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Autore: Saigo il SenzaVolto    20/08/2019    4 recensioni
AU, CROSSOVER.
Prequel de 'La Battaglia di Eldia'
Boruto Uzumaki, il figlio del Settimo Hokage di Konoha. Un prodigio, un genio. Un ragazzo unico nel suo genere.
Un ragazzo il cui sogno verrà infranto.
Una famiglia spezzata. Una situazione ingestibile. Un dolore indomabile. Una depressione profonda. Un cuore trafitto.
Ma, anche alla fine di un tunnel di oscurità, c'è sempre una luce che brilla nel buio.
Leggete e scoprite la storia di Boruto Uzumaki. La sua crescita, la sua famiglia, il suo credo, i suoi valori.
Leggete e scoprite la storia di Boruto Uzumaki. Un prodigio. Un ninja. Un traditore. Un Guerriero.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Boruto Uzumaki, Himawari Uzumaki, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sarada Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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DOLORE




 

02 Giugno, 0019 AIT
Luna, Astro Celeste
Castello di Toneri
15:30

Sora non riusciva ancora a credere a tutto quello che era successo il giorno precedente. La sua mente agitata stava ancora tentando di processare completamente quello che lui e gli altri avevano visto, che avevano vissuto. Che avevano appreso. Boruto, il loro leader, il loro amico, il loro fedele e coraggioso condottiero, era stato ridotto in fin di vita dal drago. Aveva rischiato di morire. E loro non potevano fare nulla per aiutarlo. Era inutile. Non potevano raggiungerlo, e ormai non potevano nemmeno contattarlo una seconda volta. Il Connettore, una volta utilizzato, si era frantumato in mille pezzi.

E il fatto che l’artefatto dell’Eremita si fosse rotto non aiutava di certo a placare la loro ansia. Certo, avevano implorato ed incitato Boruto a non arrendersi, ma sin da quando il silenzio era piombato nuovamente nel loro castello, nessuno dei Kara sapeva cosa sarebbe potuto succedere su Eldia. Come sarebbe finita la battaglia? Cosa sarebbe successo al loro amico? Non ne avevano idea. Non avevano modo di scoprirlo. Per cui, si erano rassegnati una seconda volta ad attendere, ad aspettare, in attesa di qualche segno che potesse illuminarli ancora una volta. Che potesse far scoprire loro quello che Boruto stava affrontando in quel mondo sperduto lontano dalla Terra e dalla Luna.

Per cui, proprio come avevano fatto negli ultimi due mesi, i sei giovani attesero.

E fu proprio per quello stesso motivo che, in quel preciso istante, il moro stava osservando la figura dinanzi a sé con occhi sgranati e la mente incapace di formulare un solo pensiero. Avevano detto che avrebbero atteso, certo, ma Sora non si aspettava quella comparsa in quel momento. Non così presto, almeno.

“E-Eremita!” esalò con incredulità, la sua voce fioca, ancora sconvolto nell’averselo visto apparire dinanzi così improvvisamente. “Sei tu?”

Davanti a lui si trovava proprio Hagoromo Otsutsuki, fluttuante, nel bel mezzo della sua camera da letto. Il vecchio saggio lo stava guardando, stava sorridendo, ma c’era qualcosa di diverso in lui. Sora lo notò subito. Non era un sorriso sincero quello che portava in volto. Era teso, sottile… preoccupato. Un sorriso carico di compassione. “Giovane Sora,” lo salutò l’Eremita, pacato e sommesso. “Ci rincontriamo prima del previsto, a quanto sembra.”

“C-Che cosa ci fai qui?” domandò ancora il ragazzo, incapace di credere ai propri occhi. “Cosa è successo?”

L’anziano Otsutsuki non rispose. Si limitò a posare lo sguardo verso la porta della sua camera. Sora seguì con esitazione il suo sguardo, trasalendo fisicamente non appena vide Mikasa, Urahara, Toneri e tutti gli altri Kara sbucare precipitosamente dentro alla stanza. A quanto pareva, i giovani abitanti del castello avevano percepito immediatamente la sua intrusione, e si erano precipitati qui per raggiungerli. C’erano anche Kumo e Mitsuki con loro.

“Tu!” esclamò a gran voce Gray appena vide l’Otsutsuki. “Sei tornato!”

“Che cosa ci fai qui?” domandò Toneri, i suoi occhi assottigliati, sospettoso.

Hagoromo sospirò, abbassando la testa verso il basso. “Giungo qui da voi per portarvi delle nuove notizie, miei cari giovani,” disse lentamente. Teneva gli occhi chiusi, come se fosse incapace di incontrare i loro sguardi. “La battaglia per la salvezza di Eldia si è finalmente conclusa, giungendo alla fine proprio ieri notte. E proprio come aveva predetto la mia visione… il drago è stato sconfitto una volta per tutte. Vrangr, infine, non è più.”

La sua dichiarazione venne accolta dal silenzio più totale. Nessuno dei presenti osò muovere un muscolo, neanche al ricevere quella piacevole notizia. “E-E Boruto?” chiese freneticamente Mikasa, preoccupata a morte. “Che ne è stato di lui?” domandò, pronunciando il terribile quesito che tutti quanti avevano nel cuore.

Il volto dell’anziano appassì visibilmente all’udire quella domanda, come se non avesse mai voluta sentirla, anche se non si fosse aspettato altro sin dall’inizio. “Temo di dovervi dare una terribile notizia al riguardo,” iniziò a dire, incerto. Fece un profondo respiro prima di parlare, come per infondersi coraggio. “Sebbene il drago Vrangr sia stato distrutto con successo, la sua morte ha avuto un prezzo immenso per tutti noi. Per riuscire a sconfiggerlo, due dei giovani guerrieri che erano stati mandati per affrontarlo hanno perso la vita. Essi sono Eren Jaeger e… e Boruto Uzumaki.”

Mikasa, Sora, e tutti gli altri trattennero il fiato con orrore.

Hagoromo riaprì gli occhi con esitazione, trattenendo a stento delle piccole lacrime. “Eren e Boruto sono morti,” dichiarò ancora una volta. “Si sono sacrificati entrambi per riuscire ad uccidere il drago.”

Il silenzio nel castello regnò sovrano.

L’Eremita richiuse gli occhi con pesantezza. “Mi dispiace.”

Ma nemmeno stavolta nessuno osò fiatare. Nemmeno stavolta uno di loro mosse un muscolo o reagì a parole. Nessuno si mosse, nessuno fece niente. Tutto tacque, immerso nel silenzio, in un silenzio che sapeva di sconvolgimento, orrore, e disperazione.

Perché, dentro ognuno di loro, tutti e dieci i giovani sentirono qualcosa che non sapevano identificare spezzarsi indelebilmente nei loro cuori.

E fu esattamente in quel momento che Sora, con occhi vacui e sgranati, fu costretto ad osservare, impotente, mentre la sua amica d’infanzia Mikasa si buttava pesantemente a terra sulle ginocchia, versando lacrime di dolore ed iniziando a singhiozzare come una bambina, riempiendo la sala col rumore straziante del suo pianto. E dentro di sé, Sora lo sapeva, non c’era nulla che lui poteva dire o fare per farla stare meglio. Perché, per la seconda volta nella sua breve vita, la ragazza aveva perso la cosa a cui teneva di più. Perché, per la seconda volta nella sua breve vita, la ragazza aveva perso ciò che la rendeva felice. Aveva perso di nuovo la sua famiglia. Non solo suo fratello, ma anche l’amore della sua vita.

Boruto Uzumaki era morto.

Non sarebbe mai più tornato a casa.

Era morto per sempre.

Sora sentì il suo cuore esplodere di dolore e agonia, i suoi occhi che avevano iniziato a versare lacrime da soli.
 


Ma quando si riprese dal dolore, fu solamente per essere prepotentemente investito da un’ondata di panico grossa come una montagna. Accanto a lui, Kairi stava urlando talmente forte da poter riuscire a risvegliare un morto. “SUONATE L’ALLARME!” stava gridando freneticamente. “SIAMO SOTTO ATTACCO!”

Sora non seppe dire per quanto tempo era rimasto fermo, sommerso dal dolore della perdita di suo fratello. Avrebbero potuto essere secondi, o minuti, o persino intere ore, e lui non l’avrebbe mai saputo. Vide Urahara scattare in posizione verticale, la sua mano che volava per sguainare una lunga katana lucente. Persino Toneri, che sembrava decisamente più pallido del solito, assunse un’espressione di terrore e paura viscerale che non aveva mai avuto prima.

Sora cominciò a lasciarsi prendere dal panico. Attorno a lui, Gray, Juvia, Shirou, Mitsuki e Kumo si stavano osservando attorno con orrore, palesemente affranti e spaventati allo stesso tempo. Solo Mikasa se ne restava a terra, completamente incurante di ciò che la circondava, con un’espressione vacua e spenta negli occhi ricolmi di lacrime. Il moro sentì i suoi respiri farsi sempre più brevi e veloci mano a mano che la stanza sprofondava nel caos generale. Fece guizzare gli occhi di lato. Con suo enorme terrore, l’Eremita delle Sei Vie era scomparso nel nulla.

Il ragazzo imprecò, la sua vista annebbiata dalle lacrime mentre gli altri ragazzi avevano iniziato a correre freneticamente fuori dalla camera. Lanciando un’ultima occhiata esitante a Mikasa, Sora li seguì, l’energia del suo Marchio che gli stava risalendo prepotentemente lungo il braccio. Mentre correva, il sistema di allarme sonorizzato del castello cominciò a risuonare prepotentemente, rimbombando lungo i corridoi ed echeggiando in tutte le sale. In meno di un batter d’occhio, i due adulti e i cinque ragazzi meno che Mikasa avevano raggiunto l’ingresso del castello.

“Con che cosa abbiamo a che fare?” domandò freneticamente Shirou. Aveva estratto la sua spada e ne stava evocando una seconda col pensiero, la sua faccia un misto di apprensione e dolore.

Kairi non risposte subito. Era diventata una massa pallida di nervi e terrore. “L-L-L’Hokage!” esclamò, completamente ricolma di orrore. “L’Hokage ed altri Shinobi di Konoha!”

Sora sentì il sangue abbandonargli il cervello di colpo. L’Hokage aveva raggiunto la Luna. Stava girando attorno al castello, cercando un modo per sfondare la barriera di difesa. Lo avrebbe trovato, presto, e lui lo sapeva.

“Sensei!” urlò a squarciagola, rivolgendosi ad Urahara. “Dobbiamo avvisare-”

Non ebbe modo di finire la frase. Improvvisamente, con un boato immenso, la gigantesca porta principale del castello venne sfondata completamente, generando un boato metallico ed assordante che risuonò nelle orecchie di tutti i presenti, facendoli trasalire. La parete si crepò e frantumò, facendo tremare e scuotere tutte le mura ed il pavimento della struttura, generando un forte terremoto. Kairi urlò a squarciagola, buttandosi in ginocchio e reggendosi la testa tra le mani, completamente terrorizzata, mentre tutti gli altri gemevano per la paura e lo sconvolgimento di quella situazione irreale che mai, ma proprio mai, si sarebbero aspettati di dover affrontare. Sora e Urahara osservarono con occhi sgranati l’immensa apertura che si era formata nel castello. Accanto a loro, con braccia tremanti, Toneri fece istintivamente un passo indietro.

E poi, non appena il fumo acre e denso dei detriti iniziò a dissolversi, il moro sentì la disperazione nel suo cuore aumentare a dismisura, assieme alla morsa gelida e implacabile del terrore primordiale che gli pervase prepotentemente ogni sprazzo della sua mente.

Dinanzi a loro, solenni e furiosi come i due estremi di una tempesta di morte, i loro nemici si fecero avanti senza esitazione.

Il Settimo Hokage e Sasuke Uchiha erano riusciti a trovarli.
 
 
Luogo sconosciuto
Tempo sconosciuto
 
“C-Chi sei tu?” domandò il ragazzo, completamente sconvolto.

La misteriosa figura sorrise dolcemente.

“Immaginavo che non mi avresti riconosciuta,” disse con una voce soave e piacevole. “Eri così piccolo quando venni a farti visita l’ultima volta. Non mi stupisce che non riesci a ricordarti di me, Boruto.”

Il guerriero sgranò gli occhi.

“Permettimi di presentarmi allora, piccolo mio,” disse subito dopo la misteriosa figura, accarezzandogli il volto con una mano. “Il mio nome è Hikari, e sono la guardiana della tua anima!”













 

Note finali dell’autore!!!

Ebbene, cari lettori e care lettrici, finalmente ce l’abbiamo fatta. Ecco a voi il novantesimo, nonché ultimo, capitolo de ‘Il Pianto del Cuore. È con immenso piacere ed una grossa soddisfazione che ve lo presento. Il capitolo è volutamente breve nonostante sia ricco di avvenimenti, proprio perché volevo mostrare la rapidità e la confusione di un momento frenetico. Spero di non aver deluso le vostre aspettative.

Insomma, è stata dura, ma finalmente ce l’abbiamo fatta. Questa è la mia personalissima storia sulla vita e l’evoluzione di Boruto Uzumaki. Non posso ancora credere di essere riuscito a portarla a termine dopo tutto questo tempo. Adesso anche voi avete potuto vedere la sua storia, il suo viaggio, la sua evoluzione. Tutto ciò che ha vissuto, tutto quello che ha sperimentato… era già tutto nella mia testa sin da quando stavo scrivendo ‘La Battaglia di Eldia’. È per questo che vi ho sempre detto che ogni domanda avrebbe avuto la sua risposta.

Qui mi rivolgo a tutte le persone che, durante la lettura della storia precedente, trovavano il comportamento di Boruto estremamente esagerato. Come avete potuto vedere grazie a questa seconda storia, questa cosa è sempre stata intenzionale. Io ho sempre saputo quello che Boruto ha vissuto, ho sempre avuto in mente gli eventi che volevo fargli sperimentare. Per questo riuscivo a giustificare il suo comportamento freddo e sprezzante nei confronti di Naruto, Hinata e tutti gli altri (anche se mi stava altamente antipatico). Ma adesso lo avete visto anche voi. Adesso sapete qual è la sua storia, la sua evoluzione. Lo abbiamo visto crescere, lo abbiamo visto diventare da un semplice e arrogante ragazzino geniale… ad un freddo e spietato Nukenin estremamente potente. Una persona crudele e feroce che non si fa scrupoli nell’eliminare e usare le vite degli altri a proprio piacimento. E adesso sappiamo il PERCHÉ!! Per cui, semmai doveste andare a rileggervi la storia precedente, adesso riuscirete a capire perché Boruto si comporta in un certo modo. Capirete il perché delle sue scelte, delle sue azioni, dei suoi dubbi. Era quello che vi avevo promesso, vero? Adesso avete la possibilità di comprenderlo appieno, se vi va. Se a volte quel biondino scapestrato vi è sembrato estremamente esagerato, provate a ripensare e a rileggere quello che ha vissuto. Io direi che a volte, con Naruto, Minato e anche Hinata… si è addirittura trattenuto! Rispetto a quello che ha fatto in questa storia, Boruto è stato molto docile in quella precedente XD.

Boruto non è un personaggio cattivo. Questa cosa non è mai cambiata. Lui è il frutto di ciò che ha vissuto, è il risultato delle esperienze che la realtà e il Destino gli hanno imposto addosso. Buono o cattivo che sia, è un personaggio complesso. Io l’ho sempre detto e ribadito. Ha passato innumerevoli esperienze, ha lottato infinite battaglie, ed è sopravvissuto a moltissime esperienze traumatiche che lo hanno trasformato nel personaggio freddo e spietato che conosciamo sin dalla storia precedente. Voi potete apprezzarlo o disprezzarlo – non c’è una scelta giusta o una sbagliata – ma lui non può negare quello che è. Neanche per Naruto o Hinata.

Ovviamente, la sua storia non è ancora conclusa. O meglio… questa serie non è ancora conclusa. Dopotutto lo sappiamo: Boruto è morto. Ma la vera fine non è ancora arrivata. Manca ancora una parte per chiudere tutto. La terza, ed ultima, parte della serie. In essa, altre risposte verranno fornite e nuove domande sorgeranno, come è sempre successo sin da quando ho iniziato a raccontare questa storia.

Infine, immagino che dei ringraziamenti siano d’obbligo. Ringrazio infinitamente tutti voi per aver letto e per aver seguito con costanza la mia storia per tutto questo tempo. Davvero, siete voi il vero motore e la vera causa di questa vicenda. Senza i vostri pareri, senza il vostro supporto e le vostre opinioni, non penso che ce l’avrei mai fatta a portarla a termine. Per cui GRAZIE. Grazie davvero di cuore. Avete la mia stima ed il mio affetto, e vi invito come sempre a continuare a farmi sapere cosa ne pensate. Sentire le vostre opinioni, dopotutto, è l’unica cosa che mi aiuta a scrivere e a migliorarmi ogni giorno. Per cui, ancora una volta, GRAZIE MILLE PER TUTTO IL VOSTRO SOSTEGNO!

Che dire? Spero che possiate aver apprezzato almeno un po' questa vicenda che ho ideato. Molte verità sono già stata svelate, ma molte altre devono ancora entrare in scena. Ve lo assicuro… il bello deve ancora arrivare.

A breve uscirà la terza parte. Il terzo, ed ultimo, segmento di questo Arco Narrativo: ‘Boruto – La Morsa del Destino: Guerra tra Famiglie’.

Grazie ancora di cuore a tutti! Come vi dissi anche nella storia precedente, se potessi abbracciare ognuno di voi, giuro che lo farei! Ci vediamo prestissimo, ve lo prometto!

VI ABBRACCIO CON TUTTO IL CUORE!

Saigo il SenzaVolto
   
 
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