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Autore: Will P    24/08/2019    2 recensioni
"Mic," dice Yagi, con una nota di orrore nella voce, senza riuscire nonostante tutto a distogliere lo sguardo mentre Aizawa, praticamente con gli occhi chiusi, apre una busta di beverone energizzante, la svuota nella tazza più grande della cucina e la mescola con un po' di acqua. "Perché Aizawa sta mangiando quella... cosa?"
[pre-Erasermight]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: All Might, Present Mic, Shōta Aizawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Yagi sta sbucciando una mela - il suo pranzo del giorno, perché quel poco che rimane del suo stomaco si rifiuta di tenere giù qualsiasi altra cosa da quella mattina - quando Aizawa entra in sala insegnanti come un zombie.

Non è insolito vedere Aizawa trascinarsi in giro per la scuola come se fosse sul punto di cadere a faccia avanti e mettersi a russare direttamente sul pavimento, specie in periodo di esami, ma è la prima volta che gli capita di incrociarlo a ora di pranzo e così si ritrova a fissarlo, un po' incuriosito, un po' preoccupato che stanco com'è finisca per scottarsi o per allungare il caffè con la salsa di soia.

Una volta arrivato all'angolo cucina, però, Aizawa sembra sapere perfettamente cosa fare, iniziando a prendere utensili qua e là e a rovistare negli armadietti in cerca di qualcosa da mangiare. Dev'essere la forza dell'abitudine, oppure è l'unico sonnambulo al mondo in grado di cucinare nel sonno. (Considerando che una mattina presto l'ha trovato a fare fotocopie mentre dormiva appoggiato a un muro, non se ne stupirebbe più di tanto.)

Non pensa di averlo mai visto mangiare qualcosa, a parte uno dei suoi succhi, ma non gli sembra tipo da piatti troppo complicati. Qualche pasto precotto, forse, o una confezione di ramen istantaneo - qualcosa di rapido e funzionale, qualcosa di nutriente che...

"Ugh," dice Mic, e Yagi sobbalza facendo scivolare la mela sul tavolo e rischiando di pelarsi un dito con il coltello. "Non guardare, è disgustoso."

"Cosa è..."

Ma poi si volta, e guarda, e il suo brandello di stomaco si attorciglia in una fitta di disgusto appena vede cosa sta preparando Aizawa. Conosce fin troppo bene quella roba - per quasi un anno non aveva potuto mangiare altro.

"Mic," dice, con una nota di orrore nella voce, senza riuscire nonostante tutto a distogliere lo sguardo mentre Aizawa, praticamente con gli occhi chiusi, apre una busta di beverone energizzante, la svuota nella tazza più grande della cucina e la mescola con un po' di acqua. "Perché Aizawa sta mangiando quella... cosa?"

Mic sospira il sospiro di chi ha già combattuto e perso la stessa battaglia. "Perché è pratico," dice, imitando il tono basso e secco di Aizawa, e Yagi soffoca una mezza risata, "e perché vuole soffrire, non lo so, non l'abbiamo mai capito. A questo punto inizio a pensare che quella sbobba gli piaccia, sinceramente."

"Non mi sembra abbastanza sveglio da sentire i sapori, in ogni caso," mormora Snipe, sorseggiando tè qualche sedia più in là.

Ignaro delle loro chiacchiere, o semplicemente troppo addormentato per curarsene, Aizawa alza la tazza piena di poltiglia grigia e inizia a bere.

E continua.

Yagi e Mic restano a fissarlo, in silenzio costernato, finché non riabbassa la tazza vuota.

"Quel ragazzo ha qualche problema," mormora Mic, scuotendo la testa, e Yagi abbassa gli occhi sul suo pranzo.

Tanto vale trovare qualche compito da correggere per ammazzare il tempo, pensa, mettendo tutto da una parte con un sospiro. Di sicuro ormai non ha più appetito.



Non è davvero preoccupato per Aizawa. Abitudini discutibili a parte, Aizawa è un uomo adulto e un professionista e di certo non ha bisogno di un vecchio rottame in pensione come lui che gli dia lezioni di vita. Yagi è l'ultima persona che potrebbe parlare, dopotutto, anche perché sa fin troppo bene come ci si sente quando qualcuno vuole mettere bocca sulla tua salute. Aizawa non è un suo amico, né suo figlio - è un suo senpai, tecnicamente! - ed è sopravvissuto benissimo da solo per qualche decennio, per cui non c'è un motivo al mondo per cui Yagi si dovrebbe impicciare... solo che.

Solo che sa fin troppo bene che cosa significa sopravvivere a beveroni proteici, che cosa fa al corpo - che cosa fa allo spirito. Solo che sotto sotto in realtà si preoccupa, perché Aizawa pensa sempre a chiunque altro e forse ha bisogno che qualcuno una volta tanto pensi a lui, anche per una sciocchezza, anche se non serve.

Solo che in realtà gli piacerebbe che fosse suo amico.

Preparare un pranzo in più non è un gran sacrificio, in fondo, e gli era mancato cucinare. Se Aizawa non lo vuole, può semplicemente rifiutarlo. Alla peggio si tratterà di un bento avanzato; può lasciarlo in frigo per chi ne ha bisogno, dopotutto c'è sempre qualche collega che si scorda di portare il pranzo.

Oppure Aizawa potrebbe offendersi e dirgli che non vuole avere più nulla a che fare con lui e tornare ai saluti freddi e alle occhiatacce nei corridoi.

Yagi guarda disperato la sua cucina. I gamberetti fritti dorati e croccanti che si stanno raffreddando in un angolo non sanno dargli alcuna risposta.



Trova Aizawa al lavoro in aula deserta, che è già un mezzo miracolo - non ci teneva davvero ad avere un pubblico per le sue figuracce.

Si ferma sulla porta e si schiarisce la voce, e quando Aizawa alza gli occhi e lo vede... non sorride, non proprio, ma la ruga di concentrazione tra le sue sopracciglia sparisce e la sua faccia si addolcisce tutta, e Yagi si dimentica il discorso che si era preparato la sera prima e si fa avanti incespicando sulle parole, il bento stretto tra le mani come un talismano.

"Ti ho preparato - cioè, ho preparato il pranzo, per me, in generale, ma era troppo e non sapevo che farci, così l'ho portato a scuola, poi ti ho visto qui e ho pensato 'ehi, è ora di pranzo!' e..." Aizawa batte lentamente le palpebre, Yagi medita di ingoiarsi la lingua e morire. "Ho un pranzo in più, se ti interessa."

Appoggia il bento sulla cattedra e via, fatto, il peggio è passato. Ora deve solo aspettare la reazione di Aizawa.

Aizawa sembra soprattutto stordito, a dire il vero. "Oh," dice, sbattendo le palpebre un'altra volta, poi abbassa lo sguardo.

Il bento è avvolto in un fazzolettino bianco decorato a gattini neri.

(È un caso, non l'ha preso per lui, faceva parte di un set che aveva comprato perché voleva il fazzoletto coi coniglietti e questo era il meno imbarazzante di tutti gli altri... ma probabilmente se cercasse di spiegarlo ad Aizawa sarebbe ancora più mortificante, per cui tiene la bocca chiusa e prega che qualcuno faccia esplodere qualcosa per potersene andare di corsa.)

Aizawa scioglie lentamente il fazzoletto - Yagi gli fissa le mani, senza il coraggio di guardarlo in faccia - e solleva il coperchio, poi resta immobile a guardarlo.

È un normalissimo bento - gamberi in tempura, frittata, riso, qualche verdura. Yagi sarebbe il primo a dire che, quanto a presentazione, non è niente di che, ma Aizawa lo fissa in silenzio come se gli avesse presentato un banchetto di sette portate, e quando rialza gli occhi su di lui Yagi potrebbe giurare che abbia le guance un po' più rosa di prima.

"Non ce n'era -" comincia, ma poi stringe le labbra, distoglie di nuovo lo sguardo, sprofonda un pochino dietro la sua arma.

Se non avesse soltanto un polmone, Yagi tratterrebbe il fiato.

"Grazie," dice alla fine, semplicemente, tornando a guardarlo di traverso da sotto le palpebre, e Yagi è molto fiero di non strozzarsi e sputare sangue un po' ovunque. Quando Aizawa libera un pezzo di cattedra e lo invita a unirsi a lui, riesce pure a prendere una sedia e a sedersi con lui.



Yagi continua a preparargli il pranzo.

Non sempre, non troppo spesso - continua a non essere sua madre, dopotutto, e ha il sospetto che Aizawa se la prenderebbe se diventasse una cosa troppo frequente. Non cucina i giorni in cui ha troppo da fare, né quando la sola vista del cibo riesce a chiudergli lo stomaco (ha un mezzo sospetto che Aizawa capisca quando è un giorno no e che si arrabbierebbe) ma almeno una o due sere a settimana si mette ai fornelli, e il giorno dopo si presenta a scuola con un bento in più.

Quello coi gattini diventa il suo fazzoletto fisso, e Aizawa ne é nemmeno troppo segretamente compiaciuto.

Pian piano Yagi riesce persino a scoprire i suoi gusti - che mangerebbe tutto senza batter ciglio perché sprecare cibo è illogico ma che ama il cibo piccante, preferisce le melanzane ai ferri a quelle sottaceto, e per qualche motivo non sopporta il prezzemolo.

Aizawa in cambio gli mostra i suoi angoli preferiti dei giardini della scuola, quello dietro alla biblioteca dove non va mai nessuno studente, quello vicino all'ingresso dove ogni tanto si trova qualche gatto a prendere il sole, e se il tempo lo permette finiscono sempre a mangiare all'aperto. Prende anche a portargli tazze di tè quando capita, lasciandole sulla sua scrivania con soltanto un gesto del capo e gli occhi puntati da un'altra parte, e Mic finisce sempre a chiedergli cos'abbia tanto da sorridere mentre corregge i compiti di Kaminari.

Aizawa continua sempre a scolarsi i suoi beveroni - perché gli piacciono, ammette un giorno, stringendone uno un po' piccato mentre Mic si dà una manata in faccia sullo sfondo, e perché certe volte non ha né il tempo né la pazienza per altro - ma almeno ora Yagi è un po' più tranquillo, e in caso contrario potrebbe sempre dirgli qualcosa, visto che è abbastanza sicuro che ora siano amici.

(E forse - forse - prima o poi troverà anche il coraggio di invitarlo a mangiare insieme da qualche parte. Senza compiti da correggere, possibilmente.)

   
 
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