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Autore: ElfaNike    20/08/2019    1 recensioni
"A mille ce n'è...
nel mio cuore di fiabe da narrar...
Venite con me...
nel mio mondo incantato per sognar..."

Uno spin off della fan fiction "Rise of the Brave Tangled Drangons". E' inverno e i nostri grandi quattro trovano un modo interessante per passare il tempo. Situato in un momento random del capitolo "Inverno"
Mettere gli avvertimenti è un po' complicato, perchè in certi momenti sono ooc, in altri no, ogni tanto è AU, ogni tanto no...
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quella sera, i quattro grandi se ne erano raccontate di tutti i colori. Ormai era notte inoltrata, ma nessuno aveva sonno e continuavano a fantasticare e a proiettarsi in mondi lontani.
Qualche momento dopo la fine dell'ultima fiaba, Rapunzel sospirò: -Quest'inverno passa davvero molto velocemente, con voi.-
-Anche i prossimi passeranno velocemente, credimi!- le promise Hiccup.
-Adesso che ci siamo trovati sicuramente non ti lasceremo da sola, Rapunzel!- rincarò Merida -Staremo insieme così per sempre!-
Gli altri sorrisero al suo entusiasmo e Rapunzel riprese: -Secondo voi esiste una fiaba come noi quattro?-
-Cosa vuoi dire?-
-Finora c'erano fiabe con un solo protagonista, al massimo due. Ma da quando siamo qui mi chiedo se non ce n'è una con quattro protagonisti che si aiutano a vicenda...-
-Non lo so...- Hiccup si grattò la testa -Io non ne conosco nessuna.-
-E il mago di tutte le storie non ha idee?- chiese Merida.
Jack le scompigliò i capelli per darle fastidio: -Ci sto pensando!-
Ci fu un attimo di silenzio, poi Merida esclamò: -Possiamo sempre inventarne una noi! Con le parti delle fiabe che ci piacciono di più!-
-Per esempio?-
-Non lo so. Per esempio... Hiccup!- il diretto interessato la guardò perplesso -C'è qualche personaggio che ti piace particolarmente di cui ancora non ci hai raccontato nulla?-
Lui si grattò il sopracciglio: -Ci sarebbe il prode piccolo fabbro...
-Ecco, ecco! Esatto!- Merida fece un gesto entusiasta, così la storia cominciò:

C'era una volta un fabbro, piccolo e mingherlino, che si chiamava Hiccup. Una mattina d'estate lavorava di buona lena, quando sentì dalla finestra aperta: -Marmellata buona! Marmellata buona!-
Il piccolo Hiccup prese un barattolo vuoto e corse giù per farsene dare un po'. Ne chiese due once alla contadina, poi ritornò a casa dove tirò fuori il pane dall'armadio.
-Adesso,- si disse -Dio benedica la mia marmellata, che mi dia forza e vigore.- e ne spalmò una generosa porzione su una fetta di pane. A sentire quel buon profumo, entrarono allora dalla finestra delle mosche che passavano per caso di lì, e cominciarono a svolazzare intorno alla merenda del fabbro. Questi, preso da un movimento di collera, afferrò il martello e, mena di qua e mena di là, dopo poco per terra non ve n'erano meno che sette, stecchite e con le zampe ritte. Il prode piccolo fabbro ne fu talmente fiero che si forgiò una cintura dove scrisse: "Sette in un colpo!" e decise di andare per il mondo perché tutti conoscessero il suo valore.
Arrivò dopo un lungo andare nel cortile di una reggia, e preso dal sonno si addormentò un cantuccio, dove fu visto dai consiglieri del re, che andarono subito dal sovrano: -Nel vostro cortile c'è un uomo in grado di abbattere sette uomini con un colpo, sire! E se lo arruolassimo per la guerra che sta per cominciare?-
Il re si recò di persona a svegliare il piccolo Hiccup e, nonostante fosse perplesso per la sua taglia, gli offrì l'accordo, che lui accettò subito.

Il re con cui erano in guerra era il sovrano di un regno vicino. Questo re era ormai anziano e sapeva che non avrebbe potuto più condurre i suoi uomini in battaglia, ma disperava per l'assenza di un figlio maschio a cui affidare l'incarico, poiché aveva solo una figlia femmina, Merida.
Un giorno la fanciulla entrò nella stanza del padre e lo vide sedere sul trono col volto scuro, e con mille moine riuscì a farsi spiegare il motivo di tale umore. Una volta che lo seppe, Merida gli disse: -Se lei lo permette, babbo, sarò io il generale delle sue truppe.-
-Sei troppo giovane, e troppo bambina. Come vuoi che mi fidi di te?-
-Che male c'è a farmi provare? Vedrete che non vi farò sfigurare.-
E tanto disse e tanto fece che il re alla fine cedette.
-Ma a un patto.- le disse -che nel momento in cui ti metti a parlare di cose di donne torni a casa difilato.-
Merida promise e il re le mise a fianco il suo fidato scudiero perché vegliasse al suo comportamento. Arrivarono al confine, e Merida disse: -Prima di cominciare la battaglia, voglio incontrare il generale nemico.-
-Fate attenzione.- l'avvertì lo scudiero -Pare che il loro generale sia un prode che può abbattere sette uomini con un colpo solo.-
-Sarà un valoroso contro cui mi batterò con onore.- e inviò un messo per accordarsi sulle ragioni della guerra, prima di cominciare a battagliarsi. Luogo e ora furono concordati e l'appuntamento stabilito.
Quando Merida vide arrivare il mingherlino Hiccup, imbacuccato nell'armatura di un grande generale, si chiese da dove questi potesse tirare fuori tutta quella forza leggendaria.
Quando Hiccup vide il generale Merida avanzare verso di lui, gli venne il sospetto che non fosse un uomo, bensì una fanciulla. Andò allora alla corte e disse:

Merida, persona bella
ha gli occhi neri e dolce favella
cielo, mi pare una donzella.

A quell'affermazione la consorte del re, che questi aveva sposato in seconde nozze, gli chiese: -Ma davvero? E se anche lo fosse? Hai dunque timore ad affrontare una fanciulla, tu che ne abbatti sette con un colpo?-
E Hiccup: -Non oserei mai alzare le mani su una donna, quindi desidero sincerarmi di non commettere questo tipo di affronto.-
Per nulla convinta, la donna gli disse con sguardo canzonatorio: -Portala in sala d'armi. Se è una donna non gliene importerà nulla e non darà neanche un'occhiata.-
Hiccup obbedì e una volta giunti in sala d'armi Merida subito prese le spade dalla parete per soppesarle, e le pistole per controllare come si caricassero.
Ma Hiccup non era convinto e tornò dalla moglie del re: -Il generale brancica le armi come un uomo. Ma più lo guardo più sono convinto: è una fanciulla.-
Allora la donna, con una certa malizia, gli disse: -Portala in giardino. Se è donna, si metterà una rosa o una viola al petto, se è un uomo, si metterà il gelsomino catalogno dietro l'orecchio.-
Hiccup fece come gli era stato consigliato. Ma una volta in giardino Merida strappò un fiore del gelsomino catalogno, lo annusò e se lo mise dietro l'orecchio.
Neanche così Hiccup era convinto e tornò dalla moglie del re, dicendo: -Ha colto il gelsomino. Tuttavia io sono davvero sicuro che è una fanciulla.-
Allora la donna, con scherno, gli disse: -Fai l'ultima prova: invitala a fare il bagno con te. Se è uomo, non esiterà. Se è donna, non si spoglierà.-
Ma Merida accolse l'invito e accettò.
Prima di recarsi al luogo dell'incontro, però, la principessa prese il fido scudiero da parte e gli disse: -Domattina arriva con una lettera di mio padre, dove ci dev'essere scritto: "Caro generale, sono in fin di vita. Desidero rivederti prima di morire."-
Il giorno dopo, Hiccup si spogliò della sua pesante armatura e si immerse nel fiume, invitando il generale nemico a fare lo stesso, ma Merida prese tempo finché non giunse lo scudiero con la missiva e lei non dovette partire con mille scuse.
In questo modo il generale Merida non rivelò il suo segreto, e mantenne la sua promessa. Giunse al castello a notte fonda. Desiderosa di consultarsi col padre, si recò alla sala del trono, ma lo trovò addormentato. Il re era immerso in un sonno profondo che lo tormentava, e lei lo sentì biascicare: -Sì, è ingusto... sì, sì, devo fare la guerra contro il mio vicino... sì, vendicherò questo affronto...-
Fu così che Merida scoprì che il diavolo veniva a tormentare con incubi il sonno di suo padre. Non sapendo come fare per liberarlo da quella maledizione, calcò l'elmo sulla testa, mise la spada al fianco e partì per trovare una soluzione. Prima che se ne andasse, il suo fidato scudiero le aveva detto che, se il re era tormentato da spiriti maligni, occorreva trovare qualcosa che li cacciasse. In quel caso, disse, occorreva trovare un Mangiasogni, ma non seppe dirle se si trattasse di un animale, di un troll o cos'altro.
Merida cavalcò per monti e per valli, ma nessuno riuscì mai a spiegarle come trovare un Mangiasogni. Dopo parecchi giorni giunse in un villaggio, dove stremata si tolse l'elmo e tuffò la testa nell'acqua di una fontana. Chiese quindi a una lavandaia di passaggio dove potesse alloggiare, e non essendoci locande nei dintorno la donna la invitò a casa sua. Questa la mise nelle mani della sua unica figlia, che la curasse e la ristorasse. Questa fanciulla si chiamava Rapunzel.

-Va bene, calma.- interruppe Jack -Qui le cose si fanno serie.-
-Hai qualche dubbio su questo bellissimo racconto?- domandò Merida.
-Sì. Per cominciare mi sembra che quel fabbro la conti un po' lunga.-
-Che vuoi dire?-
-Non ci sono state prove dove lui dimostrasse il suo valore. Così è facile fare la bella vita a corte!-
-Ma era proprio la guerra il modo per il fabbro di dimostrare il suo valore.- spiegò Hiccup -Solo che siccome lui in realtà più che forte è furbo, ha trovato il modo per evitare il confronto diretto.-
-Eh, ma così ha fatto il gioco della principessa generale!- ribatté Rapunzel, completamente presa e sporta in avanti.
-E lei faceva il gioco di lui!- spiegò concitata Merida -Si sono aiutati a vicenda senza saperlo!-
-Questo mi piace!- disse Jack -Andate avanti!-
A Rapunzel brillarono gli occhi.

La figlia della lavandaia si prese cura dell'ospite e le offrì il letto più comodo della sua povera casa. Il mattino dopo condivise con lei il poco di pane che aveva in dispensa e le chiese per quale motivo una fanciulla vestita da generale andasse per il mondo. Merida le raccontò della maledizione che gravava su suo padre e le chiese se per caso non sapesse dove si trovava un Mangiasogni.
Lei non ne sapeva nulla, ma avrebbe chiesto in giro quel giorno andando a lavorare. Intanto lei poteva riposare ancora un po' prima di riprendere le sue ricerche.
Quella sera, però, tornò con scarsi risultati. Nessuno sapeva dove trovare un Mangiasogni. All'ora di cena qualcuno bussò alla porta e Rapunzel andò ad aprire: era un uomo alto e vestito di nero, con il naso in argento. Disse di chiamarsi Pitch Black e di aver sentito che qualcuno cercava un Mangiasogni: lui sapeva dove trovarne uno. Nel giro di un secondo, Merida fu subito il sella e, ringraziando Rapunzel, seguì lo sconosciuto al suo castello.
-Il Mangiasogni lo si trova solo al tramonto. Ormai è tardi, dormi da me e domani sera te lo mostrerò.- poi aggiunse -Domattina sarò via per impegni. Puoi accedere a tutte le stanze le castello, tranne a quella in fondo al corridoio. Io sarò di ritorno per mezzodì.-
Quella notte, mentre Merida dormiva, Pitch Black entrò nella sua stanza e le mise una viola fra i capelli.
Il mattino dopo partì, e Merida, che diffidava dell'uomo col naso d'argento, esplorò tutta la casa, e infine aprì la porta proibita: fuoco e fiamme, urla e pianti, quella era la porta per l'inferno. E quello era il diavolo che tormentava i sogni di suo padre.
Non sapendo come liberarsi, cercò un modo per aggirare Pitch Black, ma non si era accorta della viola fra i capelli che quando aveva aperto la porta era rimasta appassita. Fu così che quando Pitch Black rientrò, la scoprì subito e senza che lei potesse portare la mano alla spada la afferrò e la gettò fra le fiamme.

Intanto, nel palazzo dove alloggiava Hiccup, la moglie del re, dama Gothel, cominciò a mettere il dubbio al sovrano sull'effettiva forza del suo nuovo generale. In fondo, nessuno l'aveva visto fronteggiare il generale nemico! Il re, allora, promise che se ne sarebbe liberato, chiamò Hiccup e gli disse: -Devi sapere che ci sono due giganti che infestano i boschi del regno: distruggono tutto sul loro passaggio. Ti darò cento uomini, vai e liberami di loro.-
-Vedrà, maestà, che non avrò bisogno dei suoi cento uomini.- rispose Hiccup.
Infatti, quando fu al limitare del bosco, Hiccup congedò gli uomini ed entrò da solo. Si riempì le tasche di pietre e cercò i due giganti. Li trovò che dormivano sotto un albero. Lui si arrampicò sull'albero e lasciò cadere uno dopo l'altro alcuni sassi su un gigante. Quello si svegliò: -Ma perché mi batti?- chiese all'altro.
-Ma tu sogni!- e si rimisero a dormire.
Hiccup se la prese con l'altro e la scena si ripeté, finché i due non cominciarono ad attaccarsi e si uccisero a vicenda. Allora Hiccup inflisse qualche colpo di spada nel torace ai due e tornò vittorioso dal re.
Questi, allora, lo mandò a cacciare un unicorno che aggrediva i viandanti e i pellegrini. Lui arrivò al bosco, congedò i cento uomini, e poi cercò l'unicorno. Lo trovò, si fece vedere, quello lo caricò e lui si spostò all'ultimo, cosicché il corno sprofondò tanto nel tronco di un albero che non riuscì più a liberarsi. Hiccup gli tagliò il corno, gli allacciò una fune al collo e così lo portò dal re.
Il re allora lo sottopose ad un'ultima prova. Nei suoi boschi bazzicava un cinghiale furioso che devastava tutti i suoi possedimenti. Che lo catturasse.
Hiccup arrivò al bosco, congedò i cacciatori e andò da solo. Trovò il cinghiale, si fece inseguire finché non trovò una cappella. Svelto vi si infilò e il cinghiale dietro di lui. Ma lui era abbastanza agile da uscire dalla finestrella in fondo: e il cinghiale rimase catturato.
Hiccup sbarrò la porta e fischiettando prese la strada per il palazzo. Ma ormai era tardi, e bussò ad una casetta per chiedere ristoro per la notte.
Ad aprirgli fu una fanciulla, che appena lo vide sembrò delusa.
-Aspettavate qualcuno?- chiese il fabbro.
-Attendo una fanciulla generale che era partita per salvare suo padre.-
Hiccup si ricordò del generale Merida e si chiese se per caso non fosse lei. Domandò quindi asilo per la notte, offrendo il suo aiuto in caso di necessità.
-Mi chiamo Rapunzel.- si presentò la fanciulla -La donna generale con cui ho parlato si chiama Merida ed è partita per cercare un rimedio alla maledizione che perseguita suo padre.-
-Quale maledizione?-
-Degli spiriti maligni infestano le sue notti, lei cerca un Mangiasogni. Ieri è partita con un uomo che diceva di poterla aiutare, poi non ne ho più avuto notizie.-
Hiccup promise che sarebbe andato a cercarla il giorno dopo. Rapunzel divise con lui un po' di pane e un pezzo di formaggio, quando sentì bussare alla porta: era di nuovo Pitch Black.
-La vostra amica ha trovato quello che cercava ed è tornata a casa.- disse.
-Allora potrà aiutare anche me.- disse Hiccup, che non si fidava di un uomo col naso d'argento -Cerco un Mangiasogni anch'io.-
L'uomo lo invitò a seguirlo e lui, prima di andare, disse a Rapunzel: -Che dica il vero o che dica il falso, tornerò a darti conferma.- e partì.
Pitch Black gli disse le stesse cose che aveva detto a Merida, e concluse: -Domattina sarò via per affari, tornerò per pranzo. E, al crepuscolo, ti porterò dal Mangiasogni.-
Poi, mentre Hiccup dormiva, entrò nella sua camera e gli pose un gelsomino dietro l'orecchio.
Il mattino dopo Hiccup esplorò tutta la casa, e quando aprì la porta proibita vide Merida in mezzo alle fiamme, che allungò una mano verso di lui in cerca di aiuto.
Lui richiuse la porta e cominciò a pensare a un modo per aggirare il diavolo, ma non si accorse che il gelsomino era rimasto tutto bruciacchiato. Fu così che, appena rientrato, Pitch Black scoprì pure lui e senza lasciarlo parlare lo gettò nella porta dell'inferno.
Passò un giorno, e Pitch Black si presentò di nuovo a casa di Rapunzel: -I due giovani hanno trovato quello che cercavano e sono partiti. Ho visto con quale gentilezza li hai trattati: siccome ho bisogno di qualcuno che badi alla mia casa quando io non ci sono, mi chiedevo se non volessi venire al mio servizio.-
Rapunzel, già sospettosa per il mancato ritorno di Hiccup, accettò, salutò la madre e partì con il misterioso uomo dal naso d'argento.
Una volta al suo castello, lui le consegnò le chiavi di tutte le stanze, e le vietò di aprire la stanza proibita. Quella sera, entrò nella stanza dove Rapunzel dormiva e le pose una rosa fra i capelli. Poi partì.
Quando Rapunzel si svegliò, il mattino dopo, si pose davanti allo specchio per darsi una sistemata e l'occhio le cadde proprio sul fiore.
-Che pensiero gentile.- e lo mise in un vaso. Poi esplorò la casa. Fu così che trovò Hiccup e Merida, intrappolati fra le fiamme, e subito richiuse la porta con un'idea che le frullava in testa.
Quando Pitch Black rientrò, lei si era risistemata la rosa fra i capelli. Lui la vide ancora fresca e non ebbe sospetti. A metà del pranzo, Rapunzel disse: -Dev'essere da molto che qui nessuno si occupa della casa. Mi chiedevo se domattina non potesse portare un sacco di roba sporca a mia madre, così da alleggerire me nelle faccende.-
-Certamente.-
Poi, dopo un momento, Rapunzel riprese: -Ma è sicuro di volerlo fare davvero? Non è che me lo molla lì e se ne va?-
-Come puoi pensare una cosa del genere?-
-Guardi che io posso vedere per miglia e miglia, lo sa? Se per caso posa il sacco o cerca di guardarci dentro, io la vedrò subito!-
E di nuovo Pitch Black promise.
La mattina dopo, prima che l'uomo uscisse dalle sue stanze, Rapunzel fece uscire Merida e la fece nascondere in un sacco, dicendole di esclamare "Ti vedo!" ogni volta che Pitch Black provasse ad aprirlo.
Così l'uomo partì con il sacco, e tutte le volte che cercava di posarlo Merida esclamava "Ti vedo! Ti vedo!" e lui la portò dalla lavandaia senza accorgersi di niente e tornò indietro.
Il mattino dopo la stessa cosa si ripeté per Hiccup, e il terzo giorno Rapunzel confezionò una bambola delle sue dimensioni che mise nel suo letto, e si chiuse nel sacco. Così Pitch Black riportò pure lei a casa sana e salva senza rendersene conto.

-Mi piace questa lavandaia!- esclamò allora Merida -Io non mi sarei mai spazzolata al mattino con una casa del genere tutta da esplorare, ma comunque se l'è cavata bene.-
-Approvi?- rise Rapunzel.
-Certamente!-
-Ma quindi- si inserì Hiccup -A questo punto lo trovano, un Mangiasogni, o no?-
-Ché poi- aggiunse Merida -Si è capito cos'è, un Mangiasogni?-
Jack aveva un sorriso a trentadue denti: -Non lo so- disse -Ma sicuramente è un personaggio che mi piacerà.-

Quando furono tutti e tre a casa della lavandaia, Rapunzel mise i due giovani, incolumi ma stremati dalle fiamme, a riposare, e li affidò a sua madre. Poi mise segni di scongiuri intornò alla casa per evitare che il diavolo vi tornasse e partì alla ricerca di questo benedetto Mangiasogni. Hiccup, per aiutarla, le offrì i suoi comodi stivali, e Merida il suo mantello. Poi lei prese un bastone e si avviò. Camminò per boschi e valli per giorni, finché una vecchierella non le consigliò di andare in cima alla montagna: probabilmente, qualcosa di mai sentito come un Mangiasogni poteva trovarsi solo in luoghi inaccessibili.
La ragazza prese la sua scalata, e arrivò in un bosco che era tutto innevato. Ormai stava calando la notte e lei sentiva solo una profonda stanchezza e un gran freddo. Stava per crollare nella neve quando vide come un bagliore muoversi rapido da un albero all'altro. Sembrava un pezzetto di luna che saltellasse qua e là.
La ragazza fece un salto spaventata, perché lo stesso bagliore si avvicinò a lei alla velocità della luce e si nascose dietro un cespuglio poco lontano.
-Sei... sei un Mangiasogni?-
-Dipende da chi lo cerca.- rispose una voce cristallina.
Rapunzel ebbe un brivido: e se il Mangiasogni fosse stato un famelico orco? Come si sarebbe potuta salvare, così congelata com'era?
-Mi chiamo Rapunzel.- disse -Sto cercando un Mangiasogni per degli amici.-
-Se non sei tu a volerlo, perché non sono loro qui al posto tuo?-
-Perché li sto aiutando. Se non ne trovo uno poi loro vanno in guerra e si fanno ammazzare.-
Allora il bagliore uscì dal cespuglio e si fermò a pochi centimetri dal suo naso. La ragazza, che aveva chiuso gli occhi per il movimento improvviso, quando li riaprì si trovò davanti uno spirito alto più o meno come lei: -Mi chiamo Jack, e sono IL Mangiasogni. Non ce ne sono altri come me.-
-Puoi aiutarmi?-
-Dipende se tu puoi aiutare me. Se hai qualcosa da farmi mettere sotto i denti posso seguirti fino in capo al mondo.-
-Purtroppo non ho dietro nulla, se no avrei potuto offrirti pane e formaggio.-
Lui scoppiò in una risata cristallina e misteriosa: -Dato che sei così gentile, ti aiuterò. Presto, dammi il tuo mantello, uno dei tuoi stivali e il tuo bastone.-
Lei obbedì e lui trasformò con un fischio e uno schiocco della lingua lo stivale in un calamaio, il mantello in un foglio e il bastone in una penna. Poi scrisse una formula che arrotolò e consegnò alla ragazza: -Io mangio solo sogni, ma lo faccio solo se mi sono offerti. Se volete invitarmi, dovete chiamarmi con questa formula.-
Poi la prese in braccio e la portò ai piedi della montagna.
-Grazie.- lei si rimise dritta zoppicando un po', perché le era rimasto uno stivale solo, che quindi si tolse: -Ma quindi tu puoi anche farli avere, i sogni?-
-Posso provocarne, ma non voglio, se no rimango a pancia vuota e pian piano mi spengo. Io i sogni li mangio, per questo aspetto sempre che qualcuno mi inviti, ma è molto raro. Preferisco gli incubi, perché sono belli salati. I sogni d'oro sono troppo zuccherosi, al massimo possono farmi da dessert.- poi chiese: -Hai ancora molta strada da fare?-
Lei gli indicò il suo paese: -Abito con la mia mamma che fa la lavandaia. Adesso a casa da me ci sono una fanciulla generale e un giovane che può abbattere sette uomini in un colpo solo.-
-Hai ancora tanto da camminare. Avviati, e quando sarai arrivata sana e salva mi inviterai per banchettare.-
Rapunzel ringraziò quello spirito così ammodo e si avviò.
Purtroppo per lei, quando Pitch Black aveva scoperto di essersi fatto giocare aveva giurato vendetta. Non si poteva avvicinare alla casa della lavandaia, ma ritrovò Rapunzel mentre tornava con il suo prezioso foglio e la addormentò lì dov'era sulla strada verso casa. E per essere sicuro che nessuno la svegliasse più dai suoi incubi pose un gigante come guardia.

-E adesso?- si disperò Merida -Il fabbro e la principessa sono a poltrire e non sanno niente, lei è addormentata e il Mangiasogni non può combattere contro un gigante!-
-Ci siamo infilati in un bel vicolo cieco...- momorò Hiccup grattandosi la testa.
Rapunzel e Jack si guardarono sorridendo: nonostante fossero fiabe, riuscivano comunque a coinvolgere i loro amici come fossero le avventure più epiche.

Dopo aver incontrato Rapunzel, il Mangiasogni Jack aspettava un invito da un momento all'altro. Era così tanto che non mangiava un bell'incubo pasciuto che si sentiva lo stomaco rattrappire. Sapeva che, se fosse continuata così, avrebbe finito per mangiarsi da solo.
Passarono però parecchi giorni senza nessun segnale, cosicché lui si prese talmente a male per la maleducazione di quella ragazza che non l'aveva più invitato che volle andare a recuperare il foglio con la formula. Seguì quindi in un baleno la strada che Rapunzel aveva preso e subito si dovette ricredere sui suoi cupi pensieri: la trovò addormentata nella brughiera con un gigante a farle la guardia. Lui riconobbe subito gli incubi prelibati che la tormentavano, ma era uno spirito ammodo e non banchettava mai se non era invitato.
Per di più, quando cercò di avvicinarsi il gigante vide il suo bagliore, prese il corpicino di Rapunzel in mano e rimase lì in attesa.
Jack capì che l'unico modo per poter mettere qualcosa sotto i denti era che Rapunzel arrivasse dai suoi amici. Ma, in questo caso, si rese conto che forse erano i suoi amici a dover trovare lei.
Si lanciò quindi come un fulmine a cercare la casa della lavandaia con la fanciulla generale e il giovane con la cintura con su scritto "Sette in un colpo!", e li trovò addormentati.
All'idea di doverli svegliare con un sogno il suo stomaco ebbe un gorgoglìo di protesta, ma lui era uno spirito beneducato: non prendeva se non gli veniva offerto, ma poteva generosamente dare anche se non gli veniva chiesto. Fu così che Merida e Hiccup si svegliarono al sogno di Rapunzel in mano al gigante, e trovarono uno spirito raggomitolato per terra.
-Sei il Mangiasogni?- lo scosse Merida -Rapunzel ti ha trovato?-
-Sto morendo di fame...- mormorò lui.
Non potendo cavargli altro di bocca, Merida e Hiccup si misero a cavallo e cercarono il gigante e Rapunzel.
Lo trovarono e, nascosti tra i cespugli, escogitarono un piano: Hiccup voleva dimostrare il suo valore sconfiggendo il gigante, Merida voleva salvare suo padre, e recuperare Rapunzel era la chiave per riuscirci.
Hiccup quindi si avvicinò al gigante, ma poco prima di mostrarsi trovò un uccellino impigliato fra i rovi. Lui lo prese e se lo mise in tasca con un pezzo di formaggio che era rimasto lì dal suo viaggio con i cacciatori.
-Salve, compare gigante! Sono venuto a provare la mia forza, ti va di venire con me?-
-Chi sei tu, piccolo straccione?-
-Proprio! Se non ci credi, leggi un po' cosa c'è scritto sulla mia cintura!-
E il gigante lesse, e si mise a ridere: -Credi di potermi battere? Io so stritolare una pietra fino a farne uscire acqua!- e glielo dimostrò con una pietra raccolta ai suoi piedi -Fammi vedere se sai fare meglio!-
Hiccup tirò fuori il pezzo di formaggio e lo scambiò abilmente con una pietra appena raccolta, e lo strizzò fino a farne uscire il succo.
Il gigante allora disse: -Va bene, questo lo sai fare. Ma sai tirare una pietra più in alto di quella che lancio io?-
-So tirare una pietra che neanche torna giù!-
Allora tirarono insieme, ma Hiccup tirò l'uccellino che, ben contento di essere finalmente libero, se ne volò via. Il gigante, scontento di veder ricaduta la sua pietra e non quella del rivale, gli porse il ramo in cima ad un albero, sfidandolo a tenerlo giù.
-Certo che posso! Posso farlo anche con una mano sola! Guarda, mettimi in braccio la fanciulla e vedrai!-
Il gigante obbedì, e Hiccup, presa saldamente Rapunzel con un braccio, lasciò che la pianta lo lanciasse su delle fronde lontano. L'altro rideva, e Hiccup gli urlò: -Credi che non abbia tenuto il ramo, ma l'ho fatto apposta per saltare più lontano! Tu questo non sei capace di farlo!-
E allora il gigante si mise a provare, Hiccup e Merida lo lasciarono fare e partirono a cavallo, e forse quello è ancora là adesso.

Arrivati sulla strada per il regno di Merida, finalmente i due si posero a riposare. Sdraiarono il Mangiasogni e Rapunzel uno accanto all'altra, ma non capivano perché nessuno dei due si svegliasse.
Solo dopo un poco notarono il prezioso foglio che la fanciulla aveva con sé. Lo aprirono e lo lessero, e capirono che era una formula magica. Ripresero allora a cavalcare e intanto il bagliore del Mangiasogni, rannicchiato in sella con Hiccup, andava piano piano spegnendosi. E Hiccup lo rassicurava, dicendogli che presto sarebbe stato meglio, perché il prode piccolo fabbro confidava nella formula magica al sicuro nella saccoccia di Merida, che cavalcava portando Rapunzel in sella con lei.
Arrivarono al castello di Merida e corsero al trono del re. Quando suo padre la vide con il generale nemico chiamò le guardie. Avevano poco tempo.
Hiccup era dietro di lei e sosteneva sia Rapunzel che lo spirito. Merida guardò il bagliore ormai quasi spento, poi svolse il foglio e lesse:

Mangiasogni, Mangiasogni!
Prendi bello il tuo coltello
tira fuori in grande fretta
la tua piccola forchetta!
Apri il becco su quei sogni
che spaventano chi dorme!
Ma se il sogno e bello e buono
mi sia subito lasciato!
Mangiasogni, Mangiasogni
Mangiasogni io ti ho invitato!

A quelle parole il bagliore ormai spento si riaccese di tutta la sua luce. Tutti si coprirono il volto con la mano. Quando tornò tutto normale, si accorsero che il re era ormai sveglio dai suoi incubi, e anche Rapunzel si era tirata a sedere. Di Jack il Mangiasogni non c'era più traccia.
Ora che il re si era destato, fu possibile per Merida spiegargli come stessero davvero le cose. Allora il sovrano organizzò un'ambasciata per riappacificarsi col re vicino, e questa fu portata da Hiccup in persona, che comunicò al suo sovrano di aver catturato il cinghiale come promesso e di aver anche concluso la guerra.
Quella sera, per ringraziare del lauto banchetto, Jack donò un ultimo sogno a Hiccup, Merida, Rapunzel e ai due sovrani: era il sogno di dama Gothel che, invidiosa dell'amore del re per la figlioletta neonata ultimo ricordo della prima moglie, la faceva abbandonare in un fiume e dava la colpa al re vicino. Quella bambina era Rapunzel. Il mattino dopo, quando le guardie entrarono nelle sue stanze, di dama Gothel non furono ritrovate tracce.
Da quel giorno, Rapunzel visse con suo padre al castello, e invitò anche la lavandaia che l'aveva trovata in un cesto sul fiume e l'aveva cresciuta come figlia sua, Merida fu ufficialmente dichiarata generale di suo padre e Hiccup riprese a girare per il mondo per dimostrare il suo valore.
E Jack? Da spirito generoso qual era chiese che la formula per invitarlo fosse resa pubblica assieme a tutta la storia, perché potesse aiutare tutti a non soffrire più per gli incubi.
E vissero tutti felici e contenti.

-Che fatica!- Hiccup si lasciò andare sulla sedia.
Merida rise e batté le mani: -Mi piace! Mi piace! Lo rifacciamo?-
Gli altri chiesero tregua qualche minuto: una storia del genere andava digerita piano. La commentarono ancora per ore, poi ci fu la domanda se per caso non fosse tempo di andare a letto.
-Ma no! L'alba è ancora lontana!- dichiarò Jack. E Rapunzel colse la palla al balzo: -Quindi a chi tocca?
E subito si ricominciò: C'era una volta...

 




Angolino dell'autrice:
E con questo capitolo finisce pure questa fanfic. Che strano!
Quest'ultima fiaba è stata un parto! Non ne avevo due, ma ben quattro da amalgamare bene (e neanche sono sicura di essere riuscita a farlo bene) e il risultato è denso. Ogni tanto ho cercato di rallentare il ritmo, perché facevo fatica pure io a stare dietro a tutto quello che succede...!
Allora, un paio di appunti: la fiaba a cui fa riferimento Hiccup è quella de "Il prode piccolo sarto" dei fratelli Grimm, con la grossa differenza che ho rimescolato l'ordine delle prove: dopo averne fatti fuori sette, il sarto prima incontra il gigante stupido (che non era a guardia di niente, passava di lì), poi si mette al servizio di un re che lo manda a occuparsi di giganti, unicorni e cinghiali.
Merida invece è la protagonista di "Fanta-Ghirò, persona bella" di Montale Pistoiese. Perché sì, prima di diventare un film con un numero imbarazzante di sequel, questa è una fiaba toscana. Lei è la terza di tre figlie, le prime due provano a fare i generali ma si scoprono sul tragitto per la guerra parlando di telai e fusi e sono riportate indietro. Per il resto, il re nemico la mette davvero alla prova come descritto nel capitolo, solo che poi se ne innamora tanto da arrendersi al padre della protagonista e chiederla in sposa (Merida, questo, si è dimenticata di inserirlo. Chissà perché...)
Rapunzel, invece, è la protagonista della fiaba delle Langhe "Il naso d'argento", dove il diavolo chiede come donne di casa alla lavandaia le prime sue due figlie, che finiscono come Hiccup e Merida, e poi la terza le salva con la scusa dei sacchi di roba sporca.
Infine, il personaggio di Jack è il Mangiasogni, una specie di folletto di un racconto di Michael Ende che fa... quello che fa in questo capitolo (tranne dare i sogni agli altri. Quello serviva a me se no non sarei più andata avanti). L'unica differenza è che il protagonista è il re di Sonnonia che cerca un rimedio agli incubi della figlia Pisolina, e il Mangiasogni lo incontra per caso.
Altre due ispirazioni inconsce sono probabilmente re Théoden de "Il Signore degli Anelli - Le due torri" per il padre mal consigliato di Merida (ci ho riflettuto mentre lo scrivevo, questa non l'avevo certo prevista!) così come la scomparsa di una principessa che porta a una guerra (in quel caso mi è venuta in mente "Barbie Raperonzolo". A parte il collegamento con Rapunzel... no, neanche qui è un riferimento volontario!).
Con questo, credo di poterla finire qui.
Spero che questa raccolta sia piaciuta a tutti, magari fatemi sapere quale fiaba avete apprezzato particolarmente! Ma soprattutto, spero di avervi dato un momento piacevole!
Nike

 




Bibliografia:

Collodi Carlo, Le avventure di Pinocchio - Storia di un burattino, 1883 Pinocchio
Saint-Exupéry Antoine de, Le petit prince, 1943 Il Piccolo Principe
Barrie James Matthew, Peter Pan in Kensington Gardens, 1906 Peter Pan nei giardini di Kensignton
Ende Michael, Fiabe e Favole, 2010 (?) Il Mangiasogni
Calvino Italo, Fiabe italiane, 1956 Il Principe Canarino
  Pomo e Scorzo
  La Fiaba dei Gatti
  La Storia dell'Uccellin Belverde
  La Barba del Conte
  La Contadina Furba
  La Scommessa a chi primo si arrabbia
  La Bambina venduta con le Pere
  Il Naso d'Argento
  Fanta-ghirò, persona bella
Jacobs Joseph, English Fairy Tales, 1890 Jack e la Pianta di Fagioli
Fratelli Grimm, Fiabe, 1812-1822 Tremotino
  Biancarosa e Rosarossa
  I Musicanti di Brema
  Il Prode Piccolo Sarto
Andersen Hans Christian, Fiabe, 1835-1872 La Regina della Neve
  L'Acciarino
AAVV, Fiabe tradizionali italiane, 2002 Aquilante e Grifone
  
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