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Autore: Jeles    15/08/2019    1 recensioni
Coraggio, diplomazia, lealtà, e un tocco di magia: la Campionessa di Kirkwall era un vanto per la città stessa, prima dell'incidente dell'apostata Anders, noto ai più come una sua fiamma. Dopo l'accaduto, la Campionessa si allontanò sparendo dalla vista di tutti, diretta in chissà quale direzione, solo per ricomparire qualche anno dopo al cospetto dell'Inquisizione. Ma non sono poche le difficoltà che deve affrontare rimettendosi in gioco per l'Inquisizione. Ma d'altronde, si sa, le preoccupazioni di una mamma si accendono specialmente quando si ha a che fare con il futuro dei propri figli, come un futuro che rischia di essere minacciato da un vecchio nemico, o un vecchio amore.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anders, Fenris, Hawke, Inquisitore, Varric Tethras
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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I templari cominciarono a circondarci, fermandosi solo quando notarono la figura di Meredith lì a terra, con delle sembianze impossibili definire ancora umane. Il lyrium rosso invadeva il suo corpo rendendolo una statua solida e ossea, e chissà da quanto tempo soggiogava la mente oramai malata della Comandante. Non avevo molto tempo per sdegnarmi lì di fronte a tutti, temevo piuttosto che ci avrebbero attaccati, visto lo schieramento che avevo preso: ho lottato a difesa dei maghi, e prendersela con loro per l'errore di Anders l'ho trovato assolutamente ingiusto, avevano bisogno di qualcuno che li aiutasse, e quella figura non poteva essere Orsino, non più. Ma onestamente, non volevo più combattere. Mi guardavo attorno osservando i loro volti, cercando una loro esitazione per approfittarne e fuggire. Cullen era lì, e penso che afferrò la situazione. Lentamente indietreggiò, e così fecero gli altri. Non attesi oltre, e insieme ai miei alleati cominciammo a correre via.
Attraversammo velocemente le vie cittadine ancora ricolme di templari e maghi che si davano la caccia nonostante la morte di Orsino e Meredith: era chiaro che per loro quella battaglia voleva dire molto più di schierarsi banalmente con un Primo Incantatore o la Comandante dei Templari. Osservai con angoscia quegli scontri, quelle spade infilzate, quelle dita che evocavano fuoco e fiamme, ma non mi fermai. Riuscii ad uscire da Kirkwall per miracolo, e se non altro cominciai a sentire uno strano silenzio dopo esservi uscita. Probabilmente lo scontro stava per terminare: una delle due parti stava vincendo, mentre l'altra soccombeva. Ma quella non era che la goccia di una guerra più grande e imminente che avrebbe avuto inizio ovunque, e sembrava inevitabile.
Mentre correvo a perdifiato superando il Monte Spezzato, un'ondata di pensieri e memorie mi invasero la mente. Improvvisamente mi ritrovai a rivivere tutte le avventure trascorse a Kirkwall, tutti quei discorsi, tutte quelle parole, e tutto quel male. Una rabbia ribolliva dentro di me. Senza rendermene conto, stavo correndo con le guance rosse dalla furia, e le lacrime che mi rigavano il volto, lì in quella folle corsa dove nemmeno io sapevo dove stavo andando. Sapevo solo che dovevo correre. Non volevo voltarmi. Non volevo guardare nemmeno per un istante il suo volto. Quel volto che per anni pensavo di aver amato. Pensavo di potermi fidare.
Chiusi gli occhi cominciando a respirare pesantemente, stavo perdendo il fiato. Finché una voce dietro di me non mi richiamò.

- Hawke! Ehi Hawke! Dove diamine stai andando, fermati un momento, abbiamo bisogno di riposare! -
La voce di Varric ricoprì improvvisamente i pensieri, e lentamente, fermai il passo.

- E di elaborare un piano. Non possiamo correre e sperare di trovare una soluzione in questo modo. -
E l'osservazione acuta di Aveline mi riportò con i piedi per terra. Sospirai, e mi voltai verso il gruppo che pian piano stava rallentando per raggiungermi. Fu istintivo, ma il mio sguardo li squadrò uno ad uno, alla ricerca di qualcosa. Di qualcuno. Varric vide le mie lacrime, al che quando mi resi conto di essere punta dai suoi occhi, cercai subito di pulirmi il volto con la mano.

- Hawke, non starai.. -

- Non c'è niente da dire, Varric. -
Il mio tono era un po' acido, mentre portai le braccia incrociate sul petto. Merrill si avvicinò prima di tutti posandomi una mano sulla spalla. Quei suoi grandi occhi verdi stavano piangendo. Piangevano per me. Per un istante mi sentii nuovamente assalita da quella rabbia. Inspirai, posandole la mano sulla sua.

- Non preoccuparti Merrill. Va tutto bene. -
Tirai un sorriso, lasciando che l'elfa ritiri lentamente la mano, poco convinta, ma non era esattamente il momento di chiedere oltre. Tornai allora a osservare le persone attorno a me. Isabela e Sebastian se n'erano andati prima dello scontro, non erano con me. Carver mi guardava con un'espressione desolata, era la prima volta che mi rivolgeva quello sguardo. Fenris non mi guardava nemmeno. Seduto lì su un tronco d'albero abbattuto, limava la sua lama come se nulla fosse. Aveline mi osservava preoccupata. E Varric non era da meno. Anders non c'era più.

Portai le mani sui fianchi mentre continuavo a scrutare uno ad uno i miei amici. Uno ad uno, come se li stessi contando. E poi sciolsi la presa, afferrai l'asta dal nome di Bassrath-Kata donatami dai qunari, e la infilzai a terra con tutto il disprezzo e il disgusto che provavo in quel momento.

- FIGLIO DI PUTTANA! -
Urlai al vento, inspirai, e poi mi misi a camminare avanti e indietro attorno all'asta.

- Come ha potuto tradirci! COME?! -
Gli altri ripresero tutti a osservarmi, mentre Fenris si aggiunse con il suo classico commento sarcastico.

- Non per fare il bastardo, ma te l'avevamo detto. Varric te l'aveva detto. -
Con l'indice indicò il nano che cominciò ad alzare le mani.

- Io? Cosa? Noo, stavo parlando da solo, nella taverna.. -
Aggrottai la fronte e fulminai con lo sguardo Fenris. Lui sembrava impassibile a quell'occhiata, ma quantomeno non aggiunse altro.

- Credi che io mi sia divertita? Credi che non abbia pensato che fosse pericoloso? Che mi sia detta “Ma si, uno spirito più, uno meno, che differenza vuoi che faccia”? -
Merrill si sentì incredibilmente presa in causa a quel discorso, ma rimase in religioso silenzio e si sedette per terra, gambe incrociate, e occhi che seguivano i miei movimenti aggressivi nei confronti dell'elfo ex schiavo. Io di sicuro non fermai la parlantina. La frustrazione era tanta. Mi sentivo tradita.

- Se avessi saputo che quello che stava architettando era una bomba per far saltare in aria la Chiesa, non l'avrei MAI aiutato! -

- Non per mettermi in mezzo, ma Anders si è sempre dimostrato contrario ai templari in qualsiasi loro forma. Avremmo dovuto aspettarci che avrebbe cercato qualsiasi sistema per liberare i maghi e aumentare la separazione con la Chiesa, mentre tu cercavi di riappacificarli a Kirkwall. -
Aveline mi osservava con espressione grave e severa. Le mani erano sui fianchi, mentre si avvicinava a me con ancora lo scudo stretto sulla schiena bagnato di sangue.

- Dovevamo prevederlo. Abbiamo dato per scontato che stava riuscendo a tenere a bada il suo spirito. Ma Anders ora è quello spirito. -

- Lui è.. cambiato, lo devo ammettere. -
Anche Varric si aggiunse, grattandosi la nuca mentre dal basso osservava prima Aveline, e poi me. La mano sciolta lungo il fianco la chiusi in un pugno.

- Cosa volete che vi dica allora? Si, avevate ragione. E' questo che volete? -

- Hawke.. -
Merrill improvvisamente si alzò dalla sua posizione, e si avvicinò a me.

- Ha solo fatto quello che riteneva giusto.. Anders io.. lo capisco, sai? E' sempre stato solo, ha sempre agito da solo, e ora più che mai con Giustizia non si è mai sentito se stesso per davvero. Ricordi cosa ha detto quando abbiamo trovato per lui quegli oggetti? Che Giustizia oramai fa parte di lui. Il suo spirito.. non è più Giustizia, e non è più Anders. E' solo.. Vendetta.. -
Vedevo la sua mano che tremava un po' mentre cercava di toccarmi nuovamente la spalla. Scossi il capo non lasciandola fare, non stavolta.

- Mi stai dicendo che io mi sarei innamorata di Vendetta? Che per tutti questi anni ho avuto una relazione con lui? -

- N-no, io.. -
Carver inspirò profondamente, prima di osservarmi.

- Dunque, fatemi capire bene.. C'è un mago posseduto e pericoloso che ha fatto saltare in aria la Chiesa, tu e i tuoi amici vi siete schierati con i maghi a Kirkwall, e ora lui è qui fuori? Libero? -

- Esattamente. -
Fenris intervenne con quel tono secco e rude. Io mi morsi un labbro, prima di sospirare.

- Si. Gli ho permesso di scappare da Kirkwall. -

- Sorella, lo sai che questo vuol dire che farà di nuovo altre follie contro la chiesa o i templari? Non hai semplicemente “permesso di scappare” un tizio qualunque che ti stava simpatico, hai lasciato in libertà un assassino e un criminale. La cosa potrà riguardarmi. -

- Senti Carver, apprezzo che tu sia tornato indietro per me e per aiutarmi a combattere, ma non ti ho chiesto una lezione di vita. Inoltre io.. Non credo che voglia fare più male di quanto abbia già fatto. -

- Ma di questo non ne possiamo essere sicuri. -
Aveline proseguì con l'argomento, posa rigida, e sguardo che mi seguiva. Io sospirai.

- Cos'altro può fare di peggio? In questo modo non si è schierato solo contro la Chiesa, ma anche contro i maghi. Ha impedito che ci potesse essere pace tra la fazione dei templari a Kirkwall e loro. Ha generato il caos laggiù. Di cos'altro dovremmo essere preoccupati? Che faccia saltare la Chiesa di un'altra città? Se non viene beccato prima.. -

- Quest'aria di guerra. -
Il tono di Aveline si fece improvvisamente grave e severo, mentre i suoi occhi sottili in quella sua seria espressione mi osservavano. Aggrottai la fronte piuttosto affranta, ma quella riprese.

- Comprendo che ora sei confusa e vuoi ricevere risposte da Anders, ma questo evento non sarà dimenticato da un giorno all'altro. Se non viene placata subito questa controversia può sfociare in qualcosa di molto, molto peggio, e Kirkwall va protetta. -

- Personalmente, non mi interessa. -
Fenris decise di alzarsi da quel ceppo d'albero, sistemò la spada sulla propria schiena, e si avvicinò.

- Io sono rimasto a combattere solo per te, Hawke. Ma non ho intenzione di mettermi in mezzo in una situazione come questa. Non è di mio interesse, non è il mio obiettivo. -
Per un istante mi feci sorpresa. Scrutai Fenris con occhi curiosi.

- Perché, hai un obiettivo? -
Lui ricambiò il mio sguardo abbozzando un sorriso.

- Si. Ho intenzione di stanare tutti gli schiavisti e rimandarli dal loro Creatore. -
Il suo ghigno si fece più divertito, mentre io, per la prima volta, sorrisi. Forse questo mi dava speranza. Forse sapere che Fenris non era rimasto solo a seguirmi ma stava cominciando a pensare per se stesso, mi spronava a fare lo stesso. Ero sinceramente felice per lui, e in fondo al cuore, forse un po' triste. Cominciai a corrucciare la fronte.

- Quindi.. Ci separeremo. -
Aggiunsi in un fil di voce. Abbassai lo sguardo verso il terreno, prima di posare gli occhi su ciascuno dei miei amici lì presenti.

- Ci separeremo tutti, non è così? -
Il sorriso che tirai un istante era evidentemente un sorriso pieno di nostalgia e tristezza. E più di tutti, mi soffermai su Carver, che mi scrutava a sua volta.

- … Non posso abbandonare i Custodi Grigi. Sono rimasto al tuo fianco con orgoglio ma.. La mia vita è un'altra ormai. Però, forse.. puoi aiutarci. -
Il suo viso sembrava illuminarsi, si portò una mano sul mento mentre rifletteva ad alta voce.

- Non ti auguro di diventare un Custode Grigio, ma potresti lavorare per noi. I Custodi in passato hanno stretto molte alleanze e hanno guadagnato tanti agenti in giro per le regioni. Inoltre sei pur sempre la Campionessa di Kirkwall, saranno onorati di lavorare con te. -

- E' davvero possibile? I custodi Grigi non sono sempre in movimento? Io come vostro agente sarei.. separata comunque da te. -

- .. Si, forse hai ragione. Ma almeno avresti dove stare. -
Carver scosse il capo a dir poco scocciato, ma io sorrisi.

- Ti ringrazio Carver. Ma non credo che seguire le vostre orme sia qualcosa a cui aspiro attualmente. -
Sospirai. Il sole stava cominciando a calare, e non sembrava che fossimo intenzionati a separarci così subito. Varric cominciò a tossire.

- Ascoltate, abbiamo bisogno di un po' di riposo ora. Cosa ne dite di raggiungere una delle caverne lasciate dai dalish nel Monte per riposare? -

- Non è una buona idea. -
Intervenne Merrill.

- Siamo troppo vicini a Kirkwall, anche se non verranno a cercarci, quella zona sarà ricolma di maghi che cercano rifugio. Se ci vedessero e ce l'avessero con noi per quello che è successo.. -

Deglutì al pensiero.

- Non preoccuparti Merrill, non succederà. Si sarà già sparsa la voce di Anders, e noi dopotutto ci siamo alleati con i maghi, ci tratterebbero bene. Ma hai ragione, non ho intenzione di tornare indietro, andiamo avanti, fiancheggiamo la costa, appena troviamo una grotta adatta fermiamoci lì per la notte. -

Sorrisi.

- Potremo parlare poi. Andiamo. -
Riafferrai l'asta per riporla sulla schiena, e procedemmo a camminare. Stavolta niente corsa, solo un cammino lento. Probabilmente tutti stavamo avendo lo stesso pensiero in quel momento. Cosa avremmo fatto da ora in poi? Che ne sarebbe stato di noi? O forse tutti sapevano già perfettamente da dove iniziare. Io, invece, non vedevo risposte. Mentre camminavo con lo sguardo attento ad avvistare una possibile grotta nei dintorni, Fenris mi affiancò in silenzio. Gli accennai uno sguardo, prima di riprendere ad osservare il percorso.

- E così hai trovato un obiettivo. -

- Già. -

- E non mi hai detto niente. -

- Così pare. -
Sbattei le palpebre osservandolo, prima di sorridere.

- Così pare? Mi aspetto delle scuse. -

- Scusa per non avertelo detto prima? -

- Scuse un po' più sincere.. -

- Ero convinto che saresti scappata con lui. -
Fermai il passo a quelle sue parole. Lo scrutai con una tale sorpresa che ne fui stupita io stessa. Scossi il capo per riprendere il cammino.

- Convinto? E perchè mai? -

- Beh.. Lui è un mago.. tu sei una maga.. E non ti sei esattamente dimostrata così amante della Chiesa. -

- Che io non sia religiosa è un altro fatto. -

- D'accordo, ma l'hai lasciato combattere al tuo fianco. Perché? -

- Aveva fatto un danno irreparabile. Il minimo che poteva fare era aiutare la causa e aiutare noi con i maghi. -

- D'accordo ma perché. -

- Non capisco.. -

- Come hai fatto a sopportare la sua presenza dopo che ci ha traditi? -

- Io... -

- Tu credi ancora in lui, non è vero? -
La mia espressione si infranse in uno sguardo colpevole e triste. Non riuscivo a guardare Fenris negli occhi, non riuscivo nemmeno ad aprire bocca. Il mio sguardo si mantenne fisso sul terreno. Era una colpa poter credere in qualcuno che mi aveva tradita?

- … Lo immaginavo. -
Fenris sospirava mentre continuava a camminare. Io avevo smesso di guardare di fronte a me, un po' ricolma di vergogna. L'avevo accusato solo qualche minuto prima, ed ora ero lì a pensare a lui come se non lo ritenessi davvero colpevole del gesto che aveva compiuto. Anders non mi aveva lasciato molti dubbi. Aveva dichiarato apertamente di aver compiuto quel gesto per mano sua, per sua decisione, e di aver accettato Giustizia, di sentirsi parte di lui ormai. Più ci pensavo e più non potevo crederci. Non ci volevo credere. Fenris dal canto suo non lasciò mai il mio fianco, e procedemmo a camminare.

Una volta che il sole fu calato, trovammo una grotta ampia in cui accendere un fuoco e riposare. Quella sera non parlammo molto, stanchi dal viaggio, lasciammo al mattino dopo il da farsi. E così arrivò. Quando il sole cominciò a mostrarci i primi raggi, poco a poco ci svegliammo tutti, radunandoci attorno a quel falò spento. Carver si era già sistemato la spada dietro la schiena, e in piedi affiancava l'uscio della grotta aspettando me. Sapevo che stava per andarsene.

- Già in viaggio? -

- Non posso mancare i miei impegni con i custodi. Devo andare. -
La sua espressione sembrava quella di sempre, un po' seccata e fredda, mentre io sorridevo amaramente verso il terreno. All'improvviso corrucciò la fronte, e si avvicinò a me per posarmi le mani sulle spalle, guardandomi dritto negli occhi.

- Qualsiasi cosa tu faccia, so dove sarai, e ti troverò se avrai bisogno di me. Sappi questo, sorella. Non sarai mai sola. Non finché vivo. -
Emerse un sorriso da quel volto, prima che lasciò la presa, voltandosi verso l'uscita.

- Carver aspetta. -
Portai la mano in tasca e ne tirai fuori l'anello nuziale di nostra madre. Certo, un regalo un po' inusuale per Carver, a Bethany sarebbe piaciuto di sicuro. Glie lo porsi, e lui non esitò ad afferrarlo.

- .. E' l'anello nuziale della mamma.. Volevo che lo avessi tu. Io ho fin troppi suoi ricordi.. -

- Grazie. Lo terrò con cura. ..Fammi solo una promessa. -

- Cosa? -

- Non cercare quel mago. E non stare da sola, ti prego. -
Deglutii, e gli sorrisi.

- Te lo prometto. -
Lo abbracciai, e poi lo salutai, mentre lui si allontanava verso il luogo d'incontro con i custodi, che lo avrebbero atteso e poi sarebbero ripartiti con lui. Osservavo la sua figura a distanza, e solo in quel momento sentii di comprendere di più le preoccupazioni di nostra madre verso di noi. Quante volte ci ha visti partire, quanto ha patito con la morte di Bethany, la partenza di Carver, e alla fine, non ho potuto salvare nemmeno lei.. Mi morsi il labbro interrompendo quel flusso di pensieri, e rientrai.

Nel frattempo Merrill aveva portato delle bacche per colazione. Tutta allegra, canticchiava per metterci di buon umore, al che io sorrisi posandole una mano sulla testa.

- Grazie Merrill. E scusa se ho alzato la voce con te ieri. -

- Oh, ma no, no che dici.. Sono stata invadente, non avrei dovuto parlare di Anders in quel modo, non era il momento. Ma sai che a volte non so stare zitta.. -

- Lo so. -
Le sorrisi, al che lei ricambiò quello sguardo. Quindi sedetti attorno al fuoco, tra Varric e Fenris, e notai che anche Aveline era già in piedi con lo scudo e la spada nell'elsa, tutta pulita e strofinata. Sgranai gli occhi osservandola dubbiosa.

- Vai da qualche parte..? -

- Ma certo. -
Mi rispose, abbozzando un sorriso.

- Ci sono delle guardie che attendono il ritorno del loro capitano. -
La osservai ancora più allibita di prima.

- E.. non hai paura che tornando a Kirkwall ti prendano e ti arrestino per aver aiutato dei maghi? -
Aveline sospirò.

- Kirkwall è in uno stato di caos. Meredith non è più al comando, e i suoi templari hanno visto cosa è diventata. Il mio aiuto sarà prezioso per tutti per ripristinare l'ordine, e non posso lasciare il corpo di guardia senza un capo, senza contare che Donnic sarà molto preoccupato. Se anche mi arrestassero, preferisco andare da loro piuttosto che farmi trovare lontano. -
Varric rise.

- Non c'è situazione che il capitano delle guardie non sappia affrontare a petto in fuori, eh? -

- Oh, Varric. Almeno ora avrai un nuovo capitolo per la tua storia, non sei contento? -

- Non esattamente.. -
Varric tirò un sospiro mentre afferrò una bacca per masticarla. Fenris era invece in religioso silenzio con le mani congiunte davanti alla bocca. Lo osservai un poco preoccupata, e solo poi si accorse di essere osservato da me. Non pronunciò nulla, tornò semplicemente in riflessione. Quindi riportai lo sguardo su Aveline che stava scambiando altre divertenti battute con Varric, prima di osservarmi.

- Mi mancheranno tutte le nostre avventure. Ma credo che quei giorni siano finiti. -
Pronunciò quelle parole con un sorriso amaro, ed io annuii.

- Credo proprio di si. -

- Cosa farai, Hawke? -
Sollevai lo sguardo sul soffitto della grotta emettendo un profondo sospiro.

- Non lo so ancora. Ma credo proprio che non mi farò vedere per un po'. -

- Sarà meglio. Almeno finché le acque non si saranno calmate, ora è probabile che vedano te come l'artefice di questo incidente. Aggiungici che sei una maga, sei un bersaglio facile per la Chiesa.. -

- Non ricordarmelo. -
Mi portai una mano sul volto, mentre Varric posò la sua mano sulla mia spalla.

- Coraggio Hawke. Almeno non sei un templare. -

- … Dovrebbe farmi ridere? -

- .. No in effetti è uscita male. -
Tossì, ma io sorrisi comunque divertita dal suo tentativo. Aveline si avvicinò a me, ed io mi alzai per abbracciarla.

- Vorrei tanto chiederti di farmi sapere dove andrai.. -

- .. Ma è meglio di no. Non voglio farti correre alcun rischio, Aveline. Quando mi farò rivedere, lo saprai, te lo prometto. -
Lasciai la presa per trovarmi una dolce ragazza dai capelli arancioni che mi fissava con quegli occhi tristi e gonfi.

- Prenditi cura di te, mi raccomando. -

- Anche tu. Arrivederci Aveline. -

- A presto, Hawke. -
Tirò su con il naso, salutando successivamente anche Varric, Fenris, e Merrill. Quindi si diresse all'uscio della grotta, e la vedemmo tutti allontanarsi.

- Ah.. il miglior capitano delle guardie che Kirkwall possa mai aver desiderato. Mi mancherà un po'. -

- Ohoh? Non intendi tornare a Kirkwall? -
Sollevai un sopracciglio mentre scrutavo il nano biondo che se la rideva.

- Sei impazzita? Fino a ieri ero il racconta storie che andava in giro a narrare le tue gesta, e conosceva il biondino, come minimo mi rinchiuderanno da qualche parte per interrogarmi e torturarmi, chiedendomi i dettagli della faccenda con Anders. No grazie, preferisco continuare a scrivere e sparire per un po'. Magari potremmo fare la stessa strada. -

- Magari! -
Sorrisi entusiasta della notizia. Per un po' non sarei stata sola, e Varric era la compagnia migliore che avrei potuto chiedere.

Sollevai finalmente lo sguardo verso Merrill e Fenris. L'elfo sembrava ancora meditabondo che scrutava l'esterno, mentre Merrill mangiucchiava dolcemente quelle bacche, incrociando il mio sguardo lievemente più rilassato.

- Quindi.. cosa vuoi fare esattamente, Hawke? Intendi cercare Anders..? -
La domanda formulata dall'elfa attirò l'attenzione di Fenris, che mi scrutò con lo stesso sguardo deluso di prima. Corrucciai la fronte mentre osservavo quelle espressioni che attendevano una mia risposta.

- Non lo so. -
Mi decisi a rispondere con un tono alquanto confuso e spaesato.

- Avete visto tutti cos'ha combinato. E alla fine non ho voluto seguirlo. E' così strano se avessi intenzione di cercarlo per parlargli? -

- Perché, vuoi farlo ragionare? -
Si aggiunse Fenris al discorso, mentre mi osservava con un sopracciglio alzato.

- Chi può dire che non si sia già pentito? -

- L'hai sentito anche tu, ha fatto quello che doveva fare per aiutare i maghi, e l'ha fatto consapevolmente. Non c'è altro che puoi cavargli fuori. -
Rispose in modo alquanto stizzito mentre cominciava a picchiettare nervosamente il piede su quel terreno roccioso e umido. Io mi limitai a sospirare affranta e in silenzio. Chiusi gli occhi con le mani che si cercavano e si sfregavano tra loro in maniera agitata. Dopodiché aprii lo sguardo sui miei compagni rimasti.

- Hai ragione Fenris. La verità è che non voglio cercarlo solo per parlargli di ciò che è accaduto. Ma di ciò che ha lasciato indietro. -
Lo sguardo di Varric, Merrill e Fenris si fece interrogativo e sempre più perplesso. Mentre io abbozzai un sorriso abbassando il mio sguardo verso terra, mi portai una mano sul ventre chiudendo infine gli occhi.

- Sono incinta del figlio di Anders. -

  
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