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Autore: pampa98    21/08/2019    9 recensioni
[Jaime/Brienne] Fix-it post 8x05
Jaime sopravvive e torna da Brienne, la quale però non è certa di volerlo perdonare.
[Storia scritta per il drabble event del gruppo Facebook "We Are Out For Prompt"]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Quando sentì bussare alla porta, Brienne sapeva già di chi si trattasse. Podrick le aveva detto quella mattina che Jaime era stato avvistato nelle vicinanze di Grande Inverno ed era perciò probabile che entrasse nel castello. Brienne sapeva che Jaime era sopravvissuto alla battaglia ad Approdo del Re e, attraverso pezzi di conversazione che aveva sentito in giro, era riuscita a ricostruire come erano andati all’incirca i fatti. Jaime Lannister si era infiltrato nella Fortezza Rossa per supplicare la sorella di arrendersi, ma quando questa si era rifiutata, e secondo alcune fonti aveva anche minacciato di farlo uccidere da Gregor Clegane, lui se n’era andato e aveva cercato di limitare i danni del massacro che il fuoco di drago e l’Altofuoco uniti stavano causando. Gli sforzi di Jaime si erano rivelati del tutto inutili in quell’occasione ed egli era riuscito a mettersi in salvo per un soffio.
Sapere che Jaime era vivo era per lei un sollievo, ma non era certa di volerlo rivedere. L’aveva ferita più di chiunque altro e, sebbene una parte di lei fosse ancora convinta che Jaime le volesse bene e che quello che aveva fatto non era stato dettato da cattiveria o desiderio di scherno nei suoi confronti, era comunque difficile da mandare giù. Il loro rapporto non sarebbe mai più stato come quello di un tempo e, a causa di questa consapevolezza, Brienne non aveva il coraggio di incontrarlo, specie non così presto.
Ma i colpi alla porta continuarono imperterriti e Brienne non ebbe altra scelta che aprire. Girando la maniglia, sperò per un fugace momento di essersi sbagliata, che si trattasse magari di Podrick o di uno dei soldati Stark che avevano un compito per lei, ma era una speranza vana.
-Ciao.-
Jaime le accennò un mezzo sorriso. Era passato poco più di un mese da quando lo aveva visto l’ultima volta, eppure sembrava che fossero trascorsi dieci anni. I capelli erano più lunghi e la barba più folta, in entrambi stavano spuntando molti ciuffetti grigi, ed era più magro di quanto ricordasse. Ma era ancora Jaime.
Brienne rispose al suo saluto con un cenno del capo, incerta sulla stabilità della sua voce. In altre occasioni lo avrebbe lasciato entrare, in altre occasioni lui non avrebbe nemmeno dovuto chiedere il permesso. E per un po’, infatti, non lo aveva fatto.
-Ti serve qualcosa?- disse infine. La sua voce non tremò e di questo ne fu grata.
Jaime sospirò.
-Non mi hai tirato un pugno. E’ già un buon segno.-
Sul serio? Pensò Brienne.
-Darti un pugno non cambierebbe niente, quindi non vedo perché dovrei sprecare forze inutilmente.- rispose seccamente, anche se temeva che se fosse rimasto di fronte a lei per troppo tempo avrebbe potuto finire col farlo.
-Posso entrare?-
Brienne si guardò dietro le spalle. Quella era stata la loro stanza. Il letto in cui avevano dormito insieme, il tavolo a cui avevano bevuto e talvolta cenato insieme. Quella camera sapeva già troppo di Jaime Lannister per lei e non voleva che quel sapore si intensificasse ancora di più con la sua presenza fisica.
-No.- disse, -Qualunque cosa tu sia venuto a dirmi, puoi dirmela qui.-
Jaime abbassò gli occhi, evidentemente a disagio.
Cosa credevi, Ser? Ora che la donna che ami non c’è più, pensavi di poter tornare da me e che io ti avrei riaccolto con gioia nel mio letto?
-Mi dispiace.- le disse.
Brienne sentì un groppo in gola, ma si impose di controllarsi. Non gli avrebbe riversato addosso tutta la sua rabbia e la sua frustrazione, né tantomeno sarebbe scoppiata in lacrime di fronte a lui. Di nuovo.
Annuì. –C’è altro?- chiese, sentendo che non sarebbe riuscita a parlare ancora per molto senza che le sue emozioni trapelassero. –Altrimenti vorrei andare a dormire. E’ tardi.-
-Brienne…-
Jaime mosse un passo verso di lei, ma lei si era già voltata e aveva chiuso la porta alle sue spalle. O almeno, credeva di averlo fatto. La mano destra di Jaime era infilata tra la porta e lo stipite e nessuna minaccia di dolore avrebbe potuto allontanare quel massiccio pezzo d’oro.
-Togli la mano!- esclamò.
-No. Non me ne vado finchè non avrai ascoltato ciò che ho da dirti.-
-Non c’è niente da dire, Jaime.- sbottò lei, -Sei corso dal tuo grande amore, ma non è andata come speravi, e adesso sei tornato qui. Per quale ragione non so e nemmeno mi interessa.-
Quelle parole le avevano fatto venire le lacrime agli occhi e per questo fu grata della porta che ancora c’era tra loro.
-Sono tornato, infatti, ma non per…-
-Il fatto che tu sia tornato non cambia le cose.-
-Sono tornato per te.-
Jaime cercò di forzare l’apertura, ma Brienne lo bloccò. Se fosse entrato in quel momento, sarebbe stato tutto inutile. Le sue difese sarebbero crollate, di nuovo, e lei sarebbe finita tra le sue braccia, di nuovo. Doveva resistere.
-E te ne sei andato per lei.- disse, -Io non ti voglio più vedere, Jaime. Sono contenta che tu sia vivo, lo sono davvero, ma niente più di questo. Le cose tra noi non torneranno mai come prima.-
Avrebbe voluto aggiungere altro, ma la voce le si spezzò e le lacrime cominciarono a sgorgare dai suoi occhi blu. Si distrasse un momento, per cercare di asciugarsi le guance, e Jaime ne approfittò per entrare e chiudersi la porta alle spalle, questa volta senza problemi.
-Vattene, Jaime!- esclamò Brienne, la quale però si voltò, dandogli le spalle. Era già umiliante che l’avesse vista in lacrime una volta, non era giusto che ve ne fosse una seconda.
-No.-
Si avvicinò a lei e le mise le mani sulle spalle. Brienne cercò di divincolarsi, ma Jaime la tenne ferma.
-Ascoltami, Brienne, ti prego. Ti prego, dammi la possibilità di spiegare.-
Lei sospirò, ma non disse niente, né cercò di allontanarsi. Jaime lo prese come un invito a proseguire.
-Hai ragione, sono andato ad Approdo del Re per raggiungere Cersei, ma non perché lei è ‘il mio grande amore’ o cose simili. Lo è stata, certo, ma ha smesso di esserlo da molto tempo. Almeno da quando ho incontrato te.-
La sentì irrigidirsi sotto il suo tocco, ma proseguì, impedendole di protestare.
-Credevo che stesse per vincere la guerra. E sapevo che se ciò fosse accaduto, per noi non ci sarebbe stata pace. Per me e te, Brienne. Lei si sarebbe vendicata, non sapevo né quando né come, ma solo che lo avrebbe fatto. Ecco perché sono andato da lei. Volevo impedirle di vincere o cercare di renderla inoffensiva, non so nemmeno io in realtà che cosa avrei potuto fare, ma sapevo di non potermene restare qui con le mani in mano, ad aspettare l’inevitabile.-
Fece una piccola pausa. Brienne aveva smesso di piangere e lo stava ascoltando attentamente.
-Quando sono arrivato ad Approdo del Re, però, mi sono accorto che non avevo preso in considerazione una cosa. La pazzia dei Targaryen. Daenerys stava mettendo a ferro e fuoco la città e a quel punto avevo capito che i ruoli si erano invertiti. Cersei avrebbe perso la guerra e di conseguenza sarebbe morta. E’ vero, io… A quel punto me ne sarei dovuto andare, abbandonandola al suo destino, ma… Brienne, lei era mia sorella,- disse, -Anche se non l’amavo più come un tempo, le volevo ancora bene e ho pensato che forse… Che avrei potuto convincerla ad arrendersi e a fuggire, e a quel punto, senza più potere, non avrebbe potuto recarci alcun danno. Mi dispiace di averti fatta soffrire, Brienne, era l’ultima cosa che volevo. Ma dovevo proteggerti e l’ho fatto nel modo migliore che mi sia venuto in mente, e per questo non intendo scusarmi.-
-Jaime…- Brienne si voltò verso di lui. Le lacrime avevano ricominciato a scendere sul suo volto, ma notò che anche i suoi occhi erano lucidi. –Perché non me lo hai semplicemente detto? Avrei potuto aiutarti.-
Jaime le sorrise. –Era proprio quello che volevo evitare. Sapevo di star correndo un rischio enorme, che molte cose sarebbero potute andare storte e io sarei potuto morire. Non volevo trascinarti con me.-
Brienne scosse la testa. Era un piano stupido, coraggioso e pericoloso. Era un piano degno di Ser Jaime Lannister.
-Io ti amo.- le disse. Glielo aveva detto anche in passato, ma il calore che si spandeva dal petto di Brienne ogni volta che lui diceva quelle tre parole era sempre lo stesso.
-So che non posso pretendere il tuo perdono oggi, né domani.- disse, poggiandole la mano sulla guancia e asciugandole le lacrime, -Ti chiedo solo di non allontanarmi, Brienne. Lasciami restare con te.-
Brienne mise la mano sulla sua. Le era mancato il suo tocco.
-Avrò bisogno di tempo.- lo avvertì.
-Ho tutta la vita. Almeno un’altra quarantina d’anni.-
Brienne rise.

 
   
 
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