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Autore: ArwenDurin    24/08/2019    1 recensioni
Anders che ascolta il suo animo, su cosa prova per Hawke:
"Li guardò finché i suoi occhi non furono offuscati e umidi, mentre la sua mente vagò non più sotto il controllo del briciolo di razionalità che gli era rimasto in presenza di Hawke, e tutto svanì in una nuvola di sogno. La sua figura e quella di Valden si unirono come un ombra e il suo uomo in un unica immagine, con colui che Anders desiderava più della vendetta. Lì in un altro universo, tempo, e spazio, la sintonia regnava e non c’era posto per nient’altro che per il più dolce e vero dei sentimenti. "
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anders, Fenris, Hawke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Questo potrebbe farti un po' male.» così esclamò il guaritore quando con delicatezza, rimosse totalmente la benda provvisoria dal braccio destro di Hawke, dove nella parte superiore si rivelò una ferita piuttosto profonda. Anders fece una smorfia a quella visione, non era presente quando accadde, ma sapeva i fatti tramite Isabela e il racconto che gli fornì: Valden, Fenris, lei e Varric erano in una delle consuete missioni scavezzacollo in cui il Campione di Kirkwall era solito lanciarsi, a volte nemmeno per colpa sua, ma Anders sapeva che infondo gli piaceva fin troppo aiutare gli altri, e spesso con una bontà superiore a quella reale presente nel mondo. Sta di fatto che una battaglia si presentò, e alcuni Prole Oscura spuntarono da una caverna, Fenris fu presto circondato e Valden non poté trattenersi nel raggiungerlo e aiutarlo. Isabela aggiunse la reazione furiosa e orgogliosa dell'elfo, per quanto il mago poteva ben sapere (anche se in contrasto continuo con Fenris) che era soltanto preoccupazione celata da una durezza, aumentata e spinta dalla rabbia per il suo passato. Ciò nonostante gli diede fastidio sapere come si era procurato quella ferita… ma non poteva far altro che curarla ora.
Cerò di negare il suo lato umano e debole più che poteva in sua presenza ma inutilmente, mentre Giustizia dentro lui lo scherniva in un misto di disgusto e rabbia per come più del dovuto, concentrava la sua attenzione su Hawke. Eppure rimase professionale, persino quando l'altro dovette abbassare la parte superiore della tunica, cercò d’evitare di guardare le mani grandi e forti dell'uomo e di non concentrare l’attenzione su quanto fosse tonico il suo petto, o muscolose le sue spalle nella veste azzurra…resistette ad ogni pensiero e si precipitò a toglierli la benda imbevuta di sangue rinsecchito.
Si sfregò le mani e si concentrò, caricando l’energia per poterlo curare totalmente e lo guardò, aspettando un suo cenno.
«Stai tranquillo, sono pronto.» Valden era anch'esso un mago e dunque più pratico nel lavorare con l'energia dell'Oblio, quindi più tranquillo di come lo sarebbe stato un suo paziente "normale", ma non era un guaritore e per questo non riuscì a curarsi da solo.
Anders chiuse gli occhi e appoggiò le mani vicino alla ferita dell'uomo, presto una luce tenue azzurra fuoriuscì da esse in spirali eteree sempre più intense, che si unirono al braccio di Hawke. Attese finché l'energia non risucchiò quella ferita e non scomparve, era un lavoro di qualche minuto ma era sempre stancante per lui, e aveva persino un effetto "destabilizzante" sul paziente, ma era il suo lavoro dopotutto ed era pronto ad ogni evenienza, tanto più visto se si trattava di Hawke.
Quando finì non poté evitare di aprire gli occhi un istante prima di lui, soltanto per guardare il suo viso, era un viso duro di chi ne aveva viste tante nella vita, eppure ben delineato e dal tratto gentile della mascella. Non poté resistere nel far ricadere lo sguardo sulla forma delle sue labbra dalla linea dolce, piena, e rossastra poiché l’aveva morse quando Anders lo stava curando.
Ed infine sulla treccia scura che Valden di solito era solito portare dietro il suo capo, che ora era lì che sfiorava la sua spalla sinistra, mezza sciolta…e il guaritore avrebbe voluto sistemarglierla.
Smettila.
La voce di Giustizia lo risvegliò e si scosse, così chiamò il nome dell'amico che aprì gli occhi ambrati puntandoli su di lui.
«Ti ringrazio!» Valden gli fece un sorriso sincero e di cuore, sempre con quella gentilezza che leniva il suo animo, come quello degli altri che ne subivano il fascino.
E poco dopo cercò di rialzarsi ma lo fece troppo presto poiché barcollò leggermente, ragione per cui Anders subito lo sorresse, pronto a quell'effetto collaterale, e lo fece sedere nuovamente. Hawke tirò qualche sospiro e chiuse gli occhi qualche secondo, per calmarsi e riprendersi.
«Bravo, respira...calmati e prenditi qualche minuto.»
Dopo minor tempo di quanto occorresse però, aprì gli occhi.
«In realtà mi sento in forma.» Scherzò deviando l'attenzione dal leggero dolore che sentiva, anche se Anders lo percepì. A quel punto il suo sguardo cadde sulla mano che il guaritore aveva appoggiato sulla sua spalla, e Anders la tolse all'immediata, ma quando alzò gli occhi dal colore dell'oro incontrando i suoi qualcosa accadde. In quell'istante si guardarono come fossero immobili, e nessuno dei due disse una parola, ma potevano avvertirsi quanto esse si mescolassero in loro e tra loro.          
Eppure in un battito d’ali, Valden si scosse e abbassò lo sguardo ambrato, un chiaro messaggio: ciò non poteva esistere.
Ci fu silenzio e soltanto il suono dei battiti del cuore di Anders riempirono il vuoto, che aumentò e scandì i passi non più barcollanti ma solo esitanti dell'altro, quando uscì dal suo ospedale. Lo seguì con lo sguardo per assicurarsi che stesse bene e lo vide fermarsi poco più in là, poiché Fenris gli venne in contro. Il guaritore si fermò allo stipite della sua porta in legno spezzato, e si sentì in sintonia con esso, mentre li osservava avvicinarsi e incontrarsi. Valden si sedette su una roccia alta del terreno, mentre Fenris con gesti ampi delle braccia, lo stava rimproverando, erano distanti e Anders lo preferì, ma non gli sfuggì di udire qualche parola; "schiocco" e l’aggiunta di "avrei potuto farcela benissimo da solo" che il guerriero elfico non si fece scappare davanti al Campione. Hawke di risposta rise, quel risolino della sostanza che poco badava alle sue parole, e indicò la bottiglia che l’altro aveva in mano.
«Piuttosto passami il whiskey che hai portato per me, e taci.» Così gli aveva risposto in un rimprovero che tutt'altra aria aveva nei suoi occhi, e Fenris gli fece quel mezzo sorriso riservato soltanto al sottoscritto, prima di passarglierlo.
Quel momento intimo non fece distogliere l'attenzione di Anders dai due che nei loro sguardi s'amavano, e dove vi era scritto un racconto, la loro storia, anzi… quel momento silenziò persino la voce di Giustizia all'interno di sé. Li guardò finché i suoi occhi non furono offuscati e umidi, mentre la sua mente vagò non più sotto il controllo del briciolo di razionalità che gli era rimasto in presenza di Hawke, e tutto svanì in una nuvola di sogno. La sua figura e quella di Valden si unirono come un ombra e il suo uomo in un unica immagine, con colui che Anders desiderava più della vendetta. Lì in un altro universo, tempo, e spazio, la sintonia regnava e non c’era posto per nient’altro che per il più dolce e vero dei sentimenti. Nella lotta a favore dei maghi, nel quale entrambi con ardore combattevano condividendo l'idea che dovessero essere liberi, questa volta li univa di più che in una semplice amicizia dal gusto amaro di un amore non ricambiato … e qualsiasi interferenza, sarebbe stata abbattuta dalla forza dell'unione dei loro sguardi. Pensò alle notti spesso passate a sospirare e fissare il soffitto della sua camera, chiedendosi se ci fosse stato Valden lì a riscaldarlo soltanto con il suo sguardo, se avrebbe risposto alle sue dichiarazioni appassionate sussurrate nel buio e alle stelle. E lo vide lì con lui… anche se presto svanì in una nuvola d’illusione, che null’altro scopo aveva che tormentare il suo cuore.
Astratto. Intoccabile. Impossibile.
Tre parole ebbero il potere di far sprofondare il suo cuore già pensante nell'abisso di se stesso, e Giustizia che poco accettava tutto quel sentimentalismo, riprese a parlare sostituendo la nube di sogno in cui era avvolto.
Ed ecco di nuovo apparire il reale Valden ma con Fenris a pochi metri da lui, Anders chinò il capo e sospirando tornò dentro il suo ospedale.


Angolo Autrice: 
Dopo aver letto la teoria che dice Anders ama Hawke nonostante lo romanticizzi o meno, ho pianto dentro e quindi ho dovuto esprimere il doloreh Non odiandomi per sta cosa qui XD (ti chiedo scusa Anders ancora e ancora) ho chiesto scusa a Anders più di una volta anche perché la Handers è una delle ship mie preferite di DA.
E Anders è un personaggio che adoro e trovo la sua romance tra le più belle!! È infatti stata la prima che ho fatto in DA2, ma con sto nuovo pg sto cercando di fare Fenris e ho letto la teoria... ERA MEGLIO NON LO SAPEVO XD
Hawke l’orginale me lo vedo un po’ diverso da così, ma questo Valden Hawke mi piace come pg.
anyway, non so se sto fandom è ancora attivo ma lo pubblico, perdonate gli eventuali errori ma non ho beta per sto fandom.
Grazie a chiunque leggerà e/o commenterà


 
   
 
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