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Autore: LongShot    21/08/2019    0 recensioni
varie Oneshot più o meno collegate tra di loro che mostrano il progresso tra Emi e Luna, due sconosciuti che stanno sempre assieme per via di coincidenze o della loro cotta, una detesta l'altro, l'altro vuole essere suo amico: riusciranno a diventare amici, oppure forse diverranno qualcosa di più?
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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‘questo sì che è un grande problema…’
Erano le due di notte, le strade sembravano deserti senza dune. Le luci gialle dei lampioni che si spegnevano ad intervalli regolari per poi riaccendersi.
Faceva freddo, le prudeva il naso e le girava la testa: una situazione fantastica.
Mise le mani a coppa sulla bocca ed il naso e fece uscire un po’ d’aria calda. La cosa riuscì a riscaldarle un po’ il naso, ma le sue spalle rabbrividirono.
‘Ero così vogliosa di andarmene che mi sono scordata la giacca là…’
Inciampò sul proprio piede e per poco non cadde. Si mise una mano sulla fronte e strinse gli occhi, le faceva male la testa e le veniva da vomitare, ma era mai possibile che non riusciva a contenersi? Non aveva mica quattordici anni.
Finalmente vide la fermata del bus, ma notò che c’era qualcun altro lì, qualcuno di familiare, qualcuno con una giacca che avrebbe voluto avere lei. Il ragazzo girò la testa e lei voltò la propria.
‘tra tutte le persone che potevo incontrare mi capita proprio lui?’
Si avvicinò barcollando fino alla fermata e si sedette sulla panca, nessuno dei due disse nulla, finché lei non ruppe il ghiaccio.
«E tu che shi fai qui?» lei arrossì di colpo, ‘non riesco neanche a parlare ma quanto ho…’
«…Bevuto?» chiese Emi.
Lei lo guardò allibita per un secondo, pensando che lui avesse letto nella sua mente, poi però si rese conto che magari era solo la domanda più logica da fare.
«…Sholo un bicchiere» Lui la guardò e ridacchiò, lei inarcò un sopracciglio «Che avresti da ridere tu?»
«N-niente.»
Kristel si alzò, si sentì le gambe cedere ed allungò le mani cercando di aggrapparsi a qualcosa mentre ricadeva all’indietro. Chiuse gli occhi preparandosi all’impatto, ma non successe nulla. Aspettò una decina di secondi e poi si accorse di una calda stretta sulle sue braccia. Aprì lentamente gli occhi e si accorse del ragazzo che l’aveva afferrata per le braccia e la stava reggendo. Gli occhi di Luna si allargarono, «cosha stai facendo, i-idiota! N-non mi sherve il tuo aiuto!» lei lasciò la presa di Ernesto e fece per dargli uno schiaffo per essersi azzardato a toccarla, ma, non essendo più sorretta dal ragazzo, finalmente cadde all’indietro.
«Ahia! Perché mi hai lasciato, idiota?!» Lei ringhiò e girò il viso.
Emi rimase lì a guardarla per un po’, poi si girò e si accorse dell’Autobus in lontananza che si avvicinava  perciò si avvicinò al bordo del marciapiede.
Kristel si girò e lo guardò da dietro, quell’idiota riusciva a farsi trovare ovunque e sempre quando non conveniva.
L’autobus si fermò ed Emi fece un passo avanti ma, appena mise piede sull’autobus, si rese conto che la ragazza era ancora seduta.
«tu non vieni?» rimise il piede a terra e si girò verso di lei, poi fece un sorrisetto malizioso. «Non dirmi che hai bevuto così tanto che non riesci neanche più ad alzarti.» Il ragazzo le si avvicinò ridacchiando. «Vuoi una mano?»
Luna lo guardò malissimo. «Riesco… perfettamente… ad alzarmi…» mentre diceva queste parole, Luna stava cercando di alzarsi spingendosi con le sue braccia che però non sembravano collaborare.
«Bene, ci riesci, però che ne dici se un povero ragazzo ti rendesse la vita più facile? Ti lascio approfittare di me con piacere» Lui allungò la mano e fece il suo sorriso, ‘un sorriso da idiota’ pensò Luna prima di afferrargli la mano.
«Sappi che mi lascio aiutare sholo perché shei tanto insistente…» Lei si alzò e passò avanti a lui di qualche passo, poi Luna sentì qualcosa di caldo che le veniva appoggiato sulle spalle.
‘ah… che bel calduccio… aspetta, no-’ lei si girò verso il ragazzo e lo guardò male, un leggero rossore sulle sue guancie «p-perché mi hai messho il giacchetto shulle spalle? Gnon ho f-freddo»
«Si, si, è un regalo perché sono gentile» il rossore sul viso della ragazza divenne più evidente e girò immediatamente il capo, abbassandolo davanti a sé.
‘certo che è proprio ubriaca, non mi ha neanche urlato contro.’
Entrambi salirono a bordo dell’autobus, ed Emi si sedette davanti a lei. La ragazza allargò gli occhi sorpresa e quando lui si girò, nascose il viso nella giacca.
«Che Sh’è?» mugugnò da sotto il giacchetto.
«Vuoi che ti accompagni a casa?» Entrambi rimasero in silenzio per un attimo dopo quelle parole, Emi divenne leggermente rosso in viso.
«Pervertito…» mugugnò lei accusandolo, «Vuoi approfittare di queshta ragazza indifesa…»
«N-Non in quel senso!» il leggero grido di Emi fece guardare all’autista nello specchietto per controllare che stesse succedendo, ma non disse nulla. «V-Voglio solo accompagnarti fino a casa tua! N-Nient’altro…»
«Oh? E come mai?» la ragazza fece uscire la testa dalla giacca e lo guardò con un’aria maliziosa.
‘è tornata in sé, eh?’
«P-Perché sei ubr-» no, quello non poteva dirlo sennò si beccava un ceffone di sicuro. «…sola, sei sola ed è tardi, n-non vorrei che ti capitasse nulla di-»
«Ottimo, mi farai da scudo umano.» Ritrasse di nuovo la testa nel caldo giacchetto. «Allora puoi venire.»
Un leggero sorriso sollevato si dipinse sul volto di Ernesto, significava che erano almeno un po’ amici? …doveva chiederlo, ma lei lo bloccò.
«Però non pensare che siamo amici.»
‘…Beh…’ sospirò. ‘sarà per un’altra volta.’
   
 
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