Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: rocchi68    18/08/2019    1 recensioni
Dawn era convinta, anche a distanza di anni e con una situazione non proprio rosea, che la sua fosse stata una scelta ben ponderata.
Aveva riflettuto a lungo prima di scegliere la sua futura meta scolastica. Aveva girato almeno una dozzina di licei se per questo e con un po’ di fatica i suoi desideri e le sue speranze si raccolsero tutte nello stesso liceo.
Il facile era stato cancellare quegli ambienti, classico e linguistico, che non rientravano nelle sue corde e di cui aveva un’immagine piuttosto negativa. D’artistico o tecnico non aveva nulla tra le mani e pertanto, affascinata dalle sue materie e dalle immense possibilità future, aveva virato sullo scientifico.
Come se la scelta della scuola fosse così importante, vero?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Mike, Scott, Zoey
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Le 21 erano arrivate in fretta e per un appuntamento simile, capite bene, Brick non sapeva come vestirsi.
Con suo padre aveva ripetuto diverse volte che doveva vedersi con un amico e che le cose con Jo non andavano molto bene. Se avesse continuato a dirgli che andava a scuola solo per vederla, ecco che avrebbe sbraitato a lungo e non avrebbe avuto la possibilità di uscire.
E qui sopraggiungeva un ultimo problema: il Pahkitew era uno dei locali più in del momento e non poteva presentarsi in tuta da ginnastica. Odiava sfoggiare un abbigliamento da festa, anche se una camicia e un paio di jeans potevano essere un’ottima evasione dai classici canoni da ricconi e un ottimo modo per convincere il buttafuori.
“Ho un appuntamento con il signor Black.” Esordì, dopo aver superato lo scoglio del gigante tatuato fuori dalla porta ed essere stato accolto da un damerino.
Questi gli consigliò di seguirlo, salvo aprire una porta che conduceva nel salottino privato e chiedergli se volesse ordinare qualcosa.
“Un Cosmopolitan.” Borbottò secco, fissando la figura che si era stravaccata e che aveva già spazzolato almeno due drink.
Brick, nel vederlo così sbattuto, sperò che l’alcool avesse sortito un ulteriore effetto mitigatore sul suo caratteraccio e di riuscire a liberarsi in pochi minuti.
“Solo i pazzi psicotici ordinano il Cosmopolitan.” Lo accolse annoiato, risollevando lo sguardo dal pavimento.
“Ottimo modo per iniziare la serata, tu non credi?”
“Ne ho già ordinati due.” Replicò imperturbabile, ghignando divertito e invitandolo a sedersi per discutere in santa pace.
“Perché mi hai invitato?”
“Te l’ho già detto ieri.”
“Lightning t’infastidisce?” Domandò Brick, andando dritto al punto.
“Non ha ancora cominciato, se è per questo, ma è mia abitudine premunirmi ed evitare che qualcosa possa intralciare la mia felicità.”
“Felicità? Non essere ironico, Scott. Tu non sei mai stato felice in questi anni.” Soffiò, facendo annuire il compagno che fu salvato dall’arrivo provvidenziale del cameriere che, posando un vassoio argentato sul tavolo, presentò loro il miglior Cosmopolitan dell’intera nazione.
“Siamo qui per parlare dei miei apparenti problemi o di quelli di un tuo caro amico?”
“Sembra quasi che non t’importi di conoscermi.”
“Infatti è così.”
“E quale sarebbe il problema di Lightning?”
“Mi hai chiesto del suo problema e non del suo segreto.” Gli fece presente il rosso.
“Le cose sono collegate.”
“Se ti dicessi che il vero problema del tuo amico è da riscontrare nella sua perenne indecisione, allora saremmo distanti dal motivo per cui siamo qui sta sera.”
“Ma lui…”
“Oltre che spaventato, preoccupato e probabilmente decerebrato.”
“Non parlare di lui in questo modo!” Lo aggredì, facendolo ridacchiare.
“Ma in tutto questo lo ammiro: ha dei pregi introvabili e non ha il timore di conoscere gente nuova per sentirsi felice.”
“Lightning è un bravo ragazzo.” Confermò Brick che non si aspettava delle parole d’elogio da parte del rosso.
“È un po’ ingenuo, ma non se ne rende conto e darebbe qualsiasi cosa per i suoi migliori amici.” Borbottò invidioso, facendo ondeggiare il cocktail che aveva sopra il tavolo.
“È questo il suo segreto? Sarebbe manipolabile?”
“I suoi pregi e difetti hanno bisogno di una risposta da parte vostra.”
“Quale?”
“I suoi genitori stanno pensando di trasferirsi in un’altra città, una metropoli credo, e Lightning li dovrebbe seguire a ruota.”
“Stai scherzando, vero?”
“Ti avrei costretto a venire fino a qui per raccontarti una balla? Va bene che non avete fiducia in me, ma qui si esagera.”
“Perché non mi ha detto nulla di questa sua preoccupazione?”
“Hai confermato tu stesso che è indeciso e ingenuo. Magari crede che la vostra amicizia sia finita e pensa di farti un favore se si allontana per sempre da questa città. Potrebbe avere una visione apocalittica o sopravvalutata dell’intera questione.” Rispose, difendendo quel babbeo che per qualche ora gli aveva disturbato il sonno.
“Noi siamo…”
“I suoi migliori amici. Però non hai mai pensato di metterti nei suoi panni. Sembra quasi, e te lo dice un osservatore esterno, che per voi non esista e in queste settimane non vi siete nemmeno accorti che ha passato più tempo a casa o a fare manca che a venire a scuola. Eravate troppo preoccupati per la vostra sciocca guerra con Gwen e non gli avete mai chiesto cos’è che lo preoccupava realmente.”
“Io…”
“Arrivati a questo punto, potrebbe anche essere troppo tardi.”
“Di che parli?”
“Ma sei scemo o cosa? Fossi stato al suo posto, dove tutti i tuoi amici t’ignorano, a quest’ora avrei già preparato le valigie e starei pensando a come arredare la mia nuova camera. Se, però, non ha ancora ritirato i suoi fogli dall’archivio e il Preside non l’ha chiamato a colloquio, ciò significa che ci sono ottime speranze per la nostra stupida classe.”
“Ma perché vuoi aiutarci allora? Se lui decidesse di trasferirsi, tu non l’avresti in mezzo ai piedi.”
“I ricordi sono importanti Brick.” Soffiò, inspirando profondamente.
“E cosa dovrei fare secondo te?”
“Convincilo che non può vivere senza la nostra classe e Lightning resterà qui. Così facendo, avrete i vostri ricordi strappalacrime e tutto si sistemerà.”
“Dimentichi qualcuno.” Replicò Brick che, alla luce della soluzione, non voleva lasciarlo indietro ad affogare.
“Ricorda di pagare il tuo conto quando esci che non voglio essere inseguito dal proprietario.” Ribatté Scott, rialzandosi in piedi e raccogliendo il giubbotto che si era portato dietro.
“Non potrai scappare per sempre.”
“Tu e Dunky avete le stesse battute in questo spettacolo teatrale.”
“E non puoi darci le spalle in eterno.” Continuò, scaturendo nel compagno una risata che arrestò quasi subito.
“Siete voi ad avermi dato sempre le spalle.”
“Se ci dessi una seconda possibilità, potresti ricrederti.” Lo esortò, ingurgitando in fretta il suo Cosmopolitan e rimettendosi in piedi.
“È così divertente vedervi preoccupati per la mia felicità, ma non è questo ciò che voglio. Concentrati sulla nostra classe e lasciami in pace.” Gli consigliò, aprendo la porta e svanendo tra i tavoli e gli altri clienti del locale.
 
Brick rimase ancora qualche minuto nella piccola saletta.
Rifletté nuovamente su ciò che Scott gli aveva confidato e dopo chiese al cameriere di consegnarli il conto, cosa che non riuscì a ottenere dato il pagamento già effettuato dal compagno con annessa mancia sostanziosa.
Uscito per strada, si mise a fissare le stelle e prese il cellulare in mano.
Creò, quindi, il gruppo della classe ed escluse, almeno per il momento, Lightning. Non poteva fargli sapere che conosceva il suo segreto: Scott gli avrebbe dato dell’imbecille e l’eterno indeciso si sarebbe sentito sotto pressione.
Dapprima invitò Jo e Gwen, salvo aspettare che fossero tutti riuniti e iniziassero a discutere delle prossime lezioni e di argomenti piuttosto frivoli. A nessuno importava che il primo provino di Anne Marie fosse andato benino o che Courtney fosse intenzionata a farsi interrogare in inglese. Il problema di base, quello che li aveva spinti a creare quel gruppo, riguardava un argomento ben più serio.
“Ora che ci siamo tutti, posso spiegarvi diverse cose.” Scrisse Brick.
“Scott ti ha raccontato il suo segreto?” Chiese Gwen.
“Quale sarebbe il segreto di quell’idiota?” Domandò, quindi, Dakota, sfregandosi già le mani per la possibilità di mettere in giro qualche novità su quel gradasso.
“Stiamo parlando di Lightning.”
“Lightning?”
“Esatto Zoey.” Confermò Dawn, accarezzando il gattino che Scott le aveva regalato.
“Per farla breve, Lightning potrebbe trasferirsi.”
“Potrebbe?”
“Vedi Gwen…è ancora indeciso e Scott è convinto che, con il nostro aiuto, possa prendere una decisione e rimanere qui con noi.”
“E sapete come fare?” S’intromise Mike.
“Non lo so, non è una cosa così semplice.”
“E se informassimo i prof?” Tentò Zoey.
La sua proposta, per quanto fatta in buona fede, andò incontro a una stroncatura.
Se avessero chiesto consiglio ai prof, questi avrebbero scrollato le spalle e avrebbero elencato mille ottimi motivi per cui non gliene fregava assolutamente nulla di una zucca vuota. Alcuni avrebbero ripetuto che avevano una decina di classi cui badare, altri non l’avrebbero ammesso, ma avrebbero reso chiaro il loro odio immutato per quegli anni infernali e poi c’erano Chef e i suoi cloni che avrebbero grugnito e che avrebbero paventato la minaccia di una sospensione o di un’interrogazione talmente bastarda da rendere vano perfino un dieci.
Si susseguirono una decina di proposte, tutte apprezzabili, ma alquanto irrealizzabili con le loro finanze.
C’era chi proponeva un’uscita di gruppo con tanto di viaggio, dimenticandosi della prossima gita scolastica. Chi voleva provare a scrivere una poesia o una canzone che potesse mettere in luce le qualità di Lightning. Chi cercava di portare avanti la raccolta fondi per finanziare un qualche regalo esplosivo che gli tornasse utile.
Tutte le idee, però, erano andate incontro a un feroce rifiuto.
“Un cartellone.” Propose timidamente Dawn dopo una mezzora fitta di discussioni senza capo né coda.
“Un cartellone? E cosa dovremmo metterci?” Chiese Zoey.
“Io metterei le foto che abbiamo scattato e una qualche frase a effetto.”
“Lightning resta con noi…potrebbe andare.” Propose Cody che aveva l’anima del romanziere.
“Che ideona!” Si congratulò Brick.
“E il cartellone dovrà essere pronto per domani.” Continuò Jo, raggelando l’improvvisa sicurezza dei compagni.
“Ma è impossibile.” Fece notare Anne Marie.
“Come facciamo a ritrovarci tutti a quest’ora?” Domandò Dakota che aveva qualche difficoltà a messaggiare, specie se aveva davanti sua madre che, le aveva concesso sì il permesso d’inseguire il sogno della modella, ma non tollerava di essere disturbata durante la cena.
“Non abbiamo mai detto che fosse semplice.” Digitò Gwen.
“Forse io ho ancora qualche cartellone, ma ho zero fantasia.” Si scusò Sierra.
“Io dovrei riuscire a fotocopiare le immagini, ma ci resta il problema della scritta e di come sistemare il tutto.” Affermò Cameron
“E non abbiamo molto tempo, giusto Brick?” Chiese Mike, facendo annuire il giovane che stava facendo ritorno a casa di corsa.
“Se solo avessimo mezza giornata.”
“Oh…come vi arrendete presto.” S’inserì Dawn.
“È impossibile Dawn.” Digitò sconsolata Courtney che, tuttavia, ammirava quell’ostinazione che continuava a sospingerla.
“Beh…neanche così tanto.” Obiettò Zoey, iniziando già a vestirsi.
“E come possiamo fare? Dubito che ci sia una casa tanto grande da accoglierci tutti e che il cartellone possa essere concluso in tempi brevi.” Ammise Mike, scrivendo con velocità e non curandosi di qualche errore grammaticale.
“Cazzo!” Imprecò Brick.
“Questa è la prima e ultima volta che vi aiuterò: in futuro dovrete arrangiarvi.” Intervenne quello che, secondo Brick, non si sarebbe mai degnato di partecipare a una chat così compromettente.
“Scott?” Chiese Courtney.
“No! Sono solo la regina d’Inghilterra. È ovvio che sia io.” Scrisse nervosamente.
“Che cosa vorresti consigliarci? Il metodo migliore per nascondersi?” Lo sfidò Dakota, suscitando un sorriso nel ragazzo.
“Avete ancora qualche ora prima che la Biblioteca in centro chiuda.” Ricominciò, ignorando la provocazione della compagna.
“La Biblioteca?” Lo interrogò Gwen.
“Ma siete rincoglioniti? In Biblioteca ci sono lo spazio e il silenzio per sistemare le vostre cavolate senza essere interrotti.”
“Ehi!” Protestarono Cody e tutti gli altri che non digerivano quelle offese così a buon mercato.
“La mia buona azione mensile è stata fatta: per il resto lascio tutto a voi.”
“Anche se gli altri non lo sanno e sembri su un altro Pianeta, anche questa volta ci hai salvato Scott.” Lo ringraziò Brick.
“Te l’ho già detto Brick: non mi diventare patetico proprio ora che Lightning ha bisogno di voi.”
“Grazie Scott.” S’inserì Dawn, facendo sorridere il giovane che fu riempito da altri messaggi simili.
“Cosa c’è da ringraziare? Per me Lightning è solo una palla al piede appiccicosa e senza testa, ma è un rischio lasciarlo libero per il mondo senza che nessuno corregga le sue cazzate. Magari voi riuscite a tenerlo al guinzaglio e, così facendo, non rischierei di ritrovarmelo tra i piedi e di calpestarlo come al solito.”
“Fai tanto il duro, ma hai il cuore tenero.”  Lo sbeffeggiò Courtney.
“Tu pensa al piccolo Dunky che dovrebbe smetterla di seguire certe compagnie sballate.” Replicò con evidente nervosismo.
“Quindi anche la tua.”
“Touché.”
“Scott finita questa storia, perché non proviamo ad andare tutti d’accordo?” Chiese Gwen convinta che non si sarebbero ripresentate altre occasioni di quel genere.
“Per andare d’accordo non c’è problema, ma io non sono come Lightning. Lui ha bisogno di voi, mentre io sto bene così come sono.”
“Stai solo evitando di confrontarti con noi!” Digitò Mike che si rifiutava di credere a quella stupida menzogna.
“Resterei a parlare con voi delle ore, ma la mia cena è più importante e la Biblioteca chiuderà tra poco. Vi auguro buon lavoro sfigati: ci vediamo a scuola, forse…” Continuò, salutando i pochi presenti, dato che alcuni di loro si erano già preparati e con mezzi diversi stavano raggiungendo la loro meta serale.
“Non riuscirò mai a capirlo.” Digitò Jo, ritrovandosi ancora più confusa, quando Scott decise di cancellarsi da quella chat, da lui considerata, provvisoria.






Angolo autore:

Ryuk: Mi sta venendo l'emicrania.

Meglio così te ne stai zitto.

Ryuk: Ma Scott che cavolo combina?

Te lo ripeto per la milionesima volta: è ambiguo da far paura.
Per quanto riguarda questo shinigami bacato, non mi resta che salutarvi.

Ryuk: Cattivo o non cattivo? Questo è il dilemma.

Con calma ci arriverete.
Detto questo vi saluto e vi auguro una buona settimana.
Alla prossima!

 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: rocchi68