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Autore: gunsnfuckinrosessss    25/08/2019    1 recensioni
Axl Rose x Oc
«Se c'è sulla terra e fra tutti i nulla qualcosa da adorare, se esiste qualcosa di santo, di puro, di sublime, qualcosa che assecondi questo smisurato desiderio dell'infinito e del vago che chiamano anima, questa è l'arte.»
-Gustave Flaubert
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Axl Rose, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spiegare al direttore che Greta non avrebbe più lavorato agli Uffizi non fu affatto facile. Ormai l'aveva presa sotto la sua ala protettiva e nemmeno le cifre esorbitanti che Axl gli stava offrendo per bruciare il contratto quinquennale della ragazza lo stavano smuovendo. Il cantante cominciava ad innervosirsi e le urla dei due si sentivano al di fuori dell'ufficio, dove Greta e Stephanie stavano aspettando. "Devo complimentarmi, sai davvero come catturare l'attenzione delle persone," la modella ruppe il silenzio che si era creato e subito la riccia le sorrise. "Se verrai con noi sarò felice di ascoltarti nei vari musei. Sai, è da un po' che Ax è fissato con con l'arte, ha persino messo un particolare di non so che quadro famoso come copertina dei suoi due nuovi album!" disse la mora, con una sguardo poco convinto. "Ne sono felice, un cantante è un artista a tutti gli effetti, ma il fatto che apprezzi anche quadri e sculture dimostra che è una persona aperta alle diversità di espressione" rispose con un piccolo sorriso. Tutti i musicisti che conosceva snobbavano l'arte, definendo la musica l'unica vera forma di espressione artistica. I due uomini continuavano a litigare, così Greta decise di bussare leggermente ed entrare. "Posso?" Entrambi le fecero un cenno di assenso con la testa. "Greta non vorrai davvero andartene con questo qui?" Le chiese il direttore, indicando il rosso con un dito grassoccio mentre stringeva tra i denti un sigaro. "Direttore, sa quanto io ami lavorare qui, ma pensi a che opportunità ho davanti! Andare a Parigi! Capisce? Vedere la Gioconda, Amore e Psiche, la Venere di Milo, la Nike di Samotracia! Solo a pensarci mi vengono i brividi! La prego, annulli il contratto e mi lasci partire, poi tornerò, sa anche lei che non potrei mai lasciare Firenze!" Mentre parlava Axl si perse ancora una volta a guardarla. Ogni volta che nominava un'opera la sua voce aveva un tremito; gli occhi erano illuminati di luce propria e un sorriso quasi materno le era spuntato sulle labbra. Non solo amava l'arte, le voleva bene, come una madre vuole bene al suo unico figlio, e tutti lo notavano semplicemente guardandola parlare. L'uomo sospirò ed una fitta nuvola di nebbia fuoriuscì dalle sue labbra; prese il contratto da un cassetto e lo strappò in quattro. Il sorriso di Greta era smagliante. "La ringrazio!" Uscì saltellando dall'ufficio, seguita da un Axl che pareva particolarmente infastidito. "Che c'è Ax?" Gli chiese Stephanie, lui mugugnò qualcosa di incomprensibile e tirò fuori un pacchetto di Marlboro, tirandone fuori una e mettendola tra le labbra. Rovistò nelle tasche in cerca di un accendino e, non appena ne ebbe uno tra le mani, accese la cicca. Greta chiese a che ora sarebbero partiti il giorno seguente. "Alle otto di sera parte l'aereo, il che vuol dire essere lì almeno alle sei del pomeriggio." Le rispose Stephanie. Normalmente si sarebbe infastidita se Axl avesse portato con loro un'altra donna, ma Greta le stava simpatica, non la percepiva come una minaccia bensì come una promettente nuova amica. L'ex guida turistica fece qualche calcolo. "Nel pomeriggio faccio le valigie, quindi sarò impegnata. Domattina per prima cosa andremo alla Galleria dell'Accademia, apre alle otto e un quarto ma non potete assolutamente lasciare Firenze senza prima aver visto il David di Michelangelo, poi dobbiamo assolutamente andare alla Cattedrale di Santa Maria del Fiore e alla Basilica di Santa Croce! Dovrei riuscire a portarvi anche in Piazza della Signoria e fare un salto sul Ponte Vecchio. Non sarà tutto ma è qualcosa! Mettete scarpe comode, Stephanie, ti sconsiglio i tacchi. Ci vediamo alle 8 in punto sotto casa mia, così vi faccio passare per delle vie tipiche prima di arrivare alla Galleria, abito in Via Guelfa al numero 37" Detto questo scomparve dalla loro visuale e mentre i due cercavano di metabolizzare le parole dette alla velocità della luce dalla moretta, quest'ultima iniziò a saltellare per le vie di Firenze. Si fermò a prendere un gelato alla stracciatella alla gelateria La Carraia, camminava allegra, godendosi il suo ultimo pomeriggio da sola con la sua amata città. Si sedette su una panchina e mentre finiva quello che rimaneva del suo cono sussurrò tra sé e sé: "Oh Firenze, quanto mi mancherai!" Era molto legata alla capitale toscana. Aveva avuto l'opportunità di trasferirsi a Roma con i suoi genitori, ma proprio non ce la faceva a dirle addio. Adesso invece sapeva che sarebbe ritornata e che quindi sarebbe stato solo un arrivederci, un po' amaro, certo, ma pur sempre un arrivederci. Tornò a casa e prese la grande valigia nera da sotto il letto. Prese tutti i suoi vestiti, tolse quelli che aveva indosso e scelse cosa indossare l'indomani, poi chiuse gli altri abiti dentro a fatica. Buttò dove ci stavano le scarpe, poi scelse la borsa più pratica che aveva e ci mise dentro le ultime cose. Guardò per quelle che parvero ore le videocassette dei film con Audrey Hepburn. "Al diavolo" disse, e mise nella borsa Colazione da Tiffany e Vacanze Romane, chiudendo poi la zip. Si cucinò un grande piatto di pasta, preoccupandosi per quello che avrebbe mangiato una volta lasciata l'Italia. Probabilmente aveva esagerato a portare con sé tutti i vestiti, ma non sapeva proprio quali scegliere. Fissò la sveglia alle sei per il giorno seguente, poi si distese sul suo letto a pancia in giù e si mise a fissare le cartoline raffiguranti le più svariate opere d'arte che aveva appeso sulle pareri della sua camera. Le sembrava ancora piuttosto incredibile pensare che sarebbe andata a Parigi e che finalmente avrebbe potuto vedere tutte le opere d'arte che più la affascinano. Si addormentò così, con un grosso sorriso sulle labbra e il pensiero del Louvre ad attenderla. Si svegliò per colpa del bi-bip continuato della sua sveglia. La spense con una manata e mugugnò in uno stato di dormiveglia che l'avrebbe accompagnata per almeno un'ora. Preparò una grossa tazza di caffè ed aprì la televisione sul telegiornale per sapere cosa accadeva nel mondo. Niente di emozionante, spense la tv e si trascinò nella doccia a fatica. Si insaponò e poi lasciò che il getto d'acqua lavasse via la morbida schiuma bianca dalla sua pelle lattea. Si fece uno shampoo veloce e si sciacquò il volto. Camminò scalza verso camera da letto, lasciando orme bagnate, per prendere della biancheria nuova e dei vestiti puliti, ma si fermò davanti alle cartoline e ne staccò una. Raffigurava la fontana di Trevi, vista dal basso in una giornata limpida. La voltò e lesse le poche righe che i suoi le avevano mandato appena arrivati nella Capitale italiana, e la mise nella borsetta per avere l'indirizzo dei genitori, nel caso avesse avuto il tempo per andarli a trovare. Uscì di casa in perfetto orario, e trovò Axl e Stephanie ad aspettarla, il primo appoggiato al portone del condominio intento a fumare nervosamente una sigaretta. Li salutò con uno squillante buon giorno e li condusse, come promesso, nelle viuzze fiorentine poco conosciute, ma non per questo meno belle. Tutti i palazzi erano opere architettoniche da mozzare il fiato, e certi scorci che proponevano sul centro della città erano bellissimi. Si trovarono ben presto davanti al palazzo bianco. "Pronti a rifarvi gli occhi?"
   
 
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