Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja
Segui la storia  |       
Autore: Switch    15/08/2019    2 recensioni
Terza storia della serie Heart's mutation, dopo SITR e JTWYA. TMNT 2003
Isabel e Raphael vivono il loro idillio, circondati dall'affetto della famiglia, ma non tutto va sempre liscio.
Tra tornei, battaglie, misteri che si infittiscono e si accumulano, la relazione crescerà o si romperà. E poi, un mistero potrebbe portare a nuove conoscenze, a capirsi meglio.
E un sacrificio non è sempre solo dolore.
Genere: Angst, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Heart's mutation'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il caldo, nelle notti di quel Settembre, allentava un po' la morsa.
Quel tanto perché i giri di ronda non diventassero passeggiate infernali con la tuta che si appiccicava alla pelle sudata. Ma comunque non abbastanza per renderle piacevoli.

Per lo meno nel rifugio c'era una sorta di fresco che non sapevano se fosse o no magico, mentre lì fuori, sul tetto di un palazzo a guardare le luci artificiali della città pulsare, un rivolo di sudore imperlava la fronte di Isabel, sotto il ciuffo castano.
Lei lo deterse con il dorso della mano, prima di sbuffare via infastidita i capelli dalla faccia. Raphael scostò la ciocca con un tocco gentile, portandola dietro il suo orecchio.
Si beccò un sorriso grato e amorevole come ricompensa.
Mikey li osservò e scosse la testa, con un sorrisino.
Poté quasi sentire Steve al suo fianco rollare gli occhi al cielo. Angel occhieggiava la coppia, a metà tra il commosso e il dubbioso e Mikey si chiese a cosa stesse pensando.
E Leo dava loro le spalle, intento a fissare nel cielo nero e scuro sopra di loro.

Erano tutti lì, riuniti.
Non potevano davvero discutere al rifugio, -o meglio ovvio che potessero, non c'erano segreti,- ma volevano togliere fuori e discutere teorie e pensieri senza fraintendimenti o col rischio di allarmare prematuramente Samantha.
Avevano pensato tutti la stessa identica cosa.

È sicuramente una trappola” esclamò Leonardo, voltandosi verso di loro e dando finalmente voce a quel dubbio che li divorava tutti.
Donatello era rimasto al rifugio con Leatherhead per continuare gli esperimenti per il contro-siero, ma anche lui era ovviamente d'accordo con la loro teoria.

L'unica ignara era forse Samantha, troppo sconvolta dalla notizia della morte dei Williams per pensare a qualcosa di strano: era stata la botta finale.
Era rimasta catatonica, a fissare il vuoto, poi si era andata a chiudere in camera di Isabel, per pensare. Non voleva l'eredità, aveva detto. Non le importava niente.
Michelangelo aveva rispettato il suo desiderio di stare da sola, per quanto gli facesse male vederla così.

Donnie ha provato a controllare i file della polizia, i Williams erano benestanti e ben conosciuti nella comunità, perciò hanno fatto le cose per bene nelle indagini della morte: tuttavia, i corpi si sono potuti riconoscere solo grazie alle impronte dentali, per colpa dell'incendio che ha distrutto ogni traccia. Tracce di percosse o di prigionia, ad esempio” raccontò il leader con tono secco.
Hersen potrebbe aver rapito i Williams. E dopo aver capito che non erano biologicamente imparentati con Melissa, potrebbe averli torturati per farsi dire quello che sapevano sulla figlia adottiva” continuò Raphael, indovinando i suoi pensieri.
Allora saprebbe che Melissa ha una sorella gemella. Magari l'ha cercata fino ad ora ed è solo grazie al fatto che Sam era vestita da ragazzo che non è stata presa... se non l'avesse trovata Mikey...” disse Isabel con voce grave, guardando verso il mutante dalla benda arancio, con apprensione.

Lui si sentiva ribollire di rabbia e disgusto e sapeva che il suo volto esprimeva il suo tumulto interiore.
Se non avesse incontrato Samantha quella notte... che cosa avrebbe potuto succederle? Se Hersen l'avesse presa, prima che lui la incontrasse, il suo destino sarebbe stato segnato come quello della sorella.
Melissa era morta per colpa sua, era un rimorso che non avrebbe mai trovato pace, ma si sarebbe dannato l'anima per proteggere Sam. Ora che era con lui, non avrebbe permesso che le accadesse nulla.
E al sicuro nel rifugio magico, se anche Hersen avesse saputo dove fosse prima, era irrintracciabile.

Aspetterà che si presenti per ritirare l'eredità per rapirla” sputò fuori con furore.
Ma Sam non vuole l'eredità. Anche se fosse una trappola, non funzionerebbe. Evidentemente Hersen non sa nulla su Samantha” intervenne Raphael, con un ghigno compiaciuto.
Gli piaceva quella ragazza, era tosta e aggressiva, e in più sembrava riuscire a tenere testa a Michelangelo, il che era decisamente una cosa buona.

Quindi qualsiasi piano Hersen potrebbe avere per prendere Sam non funzionerebbe. Ma poi? Continuerebbe a cercarla comunque. E noi non possiamo tenerla nascosta sotto terra per sempre” esclamò irata Isabel; non con loro, ma irata. “Io so cosa si prova a nascondersi per così tanto tempo da non sapere più cosa sia la normalità, e non voglio che anche Sam lo provi.”
Raphael la afferrò e la strinse a sé e lei gli rivolse un sorriso innamorato, prima di rivolgersi nuovamente a loro.

Dobbiamo trovare il modo di eliminare la minaccia di questo Hersen una volta per tutte. Quindi, ho un'idea. Può sembrare stupida, ma è l'unica che mi venga in mente per ora.”

Rimasero tutti ad ascoltarla mentre lei spiegava gesticolando animatamente il suo piano, dettagliatamente, i pro e i contro. Sembravano tutti dubbiosi, eppure in qualche modo incuriositi.
Quando lei finì rimasero in silenzio a pensare, a valutare.

Non so se funzionerebbe. Non assomigli a Sam. Ma non c'è nulla di male a provare, nel peggiore dei casi sappiamo che sei in grado di difenderti egregiamente” disse infine Leonardo, con un sorriso mite.
A quelle parole Raph la strinse un po' più forte, il fantasma della sua sparizione ancora vivo in lui, gli incubi sulla sua presunta morte sempre presenti.
Isabel si accoccolò contro di lui, un sorriso triste sul suo volto.

Andrà tutto bene” lo rassicurò, convinta. “Dobbiamo proteggere Sam” aggiunse decisa.

Pianificarono come muoversi da quel momento in avanti e chi avrebbe avvisato Donatello e Leatherhead della cosa, ovviamente senza fare sapere nulla a Sam.
Non che volessero tenerla all'oscuro, ma Sam era decisamente un tipo impulsivo e irrazionale, come Raphael, e se avesse saputo della trappola era molto probabile che ci si sarebbe buttata dentro con tutte le scarpe nel desiderio di vendetta.


Si separarono e iniziarono la ronda, divisi in tre squadre. Leo e Steve sparirono in una direzione, mentre Isabel, in ronda con Raphael, decise di prendere la stessa strada di Michelangelo e Angel.
Come va?” chiese distrattamente, avvicinandosi al suo auto-proclamato fratello maggiore.
Michelangelo le rispose con un sorriso che non trasmetteva appieno la sua solita allegria. I suoi pensieri si intuivano facilmente, così come tutta la stanchezza e il nervosismo che provava da ormai quasi due settimane.

Tutto ok. Non vedo l'ora di tornare al rifugio, voglio vedere come sta Sam.”

Un ghigno stirò le labbra di Isabel per un istante.
Lei ti piace” disse, come un dato di fatto.
E Michelangelo non ci provò nemmeno a negarlo perché era palese e lui non era il tipo che nascondeva i suoi sentimenti.

La adoro. Sto diventando pazzo per lei. È forte, tosta, furba, divertente e bellissima. Darei un braccio per poterla... aah, ma cosa sto dicendo? Sua sorella è morta per causa mia! Non credo che-”

Isabel fermò la sua corsa sui tetti, prendendolo per una spalla e inchiodandolo lì dove si trovavano. Non aveva ancora la maschera sul viso e i suoi occhi scuri fiammeggiavano.
Tu hai cercato di salvare Melissa. Le hai dato affetto e calore quando era diventata un mostro che nessuno avrebbe aiutato, le hai dato così tanto che sei diventato la sua persona speciale, così tanto che ti ha donato il suo tesoro più prezioso, il suo bracciale, metà perfetta di quello di Sam. Tu hai salvato Melissa. L'hai fatta sentire umana almeno una volta ancora prima che morisse. Sono sicura che anche Sam lo pensa.”
Michelangelo sorrise tristemente, prima di abbracciarla forte. Rovinò l'intenso momento due secondi dopo, stampandole una pernacchia sulla guancia e facendola ridere.
Isabel si staccò con un risolino e si pulì la guancia con la manica della tuta, dandogli una pacca disapprovevole sul braccio.

Michelangelo rise con lei, più leggero, prima di chiedere:
Allora, pensi che avrei una chance?”
E Isabel smise di ridere, commossa dalla sua fiducia nell'aprirle il suo cuore in quel modo.

Sì, ne sono sicura. Ma solo se giochi bene le tue carte” annuì convinta.
Per esempio potresti essere meno fastidioso” si intromise la voce di Raphael, ricordandogli che era lì con loro insieme a Angel. 
Isabel diede un pizzico irato al suo fidanzato per punirlo della sua boccaccia, mentre Angel sembrava imbarazzata e conflitta, stranamente silenziosa.

Ok! Allora prima la salviamo da Hersen e dopo la sedurrò col mio fascino” esclamò deciso e autenticamente Michelangelo, di nuovo sé stesso.
Raphael rise derisorio, beccandosi un altro pizzico da Isabel, mentre lei gli sorrideva convinta.

Non sottovalutarmi, fratello. Se tu sei riuscito ad acchiappare uno splendore come Isabel, io posso avere la ragazza più tosta del mondo!” annunciò con un ghigno e uno scintillio negli occhi.
Ehi, sarei io la più tosta del mondo!” soffiò offesa Angel, che sembrava essersi ripresa da suoi pensieri.

Va bene, la bionda più tosta del mondo, allora. Contenta?” si difese Michelangelo, mentre lei gli faceva una linguaccia. “E poi, mia tosta Angel, sei la mia sorellina. E se non lo fossi, che ne è di Kevin, il tizio con cui uscivi? O era Kermit?”
Lei rollò gli occhi al cielo per la sua palese presa in giro. Poi la bocca si piegò in una smorfia amara, come se avesse leccato un limone.

L'ho lasciato, mesi fa. È un idiota e io non voglio più avere nulla a che fare con lui” esclamò stizzosa la ragazza. Poi, vedendo le loro espressioni, un misto tra curiosità e compassione, aggiunse:
Era uno schifoso omofobo, ci credereste? Ha detto cose orribili su una coppia di amici ad una festa e io l'ho preso a schiaffi e poi l'ho lasciato lì.”
Le sue sopracciglia erano così aggrottate da essere una unica linea di furia.

Mikey le applaudì con un ghigno colpito e Raphael le mandò un pollice in su, soddisfatto.
Hai una calamita per gli idioti, Ange, mi spiace. Il prossimo ragazzo dovrà avere la mia approvazione, prima!” disse Michelangelo stringendola sinceramente e lei lasciò andare via un po' dell'arrabbiatura nell'abbraccio
No, per un po' voglio stare da sola. Pensare un po', riflettere” mugugnò pensierosa.
Ok, ma devi fare il tifo per me e Sam! Non che abbia bisogno di aiuto, ma il sostegno non mi dispiacerebbe!”
Ah, auguri! Sam è una davvero in gamba, dovrai sudare per conquistare una come lei!” esclamò Angel con una risatina e una scrollata di testa.

Negli occhi di Mikey passò un lampo di sfida e tirò su il mento.
Vedrai! Prima la salvo e poi la conquisto!E il prossimo matrimonio sarà il nostro.”
Nella notte risuonò la risata sarcastica di Raphael, lo scappellotto che Isabel gli rifilò, e un “ehy” indignato di Michelangelo.
Angel li guardava e scuoteva la testa, prima di riportare gli occhi al cielo.


Sam era rimasta nella sua camera per ore, prima a fissare il soffitto con dolore e frustrazione poi, preda della noia quanto dello sconforto, aveva iniziato a far rimbalzare una palla contro il muro, mentre la testa vagava.
Tutto il suo mondo era in continua mutazione, si ribaltava e ribaltava ancora, e niente aveva più senso, neppure quello che provava.
Si chiese se fosse almeno lontanamente paragonabile a quello che aveva provato Melissa quando era stata mutata, quando era capitata lì sotto anche lei, quando tutta la sua vita era stata capovolta da un misero errore, una fatalità così stupida.
Si disse che qualunque dolore o confusione stesse provando non era nulla in confronto a ciò che aveva dovuto passare sua sorella.
E si sentì egoista e meschina per lasciarsi andare così.

Si alzò con un gesto secco e un grido rauco, scagliando la palla con forza di fronte a sé: rimbalzò a velocità impressionante, tra mura e soffitto, rompendo un paio di ninnoli di Isabel nella sua traiettoria.
Sam si sentì in colpa anche per quello e la sua rabbia aumentò.
Spaccare le cose di Isabel non era il modo migliore per sfogare la sua ira crescente, perciò decise di allenarsi un po' al sacco da boxe di Raphael, almeno finché le nocche non avessero iniziato a sanguinare.

Al piano di sotto non c'era nessuno, come al solito. Donatello e Leatherhead lavoravano ancora al contro-siero, mentre Splinter amava passare le serate nel dojo a meditare.
Sam voleva imparare a combattere come loro, -aveva visto Isabel combattere contro Leonardo ed era stato magnifico; anche Steve era davvero in gamba,- ma lo strano ratto non aveva voluto insegnarle.
Non ancora, le aveva detto. Non era ancora il momento.
E Samantha si era segretamente arrabbiata e c'era rimasta male, come se fosse in difetto, come se lei non fosse degna di un onore così grande, e neppure le parole successive del maestro, che le avevano assicurato che un giorno le avrebbe insegnato, avevano cancellato quel senso di vergogna e rifiuto dal suo cuore.

Iniziò a colpire il sacco con colpi secchi, senza guanti né protezione, uno dopo l'altro senza quasi prendere fiato, solo il duro schiocco della carne contro la pelle consunta e il tintinnio della catena nel silenzio colmo di respiri affannati.
Ogni colpo corrodeva appena la superficie del suo dolore, staccava appena la patina di rabbia che la colmava.
Era una gara tra la resistenza del sacco e quella delle sue mani.

Non dovresti farti del male così” disse una profonda voce, allarmandola.
Era colma di gentilezza, forse fu quello a bloccare la sua furia e a costringerla a voltarsi, mentre il sacco ancora dondolava per il colpo subito.
Leatherhead la osservava con curiosità e comprensione, nel suo camice da laboratorio.
Forse aveva finito per la giornata e stava tornando a casa sua, ovunque fosse casa sua. Sam non lo sapeva, non c'era mai stata.

Stavo per prendere una tazza di thé. Vuoi unirti a me? “ le chiese un po' titubante, giocherellando con le dita di una mano per il nervosismo.
Sam trovava il contrasto tra la sua stazza enorme e la sua gentilezza molto dolce, c'era qualcosa in Leatherhead che le impediva di arrabbiarsi, che le scioglieva il cuore, come solo Melissa prima di allora era riuscita a fare.

Acconsentì con un cenno del capo e lo seguì nella cucina, in cui l'enorme mutante si mosse con gesti sicuri, mettendo un bollitore sul fuoco, prima di voltarsi verso lei.
Gradisci anche un paio di biscotti?”
Sam gli sorrise furba, prima di accettare con slancio.

Come mai tu non vivi qui con loro?” gli chiese d'un tratto, mentre Leatherhead sistemava un paio di biscotti al miele sul un piattino.
Io... non sono come loro” rispose dopo qualche attimo di silenzio, con un tono più cupo del solito.
I suoi occhi divennero a fessura per un secondo, dandogli un aspetto ferale, ma passò in fretta come era apparso e Sam avrebbe pensato di esserselo immaginata, se non lo avesse già visto accadere la prima volta in cui si erano incontrati.

Io sono più instabile di Michelangelo e degli altri. Perdo il controllo facilmente e non riesco a controllare la mia parte animale. Divento aggressivo e non distinguo tra alleati o nemici. Sono pericoloso per i miei stessi amici” spiegò lui, tristemente.
Samantha percepì il suo dolore e si ricordò di qualcosa che lui le aveva detto quando si erano incontrati, qualcosa sul suo passato, su un rapimento e torture che qualcuno gli aveva fatto.

Parlami di te. Dall'inizio, dal momento in cui sei mutato.”
Non c'era stato un 'per favore' o un 'potresti' nella richiesta di Sam, che la distinguesse da un ordine, ma Leatherhead sentì la cortesia nel tono gentile che la ragazza aveva usato, che mostrava che ci teneva.

Così, davanti ad una tazza di thé caldo e biscotti, il coccodrillo mutante raccontò con pazienza la sua storia, prendendo una pausa ogni tanto in un ricordo particolarmente difficile, senza tuttavia mai perdere la calma.
E Sam ascoltò ogni parola, e offrì il suo sostegno e la sua indignazione condita con furia, che strappò perfino una risata lusingata in Leatherhead che rischiò di mandargli di traverso il thé.
Si confrontarono, chiacchierarono, si consolarono a vicenda, e quando Donatello uscì un'ora dopo per cercare Leatherhead, li trovò così immersi nel loro mondo da non osare disturbarli, ritornando al laboratorio in silenzio, con un tenue sorriso in volto.


Il piano era estremamente semplice.
Eppure proprio per quello non erano certi che sarebbe riuscito.

Isabel avrebbe contattato l'avvocato degli Williams e si sarebbe fatta passare per Samantha, con parrucca e lenti colorate, per poter controllare se il testamento fosse o meno una trappola: se lo fosse stato, sarebbe intervenuta immediatamente e avrebbe neutralizzato Hersen e qualunque scagnozzo potesse avere; se tutto quello non era una trappola, ma un vero lascito a favore di Sam, avrebbe fatto in modo che la ragazza potesse avere ciò che le spettava.
Se l'avessero scoperta, cosa molto probabile, avrebbe usato un po' di magia per confondere i suoi interlocutori perché la credessero davvero Sam.
C'erano molte cose che potevano andare male, ma le avevano vagliate tutte e per tutte avevano pensato ad una contromisura immediata.
Si sentivano perciò pronti.

Uscirono un pomeriggio diretti allo studio notarile, cercando di non dare nell'occhio; e risultava un po' complicato, con Isabel conciata con una voluminosa parrucca bionda a boccoli e finti occhi grigi.
Mi sento ridicola” sussurrò a nessuno in particolare, mentre si avvicinava allo spesso portone in legno massello dell'elegante palazzina in mattoni rossi.
Sentì Mikey e Raphael ridere nell'auricolare, di gusto.

Il biondo non è certamente il tuo colore” esclamò l'ultimo con uno sbuffo divertito.
Sì, non ho intenzione di cambiare, tranquillo. Sam rimarrà l'unica bionda in famiglia.”
Mikey pigolò emozionato per la sua uscita, ma Isabel non riuscì a seguire i seguenti scambi di battute, perché il portone si aprì e un distinto maggiordomo la invitò ad entrare.

Lo studio era compreso nella casa del notaio della famiglia Williams e tutto trasudava eleganza e benessere, di certo non ispirava l'idea di una trappola architettata da Hersen o chicchessia, era tutto troppo artefatto perché potesse esserlo.
Tuttavia, rimase sul chi vive, mentre attendeva nello studio abbellito di dipinti in stile barocco, invidiando gli altri che attendevano di fuori.
Mikey era parcheggiato nel furgone in un viottolo lì vicino, da cui poteva avere la visuale sulla via senza però essere in bella vista; aveva accompagnato Isabel e doveva rimanere di guardia su movimenti sospetti nella zona.
Leo e Raph pattugliavano i cieli, sulla palazzina dall'altro lato della strada, da cui potevano osservare ogni punto cieco, attenti ad ogni cosa inusuale.
Donnie era rimasto al rifugio, anche se era stato messo al corrente del piano, sia per continuare a lavorare al siero, sia per distrarre Sam nel caso si fosse accorta della loro assenza.
Poteva funzionare, un paio di ore sarebbero bastate per il loro piano e a seconda dell'esito avrebbero poi deciso il da farsi.

Isabel attese, con tutta la calma possibile, pensando mentalmente a ciò che avrebbe dovuto dire se il notaio le avesse fatto domande personali sulla vita di Samantha.
Non seppe dire quanto tempo passò, nel silenzio snervante. Non poteva nemmeno comunicare con gli altri per distrarsi, non sapeva se fosse o meno sotto controllo e parlare da sola non era di certo il modo migliore di presentarsi.
Studiò ogni cornice con noia e ansia crescente, sperando che tutto andasse per il meglio.


Non c'era molto che Raph e Leo potessero fare, se non scrutare verso il palazzo e la via dall'alto, attenti a persone sospette o movimenti strani; non sentivano nulla provenire dagli auricolari, ma sapevano che funzionavano per via del rumore statico, quindi non si preoccuparono: evidentemente Isabel non poteva parlare al momento, quindi si decisero ad attendere gli sviluppi.
In silenzio.
Erano troppo concentrati per parlare tra di loro o con Michelangelo, anche lui a portata di segnale radio.

Il sole picchiava forte sulle loro teste e Raphael stava per aprire bocca per lamentarsi, e rimpiangere per una volta l'oscurità della notte, quando un sibilo acuto saturò l'aria tutto attorno a loro, diffondendosi in ogni dove: si voltarono entrambi e si trovarono davanti ad un muro compatto di volti fin troppo dolorosamente familiari.
Era decisamente una trappola.
C'erano dieci o dodici umani mutati, la luce del sole rifletteva sulle loro squame blu, sui denti da squalo affilati e gli occhi completamente neri, rendendoli ancora più inquietanti: era passato del tempo dall'ultima volta in cui avevano visto degli esseri simili, durante la battaglia contro Hersen, ma non avevano dimenticato affatto la loro ferocia e aggressività, né la loro assoluta mancanza di controllo.
Ma tutto quello che riuscirono a pensare in quel momento era che quel bastardo aveva di nuovo e davvero mutato altri innocenti in mostri, soggiogandoli al suo potere e costringendoli a morire prematuramente per colpa dell'incompatibilità del siero.
Per un momento dimenticarono anche Isabel che attendeva nello studio, il pensiero solo sulle creature e su Sam, l'unica chiave di salvezza per loro, forse.
Era una fortuna che fosse al sicuro nel rifugio magico.

I mostri sguainarono i lunghi artigli neri, affilati come lame, con un ringhio gutturale, e senza dargli nemmeno un secondo in più si lanciarono all'attacco, precisi e veloci, implacabili: erano agilissimi, sparivano alla vista in un soffio e riapparivano solo al momento del colpo, diretto verso gli organi vitali o la gola, prediligendo l'attacco alle spalle.
Si ritrovarono accerchiati e in balia del loro ritmo, riuscendo solo a parare o a schivare con difficoltà, sempre più difficilmente: entrambi sfoggiavano nuovi tagli e lacerazioni sul viso e sulle tute, il respiro era corto e pesante per lo sforzo e il dolore e c'era un'ansia pressante che li stringeva entrambi, il pensiero di sapere se Isabel fosse o no in pericolo.

Lo scontro sarebbe potuto finire in fretta, se avessero fatto sul serio, ma non volevano colpire gli umani mutati, non seriamente perlomeno; cercavano di rallentare i loro movimenti e pensare a come poterli intrappolare senza ferirli, ma non gli veniva in mente nulla nell'impeto della lotta e la situazione non sembrava dover cambiare. Probabilmente avrebbero prima attirato l'attenzione dei Newyorkesi, allarmati dalle loro grida e dai rumori di lotta sul tetto di un palazzo in pieno giorno e sarebbe stato l'intervento della polizia ad interromperli.
Raphael si lanciò con i pugni contro due di loro, -i Sai non li aveva nemmeno sguainati per non rischiare di ferirli,- e ne colpì uno alla spalla mandandolo indietro per la forza del colpo, ma quello subito a sinistra si avvinghiò al suo braccio e lo morse con tutta la sua forza, penetrando la carne mentre la bocca si riempiva di sangue.

Raphael urlò, un grido roco che di sicuro riuscirono a sentire tutti, perfino nelle strade lì sotto.
Poi accaddero più cose contemporaneamente: un fascio di luce splendette più forte del sole, per un istante, un tuono rombò molto vicino e Raphael si sentì lasciare andare.
Le grida cessarono e così gli attacchi.
Isabel, senza parrucca e con gli occhi bianchi, teneva una mano ritta di fronte a sé, sugli umani mutati racchiusi in una bolla pulsante di magia: si erano bloccati nel vederla, con uno scintillio di terrore negli enormi occhi neri, ma sguainavano i denti contro di lei, in una vana minaccia.
La collana al suo collo smise di pulsare di rosso e la pietra si spense, ritornando di un innocuo e opaco viola.

Sono questi i mutanti di Hersen?” domandò senza voltarsi, continuando a studiarli. Gli occhi erano di nuovo normali o per quanto potessero esserlo con le lenti colorate; mentre teneva la barriera con la mente avvicinò le dita agli occhi e le tolse, strofinando poi le palpebre chiuse per il fastidio per un attimo, prima di tornare a fissare i loro assalitori.
Sì, questi però sono diversi da com'era Melissa. Hersen li chiamava 'gli scarti' perché son più aggressivi e senza controllo, per quanto pare che lui riesca in qualche modo a farlo” rispose Leonardo, avvicinandosi cautamente alla bolla, per studiarli meglio.
Una delle creature si fiondò contro di lui con ferocia, e anche se sbatté contro la barriera con un tonfo doloroso e potente, continuò a graffiare e a schiantarcisi per cercare di uscire, finché Leo non si allontanò, indietreggiando verso Isabel.
Erano tutti irrequieti e ancora più violenti, se possibile.

Ho paura che esploderanno da un momento all'altro” disse con voce greve Raphael, reggendosi il braccio ferito contro il petto.
Posso bloccarli” propose Isabel pensierosa, ancora fissa su di loro. Il suo sguardo si era addolcito, quasi come se sentisse la pena interna di quelle creature che un tempo erano state semplici umani.
Li lascerò chiusi in una bolla senza tempo, saranno come congelati, in stasi. Così non esploderanno, per ora.”
Puoi farlo davvero?” domandò Leo con tono sorpreso, quasi incredulo.
Isabel annuì con vigore, prima di aggiungere, con tono cupo:

Non per molto, però. Dobbiamo trovare un contro-siero il prima possibile.”
Il suo corpo si illuminò intensamente, le braccia tese davanti a sé, e la bolla che conteneva i mutanti splendette di rosso, blu, verde e giallo in successione, prima di diventare bianca e incorporea: al suo interno si bloccarono tutti in pose statiche e i loro occhi si chiusero lentamente, le loro grida cessarono; caddero in un sonno magico.

Isabel smise di brillare e lasciò cadere le braccia lungo i fianchi con un sospiro sofferto. In un paio di falcate si portò davanti a Raphael e gli prese la mano tra le sue con gentilezza, portandola alle labbra: il sangue smise all'istante di uscire e la ferita si rimarginò in pochi attimi, lasciando solo il ricordo del dolore di poco prima.
Raph le sorrise grato e lei, lasciata andare la mano, si sporse verso l'alto per dargli un veloce bacio sulle labbra. Quando si scostò e fece un passo indietro, era seria e concentrata.

Era davvero una trappola. Allo studio non è successo nulla, il notaio si è spaventato quando la collana si è illuminata, ma forse Hersen avrebbe fatto irruzione per rapirla se ci fosse stata Samantha. Sapeva che io non ero lei e sapeva che voi eravate qui a sorvegliare, probabilmente sa che Sam è con noi, ormai. Dobbiamo avvisare Donnie e Mikey per- Mikey! Può essere stato attaccato anche lui!”
Leo e Raph si scambiarono un'occhiata allarmata e si presero mentalmente a calci per non averci pensato, e tutti e tre scattarono in avanti, diretti verso il vicolo poco più avanti.

Non risponde” esclamò con preoccupazione Leonardo, che nel mentre continuava a cercare connessione sia con l'auricolare che con il telefonino.
Michelangelo risultava irrintracciabile.
Il furgone era lì dove lo avevano lasciato, ma la portiera del guidatore e gli sportelli posteriori erano spalancati.
Non c'era traccia di anima viva.

Si gettarono di sotto con un balzo coordinato e urgente, gli occhi attenti a qualsiasi traccia o indizio.
Videro subito la scia di sangue che si allontanava dal furgone, via via più sottile, e i loro cuori si strinsero in una morsa di ansia.
Leonardo mise mano al telefonino.

Donnie, abbiamo bisogno di te” disse dopo qualche istante, cupo e tormentato.
Spiegò velocemente al genio cosa era successo e gli chiese di tracciare il cellulare di Michelangelo in fretta, ma Donatello rispose con tono urgente mentre in sottofondo si sentiva un ticchettio di tasti, assicurando che la quadratura del cellulare di Mikey corrispondeva con la sua e quella di Raph e quella di Isabel; il leader ispezionò per bene il vicolo e si accorse, tra i rifiuti lasciati contro il muro, dello scintillio di metallo e plastica: un shellcell con un angolo sbeccato e lo schermo nero, forse caduto in una fuga o forse colpito assieme al suo proprietario.

Isabel lo raccolse e lo studiò con sguardo preoccupato, mentre Leo ascoltava Don, che intanto faceva teorie su cosa potesse essere successo e su come trovare Mikey.
Poi, di colpo, il leader allontanò il telefono dall'orecchio con una smorfia di dolore, mentre dall'apparecchio si diffuse un ruggito disumano, udibile anche a quella distanza.

Sam non c'è!” sentirono urlare Donnie, spingendo Leonardo a premere infine il tasto di vivavoce e permettere così anche agli altri di sentire.
Leatherhead è andato a controllare e Sam non c'è da nessuna parte!” aggiunse il genio, e sentirono i suoi passi concitati, misti a quelli pesanti e gravi di Leatherhead, che intanto non aveva smesso di ringhiare.

È uscita dal rifugio, ma non so se c'entri con la sparizione di Michelangelo. Proverò a tracciare il suo cellulare, ma ci vorrà un po' di più, non conosco il segnale.”
Fai più in fretta che puoi, Donnie. Noi cerchiamo qualche altro indizio qui, appena sai qualcosa chiama e ci mettiamo subito in moto.”
Io e Leatherhead verremo con voi” esclamò immediatamente il genio.
Leo annuì col capo, più a sé stesso, ma seppe che il fratello aveva compreso senza aver bisogno di vederlo.

Contiamo su di te” disse, prima di chiudere la chiamata.

Raphael e Isabel lo osservavano con i volti scuri di preoccupazione, lei teneva il cellulare di Mikey stretto nel pugno, contro il petto.
Era andato tutto peggio di come avessero immaginato, decisamente peggio: non solo Sam era scomparsa, ma anche di Mikey non c'era traccia, e l'unica cosa che sapevano è che uno dei due poteva essere ferito o in mano ad Hersen.
Non poteva andare di certo peggio, o almeno così speravano.

Note:

La storia è quasi finita, siamo a meno tre capitoli.
Ma la serie durerà ancora. 

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > TMNT / Tartarughe Ninja / Vai alla pagina dell'autore: Switch