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Autore: Troki_98    19/08/2019    4 recensioni
University AU || Physics students AU || Rating casuale || I don’t even know what I’m doing || Università italiana perché ho bisogno di usare tutto il bellissimo materiale che ho raccolto nella mia esperienza || Buona parte del disagio tra coinquilini è tratto da storie vere
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Crowley si è appena trasferito in una nuova città per la laurea magistrale e lì, oltre a vecchie e nuove conoscenze, incontra Aziraphale, i due diventeranno più che semplici compagni di corso (in diversi sensi).
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Belzebù, Crowley, Gabriele
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: è nato tutto da uno sclero su una bellissima fan art che ritraeva i personaggi in un University AU, da lì in poi è tutto degenerato e, se siete finiti qui per caso, non mi scuserò per il disagio che si riverserà in questa ff


Crowley scese dall’autobus con un balzo e, riuscendo a dissimulare una momentanea perdita dell’equilibrio come un passo fluido verso le strisce pedonali, sibilò tra sé e sé un’imprecazione per la probabile storta alla caviglia che aveva preso toccando il suolo.

Sperò vivamente che presentarsi così presto alla nuova università per il suo primo giorno di lezione con lo scopo di appropriarsi del posto migliore in aula desse i suoi frutti, la caviglia gli pulsava e stava iniziando a innervosirsi già alle otto di mattina.

A rigor di logica lui non avrebbe dovuto nemmeno trovarsi lì, quegli idioti che gestivano la Casa dello Studente avevano programmato l’assegnazione degli alloggi studenteschi contemporaneamente al primo giorno di lezione e Crowley avrebbe dovuto passare chissà quanto tempo seduto in una stanza ad aspettare il suo turno. Per fortuna aveva trovato un tizio un po’ losco, un certo Shadwell, che aveva accettato di andare al posto suo con una delega per una cifra che Crowley aveva ritenuto esagerata. Il pensiero di quell’intero semestre del primo anno della triennale passato nell’ultima fila accanto ad Hastur e Ligur però gli dava ancora i brividi, aveva addirittura pagato uno sconosciuto per scegliere la stanza in cui avrebbe passato il resto dell’anno pur di assicurarsi che una cosa del genere non ricapitasse.

Purtroppo Crowley sapeva di essere sfortunato e lo pensò amaramente mentre entrava nel Dipartimento di Fisica, un brutto e piccolo edificio di mattoni marroni che stonava accanto alla magnificenza dell’enorme e bianchissimo edificio principale dell’ateneo. Quando aveva deciso di cambiare città per la laurea magistrale, una parte di lui aveva sperato che Hastur e Ligur andassero da qualche altra parte, possibilmente il più lontano possibile dalla sua destinazione, ma Hastur lo aveva premurosamente informato con un sorrisetto malvagio che avrebbero passato insieme altri due indimenticabili anni come compagni di corso.

Trovò senza difficoltà l’aula magna passando davanti a una portinaia dai capelli cotonati e pesantemente truccata che gli diede una sguardo lascivo sbattendo le lunghe ciglia finte, un altro individuo da aggiungere alla lista di persone da evitare.

La prima cosa di cui si accorse fu che non era stato il più veloce ad arrivare quella mattina, notando indispettito una giacca e una borsa a tracolla ben in vista su un banco.

Crowley gettò un’occhiata all’aula, era formata da due grandi blocchi di posti a sedere, divisi a metà da una striscia di scalini che permetteva di raggiungere i banchi più in alto, e la cattedra si trovava su un piano rialzato davanti al muro ricoperto da una lavagna nera e lunghissima. 

La giacca e  la borsa erano sul banco più esterno verso il centro dell’aula nella seconda fila.

Crowley si posizionò accanto a quel banco, in piedi sugli scalini, e si voltò a guardare la lavagna. Insoddisfatto, salì un gradino e giudicò la terza fila degna di diventare il suo posto, tuttavia quando fece per sedersi rischiò di finire a terra. Si rialzò di umore decisamente più cattivo rispetto a tre secondi prima e vide con orrore che quasi tutte le sedie della terza fila, sia a destra che a sinistra, erano rotte nei modi più disparati e lui aveva beccato l’unica che si mostrava innocentemente integra finché non sottoposta a pesi esterni.

Guardò di nuovo la giacca e la borsa nella seconda fila.

Non era possibile.

Si sedette nel posto in seconda fila a sinistra, separato dalla giacca e dalla borsa solo dalle scale. Un fastidioso riflesso della luce proveniente dalle finestre impediva di vedere un angolo della lavagna e, con un brutto presentimento, si spostò nella sedia accanto osservando la situazione peggiorare.

Impossibile.

Si sedette nel banco occupato e poi si alzò disgustato, era praticamente perfetto, a meno di sedersi in prima fila, cosa che si rifiutava di fare, e non avrebbe trovato posto migliore. Il posto accanto a quello aveva una sedia scheggiata, il genere di armi letali che ti distruggono i vestiti, e stava valutando la possibilità di far misteriosamente sparire giacca e borsa per poi giocare la parte dello studente ingenuo appena giunto in città quando qualcuno lo salutò con un cordiale: -Buongiorno.- facendolo sobbalzare.

Il tizio che era appena entrato in aula era biondissimo, con due grandi occhi azzurri e un bicchiere di cioccolata calda delle macchinette fra le mani. Aveva un sorriso splendente e gli si stava avvicinando con quella che Crowley riconobbe, con un moto di panico e sottile irritazione, come l’aria di chi vuole assolutamente fare amicizia.

 

~~~

 

Rientrando in aula Aziraphale notò subito il ragazzo con gli occhiali da sole e gli innaturali capelli rosso fuoco che gravitava attorno ai suoi averi.

Lo soppesò un momento incerto mentre beveva un piccolo sorso della sua cioccolata bollente e poi fu investito da un’ondata d’orgoglio. Anche quel tizio sembrava essersi accorto che Aziraphale aveva scelto il posto migliore dell’aula, aveva passato tutto il corso di laurea triennale a cercare il posto perfetto in ogni aula del dipartimento e quella mattina si era presentato cinque minuti prima dell’apertura per aggiudicarsi quel banco.

Non aveva mai visto quel tipo, probabilmente era uno dei nuovi studenti che ogni anno si trasferivano per la magistrale.

Aziraphale vide una possibilità: la possibilità di liberarsi finalmente di Gabriel.

Solo una persona poteva sedersi accanto a lui, anche se quello avrebbe voluto dire usare la sedia scheggiata e cigolante, e se avesse fatto amicizia con qualcuno dei nuovi studenti forse quella persona non sarebbe stata Gabriel. In fondo aveva sperato che, avendo scelto due indirizzi diversi, l'altro lo avrebbe ignorato fino a dimenticarsi della sua esistenza ma prendere delle precauzioni gli sembrava dopotutto una saggia scelta.

-Buongiorno.- salutò con un sorriso incoraggiante avvicinandosi -Sei un nuovo in dipartimento, vero? Io mi chiamo Aziraphale.- 

Tese una mano e guardò l’altro accigliarsi sopra gli imperscrutabili occhiali da sole, il ragazzo esitò un momento prima di stringergliela brevemente e presentarsi con un secco: -Crowley.-

-Se non conosci nessuno, puoi sederti accanto a me, il posto è libero e molto buono anche se la sedia cigola un po’ quando ti muovi.- sapeva di essere stato troppo diretto e si sentì arrossire ma era una questione di sopravvivenza.

Crowley fece una smorfia e si voltò a guardare con disgusto il sedile accanto a quello di Aziraphale, la parte scheggiata ben in vista. Stava per parlare quando fu distratto da qualcosa.

Aziraphale si voltò e si irrigidì nel vedere Gabriel che, mattiniero come al solito, avanzava verso di lui sorridente, con passo sicuro e sventolando una mano come se stesse salutando una vasta platea.

-Aziraphale! Un cioccolata già a quest’ora come sempre? Dovresti berne di meno e badare al tuo fisico, bisogna essere sempre in forma!- gli diede una pacca sulla pancia ridendo e Aziraphale abbassò mortificato lo sguardo mortificato sul bicchiere di cioccolata ancora troppo calda mormorando un: -Ciao Gabriel.-

Se fosse stato giusto un po’ più coraggioso gliel’avrebbe versata addosso.

Sarebbe stata una grande soddisfazione.

-Ah, questo qui è un tuo nuovo amico?- domandò Gabriel con un filo di ironia, guardando Crowley con lo stesso sguardo condiscente con cui si guarda un imputato giudicato colpevole che si proclama innocente.

-Crowley.- si presentò quello, senza stringere la mano che l’altro gli tendeva.

Gabriel ritirò la mano con un gesto disinvolto e, rivolgendo a Crowley un ultimo sguardo freddo, la sua attenzione tornò ad Aziraphale.

-Vedo che hai scelto il posto dello scorso semestre . Il migliore dell’aula a tuo parere, vero? Allora torneremo ad essere compagni di banco.-

Aziraphale trattenne un gemito di protesta mentre Gabriel stava per far avverare i suoi incubi, tuttavia Crowley si insinuò tra i banchi con movimento fluido e lasciò cadere lo zaino accanto accanto alla borsa di Aziraphale.

-Mi dispiace- disse con un ghigno che non sapeva di scuse -ma questo posto è occupato.- si sedette sulla sedia che cigolò rumorosamente sotto il suo peso, accavallò le gambe e si godette l’espressione basita di Gabriel.

-Oh…- disse quello facendo un passo indietro -Oh, vorrà dire che mi siederò qui.- e prese posto al primo banco nel sedile davanti a quello di Aziraphale.

Quest’ultimo si sedette accanto a Crowley in religioso silenzio, non era un grande cambiamento ma era una molto apprezzato.

Dopo essersi goduto la vista di Gabriel in prima fila per un altro secondo, si girò sorridendo allegramente verso Crowley e indicando il banco davanti al suo mimò con la bocca un “grazie”.

Il ghigno di Crowley si allargò, si tolse gli occhiali rivelando due strani e magnetici occhi gialli, indicò Gabriel e mimò uno “stronzo”.

Aziraphale ridacchiò contento e continuò a bere la sua cioccolata calda.

 
  
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