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Autore: lmpaoli94    20/08/2019    1 recensioni
Cinque sorelle vivevano imprigionati in un sontuoso castello che si affacciava sulle rive di un lago.
Cinque sorelle accomunate da un triste destino dove non potevano uscirne.
Ma cosa sarebbe successo se la forza dell’amore li avrebbe lasciate libere di vivere la loro vita che avevano sempre voluto?
Genere: Drammatico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
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Nel grande castello di proprietà di una delle famiglie svizzere più importanti trascorrevano le vite di cinque ragazze molto simili tra di loro.
La maggiore delle cinque, ovvero Bunny, non la smetteva di rendere la vita difficile alla servitù distraendoli ogni qualvolta che voleva.
< Bunny, adesso basta. Devo finire di riordinare questa stanza> fece una cameriera sbuffando.
< Ma puoi farlo benissimo più tardi. Rimani a parlare con me. Mi sento così sola quando le mie sorelle sono impegnate in biblioteca a studiare.>
< E perché voi non fate come loro?>
< Perché non mi piace né leggere né studiare. Per me è solo una perdita di tempo.>
< Non dovete dire così. I libri vi fanno imparare cose che nemmeno voi potete immaginare.>
< La vita è troppo breve per pensare ai libri… A me piacerebbe molto viaggiare per il mondo. Peccato che per colpa di qualcuno io non ne abbia l’occasione.>
< Dovete essere paziente, Bunny. Prima o poi uscirete da qui.>
< Sì, solo per andare a fare riunioni o convegni con altri nobili svizzeri che nemmeno sopporto.>
< Sono davvero così noiosi?>
< Non sai quanto.>
< Hai finito di disturbare le nostre cameriere?> domandò la sorella di Bunny squadrandola malamente.
< No, perché?>
< Devi finire i tuoi compiti. Domani il professore ci interrogherà su tutto il Medioevo.>
< Un’era senza fondamenta, Rea. >
< Ah sì? Perché non glielo dici tu. Voglio proprio vedere quando ti punirà a dovere.>
< Chi? Il professor Marzio? È la persona più carina e gentile che io abbia mai incontrato.>
< Solo perché ha un debole per te, non devi approfittarne più del dovuto.>
< E tu come fai a saperlo, saputella che non sei altro?>
< Lo vedo da come ti squadra con i suoi occhi dolci… Spero tanto che nostra madre non gli arrivi la voce, altrimenti sia lui che te passerete guai seri.>
< Mia madre non mi fa’ paura… E poi ho diciott’anni. Sarò libera di fidanzarmi con chi voglio. >
< Non per nostra madre. >
< Con permesso signorine, ma io dovrei finire di pulire le vostre camere prima che vostra madre mi trovi qui senza fare niente.>
< Vai pure, Carmen. E scusami ancora per Bunny.>
< Non c’è problema> disse infine la cameriera tornando al lavoro.
< Perché rovini sempre tutto?>
< Io non rovino proprio niente! Quando ti deciderai a mettere la testa apposto senza pensare a numerose distrazioni che ti frullano in testa.>
< Rea, perché non vuoi capirmi? Ormai sono arrivata ad un’età in cui devo poter vedere il mondo. Non posso rimanere a marcire qua dentro in questo castello in mezzo ad un lago che sembra non avere una fine.>
< Sei la nostra sorella maggiore, Bunny. Hai delle grandi responsabilità… Purtroppo però non riesci a capirlo.>
Nel mentre Bunny e Rea stavano discutendo, anche le altre tre sorelle Amy, Morea e Marta si unirono a loro.
< Che cosa state facendo qui?> domandò Marta.
< Niente. Stavo solo cercando di far ragionare la nostra sorella maggiore.>
< Bunny, tra poco sarà di ritornò nostra madre dal convegno di Parigi. Sei in pari con le lezioni?>
< Certo che sì, Amy.>
< Lo spero tanto per te.>
Appena le cinque ragazze si erano riunite tutte, sentirono avanzare dei passi felpati verso di loro.
Era la loro madre.
< Bentornata dal vostro viaggio, madre> dissero in coro tutte assieme.
< Come sono andati questi giorni senza di me?> domandò freddamente la donna.
< Tutto apposto, madre> rispose Morea.
< E le vostre lezioni? Il Professor Marzio è sempre venuto? >
< Certo madre. Come avete voluto voi.>
< Bene… Bunny, vorrei parlare in privato con te.>
Con il cuore che gli martellava in gola, Bunny ubbidì alla richiesta della madre.
< Spero di non aver combinato qualcosa di grave> fece la ragazza con tono flebile.
< No, stavolta no… Ragazze, aspettatemi in sala da pranzo, d’accordo? Così prenderemo il tè insieme.>
< Va bene, madre> dissero in coro le quattro ragazze congedandosi con un inchino.
< Bunny, vieni con me.>
Dopo aver risalito le scale per ritrovarsi dinanzi la camera della primogenita, la Signora del castello la richiuse dentro, facendo in modo che non sarebbero stati disturbati da nessuno.
< Cara Bunny, purtroppo divenendo ogni anno più vecchia, non mi rimarrà molto da vivere… Ed è per questo che ho bisogno di essere sicura che tu sia pronta per prendere il mio posto.>
< Madre, perché dite così?>
< Perché ormai sei maggiorenne, Bunny. E ti spettano molto responsabilità.>
< Madre, ma io voglio poter viaggiare e vedere il mondo…>
< E lo farai. Viaggerai in paesi che non hai mai visto prendendo accordi con nobili e porterai avanti la nostra famiglia com’è giusto che sia. >
< Ma toccherebbe solo a me?>
< Anche le tue sorelle ti appoggeranno… Però sarai tu che guiderai questa famiglia e la farai rimanere nel posto che gli spetta. Sono stata abbastanza chiara?>
Bunny non sapeva come esprimersi.
Che cosa poter fare in quel frangente? Dare un dispiacere a sua madre rifiutando i suoi desideri per una vita libera o farla felice e rimanere segregata sotto il suo potere e volere?
< Madre, ci devo pensare…>
< Questo non è un mio desiderio… Io te lo sto imponendo.>
< Non avete nessun diritto di farlo> replicò la ragazza bionda a denti stretti.
< Io sono tua madre, Bunny. Ed esigo che tu faccia come ti sto dicendo io.>
< Altrimenti? Prenderete dei seri provvedimenti su di me?>
< Esatto. Potrei renderti la vita difficile…>
< Osereste fare questo a vostra figlia?>
< Adesso basta discutere. Lo farai e basta!>
< No! Io voglio essere libera da voi! Non voglio rimanere sotto il vostro comando rimanendo segregata per sempre in una gabbia d’ora in cui è difficile uscirne.>
< Bunny, ma ti rendi conto di cosa stai dicendo?!>
< Io non voglio guidare questa famiglia! Perché non prendete Amy? Lei è molto più dotata di me. E non farà altro che darvi un sacco di soddisfazione.>
< Decido io chi guiderà questa famiglia e tu sei la più grande!>
< Madre, io voglio andarmene da qui…>
< Per andare dove? Per vivere all’avventura senza un tetto sopra la testa? E come farai a guadagnarti da vivere? Farai la prostituta in squallidi vicoli abitati da malviventi e ubriaconi?>
< Assolutamente no. Ho dei cospicui risparmi da parte. Pagherò i miei viaggi con quelli.>
< Quelli sono soldi che tuo nonno ti ha voluto donare prima che morisse. E io non ti permetterò di sperperarli a tuo piacimento.>
< Sono i miei risparmi e ci faccio quello che voglio!>
Innervosita e spazientita per la testardaggine di sua figlia, la Signora del castello gli mollò un ceffone facendola piangere dal dolore.
< Se vuoi andartene da qui, te ne andrai senza un centesimo in tasca… E non è tutto. Vivrai da miserabile per tutto il resto della tua vita. A te la scelta.>
Presa dalla disperazione per l’irremovibilità della madre, Bunny aprì la porta della sua camera scappando il più lontano possibile da lei.
Una volta rimasta da sola, la capo – domestica passò dinanzi camera di Bunny, vedendo la Signora intenta a guardare con disgusto i disegni che sua figlia aveva fatto.
< Mi volevate vedere, signora?>
< Sì. Butta immediatamente via questi disegni disgustosi. Mia figlia deve concentrarsi sui suoi doveri e non perdere tempo nella pittura.>
< Come volete voi, Signora.>
In altre occasioni, la capo – domestica avrebbe contrastato il volere della Signora, ma in quel momento era troppo arrabbiata per cercare di farla ragionare.
< Gli avete detto del vostro problema?>
< Non ce né stata occasione.>
< Il tempo passa, mia Signora. E ogni giorno vi sentite più debole.>
< Lo so bene… Ma in questo momento devo cercare di cambiarla a mio piacimento. Poi gli parlerò di tutto il resto.>
< Non so se ci riuscirete…>
< Lo devo fare. Per il bene della nostra famiglia.>
   
 
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