Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: channy_the_loner    20/08/2019    3 recensioni
Una raccolta di one-shot scritte a partire da una parola generata casualmente da internet. Tratta di ship (canon e fanon), amicizie, rivalità, flussi di coscienza e quant'altro, varia di genere, lunghezza e contiene tanta dedizione con un pizzico di malinconia, completamente a cura di una fanwriter svitata.
Racconto 1: Ripostiglio
Racconto 2: Strappare
--SI ACCETTANO RICHIESTE--
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn, Mike, Scott, Zoey | Coppie: Alejandro/Heather, Bridgette/Geoff, Cody/Sierra, Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: AU, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Strappare.

 

Per un tipo come Scott, fare di tutto per ottenere il famigerato milione di dollari sarebbe stato naturale. Non si era fatto scrupoli, il rosso, a farsi largo tra la gente, tra le occhiate cariche di cattiveria, tra i giudizi di chi era rimasto sullo sfondo; perché a lui, finire nel dimenticatoio come il resto delle persone che abitavano la sua ragione, proprio non andava bene. Era rimasto bloccato nelle retrovie per troppo tempo, era arrivato il momento di darsi da fare per emergere dalla massa. E quale modo sarebbe stato migliore per sfondare, se non quello di mostrare al mondo le proprie capacità fisiche e intellettive attraverso un reality show che metteva in risalto questi aspetti dei propri concorrenti? Fama, visibilità, popolarità – era questo che voleva con tutto se stesso e niente e nessuno gli avrebbe fatto rinunciare al suo sogno.

Prima di azzardare qualsiasi mossa, Scott si era ben guardato attorno mentre si trovava su quello yacht con tutti gli altri concorrenti; e con chi si era ritrovato a competere per il generoso montepremi? Con la solita aspirante modella figlia di papà, con uno stecchino dalla dubbia personalità, con un ammasso di capelli d’acciaio, con una nanerottola dai modi di fare inquietanti, con un fiore ambulante dai capelli rigorosamente tinti, con un pompato che proprio non riusciva a stare fermo e chi altri? Una tizia imparentata con tutti i più grandi geni mai esistiti, un classico videogiocatore con fin troppo entusiasmo, un gigante che non aveva parlato neanche una volta, un cadetto dell’esercito più adatto a fare l’animatore alle feste dei bambini, un’atleta scorbutica che tanto somigliava a un maschio e un bambino con la testa più grande rispetto al corpo – e il tutto si traduceva in sei semplici parole: sarebbe stato un gioco da ragazzi. Oltre ad essere altezzosamente dispiaciuto per la fine che avrebbe fatto fare a quei poveri malcapitati, gli veniva anche un po’ da ridere nel pensare a come quegli smidollati fossero stati scelti per partecipare a quel programma. E non voleva neanche immaginare le squadre che si sarebbero formate di lì a poco; non aveva individuato proprio nessuno almeno lontanamente in grado di stare al passo con una sua possibile strategia, né tantomeno fisicamente preparato all’avvenire – avrebbe potuto scommettere qualcosa su Lightning e Jo, ma ci ripensò subito in quanto uno era un idiota e l’altra aveva un caratteraccio. Ma agitarsi tanto per la formazione dei team non avrebbe giovato alla sua sanità mentale, perciò si era placidamente detto che se la sarebbe cavata in qualunque caso.

Non poteva di certo immaginare che la squadra di cui avrebbe fatto parte sarebbe stata un tale disastro.

Si era ritrovato ad imprecare più e più volte tra se stesso nel provare anche solo a pensare a cosa sarebbe stato più giusto fare con quel branco di imbranati, ma il problema era proprio quello: come comportarsi di fronte a quegli imbarazzanti tentativi di primeggiare? Sicuramente non avrebbe preso in mano le redini del gioco, diventando il capo di quella combriccola di scherzi della Natura – sarebbe stato un fallimento totale sotto ogni fronte. E allora cosa avrebbe potuto fare? Ridacchiò sotto i baffi: la sua strategia sarebbe stata quella di far perdere volontariamente le sfide alla propria squadra, in modo da liberarsi degli anelli più deboli e far rilassare gli avversari. Sapeva che sarebbe stato pericoloso per se stesso – se qualcuno l’avesse scoperto, sarebbero sorti grossi problemi – ma non gli rimaneva nient’altro da fare.

Si impose quattro regole fondamentali per andare avanti nel gioco.

Regola numero uno: mai parlare o fare qualcosa a sproposito, altrimenti avrebbe potuto alzare dei sospetti tra i suoi compagni di squadra.

Regola numero due: non perdersi mai nessun avvenimento scandaloso riguardante gli altri concorrenti, in modo tale da poter avere sempre un asso nella manica da giocarsi nelle situazioni più critiche, qualora si fossero presentate.

Regola numero tre: non rinunciare per nessuna ragione al mondo alla statuetta dell’immunità, anche a costo di non riposare e risultare fisicamente più debole rispetto agli altri.

Regola numero quattro: non instaurare alcun tipo di rapporto con gli altri concorrenti se non per un tornaconto personale inerente al gioco.

Scott detestava la rigidità, ne era profondamente allergico; lui era uno spirito libero, gli piaceva fare le cose di testa sua, amava improvvisare e – perché no? – divertirsi, cogliere l’attimo, mostrarsi per il genuino ragazzo di campagna che era. Non odiava nessuno tra i concorrenti, con alcuni avrebbe persino collaborato se in un altro contesto ma, diamine, quei soldi gli servivano. Per tutta la sua infanzia aveva subìto le angherie di suo padre, sempre troppo ubriaco per rendersi anche solo conto di cosa stesse facendo ogni volta che alzava le mani contro la propria famiglia, ed ora che se n’era andato l’aveva lasciato da solo con una madre malata di cancro e una sorella che, priva di un’occupazione stabile, non riusciva a mandare avanti un bel niente. Con il milione di dollari sarebbe stato tutto perfetto: Albertha si sarebbe potuta permettere gli studi universitari, lui avrebbe fatto ripartire l’azienda di famiglia e insieme avrebbero potuto donare alla loro genitrice delle cure più mirate contro la malattia. Che se ne faceva delle critiche sulla moralità da parte degli altri concorrenti e dei telespettatori? L’unica cosa che realmente contava nella sua vita era la sua famiglia, e nessuno si sarebbe dovuto azzardare a commentare le sue decisioni, neanche la biondina stramba amica degli animali.

Si ritrovava a rabbrividire ogni volta che ripensava a quella frase: Hai sofferto da piccolo, vero?

Ma come aveva fatto a capirlo? Semplicemente leggendo la sua aura? No, lui a quelle stupidaggini non credeva neanche un po’ – era convinto che tutte le teorie sul vedere il futuro nelle foglie del tè fossero solo idee buttate lì, nella speranza di essere prese sul serio. Eppure Dawn sapeva sempre cosa dire e come comportarsi, per non parlare della sua pericolosità all’interno del reality show; Scott non avrebbe potuto neanche lontanamente pensare che quello scricciolo tanto somigliante a una bambolina di porcellana si sarebbe potuto rivelare un’abile giocatrice, piena di risorse, capace di motivare i propri compagni e possedente tutte le altre qualità che rendevano un leader degno del proprio appellativo. Era molto spaventato dalla bizzarria di quella ragazza dalla carnagione pallida, così tanto da risultarne incoerentemente attratto; se fosse stato sincero con se stesso, avrebbe potuto affermare che non era mai andato d’accordo con la normalità e tutti i fattori legati a questa perché prediligeva le cose strane, assurde, speciali – in qualche modo riuscivano a catturare il suo interesse, ad appassionarlo, ad entusiasmarlo. E Raggio di Luna era la personificazione della stranezza.

La guardò essere infilata nel suo prezioso sacco e catapultata via dall’isola, mentre tentava di avvertire gli altri partecipanti della pericolosità della Iena. Avrebbe di gran lunga voluto tenerla ancora in gioco, studiarla maggiormente, capire fino a che punto era realmente forte, ma quella biondina aveva scoperto il suo segreto e, pertanto, era diventata eccessivamente pericolosa e si era visto costretto a farla eliminare, ricorrendo al trucchetto del ladro; non aveva neanche provato a scendere a patti con lei e a formare un’alleanza, perché sapeva già che sarebbe stato inutile dato il buon cuore della lettrice di anime.

Se ne andò a dormire col sorriso sulle labbra. Certo, era stato veramente crudele a buttarla fuori in quella maniera, ma non gli era rimasta altra scelta; se Dawn fosse rimasta ancora in gioco, avrebbe rischiato sul serio di perdere la testa per lei e le proprie norme autoimposte non glielo permettevano.

Non avrebbe mai dato uno strappo alla regola, ma niente gli proibiva di innamorarsi della Principessa delle Fate una volta finito lo show.

 

 

 

Angoletto dell'Autrice!!

Salve a tutti, cari lettori, e benvenuti o bentornati tra le righe di questa raccolta! Come vi è sembrata questa one-shot? Sono riuscita a scriverla in un tempo record e, vi dirò di più, il prossimo racconto è già in fase di produzione ^^  Personalmente non vedevo l'ora di scrivere una Dott (anche se ho voluto mettere in primo piano il perché del comportamento di Scott, ma *SPOILER* questo argomento lo analizzeremo meglio in un'altra storia) dato che rientra nella Top Three delle mie OTP di Total Drama, pertanto spero che tutto l'impegno e la passione che ci ho messo vi siano arrivati dritto ai vostri cuoricini-- Fatemelo sapere con una recensione, e ricordate che accetto molto volentieri richieste di ogni genere!

Vi ringrazio per aver letto *fa l'inchino giapponese*

-Channy

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: channy_the_loner