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Autore: MonicaX1974    19/08/2019    0 recensioni
Attenzione! SPOILER! Si consiglia la lettura solo dopo aver letto "The beginning".
Approfondimenti, momenti inediti, restroscena e spin-off, in questo libro troverete tutto quello che ancora non sapete su Harry, Chloe e tutti gli altri protagonisti dai quali proprio non riesco a separarmi.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Nero: è l'unico cosa che riesco a vedere per diversi secondi, perché ho chiuso gli occhi. Non riesco a guardarlo e, nonostante fosse quello che immaginavo, ciò che ormai avevo capito mi stesse per confessare, il mio cuore si rifiuta di credere a quello che ho appena sentito.

Non può essere, non può averlo fatto... Non può...

«Chloe...» riapro gli occhi nel sentire la sua voce e vedo tutta la sua sofferenza, mentre continuo a sentirmi scivolare sempre più giù.

Provo a parlare, ma le mie corde vocali non collaborano, e quando lui fa un altro passo verso di me sento la necessità di allontanarmi, così, mi volto e vado in camera.

«Chloe parlami...»

La sua voce è in grado di ferirmi ancora, anche solo pronunciando il mio nome, mi manca l'aria, mi sento soffocare. Non posso credere a ciò che ha detto, non è possibile che l'abbia fatto, Harry non è così: è questo che continuo a ripetermi, quando mi siedo sul bordo del letto, incapace di reggermi ancora in piedi.

«Chloe... Ti prego...» Alzo di poco lo sguardo per vederlo inginocchiarsi di fronte a me, lo vedo appoggiare le mani sulle mie ginocchia, ma è come se non lo sentissi. Vorrei dirgli qualcosa, ma non ci riesco. «Ero fuori di me, non capivo niente, non riesco nemmeno a ricordare...»

«Ho bisogno di una boccata d'aria!» esclamo all'improvviso, incapace di sentire altro. Mi alzo velocemente in piedi, come se fossi una molla che scatta, lui cerca di raggiungermi, ma io sono più veloce. «Lasciami qualche minuto, Harry» gli dico senza fiato, poi continuo a camminare, senza guardarmi indietro.

Non sento nessun rumore alle mie spalle, mi avvicino alla porta d'ingresso e lo sguardo mi cade sul mobiletto alla mia sinistra, sulle chiavi della sua macchina, che afferro con forza, per poi uscire all'esterno. Chiudo la porta e mi appoggio contro con la schiena, chiudo gli occhi, e inspiro profondamente, lo faccio più volte, mentre tento di trovare un motivo abbastanza valido che l'abbia portato a fare ciò che ha fatto, solo che non ne trovo nemmeno uno...

Nemmeno uno...

Semplicemente non può averlo fatto, il mio cuore non ci crede, la mia mente si rifiuta di farlo, perché Harry non l'ha fatto...

Apro gli occhi di scatto e mi dirigo svelta verso la sua auto, salgo, metto in moto e ingrano la marcia, per poi fare manovra quasi sgommando, e immettermi nel traffico per andare da lei. So dove si trova, Grace mi ha detto poco fa che erano in biblioteca, spero che sia ancora lì.

Guido veloce, quasi incurante delle altre auto, che spesso suonano il clacson a causa della mia disattenzione, ma non riesco a fare diversamente, ogni neurone è concentrato su di lei, non posso fermarlo. Non mi rendo nemmeno conto di quanto tempo ci abbia messo a raggiungerla, ma la biblioteca è proprio qui, davanti a me. Parcheggio come capita, al momento non m'importa, poi raggiungo l'ingresso principale e mi addentro attraverso i corridoi e le aule di consultazione dei libri, sperando di trovarla ancora qui, e finalmente la trovo.

È in piedi, sta raccogliendo le sue cose dal tavolo, mi avvicino a passo sicuro e mi piazzo di fronte a lei, dalla parte opposta del tavolo. Winter alza lo sguardo su di me, con l'espressione soddisfatta, e un sorriso sulle labbra, un sorriso che ho voglia di toglierle a suon di schiaffi.

«Se dovessi definirti mediocre sarebbe addirittura un complimento» le dico, facendole sentire attraverso la mia voce tutto il disprezzo che nutro nei suoi confronti.

«Mi pare di capire che te l'abbia detto» afferma compiaciuta, come se non aspettasse altro, per poi tornare a riempire la sua tracolla con un paio di libri.

«Sì, me l'ha detto» le confermo, senza la necessità di specificare quale sia l'argomento, perché è ovvio che entrambe ci stiamo riferendo alla stessa cosa.

«Ce ne ha messo di tempo» continua, con evidente sarcasmo, e il suo atteggiamento non fa che confermare ciò che penso.

«Già... C'è solo un fattore che non hai calcolato in questo tuo piano del cazzo!» tento di tenere basso il tono di voce, ma non mi è affatto facile. Winter smette di fare ciò che stava facendo e mi osserva con curiosità, così sono io a sorriderle soddisfatta, stavolta. «Io non gli credo».

La stronza mi guarda stranita, incredula, e io sento il cuore gonfiarsi, perché so di aver ragione. «Harry non ti ha baciato... Te lo sei inventato...». Nei suoi occhi leggo un piccolo momento di incertezza, vacilla appena, ma poi si riprende subito.

«Non se lo ricorda perché era troppo ubriaco...»

«Io non ti ho detto che non se lo ricorda» dico decisa interrompendola, affermazione che pare troncare ogni suo discorso, così continuo «ma si ricorda di avere chiamato Jordan per farsi venire a prendere, mi pare un po' strano, no?»

Il giorno dopo quella sbronza sono andata a recuperarlo a casa di suo fratello, Hazel mi ha confermato che Jordan era uscito nel cuore della notte per andare a prendere Harry in un pub; io ho parlato al telefono con Jordan, mi aveva detto che preferiva portarlo a casa perché era troppo fuori di sé. Avevo acconsentito, dato che Harry stava passando un periodo difficile e magari, restare con lui, parlare con suo fratello lo avrebbe aiutato a sentirsi meglio.

Un paio di giorni dopo abbiamo affrontato l'argomento: il post sbornia l'ha smaltito a fatica, ma era lucido, mi ha raccontato alcuni dettagli che non può essersi inventato, come tutti gli insulti che gli ha rivolto il fratello mentre lo portava a casa, e quel vuoto di memoria che sembra esserci, quello nel quale dovrebbe essere avvenuto quel bacio, sembra fare acqua da tutte le parti. Winter l'ha manipolato, l'ha sempre fatto, e sono certa che l'abbia fatto anche in questa occasione.

«Non è strano» dice subito dopo, stringendo con forza la sua tracolla «era ubriaco...»

«Era ubriaco, è vero» le dico, interrompendola di nuovo «e le cose sono due: o non sapeva quello che stava facendo perché tu gli hai fatto il lavaggio del cervello, oppure non è successo, tu gliel'hai messo in testa, e credo proprio che le cose siano andate così, o a quest'ora l'avresti sbandierato ai quattro venti che Harry ti ha baciato, perché non aspetti altro, no!?» le dico, sentendo la rabbia salire ai massimi livelli. «Invece non l'hai fatto, perché non è mai successo... Nemmeno da completamente ubriaco Harry ha voluto baciarti e hai pensato di spezzargli il cuore un'altra volta, magari con l'idea che avresti potuto consolarlo, ma no! Lui non ti vuole, non ti ha voluto allora, e non ti vorrà mai, mettitelo in testa, non c'è niente che tu possa fare per portarmelo via!»

Harry mi ama, il mio cuore l'ha sempre saputo, e la mia testa rifiutava l'idea che fosse successo; non mi sbagliavo, perché lo sguardo incerto che le vedo negli occhi mi ha appena confermato che l'ho battuta su tutti i fronti.

Non ho più niente da dirle, quindi semplicemente me ne vado, e non m'interessa se continua a chiamarmi, tirando fuori argomenti improbabili, ai quali non presto alcuna attenzione, mentre cammino svelta verso l'esterno per raggiungere l'auto di Harry e tornare da lui.

Quando sono partita da casa per venire qui ero certa che non fosse mai successo, e sentivo la necessità di sbatterlo in faccia a quella stronza; lasciare Harry nell'incertezza, a logorarsi nei suoi dubbi, non è stato voluto, ma se l'è meritato. Se solo avesse parlato prima, se si fosse aperto con me, niente di tutto questo sarebbe successo, e credo che meriti una lezione, per questo mi costringo a far sparire il sorriso dal mio volto poco prima di parcheggiare davanti a casa.

Sto chiudendo la portiera dopo essere scesa dall'auto, quando sento la sua voce preoccupata.

«Cristo santo, Chloe!» mi volto nella sua direzione e vedo tutta la sua preoccupazione in un solo sguardo. «Non avevo idea di dove fossi, hai anche lasciato a casa il telefono...» continua, osservandomi con attenzione, come a volersi assicurare che sia tutta intera «ero preoccupato da morire!»

«Beh, adesso sai come mi sono sentita in questi giorni, per tutto il tempo in cui mi hai tenuta lontana». Non vorrei essere così fredda con lui, ma ho bisogno che capisca che tagliarmi fuori non è la soluzione ai suoi problemi.

«Lo so, hai ragione, mi sono comportato come un idiota, ho fatto una marea di errori e mi dispiace, ma io ti amo da impazzire, Chloe...» dovrei dirglielo, ma il dubbio gli fa bene, sta iniziando a parlare.

«Idiota non rende abbastanza l'idea, Harry» gli dico decisa «stronzo è più indicato. Hai fatto tutto di testa tua, escludendomi dalla tua vita... Dov'è finito quell'insieme che tanto hai decantato?» Non risponde, come se non fosse in grado di farlo, così continuo. «Hai lasciato che fossimo soli entrambi, hai lasciato che affrontassimo tutto senza poter contare l'uno sull'altra... Lo sai che questo ci stava allontanando, vero?»

«Lo so, cazzo se lo so! E ti giuro che se potessi tornare indietro farei tutto diversamente, ti racconterei tutte le cazzate che mi passano per la testa e... e non sarei andato in quel pub e... e non l'avrei baciata...»

Avrei dovuto resistere un po' di più, farlo restare sulla graticola per molto più tempo, ma la verità è che non ci riesco: mi è mancato così tanto in queste settimane che non voglio più aspettare.

«Harry...» il suo nome esce dalle mie labbra con un piccolo sorriso.

«Perché stai sorridendo, Stewart?» mi domanda con aria confusa. «Dovresti essere arrabbiata con me, dovresti prendermi a schiaffi...»

«Non tentarmi... In realtà lo meriteresti, Harry, ma solo per come ti sei comportato in quest'ultimo periodo» gli dico sorridendo ancora.

«Vuoi dirmi che il fatto che io abbia baciato Winter non ti crea alcun problema?» Voglio dirglielo, ma non così in fretta.

«Ti va se ne parliamo in casa?» gli domando, poi non aspetto la sua risposta, cammino verso l'ingresso, lui dietro di me, con l'aria sempre più confusa.

«Stewart?» mi richiama non appena mettiamo piede in cucina. «Mi spieghi che sta succedendo? Perché non è così che avevo immaginato la tua reazione...» mi volto a guardarlo, continuo a sorridere, e decido di lasciarlo nel dubbio ancora un po'.

«Se decidessi di seguire il tuo esempio dovrei uscire da questa casa sbattendo la porta, trovando qualsiasi scusa pur di sfuggire alle tue domande...»

«Chloe... So di averti delusa...»

«Non l'hai fatto, Harry» lo interrompo ancora, perché non ne posso più di questa distanza da lui.

«Delusa?» mi domanda stranito.

«Anche...» gli dico sorridendo di più.

«Che significa anche?» mi domanda, sempre più confuso, mentre mi avvicino a lui.

«Significa che non mi hai delusa...»

«Chloe...» le sue parole si bloccano quando mi avvicino abbastanza da posare le mani sul suo petto.

«Torna a quella sera, Harry, a quando eri con lei» gli dico, cercando di fargli ricordare quel momento.

«Non voglio farlo!» Si irrigidisce e tenta di allontanarsi, ma afferro tra le dita la sua maglietta, e lo trattengo.

«E invece devi farlo». La mia imposizione mi fa guadagnare un altro sguardo confuso, ma questo non mi ferma dal proseguire. «Eri con lei, stavate parlando... Cosa ti ha detto?» gli domando.

«Chloe non...»

«Avanti, Harry, concentrati» gli dico decisa, lui sospira, non è convinto, ma prosegue.

«Ok... Stavamo parlando, anzi lei stava parlando, io volevo soltanto finire la mia bottiglia... Ha cominciato a dire qualcosa sul fatto che stare da soli fa schifo, che le mancavo e... Chloe non voglio andare avanti» si blocca nel bel mezzo del racconto, ma io voglio che arrivi da solo alla conclusione.

«Devi farlo, voglio che tu visualizzi quel momento e dimmi cosa ti ricordi». Vorrei soltanto dirglielo e poi baciarlo, e poi prenderlo a schiaffi perché mi ha fatto passare due settimane di merda, e poi baciarlo di nuovo, perché mi manca davvero troppo farlo.

«Cazzo, Stewart, perché!?» alza la voce, ma è spaventato, così sorrido di nuovo.

«Fallo e basta, direi che me lo devi, no?»

«Ok!» ribatte frustrato, poi riprende a parlare. «Stava parlando così in fretta che non capivo niente di quello che diceva, ero come stordito, l'alcool stava facendo effetto, non stavo pensando, lei parlava e parlava...»

«Cosa diceva?»

«Diceva che... che avremmo potuto stare di nuovo insieme... che sarebbe cambiata... che... Cazzo!» esclama all'improvviso, sbarrando gli occhi.

«Cosa c'è?» gli domando.

«Che coglione!» dice, ridendo amaramente. «Che razza di coglione!» trattengo una risata nel sentire gli insulti rivolti a sé stesso, ma non intervengo, lasciandogli modo di realizzare da sé ciò che è avvenuto. «Ha cominciato a dire che mi avrebbe baciato, che io volevo farlo, e l'ha ripetuto così tante volte che mi ha convinto che fosse vero...» stavolta gli sorrido, le sue mani arrivano sul mio viso e mi sorride anche lui «non l'ho fatto, Chloe...» pronuncia abbassando la voce «non l'ho baciata... lei mi ha detto che l'avevo fatto, ma non era vero!» Annuisco e gli sorrido.

«Non l'hai fatto, Harry» ripeto «non l'hai baciata e non mi hai delusa, non hai deluso nessuno...» smetto di parlare quando mi chiude in un abbraccio.

«Mi dispiace così tanto!» dice in un soffio, dandomi la possibilità di sentire tutta la sua sofferenza.

«Anche a me» rispondo allo stesso modo, tornando a respirare il suo profumo.

«Avrei dovuto parlare con te, dirti tutto quanto...»

«Già, avresti dovuto» gli dico, stringendomi un po' di più a lui, chiudendo gli occhi, e perdendomi ad ascoltare la sua voce.

«Sono stato un idiota... Mi dispiace...» poi silenzio, io resto stretta a lui tornando a respirare, lui mi abbraccia come se ne andasse della sua vita, e io mi prendo ogni gesto, ogni piccola carezza sulla mia schiena, ogni bacio tra i capelli, ogni sussurro, perché mi è mancato davvero, davvero troppo. «Quindi non sei arrabbiata con me?» mi domanda con un sorriso furbo, allontanandosi quel poco che gli basta per guardarmi negli occhi.

«Adesso non esagerare» rispondo ironica «credo tu debba trovare un modo per farti perdonare» aggiungo con un piccolo sorriso malizioso.

«Farmi perdonare è la mia specialità!» esclama divertito, per poi avvicinare di nuovo il suo viso al mio, per parlarmi direttamente all'orecchio. «Lo sai quanto mi sei mancata, piccola Stewart?» mi chiede con un filo di voce.

«E tu lo sai quanto sei mancato a me?» ribatto con lo stesso tono, facendo scorrere le dita tra i suoi capelli, mentre le sue labbra si posano leggere sotto al lobo del mio orecchio.

«Sono un idiota» continua a parlare nello stesso modo, con le labbra che scorrono leggere sul mio collo «un vero idiota» continua, quando sento il mio cuore andare più veloce.

«Un vero idiota» ripeto le sue parole in un sussurro, stringendo alcune ciocche dei suoi capelli.

«Il re degli idioti» bisbiglia ancora, stringendosi a me, e so che dobbiamo parlare, chiarire, e affrontare questo argomento in maniera più approfondita, ma ora ho bisogno di lui come dell'aria che respiro.

«Probabilmente di tutto l'universo...» le sue mani scorrono lente verso il basso, le sue labbra risalgono verso le mie, apro gli occhi e ho davvero voglia di perdermi in lui, nei suoi occhi, sotto le sue mani, nei suoi baci...

«Adesso sei tu che stai esagerando» mi dice, provocandomi un piccolo sorriso.

«Harry...» sussurro sulle sue labbra, respirando la sua stessa aria.

«Lo so, Chloe, dobbiamo parlare e voglio farlo, ma non adesso...» mi toglie il fiato, me lo restituisce, poi me lo toglie ancora «perché ora voglio amarti come meriti...».

Parole sussurrate, frasi sconnesse, gesti affrettati, baci profondi, indumenti sul pavimento, ho bisogno di ritrovarlo, di ritrovare il mio Harry, il resto arriverà, come sempre succede con lui.

Lo amo, lui mi ama, e non c'è niente, assolutamente niente, che possa distruggere ciò che abbiamo.

«Ti amo, piccola Stewart» sussurra ancora, spingendosi contro di me.

«Ti amo, Harry» poi chiudo gli occhi, spengo la mente, e lascio che lui mi ami, gli lascio curare le mie ferite, perché nessuno, meglio di lui, è in grado di farlo.

   
 
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