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Autore: inzaghina    20/08/2019    7 recensioni
Fin dalla sua infanzia, Bill Weasley ha saputo che essere il figlio primogenito di una delle Sacre Ventotto non ti rendeva migliore degli altri, ti dava anzi responsabilità che altri ragazzi non avevano.
Scopriamo come la curiosità ereditata dal padre e la fame di avventure hanno condotto questo Caposcuola dall'aria perfetta a diventare uno Spezzaincantesimi per la Gringott, nel torrido deserto egiziano, svelando lungo la strada i momenti che hanno caratterizzato la sua vita, trasformandolo nel mago figo incontrato da Harry alla vigilia della Coppa del Mondo di Quidditch, il mago che ha saputo conquistare una strega per 1/4 Veela nonchè campionessa del Torneo Tremaghi e che non si è dato per vinto nemmeno quando Greyback ha tentato di trasformarlo in un mostro.
Genere: Avventura, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Charlie Weasley, Famiglia Weasley, Nimphadora Tonks, Ordine della Fenice | Coppie: Arthur/Molly, Bill/Fleur
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Capitolo 3 – Sogni a occhi aperti

 
“Sai che sei innamorato
quando non vuoi addormentarti,
perché la realtà è migliore dei tuoi sogni.”
Dr. Seuss


 
 
Essere il maggiore di sette fratelli aveva i suoi vantaggi: Bill indossava vestiti di seconda mano, sì, ma commisurati al suo fisico asciutto, aveva acquistato una bacchetta da Ollivander nuova di zecca come regalo per il suo undicesimo compleanno e aveva ottenuto il permesso di mettere da parte le paghette ricevute dai prozii agli ultimi compleanni per acquistare un gufo da portarsi a scuola. Il fatto che i suoi fratelli fossero per la gran parte maschi e che la sua migliore amica fosse una femmina che di effemminato aveva poco, però, non aiutava il brillante studente a comprendere fino in fondo l’universo femminile. E con San Valentino che incombeva sulla popolazione studentesca — e sarebbe caduto quell’anno di venerdì — la festa si trovava proprio alla vigilia di una delle consuete gite a Hogsmeade.
In quel nevoso pomeriggio di febbraio, lo studente del quarto anno si trovava in biblioteca intento a terminare il compito scritto per la professoressa McGranitt, ignaro del caos che l’imminente uscita stava scatenando sugli studenti in possesso del permesso per visitare il pittoresco paesino. Era intento a rileggere il paragrafo conclusivo del suo tema, quando Sam Waters lo raggiunse trafelato, lasciandosi cadere tra lui e Benjamin Boot di Corvonero.
“Chi l’avrebbe mai detto che tutte le streghe dal terzo anno in su sarebbero impazzite per una stupida uscita a Hogsmeade?!”
Andrew Johnson — prefetto Grifondoro del quinto anno — scoppiò in una risata che cercò di dissimulare con un colpo di tosse. “Forse l’anno scorso in questo periodo eri distratto, Waters... ma è piuttosto normale che le ragazze si comportino così,” gli disse, riservandogli un sorriso smagliante in netto contrasto con la carnagione caffellatte.
Bill e Benjamin lasciarono entrambi cadere le piume, puntando gli sguardi incuriositi sullo studente più grande.
“Diciamo che San Valentino è un giorno molto importante per le fanciulle e quelle di loro che potranno andare a Hogsmeade desiderano farlo al fianco di un ragazzo gentile, spiritoso, possibilmente bello e che a fine giornata le bacerà davanti a Madama Piediburro o nel giardino innevato della scuola,” snocciolò, strizzando loro l’occhio.
“Sarà come dici tu, Andrew… ma tutto questo non giustifica l’inseguimento di Tara MacMillan ai danni del povero Jacob Abbot!” ribattè, scuotendo la testa, Sam.
“Perché l’avrebbe inseguito?” domandò Ben.
“Perché Jacob cercava di svicolare, considerando che ha già invitato Annabel ad uscire con lui…”
“Ma Tara non mi sembra il tipo che accetta un no come risposta,” sghignazzò Oliver Bones, dal posto accanto a quello di Andrew.
Sam fece segno di no con la testa. “Alla fine sono dovute intervenire Tonks e Julia, a chiarire a quella rintronata che Jacob aveva già impegni per San Valentino, visto che lui era andato letteralmente in tilt. Penso che la MacMillan abbia tentato di rifilargli una pozione d’amore…”
“Immagino che Dora abbia amato ogni secondo,” sogghignò Bill, conoscendo il lato più impulsivo della sua migliore amica.
“Direi proprio di sì, ma sono convinto che lo stesso valga anche per Julia,” ribatté Sam, stiracchiandosi pigramente. “Avete quasi finito qui? Ho detto a John che ci saremmo rivisti in sala comune…”
“E i tuoi compiti?” puntualizzò Bill.
“Ma per domani non c’è nulla e sono davvero stanco, dopo il pomeriggio appena passato...”
“Forse non lo saresti se avessi studiato un po’ oltre ad incantare palle di neve per inseguire i componenti della squadra di Quidditch di Tassorosso con l’obiettivo di distrarli durante il loro allenamento…”
“Non atteggiarti tanto ad innocente, caro mio… tutti sanno che sei stato tu ad aiutarmi a perfezionare l’incantesimo da imporre alle palle!” dichiarò, sorridendo soddisfatto al ricordo.
“Beh… sembravi davvero senza speranze, circondato da quella marea infinita di palle di neve, che tentavano di sfuggire al tuo controllo!”
“Come farei senza di te?!” ribatté, teatralmente, Sam.
“Dovresti trovare un’anima altrettanto pia da cui scopiazzare appunti e prendere spunto per fare compiti che rimandi fino all'ultimissimo minuto!” borbottò Bill, facendo ridere il resto del gruppo.
Sam lo colpì con un pugno alla spalla. “Saresti perso e terribilmente noioso senza di me, Weasley,” asserì, prima di rubargli un pezzo di pergamena nuova e sbirciare il compito a cui stava lavorando.
 
Due giorni dopo, durante una complicata lezione di Trasfigurazione in compagnia dei Corvonero, Sam era più irrequieto del solito.
“Si può sapere che c’è?” sbuffò esasperato Bill, pregando di non essere notato dalla loro Capocasa.
“Ripensavo al discorso dell’altro giorno…”
Non ci fu bisogno di ulteriori dettagli perché il giovane Weasley capisse a cosa l’amico si stesse riferendo. “E?” domandò, aggiungendo ulteriori dettagli ai suoi appunti.
“Forse non sarebbe male l’idea d’invitare una ragazza a Hogsmeade per San Valentino…”
Bill posò la piuma e fissò l’amico, scuotendo divertito la testa. “Avevi in mente qualcuna in particolare?”
“Ho sentito dire che Stacey O’Malley si è lasciata con Robinson…”
Gli occhi cerulei di Bill osservarono distrattamente l’insegnante di Trasfigurazione, intenta ad esplicare nuovamente i passaggi del movimento della bacchetta ad una loro compagna seduta in prima fila, per poi posarsi su Stacey seduta accanto alla sua inseparabile amica: Alhena Macnair. Il suo amico aveva decisamente buongusto, pensò tra sé e sé, occhieggiando la professoressa McGranitt avvicinarsi e dando di gomito a Sam perché facesse almeno finta di prendere appunti.
Dopo che la Vicepreside aveva fatto ritorno alla cattedra, Bill assestò una lieve gomitata a Sam, attirando la sua attenzione. “Quando avevi intenzione di chiederglielo?”
“È qui che viene il bello, amico…”
Bill era ben consapevole che la risposta non gli sarebbe piaciuta. “E perché, di grazia?”
“Perché visto che si sono appena mollati non so se Stacey sarà dell’idea di uscire con un altro già il prossimo weekend... ma se proponessimo un’uscita a quattro invece non avrebbe ragione di rifiutare, non trovi?”
L’amico assottigliò gli occhi chiari, passandosi con malagrazia una mano sul viso. “E chi ti dice che io voglia uscire con la Macnair, scusa?”
“Beh, ma è davvero carina…”
“Escici tu, allora!”
“Ma a me piace la sua amica!”
“Peggio per te…”
“E dai… fai l’amico, no?! Non ti sto mica chiedendo di uscire con quella mezza troll di Anastasia Bullstrode… Alhena Macnair è graziosa, intelligente, ha un bel portamento ed è anche molto interessante, quando non è impegnata ad aiutare Hagrid con creature bizzarre che piacciono solo a lei e a tuo fratello…”
“Sicuro di non volerci uscire tu?”
“Certo che ne sono sicuro. È Stacey che mi interessa… quella ragazza è una vera bomba e vorrei tanto avere la possibilità di dimostrarle che noi Grifoni siamo meglio di quei pesci lessi blu-bronzo che è abituata a frequentare!”
“Eviterei di metterla in questi termini se la vuoi conquistare…” celiò Bill, tornando a scribacchiare qualche parola sulla sua pergamena.
“Non ho bisogno dei tuoi consigli, grazie tante! Ho solo bisogno che mi aiuti ad organizzare un’uscita a quattro…”
“E ti giuro che lo farei… Alhena sembra una ragazza molto carina anche a me, tra l’altro Tonks ha scoperto che pratica il balletto classico, che è il motivo per cui è sempre seduta in modo così rigido ed elegante. Il punto è che non posso uscire con lei per San Valentino.”
“E perché no?”
“Perché ho già invitato Michelle Davies…” si decise ad ammettere Bill, mordicchiandosi l’interno della guancia.
Sam spalancò la bocca, assolutamente sbalordito. “E quando pensavi di dirmelo?”
Bill si strinse nelle spalle, rimanendo in silenzio.
“Da quanto ti piace, scusa?”
“Beh, l’ho sempre trovata molto carina e il discorso dell’altro giorno con Andrew mi ha fatto riflettere… mi sono detto che non mi sarebbe affatto piaciuto se ci fosse andata con un altro e quindi ho deciso di dimostrareil coraggio tipico di noi Grifondoro e chiederglielo io e lei ha detto sì.”
“Sono felice per te amico!” esclamò Sam, assestandogli una pacca sulla spalla. “Però ora io come faccio?”
“Credo che John non abbia invitato nessuna… potresti dire a lui di unirsi a voi,” propose Bill, cancellando parte di una frase per modificarla.
“Giusto,” si rianimò Sam, voltandosi verso l’amico seduto dietro di loro e bisbigliandogli le proprie intenzioni.
 
Sabato 15 febbraio Bill, Sam e John si erano dati appuntamento con Michelle, Stacey e Alhena davanti all'ingresso. Michelle fu la prima ad arrivare, tallonata da Tonks, Julia ed Annabel che avevano appuntamento con un gruppo del quinto anno.
“Non credevo che il giorno in cui Dora Tonks avrebbe organizzato un’uscita per San Valentino sarebbe arrivato tanto presto,” commentò Bill, sorridendo all'amica di una vita.
“Rilassati, è solo un’uscita in amicizia… e spero di carpire qualche dettaglio sui loro allenamenti,” ribatté svelta Tonks, che sfoggiava per l’occasione una chioma rosso ciliegia.
“Sei davvero incorreggibile, Dora!” ridacchiò l’amico, stringendola brevemente a sé.
“Shh!” lo redarguì lei. “Non vorrei che qualcuno sentisse il soprannome che mi hai affibbiato ed iniziasse a chiamarmi così…”
“Sarà il nostro segreto,” la rassicurò Bill, arruffandole i capelli.
Lei lo baciò velocemente sulla guancia. “Vedi di trattare bene Ellie!”
“Sai bene che sono stato educato come un vero gentiluomo…”
“Certo, tua madre ti scuoierebbe se ti comportassi da adolescente allupato!”
Bill scosse la testa, osservandola raggiungere le amiche ed i loro tre accompagnatori, prima di sorridere a Michelle. “Mi ha appena ordinato di trattarti bene” le disse.
“Aveva detto che l’avrebbe fatto,” rispose la ragazza, mentre le sue guance si coloravano di un tenue rosa.
“Stacey e Alhena sono arrivate… vogliamo andare?" li interruppe Sam, indicando le due Corvonero.
Bill e Michelle annuirono, accodandosi agli altri quattro e parlando del più e del meno mentre percorrevano i sentieri ghiacciati che portavano a Hogsmeade.
“Dove vogliamo andare?”
“Io avrei bisogno di alcune piume nuove e di un po’ di pergamena,” disse Alhena, schivando una gomitata di Stacey.
“Dovevi proprio dirlo?” borbottò la ragazza, fissando l’amica accigliata.
“In realtà anche io ho bisogno di pergamena,” disse Bill.
“Io di inchiostro e piume,” aggiunse Michelle.
“Anch’io devo rimpinguare le scorte,” commentò John, mentre i sei già si stavano avviando verso il negozio di articoli per scrivere.
“Visto che non ho detto nulla di sbagliato?” mormorò Alhena, assottigliando gli occhi chiari in direzione di Stacey.
“In effetti no…” le concesse l’amica.
“Si può sapere perché sei così agitata?” insistette la giovane Macnair.
“Beh, perché in realtà Sam mi piace. Certo, non è affascinante come Weasley grande, ma temo che lui sia un po’ troppo perfettino per una come me e, beh… non so bene cosa pensare, ecco!”
“Evidentemente anche tu piaci a lui, visto che ti ha invitata ad uscire,” ribatté in tono ovvio Alhena, dirigendosi verso uno scaffale ricolmo di piume variopinte.
“Immagino di sì, però… perché ha invitato anche i suoi amici se gli piaccio?” chiese la O’ Malley afferrando un’appariscente piuma blu cobalto con sfumature verde acido ed esaminandola con cura.
“Forse credeva che sarebbe stato troppo presto proporti un’uscita a due, considerando che tu e Tony vi siete lasciati solamente da 10 giorni ed eravate stati insieme per più di sei mesi, che per te, cara mia, equivale a un record assoluto…”
Stacey posò la piuma, sostituendola con una color ametista con riflessi acquamarina. “In effetti potresti avere ragione tu…” rispose, passandole una piuma verde giada, sfumata di color carta da zucchero certa che l’amica l’avrebbe adorata — Alhena infatti l’afferrò e le riservò uno dei rari sorrisi che illuminava il suo viso pallido, conferendole un’aria infantile e gioiosa che non aveva avuto nemmeno nei primissimi giorni a Hogwarts.
 
Dopo aver rimpinguato il materiale scolastico da Scrivenshaft, fatto incetta di caramelle da Mielandia e scorta di qualche scherzo più o meno innocuo da Zonko, i sei ragazzi cercarono ristoro nel solitamente affollato pub di Madama Rosmerta che, complice la festa più romantica dell’anno, era un po’ più libero del solito – molte coppiette avevano ifatti optato per il più sdolcinato Madama Piediburro.
“Voi andate a sedervi, ragazze,” esortò Sam, con un sorriso incoraggiante.
“Vanno bene delle burrobirre per tutti?” domandò Bill, osservando le tre annuire.
I ragazzi si diressero quindi al bancone, mentre le giovani trovarono posto a un tavolo vicino a quello in cui ridacchiavano Tonks, Annabel e Julia insieme a due Corvonero e un Tassorosso dell’anno avanti al loro.
 
Qualche minuto più tardi, Tonks sgusciò a fatica tra le sedie del pub per raggiungere il bagno, assicurando le sue amiche che non c’era bisogno che l’accompagnassero, perché sarebbe tornata in pochi attimi. Dall'interno del cubicolo sentì la porta chiudersi e le voci concitate di altre due studentesse.
“… non posso credere che si qui con quella!”
“E io non posso davvero credere che ti piaccia un tipo simile… sostenevi di detestarlo, Ivy! Hai passato anni a denigrarlo e a commentare che non era affatto degno di tutti gli elogi che gli insegnanti gli elargivano. Cosa sarebbe cambiato?”
Tonks roteò gli occhi spazientita: le mancavano giusto i tormenti amorosi di quella rompipluffe di Ivy Flint — proprio ora che stava carpendo qualche segreto della squadra di Corvonero dal suo accompagnatore.
“Come fai a non capire, Edith?!” esclamò la voce lamentosa di Ivy, costringendo Tonks a reprimere uno sbuffo irritato; non bastava la Flint, ci voleva anche quella piattola assoluta della Burke.
“Illuminami Ivy, perché proprio non ce la faccio” ribatté in tono annoiato la bionda Serpeverde, sistemandosi il rossetto color magenta.
“È così bello, con quegli occhi meravigliosi, è intelligente ed è evidente che farà strada una volta fuori da qui…”
“Parli sul serio?” la schernì l’amica, osservando il proprio riflesso nello specchio leggermente opaco e voltandosi per incontrare lo sguardo di Ivy.
La mora annuì, portando Edith a sospirare rumorosamente.
“La sua famiglia farà anche parte delle Sacre 28, ma sono dei poveracci, dei traditori del loro sangue… non capisco perché tu voglia perdere tempo dietro a Bill Weasley, è più che evidente che lui comunque ti disprezzi,” le disse, stringendosi nelle spalle.
“Non si sceglie di chi ci si innamora, Edith…”
“Sì che lo si fa se si è eredi delle Sacre 28, Ivy,” ribatté in tono pratico la Burke. “I tuoi genitori non considererebbero mai Bill Weasley come un buon partito per te e non credo che potrebbero mai cambiare idea…” concluse, dando un rapido abbraccio all'amica. “Mi rendo conto che ha degli occhi fantastici ed è un tipo interessante, ma dimenticati di lui e concentrati piuttosto su Richard Parkinson, se ti ha invitato ad uscire oggi è potenzialmente interessato a te…”
Ivy annuì, accettando il rossetto dall'amica e riapplicandolo con pazienza. “Grazie, Edith,” le sussurrò, specchiandosi velocemente.
“Le amiche servono soprattutto nei momenti di sconforto, Ivy…” la tranquillizzò la bionda, prima di guidarla fuori dal bagno.
Tonks attese qualche secondo prima di aprire la porta e ritrovarsi a guardare il proprio riflesso sconvolto che la fissava dallo specchio appannato del bagno dei Tre manici di scopa.
“Chi avrebbe mai immaginato che anche Ivy Flint avesse un cuore?” mormoro tra sé e sé, decidendo che ne avrebbe parlato con Bill quella sera stessa.
 
Com’era prevedibile, il suo migliore amico non aveva intenzione di agire in alcun modo nonostante la notizia sconvolgente che lei gli aveva comunicato. “Cosa dovrei fare, Dora?” le chiese, lasciandosi cadere su una delle comode poltrone presenti nella sala comune giallo-nera.
“Quell'arpia ci ha sempre trattato in modo orribile fin dal primo giorno… non ti sembra assurdo che si professi addirittura innamorata di te?!”
“Assurdo forse, ma le persone possono cambiare, Dora.”
“Non mi pare che lei sia migliorata molto con le persone che crede inferiori,” lo incalzò la Tassorosso.
“In effetti no,” si mostrò d’accordo Bill, rifiutando l’Ape Frizzola che l’amica gli stava porgendo. “Questo non significa che quella che hai sentito oggi non sia la verità... se stesse macchinando qualcosa, non avrebbe mai confessato un segreto simile in un luogo pubblico, con il rischio che qualcuno la sentisse…”
“Anche questo è vero,” annuì Dora pensierosa. “Cerca solo di stare attento l’anno prossimo…”
“E perché mai?” domandò, stupito, Bill.
“Chissà cosa potrebbe organizzare durante le riunioni tra Prefetti… magari potrebbe avvelenare Allie Baston per poterti somministrare dell’Amortentia acquistata sottobanco,” ghignò la ragazza, assottigliando gli occhi grigi.
“Ma che c’entra Allie, scusa?”
“Chi altro potrebbe mai essere la tua collega Prefetto? Non mi pare che Isobel MacLaggen o Kristie Jordan siano delle candidate plausibili e il resto delle tue compagne del quarto anno sono davvero anonime,” snocciolò divertita Dora, staccando un pezzo della barretta al cioccolato alle arachidi che l’amico stringeva tra le mani.
“E chi ti dice che anche io e Ivy saremo Prefetti, scusa?” continuò Bill, che non si era mai soffermato a pensare a quella possibilità.
Dora sbuffò, scuotendo i capelli tornati del suo adorato rosa cicca. “Per favore! È così ovvio che entrambi lo sarete…”
Bill ridacchiò. “Se lo dici tu…”
“Fidati!” esclamò l’altra, strizzandogli l’occhio malandrina. “Piuttosto, com'è andata con Michelle?”
Bill deglutì, sentendo le guance colorirsi. “Credo bene, perché? Ti ha forse detto qualcosa?” mormorò, lanciando un’occhiata al dormitorio femminile di Tassorosso.
“Mmh, forse…” ribattè Tonks, ammiccando divertita.
 
*
 
L’estate del 1986 alla Tana vide un copioso andirivieni di amici dei due figli maggiori della famiglia Weasley - tutti ansiosi di sfruttare la libertà che vivere in un posto come Ottery St. Catchpole poteva offrire. Quel mercoledì di inizio agosto in particolare, sfruttando la giornata soleggiata ma non eccessivamente calda, vedeva Bill e Charlie impegnati in una partita di Quidditch cinque contro cinque, che aveva coinvolto anche i gemelli ed Annabel in veste di arbitro. Erano da poco passate le 10 quando uno stormo di gufi in formazione compatta si palesò nel cielo terso, abbassandosi fino a posarsi sul davanzale della finestra della cucina.
“Sono arrivate le vostre lettere!” la voce di Molly richiamò tutti i presenti, che planarono al suolo e raggiunsero velocemente la cucina. Uno scalpiccio confuso riempì la stanza principale della Tana, mentre gli studenti s’accalcavano intorno ai gufi cercando la lettera indirizzata a loro – il tutto sotto lo sguardo vigile di mamma Weasley. Dopo aver dato una veloce scorsa alla propria lettera, Tonks sollevò lo sguardo per incrociare le iridi cerulee di Bill, scoppiando immediatamente in una fragorosa risata. “Te l’avevo detto!” esclamò, correndogli incontro ed assestandogli un lieve pugno sulla spalla.
“Che succede?” domandò Molly, dopo aver controllato che i gemelli fossero tranquilli con biscotti e succo di zucca per merenda.
Bill si staccò dall'abbraccio della sua migliore amica, per andare incontro alla madre e porgerle la scintillante spilla da Prefetto che era acclusa alla lettera appena ricevuta da scuola.
“Oh, tesoro! Ma è meraviglioso!” s’entusiasmò la madre, attirando il suo primogenito in un abbraccio che profumava di cioccolato e biscotti appena sfornati. “Dobbiamo decisamente festeggiare!” aggiunse poi, accarezzandogli affettuosamente un braccio. “Quasi tutti i tuoi amici sono qui, possiamo organizzare qualcosa per stasera stessa…”
“Che novità ci sono?” d’informò Charlie, raggiungendoli tallonato dai suoi migliori amici Mike e Cameron.
“Tuo fratello è stato nominato Prefetto.”
“Anche Annabel, ovviamente,” chiosò Dora, mettendo al centro dell’attenzione la più timida delle sue amiche.
“Oh, cara! Che notizia splendida!” sorrise Molly. “Immagino tu voglia dirlo ai tuoi genitori quanto prima…”
La ragazzina annuì.
“Possiamo andare velocemente a casa mia, in modo che gli possa telefonare…” propose Dora.
“Mi sembra un’ottima idea, così puoi invitare i tuoi per questa sera; intanto io comincio a vedere quello che manca per organizzare una festa con i fiocchi…”
Molly restituì l’oggetto dorato a Bill per poi arruffargli i capelli, prima di affaccendarsi alla dispensa, alla ricerca degli ingredienti per la torta preferita del neo-Prefetto. Gli amici del ragazzo si complimentarono con lui, che sollevò nuovamente il distintivo per osservarlo con attenzione.
“Cos'è un Prefetto?” chiese Fred, abbandonando il tavolo e raggiungendo il fratello maggiore.
“È uno studente che riceve un distintivo come questo,” iniziò a spiegare Bill, mostrandolo ai due gemelli.
“Scintillante,” commentò George, interessato.
“I Prefetti hanno responsabilità e privilegi: possono togliere punti agli studenti che non si comportano in modo corretto, ma non ad altri Prefetti, partecipano alle ronde all'interno della scuola e hanno un bagno speciale dedicato a loro…” illustrò Bill, mentre George tracciava i contorni del distintivo con il proprio indice.
“Noioso,” bofonchiò Fred, incrociando le braccia.
“E perché?” chiese Julia.
“Perché devi controllare gli altri, come fa mamma con noi quando facciamo gli scherzi a Percy…” ribatté il bambino, inarcando le sopracciglia contrariato.
Sam, John e Charlie scoppiarono a ridere.  
“Non sembra molto divertente,” concordò George, restituendo il distintivo al fratello.
“Oh, ma vedrete che Bill chiuderà un occhio per i suoi amici…” li rassicurò Sam, strizzando l’occhio ai due monelli.
“Ci mancherebbe anche,” sorrise Charlie.
Bill annuì, nonostante pensasse che fosse meglio che i suoi amici non si prendessero troppe libertà.
“Bah… io non voglio essere un Prefetto!” concluse Fred, mentre George annuiva.
“Io invece sì e voglio anche essere Caposcuola,” commentò Percy, arrivando in quel momento - i ricci che spuntavano appena da dietro la copertina di un libro.
“E ti pareva,” sogghignò George.
“Mi sembra un buon piano, Perce,” gli sorrise Bill.
“Complimenti per la spilla, fratellone,” ribatté il bambino in un tono troppo formale per i suoi, quasi, 10 anni.
“Grazie!”
“Torniamo a giocare?” chiese Fred, adocchiando Ginny e Ron che inseguivano gli gnomi nel giardino e temendo che la madre potesse costringerli a occuparsene – vista l’imminente festa.
“Aspettiamo che tornino Dora ed Annabel… vado a posare questo,” rispose, afferrando la lettera e incamminandosi verso le scale.
“E a scrivere a Michelle…” ghignò Sam.
“Michelle?” domandò George. “E chi è?”
“La ragazza di Bill,” ribatté svelto Charlie.
“Bleah…” Fred fece una gran smorfia.
“Vedremo se la penserai ancora così tra qualche anno, piccoletto…” commentò John.
Bill scosse la testa e si diresse in camera sua, con tutta l’intenzione di scrivere due righe veloci a Michelle per invitarla a raggiungerli quella sera; diventare Prefetto era qualcosa a cui non aveva mai pensato prima di quel discorso con Dora, l’inverno precedente. Gli faceva innegabilmente piacere ed era evidente che sua madre e suo padre sarebbero stati orgogliosi di lui. Si ripromise comunque di non diventare noioso come alcuni Prefetti sapevano essere: rispettare le regole era importante, ma lo era anche divertirsi con i suoi amici più cari — cercando di rimanere nei limiti del consentito, ovviamente.
 
* 

Il successivo primo di settembre Bill, Annabel, Allie e Oliver Bones salutarono gli amici seduti in due scompartimenti adiacenti, per dirigersi alla riunione tra Prefetti e Capiscuola.
“Non rimaneteci troppo o tutti i dolci finiranno…” ricordò loro Dora.
“Tienimi qualcosa tu, Ellie,” Bill si rivolse a quella che da quasi sei mesi era la sua ragazza; gli occhi verdi della Tassorosso s’illuminarono divertiti, mentre gli sorrideva. “Fidati di me, Bill,” gli promise.
Una volta raggiunto il primo scompartimento, gli studenti del quinto anno entrarono, pronti a scoprire chi fosse stato nominato insieme a loro.
Un paio d’occhi di ghiaccio si soffermarono insistentemente sulla spilla bordata di rosso-oro appuntata ad una maglietta verde bosco, leggermente stinta. Ivy Flint, nella sua divisa su misura che metteva in risalto il vitino da vespa, si sentiva fuori luogo – circondata com'era da studenti in abiti per lo più babbani, fatta eccezione per i suoi compagni di casa. Sentendosi osservato, Bill si voltò fugacemente verso di lei, senza prestarle attenzione e tornando a concentrarsi sui discorsi dei suoi amici.
Nel momento in cui i loro sguardi s’erano incrociati, Ivy aveva sentito il battito del proprio cuore accelerare – nonostante la lontananza durante l’estate, era evidente che il sentimento che provava per Bill non s'era affatto sopito. Le dita di Richard Parkinson s’intrecciarono alle sue, rammentandole della relazione che aveva instaurato ormai da qualche mese con il compagno di casa.
“Direi che saremo nominati Capiscuola senza alcuna fatica tra due anni,” ghignò beffardo il Serpeverde, sfiorandole la guancia con un bacio.
Lei annuì, cercando di mostrarsi convincente e dubitando di esserci riuscita.
 


Nota dell’autrice:
Le avventure di Bill mi erano mancate e sono felice di essere di nuovo qui a scriverne. Inizio con il ringraziare la carissima blackjessamine, visto che ho preso in prestito due dei suoi personaggi per questo capitolo, se non l'aveste già fatto vi consiglio vivamente di leggere le sue meravigliose storie: le avventura di Alhena sono tutte assolutamente meravigliose, così come gli altri suoi testi.
Siamo giunti al suo quinto anno e, con esso, continua la maturazione del primogenito di casa Weasley, che si trova ad avere a che fare con amicizie sempre più importanti e con i primi affari di cuore. Ammetto che l’idea di mostrare una Ivy innamorata di lui è qualcosa a cui avevo pensato sin dall'inizio e sarà un po’ uno dei punti cardine di questa storia, quindi spero di aver gestito questa novità in modo credibile. Dora è un pochino più vendicativa di Bill, questo traspare nel confronto in cui parlano della giovane Flint, diciamo che Bill è un tipo più rilassato e Dora ha, almeno in parte, delle caratteristiche Serpeverde. Appuntamento a presto con un nuovo capitolo delle avventure di Bill e dei suoi amici.

Buona settimana,
Francy
   
 
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