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Autore: The_stampede    16/08/2019    4 recensioni
La storia prosegue negli anni dopo lo scontro con Safulan e il mancato matrimonio. La situazione non è cambiata molto tra loro, ma sono cambiati loro con l'unica, inevitabile costante della vita: il tempo che trascorre. Mentre Akane è maturata sia in senso fisico che mentale, Ranma ancora si crogiola nella folle quotidianità della loro vita, ma l'inizio del terzo e ultimo anno scolastico finirà per fargli fare un brusco risveglio, peggiore di quelli a cui lo ha abituato la fidanzata.
Ranma 1/2 è il mio manga preferito, lo rileggo spesso e ogni volta non posso fare a meno di scoppiare a ridere per le disavventure, i personaggi e il nonsense, che percorre tutta la storia. Come la maggior parte dei suoi fan, anche a me è rimasto l'amaro in bocca per il finale aperto. Negli anni e nelle varie riletture ho finito per apprezzarlo maggiormente, ma non è passata la voglia di creare qualcosa che soddisfacesse il mio bisogno di una conclusione. Così eccomi qui; spero possiate apprezzare la storia e, come succede a me quando leggo le fanfiction altrui, passiate qualche momento di svago e stacco dal quotidiano nel leggerla.
Genere: Avventura, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tofu strabuzzò gli occhi un paio di volte, vedersi davanti Ranma o Akane per farsi medicare non era una novità, ma c’era qualcosa nell’atteggiamento di entrambi che non lo convinceva. Tolse con calma tutte le schegge di legno dal braccio del ragazzo, disinfettò ed infine fasciò il tutto.
Akane aveva sostenuto tutta la conversazione con il dottore, chiacchierando del più e del meno e sviando ogni tentativo di Tofu di essere messo a conoscenza dei fatti.
“Ranma ho terminato, potresti attendere fuori in saletta? Vorrei parlare con Akane”
Così dicendo lo spinse leggermente fuori dallo studio e diede un lieve colpo alla schiena di Ranma. Il ragazzo strabuzzò gli occhi, un ricordo riaffiorò immediatamente, si voltò verso Tofu, ancora sulla porta “Dottore non mi avrà mica…” ma Tofu non lo fece terminare, gli fece uno dei suoi sorrisi enigmatici e chiuse.
“Akane sono preoccupato per Ranma” la piccola Tendo sobbalzò “Il braccio è più grave di quel che sembra? Nnon potrà più combattere?” chiese con aria terrorizzata, togliere le arti marziali a Ranma equivaleva a ucciderlo.
“No, non mi riferivo a questo. Mi preoccupa la sua aura, il suo Ki” “Oh” fu la risposta di Akane abbassando lo sguardo.
“L’hai notato anche tu Akane?” “Si prima, subito dopo aver quasi colpito Hiroshi, Ranma emanava un’aura nera..Ah!” maledizione, la ragazza con il caschetto si era ripromessa di non raccontare a nessuno quello che era successo in aula.
“Colpire Hiroshi? Se non sbaglio non pratica arti marziali. Raccontami tutto” il tono e il fare perentorio del dottore non lasciarono molta scelta alla giovane, che si decise a vuotare il sacco.
Terminato il racconto Tofu commentò “L’aura nera di cui mi hai parlato mi preoccupa Akane”
“Pensa che Ranma possa trasformarsi in un demone? O in una creatura malvagia?”
“Cosa? No, niente di tutto questo, anche se con le vostre disavventure non mi sento di escluderlo. Mi riferivo a qualcosa di più semplice, ma altrettanto pericoloso. Ranma potrebbe ammalarsi”
“Ammalarsi?!?!” Akane aggrottò la fronte, l’immagine del suo fidanzato malato era qualcosa che faticava a definirsi nella sua mente.
Persino quando aveva preso una forte influenza da Happosai il risultato era stato che quel Baka, resosi conto che l’alta temperatura della febbre faceva evaporare l’acqua fredda annullando la maledizione, era riuscito a creare trambusto combattendo con il maestro per litigarsi il raffreddore.
Tofu vedendo la perplessità dipinta sul volto di Akane cercò di spiegarsi meglio “Non parlo di una semplice influenza o cose simili, bhe in effetti magari si comincia con prendere spesso raffreddori, poi non si dorme bene, ci si indebolisce e il corpo inizia a risentirne. Negarci ciò che ci rende felici, che ci fa sentire liberi, ci logora.”
“Secondo lei la maledizione lo rende infelice fino a questo punto?”
“Non mi riferivo alla maledizione, ma al vostro rapporto. Dovreste cercare di essere più sinceri su quello che provate.”
Akane non riuscì a replicare e Tofu proseguì tentando di alleggerire la tensione creatasi
“Eh così piccola Akane sei diventata molto popolare a scuola eh? C’era da aspettarselo!”, la giovane artista marziale arrossì “Non è questo il punto!” rispose con una certa stizza e colorandosi come un pomodoro.
"E invece è proprio questo il punto!” disse il dottore. Akane lo guardò con aria interrogativa.
“Tu e Ranma siete artisti marziali, l’equilibrio delle proprie emozioni è importante tanto quanto l’esercizio fisico. Non si può reprimere ciò che si prova per sempre e Ranma lo fa da anni”.
“Come lei con mia sorella Kasumi?” La frase le era uscita prima ancora che il cervello si fosse reso conto di averla formulata e Akane se ne pentì immediatamente, il dottore era una delle ultime persone sulla terra che volesse ferire, ma non ne poteva davvero più di sentire gli amici giudicare e dare consigli gratuiti a lei e Ranma su come gestire la loro stramba situazione. 
"Kkkkaaakkaasumiii…Cche centra…Stà arrivando…Oddio Betty metti il bollitore sul fuoco…Ahhh com’è in disordine qui”
La piccola Tendo guardò con dolcezza il dottore che, con gli occhiali appannati, stava ammonticchiando tutti i mobili dello studio sul lettino continuando a sproloquiare sul disordine e a chiedere allo scheletro Betty se finalmente il tè era pronto.
Akane non poté fare a meno di pensare che Tofu avesse ragione, reprimere i propri sentimenti fa davvero male, tentò invano di spiegare al dottore che sua sorella non stava arrivando, ma Tofu non era più in questo mondo. La moretta si alzò in fretta, ringraziò e uscì dallo studio.
In sala d’attesa Ranma l’aspettava, lo guardò e un enorme ruggito le fece fare un balzo indietro di un metro. Era lo stomaco del codinato che chiedeva a gran voce di essere riempito con un lauto pasto.
"Forza, andiamo a casa, è tardi” “Ssi” rispose con incertezza Ranma, mentre si stava alzando per seguirla.
“Che ti prende, non vuoi andare a casa?” gli chiese la fidanzata con tono esasperato, quella giornata era già stata sufficientemente stressante e non vedeva l’ora di godere della tranquillità della sua stanza.
Oltrepassarono entrambi il cancelletto della clinica e Akane udì un tonfo sordo “Dannazione lo sapevo!!” La moretta si voltò verso il fidanzato, trovandolo seduto per terra intento ad imprecare contro il loro dottore.
“Bhe che diavolo ci fai per terra?” gli chiese accovacciandosi per avere il viso alla stessa altezza di lui.
“L’ha fatto di nuovo!” “Chi ha fatto di nuovo che cosa?” Akane iniziava ad avere un’espressione accigliata, il codinato non era l’unico ad avere fame e lui in quel momento metteva a dura prova la poca pazienza di lei.
“Il dottor Tofu, stupida! Mi ha bloccato la schiena! Come qualche anno fa! Ora non riesco a camminare” Akane lo guardò allibita *Perché mai Tofu ha fatto una cosa simile?*
“Avanti portami dentro, così mi faccio rimettere in piedi!” il tono dispotico di Ranma non le piaceva nemmeno un po’, si alzò, lo guardò con un sorrisetto sarcastico e gli rispose
“Non mi sembri in condizioni di dare ordini, sai? Quasi, quasi vado a casa e ti lasciò li.”
“Dannato maschiaccio non oserai…” ma vedendo gli occhi di Akane diventare due fessure e una leggera aura azzurrina iniziare ad illuminare la sera, il ragazzo, da buon artista marziale qual era, capì di dover cambiare tecnica.
“Akane, Akanuccia mi potresti riportare dentro lo studio?”
Lei si accucciò nuovamente e iniziò a punzecchiargli una guancia affondandoci l’indice dentro “Come vuoi, ma sappi che gli ho nominato Kasumi ed ora non mi sembra molto in condizioni di visitare” “Sei una stupida!” inveì lui.
La ragazza si alzò, fece la linguaccia a Ranma e iniziò ad avviarsi verso casa. “Nno dai Akane, scherzavo, torna indietro! Non vorrai lasciarmi davvero qui?” Ma la fidanzata non ebbe il tempo di rispondere che un uomo, dal fondo della via, iniziò ad urlare
“Mia dolce Akane Tendo! Sei davvero tu? Ah, quale gioia poterti incontrare all’ora del crepuscolo, il momento più romantico, quello in cui si consumano gli amori clandestini!” 
Così dicendo Kuno Tatewaki correva incontro al suo amore con braccia spalancate e brandendo la katana.
Akane entrò nel giardino di Tofu e prese la pompa dell’acqua, si avvicinò a Ranma e gli chiese “Che dici? Gli facciamo incontrare la ragazza con il codino? Sono sicura che sarebbe estasiato di poterla portare a casa tra le sue forti braccia! Non sono sicura però in quale casa potrebbe portarti” disse la moretta, simulando un fare dubbioso come chi sta cercando di trovare soluzione ai dilemmi della vita. “Nnon oserai?!?” chiese Ranma mentre un’enorme goccia di sudore gli colava dalla tempia destra.
Nel frattempo il Senpai li aveva raggiunti “Sciagurato di un Saotome, come osi non alzarti in piedi dinnanzi alla grandezza di Kuno Tatewaki! Battiti se ne hai il coraggio” “Ti assicuro Kuno, che mai come in questi giorni avrei voglia di darti una lezione, ma in questo momento proprio non posso”
Akane guardò Ranma incuriosita, *Perché ha voglia di picchiare Kuno? Non lo vediamo da un pezzo. Non è certo per allenarsi a migliorare, come combattente il Senpai non è gran che* pensò la ragazza.
“Avanti fellone, battiti, o dovrai rinunciare per sempre all’amore della dolce Akane!”
L’oggetto del contendere emise un sospiro, portando una mano a coprirsi il volto, e provando profonda pena per se stessa: circondata costantemente da degli imbecilli.
Stava per spedire Kuno a sorvolare Nerima quando Ranma lo chiamò “Psst! Kuno, vuoi sapere un segreto? Ti svelo dove abita la ragazza con il codino!” Il senpai si chinò verso Ranma il quale lo colpì con un pugno stendendolo ed esaudendo il desiderio inespresso della fidanzata.
“Allora? Vuoi che ti bagni?” Gli chiese Akane attirando la sua attenzione.
“E perché?!” fu la risposta del ragazzo
“Bhe, l’altra volta non avevi voluto che ti portassi a casa in spalla come ragazzo.” Disse la giovane senza guardarlo negli occhi e arrossendo leggermente al ricordo del periodo in cui si erano conosciuti.
“Si, è vero” le rispose, imitandola nell’arrossire. Tutto quello che comportava contatto fisico tra loro era tanto naturale in battaglia quanto artificioso nella quotidianità, lasciarsi andare non era facile.
“Non fa niente” proferì Ranma dopo qualche istante di imbarazzante silenzio “Ormai è passato un sacco di tempo e…bhe…ci…ci conosciamo meglio ora, no?”
“Si” rispose lei semplicemente, accucciandosi e dandogli la schiena per potergli permettere di salirle in groppa.
Il codinato avvicinò le mani tremanti alle spalle di lei *Kami come sono piccole, riuscirà davvero a portarmi fino a casa?* Ma Akane si stava già alzando in piedi, assicurandosi bene il suo strambo carico a forma di fidanzato sulla schiena.
Rimasero in silenzio per un po’, troppo imbarazzati per parlare di quella giornata. Il codinato continuava a pensare alle parole di Hiroshi, all’infanzia del suo maschiaccio di cui sapeva poco o niente e alle continue lettere d’amore che lei riceveva.
“Ranma?” Lui sobbalzò leggermente, spaventato dal fatto che lei avesse potuto sentire i suoi pensieri.
“Perché ce l’hai tanto con Kuno? Ormai non lo vediamo quasi più” “Bbhe…ma che domanda stupida! Come fai a non avercela con Kuno, insomma, è troppo scemo!”
Non poteva certo raccontarle del suo incontro con Yatoshi. Avrebbe scoperto del suo furto postale e lo avrebbe tempestato di domande, tra cui la più fastidiosa di tutte “Sei geloso per caso?” No, lui non era geloso, solo che lei era la sua fidanzata, punto e basta.

Prima di varcare il portone di casa Akane fece scendere Ranma dalle spalle e, appurato che quest’ultimo avesse ripreso il controllo degli arti inferiori, entrarono. Impossibile farsi vedere in famiglia anche solo con un vago atteggiamento affettuoso come, ad esempio, aiutarsi reciprocamente.
Negli anni Soun e Genma non si erano arresi e i loro tentativi di veder convolare a nozze i figli erano diventati sempre più subdoli.
L’estate precedente il primo si era finto in fin di vita per quasi una settimana per arrogarsi il diritto di esprimere l’ultimo desiderio, chiedendo quindi di veder realizzato il sogno delle loro famiglie fuse in una sola.
I due ragazzi stavano per cascarci fino al giorno in cui il capofamiglia, nell’infilare il termometro nel tè per simulare la febbre, non si era accorto di averlo fatto arrivare a cinquantasette gradi centigradi facendo insospettire le figlie.
Akane non parlò al padre per svariati giorni, ma Kasumi dovette pregarla di desistere dal comportamento perché le lacrime di Soun per la freddezza della figlia minore stavano facendo imbarcare il tatami.
I due fidanzatini cenarono, glissando molto sulla loro giornata di scuola e andando ognuno nella propria stanza senza accennare all’accaduto. 
Si dice che la notte porta consiglio, ma di solito quando si hanno molti pensieri per la testa porta molta più insonnia.

Akane non riusciva a dormire, l’aura nera di Ranma continuava a preoccuparla e il confronto con il Dottor Tofu l’aveva agitata.
Non era la sola in casa a non chiudere occhio, il codinato era rimasto molto colpito dalle parole del compagno di classe e, anche se il desiderio di tirargli un pugno riaffiorava ad ondate come il ricordo di essere stato definito mezz’uomo, si mise a riflettere.
*Hiroshi è davvero maturato, quando sono arrivato continuava a dirmi quanto fosse carina Akane e chiedermi fin dove ero arrivato con lei*
Di riflessione in riflessione, prima di addormentarsi, Ranma decise che fosse venuto il momento di fare uno sforzo e di seguire l’esempio dell’amico cercando di maturare un po’.

La mattina seguente, arrivati al cancello del Furinkan,  Shampoo non si fece attendere e Akane decise di mettere a punto il piano formulato nella nottata quasi insonne.
Con la scusa della gelosia diede un colpo in testa a Ranma tramortendolo e corse verso gli armadietti, con grande sollievo constatò che non c’erano lettere per lei, si cambiò e arrivò in aula. Nessuna traccia del fidanzato *Bene* pensò, il suo mega pugno aveva sortito l’effetto desiderato, il Baka era in ritardo e non avrebbe potuto attaccar briga con Hiroshi almeno fino al suono della prossima campana.
Inoltre quello sfogo l’aveva ripagata di tutta l’enorme pazienza mostrata nelle ultime mattine nei confronti del fidanzato smidollato e della gatta cinese. Quando Ranma arrivò in classe fu subito ricacciato in corridoio con dei secchi d’acqua in mano e la moretta poté stare tranquilla per un po’, anche se il senso di colpa per averlo colpito così forte si era fatto sentire.
Terminata l’ora Ranma entrò in classe
“Maledizione Akane, che ti è preso questa mattina!? Volevi uccidermi forse!?” disse il codinato massaggiandosi un vistoso bernoccolo, l’interpellata incrociò le braccia e voltò il viso dalla parte opposta a quella del fidanzato con un’espressione stizzita.
”Se non ti  comportassi da smidollato io non dovrei darti una lezione!”
Gli amici d’infanzia e gli altri studenti iniziarono il conto alla rovescia attendendosi una litigata tra i due.
“Hai ragione maschiaccio.”
Diverse bocche si spalancarono, mentre ogni paio d’occhi della stanza, compreso quello di Akane fissava sbigottito l’artista marziale.
Ranma le scompigliò leggermente il caschetto “Cercherò di essere più deciso” le disse sorridendo.
Gosunkugi intuì che quello era un segno dell’apocalisse, la fine del mondo era dunque prossima, e si avvicinò di soppiatto a Ranma con paletto e martello per purificarlo.
“MUORI RANMA SAOTO..hem… DEMONE APOCALITTICO!!”
Inutile dire che il codinato scansò il paletto e stese il compagno con un pugno.
“Ranma sei impazzito!? Non puoi prendertela con una persona debole come Gosunkugi” “E’ lui che mi ha attaccato, possibile che non prendi mai le mie difese?!” “Attaccato?!? Ma andiamo!” “Non sei affatto carina con me! Sei proprio un maschiaccio, sei rozza e brutale” “Cretino!!” “Vita larga!”
E mentre i due artisti marziali litigavano, l’eroico Gosukugi, ancora steso a terra privo di sensi,con il suo sacrificio aveva ristabilito l’equilibrio nel mondo.
   
 
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