e crudele, incorniciato da un volto squadrato e pieno di cicatrici, coperto da un turbante biancastro che doveva aver visto giorni migliori. Indossava una armatura colore marrone scuro che gli copriva da una rapida occhiata, la maggior parte del corpo. Sulle spalle aveva un lungo e pesante fucile blaster e alla cintola aveva uno spesso machete di metallo che sembrava emettere calore.
“Seguimi senza fare storie o la tua amica si farà male – disse immediatamente con voce roca e minacciosa e senza curarsi minimamente di farsi sentire.
Non c’era molto da riflettere e non percepiva menzogna in quella minaccia. Cominciarono a camminare praticamente affiancati verso un’uscita di servizio presente su quel piano; Luke ne approfittò per lanciare una veloce occhiata alla porta del bagno femminile.
“Non pensarci nemmeno – disse il suo non gradito accompagnatore, doveva avere una vista molto sviluppata per aver notato quel rapido movimento.
Il giovane Jedi non aggiunse altro e seguì l’uomo in armatura all’esterno del locale; si trovavano piuttosto in alto, su di una piccola struttura quadrangolare in acciaio non molto ampia, collegata al palazzo più vicino da un camminamento sempre in metallo largo un paio di metri e lungo una trentina.
Piuttosto spazientito, il ragazzo prese la parola mentre il rude individuo lo fissava gelidamente.
“Che cosa vuoi da me ?”
“Le domande le faccio io, Luke Skywalker.”
Dunque sapeva con chi stesse parlando.
“Tutto dipende da te, fai il bravo e tu e la tua amica ve ne potrete andare senza alcun problema. Altrimenti, rimpiangerete di averci incontrato.”
 E dunque non era neanche da solo, una cosa abbastanza prevedibile. Luke attese in silenzio mentre cercava di rilassarsi.
“Prima domanda, dove si trova la nave di Fett?”
Sorpreso come non mai, Luke riuscì a malapena a biascicare una risposta.
“Fett ? Ma di cosa stai parlando ?”
Con un rapido movimento, l’uomo in armatura afferrò il suo blaster pesante e sparò un colpo alla destra dell’apprendista e ci mancò poco che lo sfiorasse. Il ragazzo mantenne la calma, saldando nel contempo la presa della sua mano sull’elsa della spada laser, nascosta dal giaccone che indossava.
“Non fare l’idiota con me, bamboccio. Sei qui su Nar Shaddaa per il mio stesso motivo, recuperare il tuo caro amico Han Solo. E sono certo che sai dove si trova e che vale moltissimo.”
Si trattava quindi di un cacciatore di taglie ma, Han era davvero li su Nar Shaddaa? E anche Leia? No, non poteva essere, altrimenti li avrebbe percepiti entrambi durante le sue meditazioni. Ma come spiegarlo all’energumeno davanti a lui?
“Perciò per la seconda e ultima volta, dove si trova la nave di Fett ?”
Luke tirò un breve respiro e lasciò che la Forza scorresse attraverso di lui.
“ Non lo so e anche se lo sapessi non te lo direi! – disse coraggiosamente , accendendo la spada e ponendola davanti a se.
Il cacciatore di taglie reagì di istinto, balzando all’indietro e sparando un altro paio di colpi, questa volta non di avvertimento.
Luke li deflesse entrambi in aria , facendo vorticare la sua lama arancione e saltando in avanti. Lesse la sorpresa nello sguardo dell’uomo ma durò solo un istante. Non appena i piedi del mercenario sfiorarono il terreno, il giovane Jedi notò due minuscoli reattori accendersi vicino al tacco degli stivali del suo avversario e lo vide balzare in aria , e restare sospeso ad una distanza al di la dei limiti umani di salto in alto.

“Jet Boots! Quanto ho sognato di averne un paio anche io da ragazzino!”

Il cacciatore di taglie sparò un altro colpo che venne puntualmente deflesso. Il giovane Jedi fece appello alla Forza per raggiungere l'uomo in armatura marrone e questa volta la sua sorpresa durò più di un istante. Approfittando di quello sgomento, Luke tagliò esattamente a metà la canna del suo blaster pesante per poi atterrare agilmente a terra.
“ Ora fai il bravo e vattene – disse l’apprendista canzonando l’uomo, non senza una certa soddisfazione – altrimenti rimpiangerai di avermi incontrato!”
“Credi sia finita, ragazzino? – il volto del cacciatore di taglie cominciò a diventare paonazzo dalla rabbia  - non hai ancora capito con chi hai a che fare!”
E senza ulteriore indugi lo attaccò in picchiata con il suo machete. Un attimo prima che lama metallica incontrasse quella al plasma, Luke la vide incendiarsi e venire circondata dalle fiamme! I due avversari stettero lama contro lama per una manciata di secondi, entrambi digrignando i denti per lo sforzo.
Il giovane Jedi sentì con disgusto l’alito fetido dell’uomo arrivare alle sue narici.
“Sei morto, sleemo!* - disse ad alta voce, credendo di stare acquisendo un vantaggio mentre Luke cominciava a piegarsi sulle ginocchia.
Poi di punto in bianco, il giovane Jedi richiamò la Forza a se in una potente Spinta che il suo avversario non potette evitare. Il cacciatore di taglie cominciò a ruzzolare vorticosamente sulla struttura in metallo e poi sullo stretto camminamento tra i due edifici e il machete gli cadde dalle mani. I suoi Jet Boots vennero danneggiati a seguito di tutte quelle capovolte e tale fu l’impeto del suo vorticare che ruppe i bordi del camminamento. Riuscì a non cadere solo grazie al vigore che aveva nelle braccia, tenendosi aggrappato all’acciaio per il rotto della cuffia.
“Maledetto! – gridò con quanto fiato aveva in gola mentre cominciava a risollevarsi, Luke gli si avvicinò con calma senza né aiutarlo né finirlo.
L’uomo riuscì a riportarsi su con molta fatica, considerando anche il peso dell’armatura.
Quando era ormai in salvo, Luke gli puntò la spada in volto. L’uomo alzò le mani in segno di resa.
“Adesso dimmi, chi sei e in quanti siete ? – chiese con tono di voce serio.
“Sono Dengar, cacciatore di taglie al servizio di Jabba Desilijic. Gli altri con me sono un gand di nome Zuckuss, di guardia ai nostri mezzi e un droide da combattimento di nome 4-LOM. E’ lui che si sta prendendo cura della tua amica. Il perché siamo qui lo sai.”
L’uomo parlò con disprezzo.
“E adesso che sai tutto, fai quello che devi fare. Non implorerò pietà!”
Il giovane Jedi guardò con attenzione il suo inerme avversario e poi sollevò la sua spada verso l’alto.
“Vattene e suggerisci ai tuoi amici di fare lo stesso – disse infine, concedendo misericordia a chi non poteva più combattere.
Il cacciatore di taglie non ci pensò un istante e cominciò ad allontanarsi di corsa, verso la parte opposta del camminamento rispetto a dove si trovava il New Outlander.
Luke tornò invece di corsa nel Bar, dopo aver spento la spada e averla riposta, e subito si diresse verso il bagno femminile. Ne aprì la porta e …
… e vide Esme china sul corpo immoto di un droide. Alcune scariche elettriche ne attraversavano ancora i circuiti. La sua arma era poggiata di lato e quando lo vide comparire sull’uscio, gli riservò uno dei suoi consueti sorrisi.
“Insomma, una signora non può fare in santa pace i suoi bisogni che deve essere disturbata dal solito rompiscatole di turno!”
Il giovane Jedi stava per chiederle se stesse bene ma poi si lascò contagiare dall’humor della ragazza.
“ Beh, sembra proprio che la prossima volta dovremmo scegliere un posto migliore, allora!”
E vide la giovane donna ridere.
“Dai su entra e chiudi la porta !”
L’apprendista fece come gli era stato richiesto.
“4-LOM – disse la giovane donna indicando il droide sotto di lei – cacciatore di taglie al servizio di Jabba. Sembra che stesse cercando il tuo amico Solo.”
Le scariche elettriche che attraversavano il droide erano finalmente cessate ed Esme ne approfittò per inserire una unità mnemonica all’interno delle sue porte d’innesto.
“Ed ora vediamo di scoprire il perché fosse convinto si trovasse qui.”
“Sono in tre – rispose Luke – ma non credo ci daranno più fastidio.”
L’unità mnemonica scaricò tutti i dati necessari in meno di un minuto.
“E adesso andiamocene, così potremo raccontarci quello che ci è successo mentre siamo stati separati e vedere quali segreti nasconde al riguardo la memoria del droide.”
“Agli ordini, capo – disse Esme facendogli un rapido e sbarazzino saluto militare.
Non molto più tardi, erano rientrati alla base. Ascoltarono una comunicazione arrivata a 4-LOM nella quale si sosteneva che Boba Fett si trovasse sulla Luna dei Contrabbandieri. Chi fosse il mittente , non era dato saperlo, ma doveva essere una fonte affidabile se ben tre cacciatori di taglie si erano precipitati li per venire a cercarlo.
“Se ti va, posso indagare sull’accaduto – disse infine la ragazza, una volta terminata la registrazione, li nella sofisticata sala di comunicazione dove di solita passava le sue giornate. Il giovane Jedi aveva notato con un certo piacere che le telecamere interne erano spente da una settimana e che quindi la ragazza non aveva mai provato a spiare i suoi allenamenti.
“No, meglio di no – il ragazzo aveva una strana sensazione su quell’accaduto. Sembrava si trattasse di un diversivo ideato per i cacciatori di taglie e visto che l’Impero apparentemente non ne sapeva nulla , poteva essere una mossa ideata dall’Alleanza per cercare di salvare Han. E non aveva alcuna intenzione di interferire.
“ Come vuoi – disse la ragazza visivamente imbronciata – ora però ci toccherà lasciare questo posto. Sei stato riconosciuto da qualcuno che potrebbe darci noie e magari avvisare qualcun altro di ancora più pericoloso della tua presenza sul pianeta e questo non posso assolutamente permetterlo.”
Luke non poté che asserire a malincuore. Gli sarebbe dispiaciuto lasciare quel luogo di addestramento prima di completare il suo proposito di vincere del tutto le difficoltà della meditazione. Ma non c’era altra scelta e per tutto il resto Nar Shaddaa non gli era mai piaciuta.
“Dove andremo ? – chiese il giovane Jedi incuriosito.
“Avevo già pensato ad un possibile luogo di riserva , prima che tu arrivassi qui – replico la ragazza facendogli una mezza linguaccia – e sono certa che ti piacerà. E’ un posto completamente agli antipodi da questo per bellezza e paesaggio.”
“Non me lo dirai, vero ? – rispose Luke con un mezzo sorriso rassegnato.
“Assolutamente no! – disse lei tornando a sorridere – ma te l’ho detto, ti piacerà. Solo che non potrai atterrare lì con il tuo caccia, dovremo arrivarci insieme a bordo della mia cannoniera!”
Un dubbio attraversò per un attimo la mente del ragazzo ma non percependo neanche quella volta nessuna intenzione ostile dalla giovane donna fece un cenno di assenso con il capo.
“ D’accordo ma ti avviso lo lascerò a meno di un minuto di iperspazio da qualunque sia questo posto. E il mio droide resterà li per raccogliere eventuali comunicazioni radio che mi girerà sul nuovo pianeta che stiamo per raggiungere. Ok?”
“Ti avrei proposto esattamente la stessa cosa – rispose lei più seria – non sia mai che il crudele agente imperiale ci stesse preparando una trappola!”
“ Non te la prendere, Esme – e a sentirsi chiamare per nome la seriosità le passò – solo una misura di sicurezza. Dobbiamo essere prudenti, no ?”
“Va bene , va bene ! – gli rispose con la consueta allegria – va a prepararti e prendi tutto quello che ti serve. Non torneremo più qui!”
Le rispose con un sorriso e mimando anche lui questa volta un saluto militare.
“Sì , signora! – e fece come gli era stato richiesto, curioso più che mai di vedere il nuovo posto dove lo avrebbe portato. Restava da chiarirsi sull’argomento “fidanzato sulla Morte Nera” ma non era quello né il momento né il luogo per farlo.



* : verme in Huttese
   
 
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