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Autore: Happy_Ely    21/08/2019    2 recensioni
Dal testo: " Pochi erano gli uomini che guidati da nobili ideali. La loro era una sete di potere diversa dalle altre: volevano unificare la loro terra solo per poter permettere alla popolazione di godere finalmente di un periodo di pace e di prosperità, volevano cancellare ogni sorta di male dal loro mondo. "
Genere: Avventura, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Masamune Date, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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 Capitolo due: arrivano i pretendenti, iniziano gli scontri! Minacce nell’ombra.

La reggia degli Shikea era immensa, il palazzo centrale era alto quattro piani, mentre ai suoi lati sorgevano due torri più piccole, composte da tre piani e dietro di essi si nascondevano altre torri più piccole. Il giardino era grande, circondato da mura poco spesse come se i padroni di casa non temessero nessun attacco, al suo interno era presente un grande lago pieno di fiori di loto, il simbolo della famiglia, mentre sulle sponde crescevano ogni tipo di varietà di piante.

Masamune e il suo seguito non erano arrivati da soli, già molti valorosi guerrieri li avevano preceduti, tra i quelli spiccavano i componenti del clan Maeda e quelli del clan Takeda.

« Sembra che manchino ancora molti partecipanti, ma penso che arriveranno a breve. » Kojūrō si era avvicinato al suo signore, si osservava intorno cercando qualsiasi informazione utile per avere un piano di riserva, non voleva trovarsi impreparato.

« Ben arrivati miei signori. » Uno dei servi, che a giudicare dai vestiti doveva essere il loro capo, si era avvicinato per accoglierli: « Vi porgo i miei omaggi, prego seguitemi e venite a rinfrescarvi insieme agli altri clan, il viaggio sarà stato lungo e faticoso! » E mentre parlava i vari servi si erano avvicinati per prendere i cavalli e i bagagli, indicando ai suoi soldati i luoghi per sistemarsi.

« L’unica richiesta è quella di consegnarmi le armi. » Sia Masamune che Kojūrō si irrigidirono, non era saggio separarsi dalle proprie armi sapendo che presto sarebbero arrivati altri rivali.

« È una richiesta dei padroni, le riavrete appena inizieranno gli scontri. I padroni vogliono mantenere il loro stato neutrale e di pace per evitare scontri inutili. » Si affrettò ad aggiungere, inchinandosi davanti al drago con un occhio solo. Masamune si scambiò un’altra occhiata con il suo braccio destro e dopo di che consegnò le sue sei spade, seguita da quelle di Kojūrō. Dopo di che i due uomini si avviarono verso uno dei tanti gazebi dove la tigre del Kai parlava insieme all’attuale capo del clan Maeda.

« Guardate un po’ chi si vede! » Maeda Keiji si era sporto dal gazebo per salutare i nuovi arrivati, nonostante fosse passato un po’ di tempo non era cambiato affatto, si presentava sempre con il suo sorriso.

« Drago con un occhio solo! Sono felice di vedervi, non vedo l’ora di combattere contro di voi! » Il giovane Sanada si era avvicinato alla balaustra e spruzzava felicità da ogni suo poro, dietro di lui la tigre del Kai sorrideva dell’entusiasmo del suo protetto.

« Voglio vedere quanto sei migliorato giovane tigre! » Masamune era sempre felice di sfidare il giovane Yukimura, il suo eterno rivale. Kojūrō sorrise tra se e se, il suo signore e il giovane protetto di Shigen, si sarebbero sempre comportati così, in fondo potevano essere considerati come “ amici per la pelle ”.

« Ei voi due non provate ad ignorarmi! » Keiji si era messo tra i due rivali con il suo solito sorriso, mentre Toshii e Matsu si scambiavano sguardi di intesa tra di loro.

« Anche il Drago con un occhio solo è stato invitato, mi chiedo quali siano i piani della famiglia Shikea. » Disse il signore di Echigo mentre si alzava per raggiungere gli altri clan, al suo fianco comparve la giovane ninja Kasuga. Tutti quanti si girarono verso di lui, colti di sorpresa per quella esclamazione.

« Penso che tutti quanti vi siate posti questa domanda, tanti clan rivali riuniti in un unico luogo o sono tanto ambiziosi da credere di riuscirci a trattenere un eventuale scontro tra di noi o le loro sono intenzioni ben diverse. » Nella sua glaciale bellezza Kenshin si era avvicinato guardando ognuno negli occhi e indagandone l’animo.

« Il Dio della guerra ha ragione, in genere sono i genitori a decidere il pretendente, questa gara… » Shigen si era alzato dalla sedia per vedere i nuovi arrivati, molti erano piccoli feudatari allettati dalla possibilità di poter migliorare il loro patrimonio: « Proporrei di tenere tutti i sensi all’erta, anche il fatto che vi abbiano, per così dire, confiscato le armi è molto strano. Se come dice il dio della guerra è tutto ciò potrebbe essere molto pericoloso. » Saske si era appena materializzato accanto al giovane Yukimura.

« Avete trovato qualche informazione valida? » I presentimenti di Kojūrō erano stati confermati, quella situazione era molto strana.

« Nulla di interessante oltre al fatto che le cucine sono piene di cibo, quel tanto che basta per sfamare tre o quattro eserciti, la famiglia Shikea è molto potente, ma ostentare tutta questa potenza dopo quello che abbiamo passato con il sesto re demoniaco… » Kasuga si era portato una mano sulla bocca per evitare che i suoi pensieri corressero ad alta voce, nonostante la dipartita di Nobunaga i suoi segni non erano del tutto scomparsi.


 « Mia adorata spada, non temere di dire ai presenti quali sono i tuoi presentimenti, sai che per me sono sempre molto importanti. » Kenshin si era avvicinato alla ninja dai capelli biondi, era arrossita per le parole del suo signore.

« Insomma… credo, e vorrei tanto, sbagliarmi ma… se gli Shikea volessero scegliere il futuro signore di tutto il nostro paese? Guardate, qui sono riuniti tutti, forti e deboli, mi sembra ovvio che qualcosa non quadri, e se le famiglie più deboli fossero state scelte per mascherare tutta la situazione? E poi corrono strane voci su uno dei pretendenti… Yashayoro Kuroyami… » Un brivido percorse la giovane donna nel pronunciare quel nome: - Sembra essere apparso dal nulla dopo la sconfitta di Nobunaga e che si sia insediato nelle sue terre… ho come il presentimento che il suo nome porti solo sventura e parteciperà a questo torneo! 
» Il suo tono di voce era teso e pieno di ansia, persino Kenshin si stupì di ciò, conosceva la sua ninja molto bene, non era mai successo che Kasuga fosse così preoccupata.

« Sono tutte supposizioni, ma anche noi abbiamo sentino parlare di questo Kuroyami si dici essere un portatore di innovazione, ha viaggiato in molte terre e ha acquisito conoscenze tali da essere definito genio. Ma più di questo non abbiamo sentito o visto nulla noi della famiglia Maeda. » La moglie dell’attuale capo della famiglia Maeda si era fatta avanti e anche il suo tono era grave, suo marito Toshii era dietro di lei mentre le metteva una mano sulla spalla per calmarla.
Matsu era preoccupata e questo non era un buon segno.

« Perché non si ha mai un minuto di pace… » Keiji aveva alzato gli occhi al cielo, il suo tono era esasperato, dando l’impressione che non gli importasse niente, mentre in realtà stava elaborando un piano per evitare inutili spargimenti di sangue.

« La famiglia Shikea dispone di ingenti risorse e di un grandissimo esercito, senza contare anche i funzionari interni e gli strateghi, hanno mantenuto un comportamento neutrale per tutta la guerra contro Oda e le loro intenzioni risultano tutt’ora ambigue… » Anche Saske era preoccupato, il suo tono era pensieroso mentre Yukimura aveva assottigliato la vista per vedere chi arrivava.

« Oltre noi di chi potremmo fidarci? » Il tono della giovane tigre era serio e maturo, anche troppo per un ragazzo della sua età1.

Sui presenti calò uno strano silenzio, nessuno avrebbe voluto rivivere quella drammatica esperienza, troppe vite innocenti erano state spezzate in un solo colpo.

« Per il momento l’unica cosa che possiamo fare è quella di aspettare e vedere con i nostri occhi chi è realmente quest’uomo definito genio. Inoltre proporrei di mettere la corrente anche Mori, il demone del mare, avere la sua fortezza marina dalla nostra parte sarebbe un grande vantaggio, non dobbiamo ripetere gli errori che abbiamo fatto con Oda Nobunaga… »
Date Masamune, dentro di sé, sapeva che in qualche modo i sospetti appena detti fossero fondati.

Nessuna famiglia potente avrebbe mai dato in moglie la propria ed unica figlia ad una meno potente o anche più debole, quella gara sembrava essere soltanto un pretesto, come se tutto fosse già stato deciso e per evitare che ciò venisse scoperto e prontamente fermato.

« La domanda ora è chi ci sarà dietro tutto questo? » Con il suo unico occhio Masamune scrutava i vari pretendenti che stavano arrivando, tra di essi spiccava una figura misteriosa, avvolta in uno strano mantello nero e con il volto coperto da una maschera.

Masamune sentii un brivido percorriglieli la schiena, avevo uno strano presentimento riguardo a quell’individuo, sentiva il suo animo bellicoso bruciare e imporgli di vincere a qualunque costo contro quella persona e lui non se lo sarebbe fato ripetere.
***
Ryota Shikea osservava dall’alto del suo balcone i vari pretendenti, dentro di sé aveva sperato che molti non partecipassero ma il suo desiderio non era stato esaudito. La sua attenzione venne attirata da un gruppo di combattenti, erano tre clan, dai loro colori il giovane Shikea riuscì a distinguere i clan che avevano partecipato e avevano reso possibile la sconfitta di Nobunaga. Forse tra di loro ci sarebbe stato qualcuno adatto per sua cugina, aveva così tanta paura nell’affidarla ad un altro uomo che non fosse lui stesso. Aveva fatto una promessa e l’avrebbe mantenuta ad ogni costo.

« Figliolo che fai ancora qua? Dobbiamo andare ad accogliere…anzi devi accogliere i nostri ospiti, come futuro signore di questo feudo dovrai abituarti ad accogliere spesso gli ospiti. » La voce di suo padre lo riscosse dai suoi pensieri.

« Avete ragione padre, Erena è già pronta?  » Ryota sapeva che suo padre in realtà non era molto bravo con i discorsi, e aveva sempre delegato il cognato, nonché padre di Erena, a farli. Da quando non c’era più suo zio Ryota aveva imparato a sue spese la difficile arte del parlare provandolo più volte sulla sua pelle.

« Tua cugina ha chiesto di farle guadagnare un po’ di tempo, era impegnata ad acconciarsi i capelli, mentre tua madre e tua zia ci attendono giù nella sala degli ospiti, sono pronte e non vedono l’ora di conoscere i pretendenti. » Il tono di suo padre era allegro, felice, non sapeva che quello era tutta una menzogna architettata da sua madre e dalla zia. Erano loro due le artefici di questo piano malefico, entrambe desideravano una cosa sola: il potere e l’unico che sembrava riuscire a soddisfare la loro richiesta era Yashayoro Kuroyami.

Ryota aguzzò la vista mentre vedeva un uomo vestito di scuro e con la faccia coperta da una maschera rosse arrivare per ultimo seguito da un numeroso seguito di soldati e ministri. Sua madre e sua zia avevano già scelto il vincitore, la gara era solo una farsa per evitare che qualcuno scoprisse tutto ciò.

« Padre posso chiedervi il permesso per fare una cosa? » Il suo sguardo era fisso su quell’uomo dall’aspetto sinistro e cattivo.

« Figliolo credo che tu abbia l’età per fare tutto quello che vuoi senza chiedermi il permesso, tra poco sarai tu il prossimo sovrano. » Il tono di suo padre era accondiscendente, conosceva ogni sfumatura di quella voce, sarebbe riuscito nella sua impresa.

« Sarà Erena a scegliere chi sposare tra i vari partecipanti, e sarà lei stessa a scegliere le regole delle varie sfide. Tutto ciò lo faccio in memoria dello zio, lui avrebbe approvato questa scelta. » Ryota sapeva di giocare sporco, sapeva che stava facendo rivivere a suo padre dei brutti ricordi dolorosi, sapeva che stava giocando con il fuoco, appena sua zia e sua madre avrebbero scoperto ciò lui ne avrebbe pagato le conseguenze ma doveva mantenere quella dannata promessa fatta quando era solo un bambino.

« Anche la madre e la zia la approveranno, non temente padre sarò io il responsabile di tutto ciò. » E con quelle parole Ryota sapeva di esser riuscito a convincere il genitore.

« Sei tu il signore di queste terre, ogni tua parole è legge. »Ryota si incamminò seguito dal padre, ora doveva giocare bene le sue carte e sperare che tra quei condottieri ci fosse qualcuno che riuscisse a sconfiggere Kuroyami e che in qualche modo facesse breccia nel cuore di sua cugina.

Sarebbe stato tutto molto arduo.
***
Tutti gli invitati erano stati portati dentro un grande atrio all’aperto, era pieno di fiori e ghirlande dai vari colori, i servi portavano continuamente cibo e bevande.

« Dimmi un po’ Kojūrō, sai per caso com’è questa ragazza? » Masamune scrutava tutti i vari partecipanti con il suo occhio buono, doveva raccogliere velocemente le informazioni.

« Si dice che abbia una bellezza fuori dal comune, eccella in qualunque tipo di arte e ciò che colpisce tutti coloro che la incontrano sono i suoi occhi, più di questo non saprei dirvi, è come se la sua famiglia l’avesse tenuta nascosta per tutto questo tempo. » Anche Kojūrō scrutava i vari presenti, aveva raccolto tutte le informazioni necessarie prima di partire ma mentre faceva ciò si era accorto che sulla famiglia Shikea si sapesse poco e niente, era molto strano.

« Comunque tra poco la vedremo, non dovete preoccuparvi. » Aggiunse poco dopo mentre due porte si aprivano.

« Chi si dovrebbe preoccupare? » Rispose il drago con un occhio solo mentre osservava il piccolo seguito arrivare, era composto da due uomini e due donne, dovevano essere la famiglia Shikea mentre dietro di loro comparvero molti servi che portavano le armi che prima erano state prese a tutti i partecipanti all’ingresso.

« Miei signori! Mi riempite il cuore di gioia vedendovi in così tanti, mi scuso per il poco preavviso con cui avete ricevuto gli inviti. Mi presento sono Ryota Shikea, erede della casata. Sono lieto di annunciarvi che gli scontri avranno inizio tra poco!  Ma prima voglio presentarvi mia cugina. » E con quelle parole Ryota Shikea si scostò di poco mentre le porte si aprivano di nuovo e una ragazza dai capelli biondi usciva da esse.

Teneva lo sguardo basso, il trucco sul suo volto, privo di imperfezioni, era leggero e semplice. I capelli lunghi e mossi fino a più di meta schiena erano lasciati sciolti e adornati da fiori di loto di varie dimensioni, due più grandi le cingevano il capo e da loro partivano due ciocche più lunghe che si poggiavano sul suo petto. Il kimono che indossava era sulle sfumature del blu, da quelle più scure della parte esterna del kimono a quelle più chiare dell’ interno vi erano poi fiori di loto e ninfee ricamante con fili d’oro che rendevano l’abito ancora più bello mettendo in risalto la ragazza che lo portava, si muoveva piano per permettere a tutti di ammirare tanta bellezza.

« Sul fatto che sia bella non ci sono dubbi . » Sussurrò Masamune al suo occhio destro mentre il diretto interessato sorrideva, anche lui constatò quando la giovane fosse bella, una bellezza rara e particolare per una ragazza di soli quindici anni si ritrovò a pensare Kojūrō. Si chiese cosa sarebbe successo se il suo signore avesse scoperto l’età della ragazza nel caso in cui avesse vinto la sua mano. Scosse la testa, non erano pensieri da fare al momento, doveva concentrarsi e raccogliere informazioni sugli altri partecipanti.

Quando la ragazza arrivò vicino al cugino si fermò mentre lui le prendeva la mano per poi posarvi sopra un leggere bacio: « Miei signori e con grande onore che vi presento Erena Shikea, mia cugina nonché la donna che voi dovrete conquistare. » Ryota prese una piccola pausa per poi continuare: « Vi avviso questo non sarà un compito facile, le regole degli scontri verranno scelti da mia cugina e sarà poi lei a scegliere fra tutti voi colui che sposerà. » Si aspettava che qualcuno dicesse qualcosa in contrario ma per sua fortuna tutti erano al corrente della politica “liberistica” degli Shikea.

Nel loro clan la donna aveva un ruolo assai importante pari a quello dell’uomo2.

« Cugina è venuto il momento… » Disse poi mentre le faceva fare un passo in avanti. Sentì Erena stringergli la mano e un leggero tremolio provenire da lei, sapeva che quella mosse era stata tanto azzardata quanto efficace, non aveva avuto modo di avvisare Erena prima, ma sapeva che giocando d’astuzia avrebbe evitato che sua madre o sua zia potessero obbiettare, non avrebbero mai rischiato di mostrarsi contrarie a quella decisone in pubblico per mantenere intatto il loro piano per acquisire più potere.

Erena aveva paura, paura di poter mandare a monte il piano di suo cugino, doveva stare attenta e giocarsi bene quella carta, alzò piano lo sguardo e lo puntò sui presenti. Piccole esclamazioni di stupore e di adorazione si alzarono in coro, era sempre così.

Scrutò ognuno di loro e alla fine si decise a parlare: « Per avere la mia mano tutti voi vi sfiderete a duello. Si vince quando l’avversario non è più in grado di combattere. Per accedere alla fase successiva è necessario vincere almeno tre duelli, i vincitori si sfideranno poi tra di loro finché non rimarranno due pretendenti. Infine dopo l’ultimo scontro, come vi ha detto mio cugino, sarò poi io a decidere il reale vincitore, donandogli una corono di fiori di loto. Le regole per ogni duello saranno quelle di non giocare sleale, saranno permesse solo le armi che vi sono state prese quando siete arrivati, nessuno verrà ucciso durante gli scontri, la sconfitta di un partecipante si decreterà nel seguente modo: quando egli verrà scagliato fuori dall’aera del duello o quando sarà lo stesso partecipante a gridare di arrendersi. » Erena prese una pausa, quello che sembrava un ordine alle orecchie di tutti era sembrata una dolce melodia.

« Auguro buona fortuna a tutti. » Concluse poi mentre porgeva un piccolo inchino verso i vari presenti.

 
« Che i duelli abbiano inizio! »

E un coro di voci si sollevò nella stanza mentre i vari servi porgevano le armi ai rispettivi proprietari. Erena tirò un sospiro di sollievo, non avrebbe mai permesso un inutile spargimento di sangue. Sentii su di sé lo sguardo omicida della madre e della zia. Lei e Ryota si erano esposti troppo, ma prima o poi avrebbero dovuto porre un freno alla sete di potere di quelle due donne.

« Mia signora venite! » Una delle sue ancelle personali le aveva preso delicatamente il braccio per farsi seguire, mentre le altre andavano a prendere i fiori di loto. Gli scontri stavano per iniziare e il suo destino stava per essere segnato.

« È furba la ragazza… » Masamune osservava tutti i presenti dirigersi verso l’esterno nell’area che era stata dedicata agli scontri, sentiva ancora viva la sensazione di quello sguardo su di se.

« Lasciare così tanto potere nelle mani di una femmina… patetico… » A parlare era stato l’uomo vestito di nero e con la maschera rossa in viso. Un brivido percorse la schiena del drago con un occhio solo, quell’uomo non gli piaceva, aveva una gran voglia di trafiggerlo con i suoi artigli.

« Dovreste rimangiarvi quello che avete detto! » Il drago con un occhio solo stava per avanzare verso l’uomo con la maschera rossa, ma venne prontamente fermato da Kojūrō, quell’uomo non gli piaceva e mostrarsi così aggressivi non avrebbe giovato alla loro impresa, avrebbero potuto stringere importanti alleanze politiche con gli altri stati belligeranti e un solo passo falso avrebbe rovinato tutto.

« Perché? Ah siete uno di loro, forse siete un rammollito come questa gente! » E in quel momento l’uomo dalla maschera si mise a ridere, poi aggiunse: « Caro ragazzo, le donne servono solo a due cose: dare piacere a noi uomini e a procreare i nostri figli, per il resto sono esseri inutili. » E dicendo questo se ne andò verso l’esterno continuando a ridere e ad attirare gli sguardi di tutti su di sé.

« Che uomo spregevole, spero tanto che Keiji gli dia una bella lezione o sarò io stessa a farlo! » Disse Matsu del clan Maeda mentre stringeva i pugni, purtroppo erano pochi gli uomini illuminati ai loro giorni, e dentro di se Matsu sperò che la giovane ragazza che aveva visto non finisse nelle mani di quell’essere spregevole.

« Mia signora non darti tanta pena per un uomo così! » Toshii suo marito le aveva stretto un braccio intorno alla vita, per cercare di calmarla e distrarla allo stesso tempo, conosceva il carattere della moglie e niente e nessuno poteva fermarla quando era furibonda3.

I due si avviarono verso l’area dove si sarebbero svolti gli scontri.

« Masamune signore, è tempo di andare. » Kojūrō lo richiamò alla realtà, era rimasto in silenzio, ormai aveva imparato che con uomini del genere bisognava solo ignorarli, ma c’era qualcosa in quell’uomo che faceva stare i suoi sensi all’erta e poi l’aveva sfidato guardandolo dritto negli occhi, solo un pazzo l’avrebbe fatto. In quel momento non gli importava niente dei combattimenti o del fatto di dover sposare la figlia degli Shikea, in quel brevissimo lasso di tempo Date Masamune desiderava solo sconfiggere con le sue stesse lame quell’uomo vestito di nero.

« Andiamo Kojūrō! » E si incamminò verso l’uscita portandosi l’elmo con la luna crescente sul capo, presto avrebbe dimostrato a quel bastardo la vera ira di un drago.

« Signori! Ascoltatemi tutti quanti! Prego andate nell’aerea assegnatavi, sarà poi il consigliere Kong a chiamarvi estraendo a sorte gli avversari! » I servi si destreggiavano tra i vari partecipanti, c’era chi ripeteva l’ordine appena detto, chi invece correva tra i vari pretendenti portando con sé ogni genere di viveri, dal sakè alla carne.

« Primi avversari…la giovane tigre del Kai contro…Suzuka Shiergoi! »

I due interpellati, si avvicinarono all’aera destinata al combattimento mentre dall’altra parte iniziava un altro scontro, per velocizzare i tempi delle prime selezioni erano stati allestiti due campi da combattimento. Masamune si osservò intorno e notò un piccolo gazebo allestito tra i due campi, dava una perfetta visione di entrambi. Vi erano cinque sedie, sulle quali ogni membro della famiglia Shikea si stava posizionando.

Le due donne che dovevano essere le madri dei due cugini erano negli ultimi posti, erano due donne dalla bellezza straordinaria, entrambe avevano lunghissimi capelli chiari quasi bianchi come la neve mentre i loro occhi erano di un azzurro uguale al cielo, si dicevano che fossero nate nel freddo Hokkaido e quella fredda bellezza ne era la conferma. Giravano tante voci sul loro conte conto delle due donne degli Shikea, alcune dicevano che non erano sorelle, altre che lo erano ed altre ancora che fossero le figlie adottive di una strega.

Masamune si scrollo le spalle, figlie o no di una strega quelle due donne erano tanto belle quanto strane, non rivolgevano nessuno sguardo di cortesia agli invitati o avevano proferito parola, si scrutavano intorno e si lanciavano continui sguardi come se si parlassero attraverso questi.

Quello che però colpì Date Masamune fu proprio quello che entrambe le dame lanciarono alla seconda erede della famiglia Shikea, non era uno sguardo di commozione o di preoccupazione tipico di una madre che stava per vedere la figlia sposarsi o di una zia che l’aveva vista crescere.

Era uno sguardo freddo e pieno di ira.

Era una strana famiglia.

Al centro delle sedie sì posizionò Erena Shikea, ai suoi piedi vi erano molte ceste con i fiori di loto, molto probabilmente la ragazza avrebbe creato la ghirlanda durante gli scontri. Ai suoi lati sedevano rispettivamente a destra il cugino e a sinistra il padre di quest’ultimo, colui che doveva essere l’attuale sovrano dello shogun.

« Mio signore qualcosa vi turba? » La voce di Kojūrō lo ridestò dai suoi pensieri.

« Hai notato quando la ragazza ha aperto gli occhi? Era come se il tempo si fosse congelato… era come se non riuscissi a muovermi… » Una strana sensazione gli stava divorando l’animo, in genere era più lucido e tranquillo ma qualcosa dentro di lui lo faceva stare con i sensi all’erta perché quella famiglia era si strana ma anche troppo per i suoi gusti.

« Forse la sua bellezza vi ha stregato. » Rise l’occhio destro mentre guardava nella direzione del suo signore. Erena Shikea era intenta a scegliere i fiori da inserire nella ghirlanda assieme ad altri oggetti come nastri e foglie varie.

« Non scherzare su queste cose, è bella, ma non riuscirà a domare il drago con un occhio solo. » Rispose a tono Masamune sentendosi ferito nell’orgoglio, mentre il suo sottoposto rideva sotto i baffi, forse quella ragazza ci sarebbe riuscita a domare il suo signore.

« Andiamo Kojūrō, abbiamo degli scontri da vincere. » Aggiunse alle fine mentre andava verso il campo di combattimento.

Masamune sapeva che in un certo senso stava giocando una lotta molto pericolosa con il suo orgoglio e con il suo destino. Il primo non gli avrebbe mai permesso di essere sconfitto e di conseguenza lui avrebbe vinto ogni scontro e avrebbe vinto la mano di Erena Shikea ma in questo modo il destino avrebbe vinto contro di lui inchiodandolo in una vita senza avventura e pericoli, e se quella in genere era una idea che avrebbe piegato i più grandi uomini lui non si sarebbe fatto piegare avrebbe vinto su entrambi.

Con questi pensieri Date Masamune afferrò l’elmo che il suo fedele braccio destro gli stava porgendo, un elmo con la luna crescente4, gesto che non passo inosservato ad un paio di occhi verdi.

Anche Erena stava iniziando un pericoloso gioco con il suo destino e per quel primo scontro le carte sembravano essere dalla sua parte.



Angolo autrice:
Lo so, lo so, non aggiornavo da un sacco di tempo e per questo mi scuso ma ho preferito prendere una pausa di riflessione, una sorta di piccola vancanza che mi ha permesso di riordinare idee e progetti. 
Si ho tanti progetti sia di scrittura che di disegno, voglio realizzarli tutti!
Detto questo, spero che questo capitolo vi piaccia, è un capitolio di pasaggio che serve a mostrarei i vari personagggi principali, vedete essendo personaggi storici realmente esisti ho fatto qualche piccola ricerca ( tipo Hermione di Harry Potter XD )per cui sto cercnado di bilanciare quello che trovo su internet e quello che ho visto nell’anime, per cui sono anche lente per questo ad aggiornare.
Ora per non disturbarvi ulteriolmente vi lascio un paio di precisazioni, che servono sempre gne, sono da ricondurre ai numeri che si trovano sopra le parole!
  1. L’età di Yukimura: siccome nella storia Masamune ha ventanni, ho deciso, per evitare problemi in futuro, che l’ètà della giovane tigre del Kai nella storia avrà diciassette anni, mi sembra un compromesso ragionevole.
  2. Il ruolo della donna: diciamo che questa è stata una mia idea, volevo caratterizzare la famiglia Shikea con qualcosa di diverso, in realtà nel periodo in cui ci troviamo la donna non aveva una grande valore ( come del resto succede quasi sempre), siccome non ho trovato molte fonti storiche attendibili prendete con le pinze quello che vi ho detto. Appena avrò qualcosa di più certo ve lo farò sapere!
  3. Matsu: la cara moglie di Toshii la donna che più ho amato all’interno della serie, su di lei non si trova quasi nulla, per cui mi atterò al carattere che ho visto nell’anime,forse la renderò un tantino più dolce chi lo sa.
  4. L’elmo di Masamune: non mi ricordo se ho scritto nei precendenti capitoli che l’elmo presneta una luna calante o crescente, comunque sia andrò presto a controllare questo dettaglio anche se per il personaggio di Masamune penso che più crescente che calante.
  5. Questo lo sto aggiungendo io di mia iniziativa, nei prossimi capitoli ci saranno molti nomi inventati, se qualcuno di essi dovesse corrispondere a qualche personaggio realmente esisto sarà solo una semplice coincidenza.
Ci vediamo al prossimo capitolo
Happy
   
 
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