Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: armen66    19/08/2019    0 recensioni
Questa storia partecipa alla challenge Anime Gemelle/ Soulmates del Giardino di Efp. Prompt 3, uno nasce l'altro muore (non proprio letteralmente)
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Eddard Stark, Nymeria, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Un uomo aveva preparato l’incontro nella gabbia dei prigionieri, ma un uomo non era preparato a quegli occhi, a quello sguardo, che erano troppo per lui, troppo intensi, decisi e pronti a rivelare una ragazza diversa da tutte le altre.


Arya Srark di Winterfell.


Neanche per un minuto aveva creduto fosse un ragazzo.


Una combinazione misteriosa,  occhi grigi e  capelli scuri, un prodigio raro, un segnale.


Il loro commiato, troppo presto,  e il suo dono, la preziosa moneta lasciata per una strana sensazione che un uomo sentiva dentro, di sicuro non era un addio.


Il suo maestro aveva parlato solo di un contatto, non si era spinto oltre, e la moneta invece implicava un futuro, qualcosa di difficile per un uomo senza volto, che viveva soltanto per il presente. . Prese la sacca con dentro il rotolo, con delicatezza tolse il nastro, sotto apparve la scritta “ A un uomo.”  Non poteva essere per lui, lui era nessuno e nessuno non riceveva lettere.


E invece quando lo svolse apparve un secondo rotolo con un sottile nastro rosso, sul lato esterno sotto la scritta “A Jaquen H’ghar,  destinato a proteggere mia figlia Arya Stark.


Un uomo sapeva che c’era del magico tra gli Stark, ascoltare i racconti dei mercanti era parte del suo lavoro e le taverne dell’approdo erano  luoghi preziosi per quel compito.


Uno dei fratelli della ragazza era diverso,  in parte un mago o uno stregone delle terre lontane e forse anche il padre aveva dei poteri particolari.


Un padre che un  uomo non avrebbe mai conosciuto aveva scritto il messaggio, perché il padre era già morto, nel momento in cui un uomo riceveva la missione, come aveva detto il suo maestro. Il rotolo adesso  bruciava come fuoco vivo, un uomo non poteva tenerlo in mano, la pelle scottava.


Non poteva leggerlo, non era il momento; lo lasciò cadere sull’erba che subito apparve gialla e secca, distrutta dal calore, mentre il foglio era rimasto intatto.

---

Un uomo non sapeva sognare, non c’erano ricordi o stimoli o spunti a occupare la sua mente di notte, durante le ore destinate al riposo del corpo.


Ma la voce che sentiva, la persona di fronte a lui, alta, capelli scuri, barba con segni bianchi, era reale nella sua stanza o solo il frutto dell’immaginazione, del sonno?


Le candele erano accese e illuminavano l’interno. 


Un uomo si alzò a sedere,  come poteva essere entrato qualcuno senza che lui si fosse accorto? La sua abilità era essere sempre pronto e chi era questo intruso, senza spada, senza apparenti strumenti di offesa o difesa.


Un uomo osservò bene il suo interlocutore, che alzò una mano a indicare i suoi occhi, e un uomo vide l’iride con  lo stesso grigio di Arya, il medesimo colore, e il naso e il volto e la stretta somiglianza.


“ Sono suo padre. Non preoccuparti, stai solo sognando.”


“Io non so sognare.”


“Ora lo sai,  ti spiegherò quello che potrai fare per mia figlia quando tornerà da te.”


“Lo farà davvero?”


“Le hai dato la moneta, lei ha bisogno di te.”


Forse in sogno un padre poteva sapere della moneta, di quella offerta fatta per potere rivedere una ragazza, per poterla aiutare?


 Stark si avvicinò, gli toccò la spalla.


“Sei tu il prescelto, Jaquen H’ghar.”


“Io sono nessuno, non ho un nome.”


“Arya ti ha dato un nome.”


Come faceva Stark  ad avere scritto quel nome, se era morto prima che un uomo ne conoscesse la figlia?  Come poteva Stark già conoscere il nome che  era stato assegnato a un uomo come un marchio di fuoco  sul suo petto?


Quali forze avevano combattuto dentro  un uomo  mentre  Arya guardava il volto che un uomo avrebbe usato ogni giorno e ogni notte avuto se non fosse diventato nessuno? Chi era davvero Arya Stark, cosa era in grado di  diventare se la sua forza era tale da definire le persone, anche quelle che non avevano identità?


__

Stark divenne una presenza abituale nel sonno o nella veglia, non era facile per un uomo cambiare le sue abitudini, il  maestro si accorse e  lasciò tranquillo un uomo, per permettergli  di ascoltare la voce interiore che era  Stark, che  compariva con maggiore frequenza quanto più un uomo era lontano dalla sala dei volti, dalle mura e dalle stanze in soli due colori.


Un uomo non riusciva a prevedere quando e dove avrebbe avvertito la presenza del padre di Arya.


Un giorno lo sentì in mezzo ai cavalli di un accampamento, agitati per i versi dei lupi in lontananza.


“Mia figlia ha una lupa che la protegge, ma non abbastanza, una lupa non può resistere a tutto.”


“Proprio così.  E un uomo prenderà il posto del lupo?”


“Dovrà prima insegnarle quello che serve per difendersi e per combattere. Mia figlia ha un difficile compito davanti a se.”


Un uomo piegò il capo in segno di rispetto.


“Quando sognerai il lupo e l’aquila correre insieme potrai leggere il rotolo.” Disse Stark prima di svanire.


Iniziarono le notti di turbamento, visitate da sogni, nebbie indistinte, colori vivaci, strani suoni.


Un uomo era incerto se  poteva governare i sogni, regolarli o   decidere - come prima - di non averli.


Si insinuavano sotto la sua mente in modo sottile, erano fili che ritornavano indietro a qualcosa che restava ai margini della sua mente. Ma non c’era mai nei sogni  un’adorabile ragazza, lei che forse era l’unica cosa che un uomo avrebbe voluto sognare, per capire quando l’avrebbe rivista.

 

   
 
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