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Autore: Musical    18/08/2019    3 recensioni
Raccolta di varie one shots che partecipano all'Ineffable Husbands Bingo indetto su tumblr, il rating varia da storia a storia.
(per sicurezza, vi chiedo di vedere l'introduzione di volta in volta, dove inserirò il tema trattato e il rating, così se qualcosa vi dà fastidio non troverete sorprese sgradite ^^)
God is an ineffable shipper, Soulmate!Au, Verde
You light my morning sky with burning love, Smut, Arancione
It's our Paradise and we don't lose it, Body Swap, Verde/Giallo
Genere: Angst, Erotico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Vai troppo veloce, così era scritto sul suo polso sinistro da sempre, ancor prima della Ribellione di Lucifero e della Caduta. A quel tempo, Aziraphale non pensava alla frase, non capiva nemmeno cosa potesse significare, perché troppo veloce e, cosa più importante, perché aveva una frase scritta sul polso? No, l'angelo non si poneva certe domande, aveva altre cose da fare, ad esempio dare ad Adamo la sua spada fiammeggiante, la cosa giusta da fare, secondo lui, ma ben presto ebbe paura d'aver preso la decisione sbagliata, e l'unica creatura che lo sapeva era un demone, dai lunghi capelli rossi e gli occhi dorati da serpente. Era solo l'inizio.


Per me Crowley. Davvero strano: il suo nome era Crawly, ma non l'era mai piaciuto e senza pensarci due volte aveva scelto Crowley... Non l'aveva fatto apposta, non c'aveva pensato quando l'aveva cambiato; il demone cercò di nascondere un ghigno malefico quando vide nuovamente quella frase scritta all'interno del suo gomito destro. Oh beh, quel che è fatto è fatto. Comunque, aveva bisogno di qualcuno con cui parlare, perché ciò che stava vedendo non aveva senso, non molto lontano notò Aziraphale; gli si avvicinò.
«Sei venuto a deridere il povero coglione, vero?»


Aziraphale capì cosa significava quella frase centinaia di anni dopo. Fu il signor Wilde in persona a spiegarglielo: sin dalla nascita ogni persona aveva la metà, scritta da qualche parte sul proprio corpo, di una frase che sarebbe stata importante per la relazione con la propria anima gemella. L'uomo mostrò la sua scritta ad Aziraphale, proprio dietro l'orecchio.
«Bosie ha l'altra metà,»disse con un piccolo sorriso. «E tu?»
«Oh...» Aziraphale fece finta di sorridere ed evitò gli occhi dell'amico. «Io p-penso che non funzioni con me.»
«Perché no? Sono abbastanza sicuro che hai qualcosa al polso. Non fare quella faccia, ti ho osservato durante le nostre notti, signor Fell.»
Le guance di Aziraphale s'imporporarono un poco e questa volta l'angelo sorrise sul serio. «Non so neanche chi potrebbe essere.»
«Non essere inappropriato. Lo sai. C'è qualcuno con cui vorresti trascorrere il resto della tua vita?»
A quell'innocente domanda, nella mente dell'angelo comparvero un paio di occhi dorati e Aziraphale si avvicinò la mano alla bocca mentre ricordava la loro ultima conversazione, qualche anno prima.
«L'hai incontrato, vero?»
«No,» strepitò Aziraphale, soffocando poi un sospiro. «Non ne so nulla.»
Il signor Wilde bevve un sorso di vino dal bicchiere. «Certo, signor Fell. Francamente, sei così intelligente che a volte non capisci nemmeno una parola di ciò che dici. Buona questa... Devo utilizzarla da qualche parte...»
L'angelo alzò lo sguardo al cielo, in cerca di un aiuto da Lassù. «È impossibile. Lui e io siamo--»
«Due uomini? È difficile, sì, ma non impossibile. Fidati di me.»
«Abbiamo discusso, signor Wilde, molto tempo fa.»
L'altro uomo fissò affettuosamente il suo amato amico e gli accarezzò la schiena. «Andrà tutto bene. Se voi due siete anime gemelle, farete pace.»
«Vorrei che fosse così semplice.»


«Un piccolo miracolo demoniaco da parte mia,» disse Crowley restituendogli i libri. «Andiamo a casa?»
Aziraphale guardò la schiena di Crowley mentre il demone se ne andava, prestando attenzione a dove metteva i piedi, una sensazione di calore si diffuse nel petto dell'angelo, Oh quanto lo amo, si rese conto d'averlo pensato per la prima volta senza panico né paura. Se ciò che il signor Wilde gli aveva detto anni prima era la verità, allora Crowley era davvero la sua anima gemella, allora perché Aziraphale non aveva ancora pronunciato la fatidica frase?


Vai troppo veloce per me, Crowley.
La frase aveva un sapore agrodolce per il demone, che piangeva e rideva nel suo appartamento, con una bottiglia di vino in mano: finalmente Aziraphale aveva detto ciò che desiderava da seimila anni, ma non voleva una cosa del genere... Perché? Perché Dio era uno stronzo? Stava cercando di vendicarsi di lui? Probabilmente, d'altronde aveva lasciato che cadesse solo perché aveva fatto troppe domande, senza muovere un dito...
... Aziraphale... Il suo angelo era la sua anima gemella... Non riusciva a crederci... Forse davvero andava troppo veloce, ma Aziraphale non poteva certo negare che fossero fatti l'uno per l'altro, non dopo questo!
«Sei un bastardo, angelo,» disse il demone alle piante. «Ed io... Abbastanza sicuro che pensi lo stessso... Oh, davvero, angelo, ti mostrerò cosa intendo... Anche se ci vorranno altri seimila anni, abbiamo tempo... Cosssì tanto... F-mbleh-forse anche domani, sì! Domani ti mostrerò quanto mi ami disperatamente! Una colomba innamorata di un corvo... Era questo il Tuo piano fin dall'inizio, eh?! Sto parlando con Te! Proprio con Te, stupido burattinaio del cazzo!»
Crowley continuò a bestemmiare contro Dio e i suoi piani mentre piangeva, da solo, in quella stanza vuota e fredda.


La libreria di Aziraphale è calda e piena di libri come sempre, e a Crowley piace così tanto stare lì che decide di trasferirsi dopo la riuscita del loro piano per ingannare Paradiso e Inferno. Le sue piante sognavano di essere lasciate sole e al sicuro, ma un demone è pur sempre un demone, quindi le posiziona tutte in una piccola stanza creata apposta all'interno della libreria -- un piccolo miracolo angelico.
«Indovina a cosa sto pensando, angelo,» Crowley inizia a parlare all'improvviso, sdraiato su un comodo divano con la testa appoggiata sul grembo di Aziraphale.
L'angelo, che continua a leggere un libro e ogni tanto accarezza i lunghi capelli del demone, risponde. «Non lo so. A cosa stai pensando, mio caro?»
«Ai limiti di velocità.»
Aziraphale non riesce a reprimere un sorriso. «Oh davvero? Suppongo che siano nostri. Tengono al sicuro le persone.»
«Ti sbagli, angelo, sono nostri. Gli umani non vogliono che un ignorante segnale stradale dica loro cosa fare e cosa no, quindi li violano deliberatamente e creano il caos. Molto caosss!»
«Potrei immaginare chi c'è dietro tutto questo»
Crowley chiude gli occhi e prende un respiro profondo, cambiando il tono di voce. «Sono stato il primo ad andare troppo veloce.»
«La polizia non ti ha mai preso, non puoi preoccuparti ora,» Aziraphale continua a fingere di non capire.
«Ma lo sono stato. Posso rimediare in qualche modo?»
«Non è necessario,» l'angelo chiude il libro e si toglie gli occhiali da lettura per guardare Crowley. «Penso che qualcun altro dovrebbe porre rimedio.»
«Non la mia Bentley.»
«Certo che no. Piuttosto mi riferivo a quello che è andato troppo lento.»
Crowley apre gli occhi e li alza fin'ad incontrare quelli azzurri del suo angelo, sussurrando con un filo di voce.
«Non devi rimediare a niente, angelo.»
«E neanche tu, tesoro.»
Aziraphale accarezza il pollice contro lo zigomo pronunciato di Crowley e brama così tanto quelle sottili labbra che inavvertitamente si morde il labbro inferiore per sopprimere il desiderio. Il demone avverte ciò e con una mano guida l'angelo verso il basso per raggiungerlo a metà strada, «Posso--»
Non finisce la domanda, e mai lo farà, perché Aziraphale lo bacia bisognoso di quel contatto; quando l'Inferno lo catturò con le sembianze di Crowley, e si tolse gli abiti del demone, i suoi occhi furono catturati dalla metà di una frase sul gomito destro. Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.


Aveva quasi pianto, negli anni '60, dopo aver realizzato quello che aveva pronunciato, Vai troppo veloce per me Crowley, aveva detto la prima metà della frase scritta sul polso ed era abbastanza sicuro che Crowley avesse l'altra metà. Trascorsero gli anni, c'era stato l'Armageddon, il loro piano per salvarsi l'un l'altro dalla distruzione... Quando Aziraphale la vide sul gomito di Crowley, avrebbe esultato e pianto se ne avesse avuto l'opportunità. Il piano di Dio era così incredibilmente ineffabile, ovviamente Egli voleva che la notasse, magari aggiungendo qualcosa con la sua calda ed accogliente voce. "Dai, Aziraphale, non devi più aver paura."


«Tesoro?»
«Sì angelo?»
«Puoi andare veloce quanto desideri.»
«...»
«Crowley?»
«...»
«Stai bene?»
«... Sssmpressatofffndosssstardo!»*
«Oh, caro, lo so. Lo so. Su... Su.»
Su quel divano, le due creature si abbracciano strettamente dopo il bacio per compensare tutto il tempo perduto, esattamente seimila anni, inconsapevoli d'essere osservati dall'occhio vigile e commosso di Dio. Non è la fine, bensì un nuovo ed interessante inizio.






* Letteralmente "Ho sempre pensato che in fondo fossi un bastardo."
Grazie mille per aver letto, alla prossima! ^^

   
 
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