Lo guardava con gli occhi ridotti a due fessure, le orecchie appuntite leggermente curvate all’indietro dal fastidio e la coda svolazzante alle sue spalle.
Light troneggiava sul divano, elegantemente seduto su un cuscino; il manto rossiccio risplendeva come seta nella luce di quella stanza assolata. Era tutto perfetto… prima che arrivasse lui.


Il micio si era già imposto il programma della giornata: aspettare pazientemente che Misa – la fastidiosa bipede consegna-cibo – uscisse di casa per regnare indisturbato nel salotto.
Quel maledetto trovatello non rientrava nei piani e gli aveva rovinato la giornata. Il manto nero era lungo e trascurato, le orecchie leggermente tondeggianti stonavano con quel muso bianco e quegli occhi grigi. Light gli riservò un’occhiataccia di disprezzo mentre Lawliet beveva rumorosamente il suo latte.


La coda ramata di Light si mosse di scatto, come se avesse vita propria, catturando l’attenzione dell’altro gatto. Lawliet si leccò distrattamente i baffi, immobile a quattro zampe, il mento leggermente sollevato dalla ciotola.


Cosa vuole?
Non penserà mica di venire qui?


Lo sguardo di Light si fece ancora più torvo, cosa che sembrò incuriosire maggiormente Lawliet. Lo vide avvicinarsi al divano – il suo divano, il suo regno – e allungare una zampetta nera nella sua direzione.
Gli soffiò contro. Via dal mio tesoro!

Lawliet non ci badò nemmeno. Con un balzo lo raggiunse e si sdraiò con la schiena contro la superficie morbida dei cuscini.


E l’incubo ebbe inizio.


I baffi di Light furono sfiorati dalle zampe di quell’ammasso di pulci, protese verso di lui come quelle di Misa quando voleva stritolarlo in un abbraccio soffocante.
Light indietreggiò mostrando i denti, soffiando, picchiando con la zampa tigrata che aveva smesso di leccare qualche minuto fa. Lawliet, ormai steso in tutta comodità, si leccò i baffi ancora sporchi di latte come una chiara dichiarazione di guerra.



Lo odiava. Lo odiava. E lo odiava.



Light avrebbe trovato il modo di sbatterlo fuori da quella casa, a qualsiasi costo e con ogni mezzo.





 

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Io non ci credo che lo sto facendo sul serio.
Sto scrivendo una long dove L e Light sono due gatti, qualcuno faccia qualcosa perché ho seriamente bisogno di aiuto.
In realtà, è tutto molto autobiografico - più o meno. Oggi è stata davvero una giornata interessante, strana e piena di wtf.
Vedere interagire la mia cagnolina con un dolcissimo - tranne che con lei - gattino trovatello mi ha ispirato in un modo che non avrei mai creduto possibile. Ed ecco il risultato.
Che dire? Volevo far uscire qualcosa di fluff da questa giornata di *censura immediata*.
Non doveva essere il prologo per una long ma una storia autoconclusiva. Ma come prologo può andare, no? xD
Grazie a chiunque abbia letto fin qui. Grazie a chiunque deciderà di seguirmi in questa pazzia e grazie di cuore a chi deciderà di lasciarmi un piccolo parere.
Non lo sapete, ma siete delle persone pie. 

Alla prossima!