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Autore: Eristhestrange    16/08/2019    1 recensioni
Sono passati trent'anni dal disastro di Londra, ma i guai non sembrano essere finiti.
Una nuova minaccia incombe sulla Gran Bretagna e il mondo intero ma grazie ad una nuova arma Integra Hellsing potrà finalmente liberarsi del male che incombe sulla Terra.
Forse.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alucard, Integra Farburke Wingates Hellsing, Nuovo Personaggio, Seras Victoria
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Siamo esseri fatti di carne e sangue

cap.1

 

"Questa è davvero una notte singolare in cui partire, non è vero Richard?"

"Ha pienamente ragione, signorina. Sembra proprio che la luna ci guardi..."

Il suo sguardo, rivolto al finestrino, era fisso sull'immagine cupa della luna piena nel cielo nero che, come un grande occhio, sembrava scrutarli a loro volta.

I motori della coupé nera si accesero, lasciandosi alle spalle la Magione Bethencourt e il suo secolare silenzio.

 

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"Ancora non capisco perché non poteva semplicemente presentarsi lei e basta, Signorina Integra" esordì Seras con fare piuttosto scocciato.

La missione che le era stata affidata, assieme a quella di Alucard, era stata revocata improvvisamente per quello che la Hellsing aveva definito sbrigativamente un "cambio di programma".

"Non c'è tempo per spiegare- ribatté la donna dalla sua poltrona, allontanando per un attimo la sigaretta dalle labbra -vi dirò tutto quando arriverà. E tu Alucard, non fai nessuna domanda?" chiese con fare leggermente divertito.

Appoggiato con la schiena alla carta da parati floreale, il vampiro non fece che rispondere con un mezzo sorriso, insospettendo ulteriormente la curiosa Seras.

Il passare degli anni aveva segnato il volto e il fisico di Integra, ma i suoi modi non erano cambiati: la sua rigida compostezza la rendeva in un certo modo affascinante, nonostante l'età.

Prima che la vampira potesse di nuovo interrompere il silenzio con le sue domande, la porta posta alla fine della stanza si aprì, rivelando uno degli uomini di pattuglia in divisa.

"Signorina Integra, gli ospiti sono arrivati!" dopo un celere saluto militare, si affrettò ad accommiatarsi dalla severa figura della padrona di casa, che lo congedò con un breve cenno della mano.

Seras e Alucard si affrettarono a prendere posto ai rispettivi lati della poltrona, in piedi.

La vampira lanciò una breve occhiata verso il compagno d'armi, senza trovarvi risposta "Chissà se sa qualcosa che io non so..." ma la sua attenzione tornò subito alla porta d'ingresso, dove i due battenti in legno massiccio stavano per essere spalancati per l'arrivo dei misteriosi ospiti.

Seras Victoria non poté che rimanere sorpresa dalle due persone che varcarono quella soglia: una giovane ragazza e il suo...maggiordomo?

Mentre avanzavano li osservò attentamente, per evitare eventuali sorprese ma, soprattutto, per curiosità.

L'uomo aveva le tipiche fattezze del maggiordomo inglese: sulla cinquantina, slanciato, capelli brizzolati accuratamente pettinati, occhi grigi ma brillanti, incorniciati da un paio di occhialini da vista dalla montatura in bronzo dorato, rigorosamente in livrea.

Si accompagnava alla giovane in modo scostato, di un almeno un passo indietro a lei, avanzando con andatura composta, confacente alla sua posizione.

La ragazza era uno di quei tipi che alla villa degli Hellsing non sarebbe stato per nulla facile incontrare.

Portava i capelli scuri acconciati in un morbida coda legata da un nastro bianco, la sua carnagione chiara metteva in risalto gli occhi verdi che in quel momento si posavano proprio su coloro che le stavano davanti. Una camicia bianca dalle linee delicate non dava speranza di intravedere nulla del suo fisico, eccezion fatta per la vita stretta, segnata dalla cinta della gonna azzurra che le arrivava fin sotto le ginocchia.

Le calze ed un paio di basse scarpette marroni completava quello che si poteva definire il profilo di una giovane di rispettabile famiglia.

Alla Villa le donne presenti non erano molte oltre a Seras e a Integra e sicuramente non avevano un aspetto così innocente.

Ciò che incuriosì veramente la vampira fu quando, arrivata quasi al centro della sala, la ragazza ebbe un'esitazione, come una specie di sussulto della durata di una frazione di secondo, ma che lei riuscì distintamente a percepire.

Poteva essere l'ansia di quell'incontro, oppure era qualcos'altro?

Certo la figura della padrona incuteva un certo timore e il look stravagante di Alucard non era da meno, ma poteva davvero essere solo questo?

"Lady Integra Fairbrook Wingates Hellsing, è un piacere per me fare la sua conoscenza" esordì la ragazza, posando la mano sul petto con una reverenza, seguita immediatamente dal maggiordomo.

Integra accennò un sorriso; prima che entrasse aveva spento la sigaretta, segno che qualcosa di importante stava per accadere.

"Benvenuta Lady Isabel Theodora de Bethencourt, spero che il viaggio inaspettato non vi abbia dato problemi" quelle parole sembrarono come riscuoterla da suoi pensieri "Oh no, niente affatto. La sua lettera aveva carattere di urgenza e come nobile d'Inghilterra ho il dovere di servire la mia patria".

Hellsing annuì a quelle parole, compiaciuta "Molto bene. Mi permetta di presentarle le mie guardie del corpo, nonché i miei più fidati sottoposti, anche se sono sicura avrà già sentito parlare di loro. Questi sono Seras Victoria e Alucard!" senza bisogno di troppi complimenti, i due si cimentarono in un breve inchino.

Quando Seras rialzò lo sguardo la ragazza era livida in volto "Ehm...Lady Isabel, si sente poco bene?" chiese preoccupata.

Il maggiordomo, che non si era accorto della situazione, fece qualche passo verso di lei "Milady, che cosa c'è? Vi sentite male?" "No...no...non preoccuparti Richard" tentò di rassicurarlo, ma la voce ne tradiva l'animo irrequieto.

"C'è qualcosa che non va?" il tono di Integra lasciava presagire che già conoscesse la risposta a quella domanda, ciò fece scattare lo sguardo di Seras, Isabel e Richard verso di lei.

Alucard aveva nel frattempo ripreso il suo posto addossato al muro, senza dire una parola, con lo sguardo coperto dalla larga falda del cappello cremisi.

"Che cosa c'è in questa stanza Lady Integra?" un misto di timore e irritazione accompagnò le parole della giovane ragazza, che non aveva mai smesso di distogliere gli occhi verdi, ora spalancati, verso chi l'aveva mandata a chiamare.

Per tutta risposta, la donna rimase seduta tranquillamente, senza scomporsi "Sono felice che abbia notato qualcosa, le sarà d'aiuto per comprendere ciò che sto per dirle da qui in avanti. Vi consiglio di sedervi...".

Seras seguì con occhio preoccupato i due ospiti che, con sguardo incollerito ma rassegnati al fatto di essere privi di ogni difesa, prendevano posto sul divano in velluto davanti a Integra. Questa si mise in bocca una sigaretta, estrasse dal taschino il suo acciarino e l'accese, riempiendo in pochi secondi la stanza dell'odore acre del tabacco. Fece qualche tiro prima di iniziare a parlare, assumendo un'aria greve "Non guardatemi in quel modo, non ho nessuna intenzione di nuocere alla signorina, anzi, il mio primo dovere da ora in avanti sarà proteggerla. Mi dispiace informarla che ha scelto il periodo sbagliato per venire al mondo: una grave minaccia incombe sul nostro Paese e da molto tempo ormai la mia famiglia si adopera perché questa venga circoscritta e, nel migliore dei casi, soppressa per sempre. Con il suo aiuto possiamo far sì che ciò si realizzi, lei rappresenta una delle chiavi per porre fine ad una piaga che grava sul nostro pianeta da ormai troppo tempo..." "Cosa può volere da questa ragazza, cosa nasconde?" si chiese la vampira, mentre la padrona si prendeva qualche secondo per continuare a fumare la sua sigaretta.

"Che cos'è che vuole da me il mio Paese? Cosa vuole LEI da me, Lady Integra?" Isabel sembrava essere preoccupata e innervosita allo stesso tempo "Glielo spiego subito. Il suo disagio nell'entrare in questa stanza consiste nel fatto che lei riesce a percepire qualcosa...qualcosa di oscuro, che le mette soggezione e angoscia, dico bene?" la ragazza si limitò a non rispondere, rivolgendo lo sguardo da un'altra parte "Quel qualcosa sono Seras Victoria e Alucard, non è forse così? Dentro di lei sa benissimo che non appena ha posato lo sguardo su di loro qualcosa non andava. Ebbene, il suo sesto senso non ha tutti i torti, perché quelli che ha davanti sono vampiri, vampiri in carne ed ossa. Più o meno".

Il silenzio nella stanza durò qualche secondo prima che la ragazza si alzasse in piedi, alzando il tono della voce, livida in fronte  "Lady Integra, che razza di assurdità sta dicendo? Le pare forse il caso di convocarmi con urgenza per prendermi in giro?".

Di fronte alla tracotanza della ragazza, la padrona non poté fare altro che sorriderle di rimando.

Dietro di lei, il baluginio di una bianca zanna faceva presagire che anche il vampiro si stesse in qualche modo divertendo; l'unica veramente preoccupata era Seras, la quale se ne stava di fianco alla poltrona, in piedi, cercando di nascondere il suo disagio.

"Non lo farei mai, quello che sto dicendo è la verità e non ho problemi a dargliene dimostrazione..." Integra voltò lo sguardo verso Alucard, il quale alzò il suo verso di lei, facendo luccicare gli occhiali arancioni. Tutti rivolsero allora l'attenzione verso il vampiro che, a braccia conserte, sparì attraverso il muro, per poi ricomparire accanto al divano proprio di fianco a Lady Isabel.

Gli ospiti, dapprima inorriditi dalla visione, trasalirono quando la figura si materializzò proprio davanti a loro, facendo gridare Isabel di terrore.

"Che...che cosa sei?" chiese tremando alla figura cremisi davanti a lei, con gli occhi pieni di terrore e le unghie conficcate nel velluto rosso del divano "Sono proprio quello che sono" ammise sorridente.

Seras cercò di avvicinarsi timidamente "La prego milady, non abbiamo intenzione di farvi niente di male, non si preoccupi. Noi obbediamo agli ordini di Lady Integra!".

Come se non avesse ascoltato quelle parole pronunciate con tanto tatto, il maggiordomo si alzò tremante, andando a parasi davanti alla ragazza inorridita "Non temete Milady, vi proteggerò da queste immonde creature, dovesse costarmi la vita!".

"Se foste davvero in pericolo, qualunque suo sforzo non servirebbe a niente contro dei vampiri" sentenziò Integra dalla sua poltrona, impassibile davanti agli sguardi inorriditi dei suoi ospiti "Come ha potuto portare a cospetto di Milady delle simili creature dimenticate da Dio! Quale impudenza nei confronti di una delle più nobili casate della Gran Bretagna!" "La sua devozione è ammirevole, Richard, ma non sarà di certo questa l'occasione per metterla alla prova. Questi vampiri sono al servizio della Nazione, come voi e me!".

Isabel si alzò lentamente dal divano e si fece largo oltre la figura protettiva del suo maggiordomo, tremante ma decisa "Come può dire una cosa simile, Lady Integra! Questi sono mostri..." "Sono mostri al mio servizio e le garantisco che non faranno nulla senza aver ricevuto un mio preciso ordine, ed ora vi prego di sedervi di nuovo e di calmarvi, c'è altro che dovete sapere.".

Non erano convinti, ma non avevano nessun'altra scelta se non quella di ubbidire e così fecero, ma lo sguardo della ragazza non incrociò mai nessun altro se non quello del suo fedele maggiordomo, al quale rivolse un accenno di sorriso per ringraziarlo del suo coraggio.

Anche i vampiri ripresero il loro posto e non appena si mossero, Isabel avvertì un brivido lungo la schiena.

Non aveva mai creduto a certe storie e anche allora, quando l'incubo sembrava essersi mutato in perfida realtà, non riusciva a farsene una ragione.

Suo padre avrebbe considerato blasfemia tutto ciò che non era sotto la luce di Dio e lei invece era lì, seduta davanti a due creature che non avevano nulla di umano, niente che potesse essere salvato dalla mano compassionevole di Cristo.

"La famiglia Hellsing si occupa dello sterminio di vampiri sin da quando è nata, proprio per questo sappiamo che non è possibile sconfiggerli grazie alle capacità umane. Solo un vampiro può mettere fine all'esistenza di un altro vampiro - l'attenzione dei presenti era concentrata sulle parole della rigida Integra - tuttavia esistono esseri umani con abilità particolari, che superano i normali limiti dell'umano e che sono in grado, con le giuste armi, di mettere fine alla vita di un vampiro. In questo periodo abbiamo registrato l'attività dei vampiri e sembra che qualcosa di a noi non ancora noto stia accadendo tra di loro, qualcosa che li spinge ad attaccare e a fare incetta di vite umane. Voi comprenderete che più armi abbiamo per porre fine a questa minaccia più sarà facile per noi liberarcene. Ora vi starete chiedendo cosa c'entri Lady Isabel in tutto questo. Ebbene, esiste un terzo modo per uccidere un vampiro, qualcosa di estremamente complesso da trovare ma di cui è nota l'efficacia: le reliquie sacre. Sarò estremamente concisa: lei è una sacra reliquia, letteralmente." concluse con uno sbuffo di fumo.

"Temo...temo di non aver capito. Una sacra reliquia può essere la lancia di Longino o un pezzo della Santa Croce, oppure la Sindone, queste non sono persone, sono oggetti..." nonostante lo stupore iniziale, la ragazza aveva trovato il coraggio di ribattere a quello che sembrava un'affermazione priva di senso.

Nemmeno Seras sembrava capire cosa stesse succedendo e continuava a rivolgere occhiate dubbiose verso Alucard, il cui sorriso non aveva mai smesso di brillare.

"Il trono di Salomone, il Santo Graal, il Sudario...è vero, tutti questi sono semplici oggetti che gli Hellsing e chi lavora e lavorò per loro hanno sempre cercato per combattere i vampiri, tuttavia, come gli oggetti si possono tramandare alle generazioni future, anche altro si può trasmettere ai propri discendenti.

Nel suo caso specifico, i geni. Il sangue del suo casato non è semplicemente sangue nobile inglese, ma nelle sue vene trasporta un gene speciale risalente a migliaia di anni fa. Lei, Lady Isabel, è la discendente diretta della Vergine Maria."

Seras Victoria ebbe un sussulto, mentre gli occhi della ragazza si spalancavano tradendo il suo disorientamento "Che cosa sta dicendo...perché si macchia di una simile blasfemia?" quelle parole non sembravano nemmeno rivolte alla diretta interessata, erano come sussurrate, rotte, tremanti. Richard posò la mano guantata di bianco sulla fronte con un sospiro "Mi spiace non avervelo potuto dire subito Milady - la voce dell'uomo era pervasa da una tremenda tristezza e sembrava tendere al pianto -prima di morire, vostra madre mi fece promettere di mantenere questo segreto finché non aveste compiuto l'età stabilita. Sarebbe stata lei a dirvelo non appena giunto il momento, ma Dio ha voluto prenderla con sé prima del tempo. Spero potrete un giorno perdonarmi, Milady" la ragazza tremante fece per parlare ma venne immediatamente interrotta dalla stentorea voce di Integra "I de Bethencourt discendono dal sangue della famiglia di Maria di Nazareth, portata avanti da sua sorella Maria di Cleofa, che a sua volta riconduce alla stirpe regale di David. Se c'è qualcuno che può sconfiggere i nemici di Dio è sicuramente chi ha il sangue del re dei Giudei che scorre nelle vene e lei non ha fratelli né sorelle, né parenti. Questo significa che purtroppo il compito che le spetta graverà solo e solamente su di lei".

Isabel stette ad ascoltare con gli occhi spalancati, privi di luce, pallida come i petali di un giglio.

"Riesce a capire quello che ho detto?" chiese Integra, notandone lo sguardo assente; quando la ragazza annuì lievemente con il capo la donna sospirò sollevata "Bene, ora che ha compreso la situazione devo porle una domanda scomoda ma necessaria. Lei è ancora vergine?".

" Lady Integra! Che razza di domande sono?" quella sensazione di torpore generata dal discorso della padrona era stata bruscamente spazzata via da quella domanda inaspettata, una domanda che era stata posta anche a lei molto tempo prima.

Tutto era cominciato con quella domanda e adesso qualcos'altro stava iniziando grazie ad essa.

 "Come osa fare simili insinuazioni! Non ho bisogno di ricordarle che Lady Isabel è figlia di una nobile casata e pertanto..." "Per favore Richard" come rediviva, Isabel sembrava essersi riscossa dal fiume di informazioni che stava cercando di capire e di accettare come verità "Sì, Lady Integra, lo sono".

"Non ho posto questa domanda per mera curiosità, sia chiaro. Il sangue di Maria perde efficacia se a possederlo è una persona impura, ma fortunatamente non è il suo caso. Molto bene allora, con il suo permesso, adesso lei è sotto la completa protezione dell'esercito inglese, nonché ospite fissa di Villa Hellsing. Non ho bisogno di farle presente che tutto ciò che è stato detto in questa stanza è estremamente confidenziale e non deve essere riportato in nessun luogo e in nessuna occasione se non da me preventivamente stabilita. Le converrà far spedire i suoi bagagli qui: sarà un lungo soggiorno".

 

 

 

Angolo dell'autrice

Ciao a tutti! Questa fanfic nasce da un'idea balzatami in testa qualche settimana fa e vorrei una vostra opinione, credete che questo potrebbe essere l'inizio di una storia interessante? Fatemelo sapere! Alla prossima!

 

 

 

   
 
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