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Autore: lmpaoli94    25/08/2019    1 recensioni
Due fratelli, Akito e Sana, fanno un viaggio in Inghilterra per visitare un castello.
Quando vagano lontano dal loro gruppo nella camera di tortura, vengono inseguiti per tutto il castello da un carnefice.
Riusciti a fuggire, ben presto cominciano a perdere i ricordi della loro famiglia e di se stessi.
Dopodiché s’imbatteranno in un uomo e verranno trasportati nel Medio Evo dove i fratelli scopriranno chi sono veramente.
Akito e Sana dovranno guardarsi bene le spalle e proteggersi da un uomo di nome Charles Lons che li trasporterà nel Medioevo e gli rivelerà che loro sono il principe e la principessa mancanti di un re malvagio che li voleva morti.
P.S.: Questa è una trasposizione del racconto di L. R. Stine di Piccoli Brividi con i personaggi di Rossana
Genere: Avventura, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Naozumi Kamura/Charles Lones, Rei Sagami/Robby, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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 - Ho paura! - piagnucolò Akito. 
La giornata era piuttosto fredda: rabbrividii e tirai su fino al mento la cerniera del mio giubbetto. 
- Akito, l’idea è stata tua - ricordai a mio fratello. - Non sono stata io a insistere per visitare la Torre del Terrore. 
Akito alzò gli occhi scuri per guardare la sommità della torre mentre una forte folata di vento scompigliò i suoi capelli bruni. 
- Ho una strana sensazione, Sana. Un brutto presentimento. 
Lo guardai con una smorfia di disgusto.
- Sei proprio una lagna, Akito. Tu hai brutti presentimenti anche quando vai al cinema! 
- Solo se si va a vedere un film dell’orrore - borbottò lui, corrucciato. 
- Akito, ormai hai dieci anni - lo rimproverai. - Sarebbe ora che la smettessi di avere paura della tua stessa ombra, non credi? Insomma, questo non è che un vecchio castello con una torre. Centinaia di turisti vengono qui ogni giorno. 
- Ma qui una volta torturavano la gente - replicò Akito, impallidendo al pensiero. - Rinchiudevano i prigionieri nella torre e li lasciavano morire di fame… 
- Sì… secoli fa - lo interruppi, spazientita. - Adesso non torturano più nessuno, Akito. Si limitano a vendere cartoline. 
Entrambi alzammo lo sguardo al tetro castello di pietra grigia scurita dal tempo.
Le due torri laterali svettavano alte e sottili, come due braccia rigide protese verso il cielo.
Basse nuvole temporalesche si erano addensate sopra le torri scure.
I vecchi alberi ritorti nel cortile fremevano al vento.
Non sembrava davvero primavera.
L’aria era fredda e umida. Sentii una goccia di pioggia sulla fronte. Poi un’altra sulla guancia. 
“Una classica giornata londinese” pensai. “Un giorno perfetto per visitare la famosa Torre del Terrore.”  Quello era il nostro primo giorno in Inghilterra, e Akito ed io stavamo facendo i turisti in giro per Londra.
I nostri genitori dovevano partecipare a una conferenza presso il nostro albergo, così ci avevano affidati a un gruppo organizzato.
 Avevamo visitato il British Museum, eravamo stati da Harrod’s, i famosi grandi magazzini, avevamo visto Westminster e Trafalgar Square.
Per pranzo ci eravamo fermati a mangiare salsicce e purè in un caratteristico pub inglese, poi avevamo fatto un bel giro a bordo di un autobus rosso a due piani. 
Londra era proprio come me la immaginavo. Grande e animata. Strade strette fiancheggiate da negozi e negozietti, gremite di quegli antiquati taxi neri dalle linee bombate.
I marciapiedi brulicavano di gente di ogni razza.
 Naturalmente, quel fifone di mio fratello era parecchio nervoso all’idea di girare da soli per una città straniera, ma io ero più grande di lui di due anni, e molto meno imbranata, e così sono riuscita a tenerlo abbastanza calmo.
È stata una vera sorpresa quando Akito è saltato fuori a chiedere di andare a vedere la Torre del Terrore. Quasi non credevo alle mie orecchie. 
La nostra guida, Mr Rei Sagami, un uomo giovane con la faccia pallida e gli occhiali da sole, aveva riunito il gruppo sul marciapiede per farci decidere come concludere il giro turistico.
Eravamo all’incirca una dozzina, tutti anziani, tranne Akito ed io, gli unici ragazzi.
Mr Rei Sagami ci disse che potevamo scegliere fra visitare un altro museo o la Torre. 
- La Torre! La Torre! - supplicò Akito. - Devo assolutamente vedere la Torre del Terrore! 
Rimontammo tutti sull’autobus per una lunga corsa fino ai margini della città.
Il negozio lasciarono il posto a file di casette di mattoni rossi.
Poi passammo davanti a case ancora più vecchie, seminascoste da alberi contorti e muretti ricoperti d’edera.
Quando l’autobus si fermò, scendemmo e ci avviammo lungo una stretta strada di mattoni levigati dai secoli.
La strada terminava davanti a un alto muro di pietra.
Mi fermai a osservare la sagoma scura della Torre del Terrore, svettante oltre il muro. 
Akito mi tirò per una manica. - Andiamo, Sana, sbrigati. Stiamo restando indietro! 
- Ci aspetteranno - rassicurai mio fratello. - Sta’ tranquillo, Akito. Non ci perderemo. 
Raggiungemmo con una corsetta il resto del gruppo.
Mr Rei Sagami, avvolto nel suo lungo soprabito nero, fece strada attraverso l’ingresso, poi si fermò e ci indicò un ammasso di pietre grigie nell’ampio cortile erboso. 
- Quello era il muro originale del castello - spiegò. - E’ stato costruito dai Romani intorno all’anno 400. Londra era una città romana, allora.  Soltanto una piccola parte del muro era ancora eretta. Il resto era ormai ridotto a un cumulo di macerie. Che impressione, pensare che era lì da più di millecinquecento anni!  Seguimmo Mr Rei Sagami lungo il sentiero che portava al castello e alle sue torri. 
- Quando i Romani l’abbandonarono - ci disse la guida - la fortezza venne trasformata in una prigione, e fra le sue mura si consumarono atroci torture e crudeltà per molti anni. 
Tirai fuori la mia macchina fotografica tascabile e feci una foto alle rovine del muro romano. Poi mi volsi e scattai qualche inquadratura del castello.
Il cielo si era oscurato ancora di più. Speravo che le fotografie sarebbero riuscite, con quella poca luce. 
- Questa fu la prima prigione per debitori di Londra - spiegò Mr Rei Sagami, facendoci strada.
- Chi era troppo povero per saldare i propri conti veniva messo in galera. Il che significava precludere ogni possibilità di pagare i debiti, e quindi si restava in prigione tutta la vita. 
Passammo davanti a una piccola guardiola. Era più o meno delle dimensioni di una cabina telefonica, fatta di pietra bianca, col tetto spiovente. Pensavo che fosse vuota, ma con mia grande sorpresa ne sbucò fuori una guardia in uniforme grigia, con un fucile appoggiato rigidamente su una spalla.
Mi volsi a guardare lo scuro muro di cinta intorno ai terreni del castello. 
- Guarda, Akito - mormorai. - Non si vede niente della città al di là del muro. Sembra davvero di essere tornati indietro nel tempo. 
Mio fratello rabbrividì, non so se per le mie parole o per il vento pungente che soffiava nel vecchio cortile.
Il castello gettava un’ombra cupa sul sentiero.
 Mr Rei Sagami ci guidò a una stretta entrata laterale, poi si fermò e si volse verso il gruppo di turisti. Appena lo vidi in faccia, fui colpita dalla sua espressione tesa e addolorata. 
- Sono davvero desolato di dovervi dare questa brutta notizia - disse in tono grave, spostando lentamente lo sguardo dall’uno all’altro del gruppo. 
- Che brutta notizia? - bisbigliò Akito, allarmato, facendosi più vicino a me. 
- Sarete tutti imprigionati nella torre nord - annunciò con severità Mr Rei Sagami. - Lì verrete torturati finché non confesserete il vero motivo per cui avete scelto di venire qui.
   
 
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