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Autore: Jubbathehut    17/08/2019    2 recensioni
- È più grave di quanto pensassimo. - commenta tragico Lee, grattandosi il collo come se si fosse ammalato anche lui. Ma ammalato di cosa poi? Fred era in perfetta salute, avrebbe potuto correre una maratona anche subito - magari dopo aver finito e digerito la colazione -.
- Ti porto in infermeria, è deciso. - George è categorico, vuole delle risposte. Se fisicamente il suo gemello sta bene, è la testa che è andata a farsi una passeggiata lontano dal buonsenso.
- In infermeria? - Fred si mette a ridere, passandosi una mano tra i capelli e lanciando lo sguardo dall’altra parte del tavolo, proprio laggiù dove vorrebbe anche stare, fermandosi ad assaporare il volto di lei e poi scuote la testa. Non era mica malato lui, non è che puoi guarire i sentimenti. Non che non ci avesse provato all’inizio, mannaggia se aveva provato a farli tacere quei sentimenti, ma era stato impossibile: Hermione Granger era un epidemia, - Sto benissimo, non ti preoccupare per me. -
Ma George era il suo gemello e no, non avrebbe mai smesso di preoccuparsi.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Fette, torte e epidemie
 

Non si può non comunicare, era questo il messaggio che ogni particella della stanza stava lanciando. Bastava uno sguardo veloce, un movimento avventato, un sussurro per capire che sì, si stava comunicando. 

E precisamente, in quella mattinata in Sala Grande, si stava comunicando che Fred Weasley era stato visto.

- Cosa intendi che è stato visto? - chiede Lavanda storcendo il naso, addentando poi un grosso morso del suo pane spalmato con una ingente quantità di burro. 

Appunto, Fred Weasley era semplicemente stato… visto. E non era George, perché tutti sapevano che George era al campo da Quidditch con Angelina. Quindi no, quello che era stato visto era proprio Fred Weasley. 

- Calì, non ti seguo. - sbotta Lavanda, pulendosi l’angolo della bocca con un tovagliolo. Era infastidita che tutti - letteralmente tutti - sapessero qualcosa prima di lei: si era svegliata tardi, era vero, ma era lei il fulcro di ogni pettegolezzo in quelle mura, non poteva farsi togliere il primato così facilmente, - Ricomincia più piano. - 

Ma Calì, come il resto della Sala Grande, smette di parlare quando Fred Weasley entra per fare colazione. Lo fissano tutti incuriositi, tranne Lavanda, Lavanda vorrebbe ucciderlo: doveva essere visto proprio quando lei decide di dormire fino a tardi? 

 

- Lo sanno tutti. Tutti. - sbotta George, quando il gemello lo raggiunge al tavolo, - Hai idea di quello che potrebbe significare? - A giudicare dal sorriso che la McGranitt lancia a Fred, nulla di buono. 

- Rilassati. - 

- Rilassarmi? - George si passa una mano sul volto, avvicinandosi al volto del fratello, - Come posso rilassarmi?! - 

Fred mica lo capisce tutto il frastuono che si è venuto a creare, non capisce perché essere visto in quel luogo lo abbia trasformato in un fenomeno mediatico e soprattutto non capisce perché il suo amato gemello fosse uscito di testa. 

- Non capisco il problema. - dice appunto, rubando l’uovo nel piatto di Lee, che siede davanti a lui e che, da quando è arrivato, non ha smesso di fissarlo preoccupato. Una preoccupazione, ancora una volta, che Fred proprio non comprende. 

- Fred, sei andato in biblioteca, anzi sei stato visto andare in biblioteca. - sbotta a quel punto George: si era contenuto all’inizio, ci aveva provato, ma questa volta il fratello aveva superato il limite. Prima l’avevano trovato legato in uno sgabuzzino del quinto piano, poi Severus Piton gli aveva attribuito dei punti per l’ottima esecuzione di una pozione e adesso si era persino fatto trovare in biblioteca. 

Si ecco, non che ci fossero problemi con la biblioteca in generale, solo che i gemelli Weasley non ci andavano: era sempre stato così. Se l’erano promesso al primo anno, storcendo il naso alla vista di quei grossi e alti tomi, ma sembrava che adesso quei grossi tomi fossero diventati il passatempo preferito di Fred, che aveva persino denigrato l’offerta di tirare uno scherzo alla Umbridge. 

- E ti giuro che io continuo a non capire quale sia il problema. - 

- È più grave di quanto pensassimo. - commenta tragico Lee, grattandosi il collo come se si fosse ammalato anche lui. Ma ammalato di cosa poi? Fred era in perfetta salute, avrebbe potuto correre una maratona anche subito - magari  dopo aver finito e digerito la colazione -. 

- Ti porto in infermeria, è deciso. - George è categorico, vuole delle risposte. Se fisicamente il suo gemello sta bene, è la testa che è andata a farsi una passeggiata lontano dal buonsenso.

- In infermeria? - Fred si mette a ridere, passandosi una mano tra i capelli e lanciando lo sguardo dall’altra parte del tavolo, proprio laggiù dove vorrebbe anche stare, fermandosi ad assaporare il volto di lei e poi scuote la testa. Non era mica malato lui, non è che puoi guarire i sentimenti. Non che non ci avesse provato all’inizio, mannaggia se aveva provato a farli tacere quei sentimenti, ma era stato impossibile: Hermione Granger era un epidemia, - Sto benissimo, non ti preoccupare per me. - 

Ma George era il suo gemello e no, non avrebbe mai smesso di preoccuparsi. 

 

Fred le bacia le labbra per l’ennesima volta, assaporando la dolcezza della bocca di Hermione. Lei sorride, lasciandosi ricadere tra le braccia del ragazzo, mentre la fiamma da lei evocata riesce a scaldarli in quella piccola classe del settimo piano. 

- Sei stato incauto. - gli dice infine, accarezzandogli la barba non ancora tagliata, - Perché sei venuto in biblioteca? - 

- Perché tu stavi andando in biblioteca. - puntualizza Fred con un sorriso leggero sulle labbra, - E prima che tu lo chieda, non è che mi andasse di seguirti in biblioteca, ma mi andava di seguirti e basta. - 

Hermione alza gli occhi al cielo, lasciandosi scappare una risata, - Dobbiamo stare più attenti. - 

Non si sentivano pronti, ecco tutto: uscire allo scoperto, dire ad ogni essere vivente - e non - che avevano una relazione sembrava una cosa scomoda. Fred ed Hermione stavano bene così. 

Però, devono ammetterlo, stare seduti insieme in biblioteca era stata un’esperienza… diversa. Ben lontana da quella in Hermione aveva dovuto legare il ragazzo nello sgabuzzino per evitare di essere interrotta ogni due secondi dai suoi baci, completamente opposta dal percorrere con terrore i corridoi per non essere scoperti o interrotti. 

Stavano bene così era vero, ma forse potevano stare anche meglio. Non che nella testa di Hermione ci fosse un luogo migliore che tra le braccia di Fred, ma il pensiero di stare tra le braccia di Fred in Sala Comune le faceva esplodere il cuore in milioni di pezzi. E non era nemmeno difficile da dire: “Fred ti amo e voglio amarti allo scoperto”. 

Ma ogni volta che pensava di dirlo, si ricordava subito che il suo ragazzo era il re degli scherzi e lei la Prefetto - Perfetto e che no, non avrebbero mai avuto un momento di pace e che le probabilità di stare abbracciati in Sala Comune erano nulle. Perchè Hermione e Fred, agli occhi di tutti, si erano sempre mal sopportati: avanti guardateli, opposti e tremendamente cocciuti tutti e due. 

- Lo so che dobbiamo stare attenti, però ieri con quell’enorme libro tra le mani eri proprio tenera. - sussurra Fred sulle labbra di lei, baciandola ancora una volta con dolcezza. - E credimi me ne sarei anche andato se poi non fossi quasi caduta mentre lo trasportavi per il corridoio. -

- Perché ti facevo ridere, vero? - chiede lei. 

- Eri uno spasso. - conferma Fred, stringendo la presa sui fianchi di Hermione, per avvicinarla sempre di più. Comincia a lasciarle dei caldi baci nell'incavo del collo, giocherellando con le punte dei lunghi capelli della ragazza sulla schiena, - Ma eri. - continua ad assaporarle il collo, un bacio a parola, - Anche. Molto. Bella. - 

Hermione comincia a sentire milioni di fuochi d’artificio nel suo corpo e non riesce a controllare il piccolo sospiro che le scappa dalle labbra, quando Fred le scopre la spalla sinistra e mostra affetto anche a quella. 

- In effetti sei sempre molto bella. - conclude lui, rivestendola. Non voleva correre troppo con la Granger: voleva farla sentire a suo agio prima, farla sentire apprezzata e desiderata. Si era ripromesso questo, quando si erano baciati per la prima volta e l’aveva vista timida. Solo che vedere Hermione timida tra le sue braccia non l’aveva sicuramente aiutato: il confine tra lasciarle un casto bacio sulle labbra e tra il prenderla tra le braccia per farla sua mente e corpo, era sempre difficile da individuare. 

Il cuore di lei fa una breve capriola, mentre il suo cervello si sforza di sorridere: deve ammette di sentirsi leggermente delusa. Mesi, sono mesi che lei e Fred si amano e si rispettano reciprocamente, mesi in cui lei ha provato a fargli capire che non desidera altro che essere presa tra le braccia per essere sua mente e corpo, ma mesi in cui lui si ferma prima di farla cadere completamente nell’oblio. Era bella, ma non abbastanza seducente? 

Vorrebbe chiederlo, ma lui si è già alzato in piedi, per raggiungere George che lo sta aspettando in Sala Comune. 

- Ci vediamo più tardi, Granger. - le sussurra, baciandola un’ultima volta, lasciandola a bocca asciutta di nuovo, con il cuore palpitante. 

 

Non sono una malata sessuale”, si ripete Hermione guardandosi allo specchio, coprendosi poi il volto con le mani. Ma a chi lo dava a bere? Lei voleva Fred, non voleva una misera fetta di Fred, voleva tutta la torta e voleva scoprire la ricetta della torta, per fare in modo di essere l’unica a saperla riprodurre. 

Ma ogni volta che pensava a Fred come torta, a lei che voleva tutte le fette, si imbarazzava oltre misura e sì, si dava della malata sessuale. Ma che c’era di male a pensare di… insomma lei con Fred aveva una relazione. Ed era una relazione seria, nonostante lui fosse il re degli scherzi. 

- Va tutto bene? - Harry è il primo che parla, osservando l’amica seduta davanti ad uno specchio con il volto coperto, dopo l’ennesima esercitazione dell’Esercito di Silente. 

- Hai lanciato degli incantesimi straordinari, non dovresti preoccuparti, Hermione. - gli fa eco Ron, accarezzandole i capelli. Ma Hermione sapeva benissimo di aver lanciato degli incantesimi straordinari, aveva fatto allenamento con Fred durante tutta la settimana: aveva altri problemi, erano altri gli incantesimi che non era riuscita a lanciare e che - il dubbio la colpisce - forse non avrebbe mai lanciato. 

Il risultato è che dalla sua bocca non fa uscire nemmeno una sillaba: Hermione non ha nulla da dichiarare ai suoi due migliori amici, soprattutto perché rispondere ad un “Va tutto bene” con un “Credo che Fred non mi trovi abbastanza sensuale”, non sembra essere una mossa intelligente. 

- Che succede? - si intromette Ginny, ritirando la bacchetta nella tasca del maglione. 

Ecco, magari ne avrebbe potuto parlare con lei: d’altro canto la più piccola dei Weasley era sempre venuta da Hermione per avere dei consigli su Harry. Magari questa volta glieli avrebbe chiesti lei, si sarebbe informata, avrebbe ottenuto delle risposte diverse da quelle che il suo pessimismo le regalava ogni minuto. 

- Quindi temi di non essere abbastanza… sensuale? - Ginny alza un sopracciglio verso l’alto, incapace di comprendere come la sua amica abbia raggiunto questo dubbio.

Hermione annuisce convinta, arrossendo sulle guance. 

- Francamente, sei la strega più brillante della tua età, sei divertente, sei una bellissima ragazza, perché non dovresti essere sensuale? - 

Ginny proprio non ci arrivava: non serviva che le dicesse che era intelligente, divertente e - discutibilmente - bella. Le serviva sapere perché quella testa rapa di Fred Weasley non volesse venire a letto con lei. Il punto è che non sapeva come chiederlo, perché non è una cosa che Hermione Granger pronuncia alla leggera. Lei è una ragazza dalle frasi più intellettualmente articolate, ma al diavolo. Fred per lei era persino stato visto entrare in biblioteca, che male c’era a chiedere a Ginny perché qualcuno non l’aveva ancora portata a letto? 

- Ti ringrazio per i complimenti. - dice pratica, torturandosi le mani dall’imbarazzo, - Il punto è che non capisco perchè una persona non voglia… - si blocca, incapace di continuare.

- Non voglia cosa? - Ginny si avvicina a lei, scrutandole il volto nella penombra.

- Oh avanti, lo sai cosa non voglia. - Hermione si copre il volto con le mani, comprendendo di essere senza speranza. 

Ginny ci mette poco a fare due più due, mica è scema, - Hai un ragazzo? - le chiede, ricevendo una risposta affermativa, - E vi amate? - la testa di Hermione fa di nuovo su e giù, - Però non sai perché lui, nonostante vi amiate, non abbia ancora provato a… spingersi oltre? - 

“Spingersi oltre” era un’espressione a cui la Prefetto - Perfetto non aveva ancora pensato: sicuramente sarebbe stato più semplice cercare di fare un discorso dicendo quella, che usando tutto il resto delle parole che le frullavano ancora nella mente. 

- Magari non è ancora pronto, o proprio magari ha paura perché non ha mai fatto niente e… - 

Hermione questo lo escludeva a priori: sapeva che Fred si era divertito prima di amarlo. Era un bel ragazzo, popolare e divertente. Non era difficile pensare che sì, le sue esperienze le aveva avute. 

- E se invece il problema fossi io? - 

- Beh, quello possiamo verificarlo. - Ginny le sorride, facendole un piccolo buffetto sulla guancia, - Chi è lui? - 

Ma Hermione un nome non glielo avrebbe detto, non ancora per lo meno. 

 

Per il secondo giorno consecutivo, la Sala Grande è proprio convinta che sia impossibile non comunicare, ma questa volta a far girare la voce, con somma gioia, era stata Lavanda. Aveva imparato la lezione, si era svegliata presto e - incredibile - aveva trovato Hermione Granger davanti allo specchio a truccarsi, con - più facile da credere - il libro di Trasfigurazione aperto davanti a lei. 

Le aveva chiesto se tutto andasse bene, ma a dispetto della risposta affermativa della compagna di stanza, la lunghezza della gonna di Hermione era un dettaglio che nessuno si sarebbe fatto scappare e che indicava - chiaramente - che qualcosa non andava. Perché la Prefetto - Perfetto non scende a fare colazione con il primo bottone della camicia sbottonato o con un filo di trucco.

E così, quando Hermione entra in Sala Grande è per lei che tutti stanno zitti, tranne qualche Corvonero e un paio di Serpeverde, che si spingono per guardare il cambiamento miracoloso adottato da qualcuno di insospettabile. 

- Il mondo si sta ribaltando. - commenta Calì, aprendo e chiudendo gli occhi velocemente, per accertarsi che tutto sia normale. 

- Ma se è tornato tutto come doveva essere. - trilla Lavanda, aggiungendo della marmellata al suo panino, perché se l’era meritata. 

Però nessuno sembra essere della sua stessa idea, proprio nessuno: prima Fred è avvistato in biblioteca, poi Hermione scende in Sala Grande come la reincarnazione di una adolescente con gli ormoni impazziti, come fa tutto ad andare bene? 

- Mi nascondevi questo eh? - George si avvicina a due centimetri dal volto del gemello, - Tu e Fred avete fatto scambio di corpi. Sei la Granger non è vero? - 

Ma l’altro non risponde, perché uno strano sentimento gli sta attanagliando lo stomaco. Lui era Fred e lei era… Hermione. Non c’erano dubbi sul fatto che l’ultima volta che l’aveva vista lei era ancora la Prefetto - Perfetto che conosceva, ma adesso aveva qualcosa di più… Insomma l’aveva già notato che Hermione era bella e anche sensuale, ma non c’era bisogno che lo notasse proprio tutta la scuola, giusto? 

- Non mi rispodi perché ho indovinato vero? - 

Fred si riprende, mettendo una mano davanti al volto del gemello, per allontanarlo, - Sono Fred. - dice, cercando di essere il più pacato possibile, sforzandosi di staccare gli occhi da Hermione, che attualmente sta leggendo la Gazzetta del Profeta ad un confusissimo Harry. 

- Non ti credo. - George porta le braccia al petto, palesando una espressione arrabbiata, - Me lo potevate dire, vi avrei aiutato a rimettere a posto le cose: tornare come prima. Ma Hermione, portare il corpo di mio fratello in biblioteca mi sembra… - 

- Sono Fred. - 

George rimane in silenzio per qualche secondo, finendo quasi per specchiarsi nella sua tazza di latte caldo, - Quindi è per forza un’epidemia che prende al cervello. - conclude, mentre Lee annuisce sicuro. 

Fred alza gli occhi al cielo, lasciandosi scappare una risata, - O semplicemente volevo andare in biblioteca. - 

- Noi non andiamo semplicemente in biblioteca e, allo stesso modo, la Granger non scende a fare colazione acconciata come se nostra sorella le avesse dato i migliori consigli di moda in una notte sola: siete stati a contatto nelle ultime ore? - 

- I migliori consigli di moda da nostra sorella in una notte sola? - Fred alza un sopracciglio, improvvisamente interessato. 

- È proprio quello che ho detto. - 

- Ed è anche piuttosto plausibile. - conclude Fred, stropicciando i capelli del gemello, prima di alzarsi dalla tavolata e uscire di scena, lasciando George e Lee sempre più preoccupati. 

 

Quando Fred chiude la porta alle spalle di Hermione, lei chiude gli occhi d’istinto. Cosa le avrebbe detto? L’avrebbe uccisa? Fulminata? Gli aveva tutti in testa i possibili scenari successivi, i più numerosi si concludevano con lei a terra, a chiedere a Fred di tornare, che era semplicemente stato un errore. 

- Cosa ti sei messa in testa? - ecco, per l’appunto, pensa Hermione, passandosi una mano nei capelli sistemati, - Hai idea di quante persone abbia dovuto  schiantare perché andavano in giro a dire di volerci provare con te? - 

Ecco, a questo la Granger non aveva pensato, - Hai schiantato della gente? - chiede scioccata, girandosi preoccupata verso di lui. 

- Un paio di persone. - si scusa velocemente lui, - Il punto che non puoi andare in giro conciata così. - le dice infine, chiudendole i bottoni della camicia e sistemandole il colletto. 

Hermione continua a non capire, - Perché non posso? - 

E allora Fred comincia a pensarlo che lei lo voglia morto stecchito, che proprio non ci sono alternative. La sua ragazza ha trovato un piano per liberarsi di lui senza doverlo uccidere con le proprie mani, ecco la verità. 

- Beh… attiri troppo l’attenzione. - dice sbrigativo, cercando di respingere verso il basso un sentimento prepotente di gelosia. Hermione alza gli occhi al cielo: possibile che non riesca a capire che è proprio quello il suo intento, che è la sua l’attenzione che sta cercando di attirare? 

- Quindi? - chiede, fingendosi colpevole. 

- Non mi piace. - sussurra lui, costringendola ad avvicinarsi e ad infilarsi nelle braccia di lui, - Non mi piace che ti guardino come se fossi una fetta di torta prelibata. - Hermione resta in silenzio.

- Insomma, non sanno nemmeno che esci con qualcuno: vorranno provarci tutti con te e cioè io rimarrei… - 

Hermione lo bacia a questo punto, alzandosi sulle punte dei piedi, portando successivamente le mani di lui sui suoi fianchi, - Rimarresti l’unico con cui voglio uscire. - dice pratica, sorridendogli. 

- Si ma… - Fred appoggia la fronte a quella di Hermione, - Temo che tu mi stai rendendo un po’ geloso: non voglio che gli altri ti guardino come ti guardo io. - 

Hermione deglutisce: era arrivato il momento di buttarsi? 

- Mi guardi? - gli chiede, arrossendo appena sulle guance.

- Seriamente non lo sai? Hermione Jean Granger sei impossibile. - Fred ride, passandole una mano fra i capelli, - Sei la mia ragazza, è ovvio che io ti guardi. Ti guardo e ti penso ogni giorno e ci sono certi giorni in cui ti sto pensando e vorrei venirti a prendere per baciarti per ore e per stare con te, ma sei così… - 

- Così? - 

Piccola. Fragile. Timida. Che aggettivo avrebbe potuto usare Fred per non sembrare crudele? 

- Non voglio fare niente che tu non voglia. - dice, scrollando le spalle e toccandole il naso con un dito.

- Fred. - la voce di Hermione è un sospiro di felicità, - Io mi fido di te, a parte quando esci dopo il coprifuoco e mi dici che stai in camera a dormire o quando vendi Merendine ai primi… - 

La sua bocca viene tappata dalle labbra di Fred, che la baciano piano, - Lo so che ti fidi di me, ma non voglio consumarti come una fetta di torta. Io la torta la voglio tutta, sono serio con te. Non voglio bruciare le tappe, voglio che anche tu mi possa desiderare tanto quanto io desidero te. - 

Hermione deglutisce, prendendo le mani di lui fra le sue e guardandolo dritto negli occhi, - Ma io lo voglio Fred, miseriaccia se lo voglio. - 

Fred sorride, passandole una mano sui fianchi e sollevandola di peso, in modo che lei possa stringere le gambe intorno al busto possente di lui. La guarda dal basso e poi la bacia, la bacia con una gioia mai provata prima, anche se per un minuscolo attimo, solo minuscolo, si chiede davvero se non ci sia qualcosa che ha intaccato il cervello ad entrambi. 

 

- Quindi mi stai dicendo che ti sei vestita così solo perché volevi che io ti portassi a letto? - Fred alza un sopracciglio, prima di baciarle il ventre appena scoperto dalla camicia. 

- Mi fai sembrare una brutta persona. - 

- Oh, ma tu sei una cattiva persona, Hermione. - le dice, accarezzandole la coscia e salendo fino a toccarle l’intimo, - Da quanto tempo mi desideravi così tanto? - 

Lei ci pensa un attimo, pensa alle risate passate con lui alla Tana l’estate precedente, pensa a tutti gli inseguimenti che hanno fatto nel giardino, pensa a quando è arrivata la lettera dei prefetti e lui ha cominciato a dirle che non l’avrebbe mai lasciata stare, pensa a quando l’ha baciata nei corridoi durante le ronde, a quando hanno deciso di stare insieme, a come si sono rispettati, amati da lontano e coccolati da vicino. 

- Qualche settimana. - sussurra, baciandolo, mentre accarezza il suo petto nudo. 

- E hai davvero chiesto a Ginny se eri sensuale? - Fred si stacca da lei, alzandosi sulle ginocchia. Non sembra il momento di fare questa domanda, ma l’interesse è troppo grande per poterlo respingere. 

Hermione annuisce convinta, arrossendo sulle guance, mentre si accorge di essere sempre più esposta agli occhi del ragazzo che ama e che la ama, - Pensavo che tu non… - 

Fred sorride, - Oh Hermione, non riusciresti nemmeno a contarle su tutte le dita, le volte che ho voluto spogliarti. - la bacia di nuovo, premendo il seno di lei sul petto di lui e stringendo la sua natica sinistra nella mano, - Vedi di non dubitarne mai più, non c’è giorno in cui io non abbia voluto fare l’amore con te. - 

 

Hermione osserva il suo piatto, ma la sua mente è ben altrove: è legata al tocco leggero di Fred sul suo corpo, alla sua risata, ai suoi baci bollenti, alla sua lingua calda che le bagna il corpo, alle sue dita in grado di farle provare sensazioni mai sentite e al suo corpo in generale, che in un solo pomeriggio è stato capace di portarla sulla luna per un giro panoramico. Ma ora è sera, ora di cena: Fred non è ancora sceso, non c’è il suo tocco o la sua voce. C’è solo Hermione persa nei ricordi, che ringrazia Ginny per un lavoro impeccabile, un’Hermione che è tornata alla normalità, perché l’idea di rendere Fred geloso non l’entusiasma minimamente. 

Smuove con la forchetta il cibo che ha nel piatto, accorgendosi solo dopo che Fred si è seduto al suo fianco, - Che stai facendo? - 

- Mi ero stancato di mangiare lontano da te. - taglia corto lui, servendosi da bere. 

Intorno a loro sembra che sia sceso un silenzio assordante, ma è solo un presentimento: lo si capisce che la gente se ne è accorta, che Fred Weasley si è seduto a fianco ad Hermione Granger e che i due stanno pacificamente parlando. Stanno comunicando, come sempre, in Sala Grande la gente comunicaE il silenzio dei loro commenti, delle loro occhiate sembra far impazzire Hermione, tranquillizzata solo dal tocco leggero di Fred, che le prende la mano. 

- È servita quella cosa a Pozioni? - si informa, cercando di farle pensare ad altro, - Ovviamente è un segreto Weasley che ti ho dato in cambio solo di una ricompensa. - 

Hermione boccheggia, - Non te l’avevo nemmeno chiesto. - 

- Eppure so che l’hai usato, Ron era sbalordito che la tua Pozione fosse riuscita al primo colpo, nonostante beh... Tu sia la Prefetto - Perfetto. - 

Hermione alza gli occhi al cielo e sorride, dandogli la più completa attenzione, - Che cosa vuoi? - 

- Baciami. Qui, davanti a tutti. Smetteranno di pensare che sono pazzo e che tu sei pazza e potremmo essere pazzi insieme. - dice tranquillamente, bevendo dal bicchiere. 

Ginny, che è davanti loro e sta ascoltando la conversazione, dona tutta la sua attenzione alla prossima mossa di Hermione. 

- Sei sicuro? - 

- Baciami, facciamola finita. Se non lo facciamo sapere in giro, non sarà mai come aver avuto da te tutta la torta e io la voglio tutta, voglio gli sguardi incuriositi degli altri, voglio quelli gelosi e quelli ammirati. Voglio tenerti per mano e pronunciare il tuo nome ad alta voce nei corridoi, voglio tenerti la mano per renderti più difficile il trasporto dei libri, voglio poterti baciare quando più mi pare e piace, per farti vergognare all’infinito e per esempio, potremmo partire da questo di bacio. - le dice, esibendo un sorriso malandrino. 

E facciamola finita allora, pensa Hermione, prendendolo per la cravatta e tirandolo verso le sue labbra senza ripensamenti, perché sì insomma, “Fred ti amo e voglio amarti allo scoperto”. 


 
   
 
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