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Autore: SilkyeAnders    25/08/2019    2 recensioni
"Sparizioni nel mondo atletico: ricercato il colpevole".
Sta accadendo qualcosa di strano a Jump City, e non solo lì, i Titans si trovano di fronte ad una nuova sfida.
Riusciranno a sventare questa minaccia o sarà la fine per loro?
(Questa fanfiction contiene personaggi da me creati abbinati ai personaggi della serie animata, si incentrerà sulle coppie RobStar e BBRae).
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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TEAMMATES CAPITOLO 1 def

TEAMMATES


CAPITOLO 1: Titans.

La domenica nel grande edificio a forma di T che sovrastava Jump City procedeva sempre allo stesso modo: sveglia di buon mattino, colazione, allenamento intensivo, pranzo e pomeriggio in totale relax, salvo imprevisti.
La torre dei Titans, situata sull'isolotto della città, attorniata dal mare, non era mai sembrata così imponente come quel giorno.
Era come se la città venisse controllata dall'alto, protetta, sotto lo sguardo vigile dei suoi eroi.
Le onde si schiantavano con dolcezza sugli scogli che sorreggevano il palazzo portando con sé un piacevole odore di salsedine che penetrava nella torre dalle finestre aperte trascinato dalla brezza lieve che avvolgeva Jump City nelle giornate estive.
Dai corridoi interminabili che adornavano l'interno dell'imponente costruzione metallica si sentivano delle voci allegre, le quali ricoprivano quell'austerità di spensieratezza giovanile.
-Non capisco davvero perché dobbiamo allenarci ogni domenica mattina, è sfiancante!- esclamò un ragazzo dalla pelle verde con espressione esausta.
A parlare con quel tono così lamentoso altri non era che Beast Boy, il mutaforma del gruppo, un ragazzetto verde dalla testa ai piedi che non riusciva mai a tenere la bocca chiusa, la sua simpatia irriverente e la sua infantilità giocavano un ruolo fondamentale nel suo essere il giullare della squadra.
Il leader dei Teen Titans invece era di tutt'altra pasta: un ragazzo dai capelli corvini con il volto coperto da una maschera bianca e nera che ne copriva gli occhi dal colore cristallino, un ragazzo serio e determinato, tormentato dai suoi demoni interiori.
Robin non aveva certo bisogno di presentazioni.
Il moro alzò gli occhi al cielo, osservando il compagno intento a lagnarsi e sbuffare affaticato -Beast Boy, come pensi di sconfiggere i cattivi senza un buon allenamento, eh?- chiese con tono di sfida.
Il verdolo si rizzò immediatamente sul posto assumendo una smorfia di disagio, scambiò una rapida occhiata con Cyborg, il fratello maggiore del gruppo: un mezzo robot dal cuore d'oro e dalla personalità frizzante e spigliata.
-Sei nei guai- canticchiò divertito il mezzo robot.
Beast Boy lasciò sfuggire un sospiro dalla sua bocca, osservò il leader con il sorrisetto tipico di un bambino a cui è stata scoperta una marachella.
-Bè, Robin...Non per dire ma noi abbiamo i poteri a nostra disposizione- asserì come se avesse detto un'ovvietà.
Robin non poteva credere alle sue orecchie, la sfacciataggine del mutaforma lo lasciava sempre con l'amaro in bocca ma non si sarebbe lasciato provocare, non per niente era lui al comando.
-Ok, se vuoi metterla così- il ragazzo gli diede le spalle sorridendo appena -Cosa pensi di fare dunque se incroci un nemico in grado di sovrastare i tuoi poteri? O addirittura di toglierteli? Pensi di chiedergli "per favore" di essere buono con te?! Dovresti senza dubbio ricorrere al corpo a corpo e in quel caso dovresti essere in grado di superarlo in forza e agilità, come pensi di riuscirci se non ti alleni in modo costante?- continuò voltando appena il capo in direzione dell'amico.
Mentre Robin spiegava a Beast Boy l'importanza di un corpo tonico e di una muscolatura di un certo tipo, due ragazze ascoltavano rapite la conversazione, si trattava di Starfire e Raven, le uniche due donne della squadra.
Due opposti che avevano saputo superare le differenze e condividere una splendida amicizia: la prima, un'aliena dalla bellezza frastornante, era una ragazza allegra e piena di energie, il motivo effettivo per cui i Titans erano ora un gruppo unito era proprio lei, piombata nelle loro vite durante una giornata di sole facendoli incontrare e facendo in modo che formassero una squadra così bizzarra; la seconda era invece una mezzo demone dalle grandi abilità magiche, una ragazza riservata e incapace di lasciarsi andare alle sue emozioni che, purtroppo, le avrebbero causato fin troppi problemi al momento di controllare il suo lato demoniaco e la sua magia.
-Prima iniziamo prima finiamo- commentò in tono monotono la maga..
Il piccolo litigio fra il leader e il mutaforma si bloccò, entrambi si voltarono a guardare la ragazza.
-Ha ragione, allora iniziamo- sbuffò Robin battendo le mani quasi a voler ricatturare l'attenzione del team.
La palestra interna dei Titans era di per sé di dimensioni medie, erano più che altro le alte pareti grigie a farla sembrare immensa, l'unica fonte di luce donata dal parquet di un beige brillante e dal finestrone situato in fondo alla stanza, proprio vicino al sacco da boxe che penzolava pesante dal soffitto perfettamente illuminato.
Entrando la prima cosa che si notava erano i pesi sparsi un po' ovunque sul pavimento del posto, all'angolo destro della palestra si trovava una postazione con due tapis roulant, un'ellittica e un paio di cyclette.
Al centro della stanza erano posizionati degli ostacoli da abbattere, alcuni ancorati a terra e altri mobili.
Infine, accanto all'entrata, si trovava una saletta di controllo da cui era possibile aprire una botola situata sul soffitto in grado di far precipitare nella stanza delle pesantissime lastre d'acciaio, questo tipo di esercizio era pensato per coloro che possedevano una forza eccezionale dato che, i pesi normali, sarebbero serviti a ben poco nel loro caso.
Cyborg e Starfire presero infatti posizione alla sala di controllo facendo a turno per sollevare sempre più lastre, Robin era occupato con il sacco da boxe scaricando su di esso una serie di calci e pugni sempre più rapidamente, Raven si trovava nella postazione degli ostacoli molto concentrata sul suo potere psichico ed infine, Beast Boy, lui si trovava a correre sul tapis roulant trasformandosi di volta in volta in un animale diverso mentre degli elettrodi ne rilevavano il battito cardiaco e la respirazione.
Una volta terminato l'intenso allenamento gli eroi si recarono alle docce, nell'immensa torre a forma di T c'erano solamente due bagni: uno per le donne e uno per gli uomini, di conseguenza i ragazzi dovevano fare a turno per lavarsi.
Quando tutti furono vestiti e lavati si diressero in sala da pranzo, quel giorno sarebbe toccato a Cyborg cucinare e Beast Boy non ne era particolarmente lieto.
-Non ti azzardare a propinarmi della carne amico, dico sul serio!- sbottò il mutaforma con le braccia incrociate al petto.
-Non ti ucciderebbe mangiare un po' di proteine!- inveì l'altro con un pacco di bistecche alla mano.
-Coso! La metà di quelle proteine sono io! Te ne rendi conto?- esclamò il verdolo inorridito.
-Rilassati macchia d'erba, ti ho preso l'alternativa vegetariana- sospirò l'altro con un sorriso beffardo sul viso.
Beast Boy lo squadrò in cagnesco prima di sedersi a braccia conserte con il broncio sulla faccia.
Gli altri scoppiarono a ridere, non era raro vedere quei due litigare per il cibo: Cyborg era un carnivoro convinto e raramente lo si vedeva mangiare frutta o verdura, Beast Boy era tutto il contrario, vegetariano e molto attaccato alla sua tanto amata soia.
Finito il pranzo Raven si mise a lavare i piatti, facevano a turni in modo da dividersi equamente le faccende di casa.
Non era facile essere un branco di teenagers senza famiglia, vivevano da soli e ovviamente dovevano provvedere al proprio sostentamento e questo implicava anche cucinare e svolgere i lavoretti domestici.
Ed ecco che non c'era più nulla da fare, le faccende erano state sbrigate, l'allenamento era concluso e i ragazzi erano seduti sul divano presi da una noia devastante e soffocati dal caldo torrido.
Durante il pomeriggio ogni fonte di aria sembrava essersi fermata.
-Ragazzi vi prego facciamo qualcosa!- esclamò nervoso il verdolo.
Raven sospirò alzando gli occhi al cielo per poi dirigergli uno sguardo severo -E che cosa vorresti fare?- chiese cupa.
-Non so...Uscire?- propose Beast Boy.
Gli altri sembrarono soppesare il suo invito, cercavano più che altro di capire se fuori facesse meno caldo che dentro.
-Per me va bene, potremmo goderci l'ombra del parco- rispose Cyborg.
-Perché no? In fondo restare a casa a sudare non è una prospettiva che mi intriga più di tanto- commentò Robin passandosi una mano fra i capelli.
-Ok- rispose semplicemente Raven coprendosi il viso con il cappuccio della sua mantella blu notte.
-Che meravigliosa idea amico Cyborg! Sì, mi piacerebbe molto andare al parco- cinguettò Starfire che, per inciso, sembrava l'unica a sopportare la temperatura di quel pomeriggio.
Il vantaggio per lei era che sul suo pianeta, Tamaran, gli abitanti nascevano con la straordinaria capacità di resistere ad ogni tipo di situazione atmosferica.


Cyborg si mise alla guida dell'auto da lui realizzata.
La "bambina", come la chiamava lui, era un mezzo di fina tecnologia pensato per trasportarli più velocemente da una scena del crimine all'altra e, ovviamente, anche adibita al loro divertimento personale.
Una volta arrivati al parco di Jump City, un' immensa distesa di verde delimitata da una siepe compatta che donava alla città uno spirito naturale, Cyborg fece scendere i suoi amici e si diresse alla ricerca di un parcheggio intimando loro di andare a cercare un buon posto all'ombra.
Il parco si presentava così: erba perfettamente tagliata su cui erano disposte alcune aiuole con fiori coloratissimi e dal profumo inebriante, in fondo era situata una piccola selva composta da quercie e cespugli di ogni genere, un lato del luogo era adibito ai giochi per bambini mentre al centro si ergeva una splendida fontana in marmo bianco che donava al tutto un aspetto più incantato.
L'ultima metà del parco era invece riservata all'area pic-nic, vi si trovavano infatti delle griglie e delle tavolate in legno disposte ordinatamente sotto all'ombra di qualche albero maestoso.
Alla fine i ragazzi trovarono un posto parecchio ombreggiato accanto alla fontana.
Raven si sedette con la schiena posata contro un tronco a leggere un libro usurato che aveva estratto dalla sua mantella, si vedeva che era un tomo che amava particolarmente perché il cuoio della copertina era piuttosto consunto, le pagine erano ingiallite e contrassegnate da diversi segni a matita come ad indicare il fatto che alcuni capitoli erano stati ripercorsi più e più volte nel corso del tempo.
Beast Boy si era portato dietro una consolle portatile con la quale si era subito messo a giocare, concentratissimo e intento a procurarsi la vittoria al video game che aveva abbandonato il giorno prima.
Starfire e Robin, che passavano quasi più della metà del loro tempo assieme, decisero invece di sdraiarsi sull'erba fresca a fissare le nuvole, ogni tanto chiudevano gli occhi per godersi i rumori del parco: le risate dei bambini che giocavano felici, le urla delle combriccole di amici che trascorrevano il pomeriggio giocando a rugby, il cinguettio rilassante degli uccellini.
Quando Cyborg li raggiunse si accomodò accanto a Beast Boy estraendo anche lui una consolle ed iniziando così una sfida amichevole.
La giornata procedeva così tranquillamente da renderli increduli, quasi non gli pareva vero di non aver ancora sventato qualche piano malvagio di qualche pazzo criminale.
-Sembra troppo bello per essere vero- sospirò Robin.
Accanto a lui, la giovane principessa aliena balzò sull'attenti -E' vero! Credi che dovremmo prepararci ad affrontare dei cattivi?- chiese con tono preoccupato.
Robin le prese delicatamente la mano riportandola a sedersi vicino a lui -Star, calmati. Per ora non vedo il motivo di mettersi sul chi vive. In ogni caso sempre meglio essere pronti a tutto- rispose serio.
-Amico, non iniziare a rovinarci la pacchia- sbottò Beast Boy.
-Gli eroi hanno raramente momenti come questo BB, sto solo dicendo che ci conviene essere pronti nel caso qualcuno decidesse di attaccare- spiegò il moro.
Raven, ancora immersa nel suo libro, rispose con tono piatto -Robin ha ragione, non si sa mai che questa giornata si trasformi in un incubo-.
Cyborg sospirò scambiandosi un'occhiata complice con il verdolo al suo fianco, quando si trattava di insinuare l'ansia nessuno meglio di Raven e Robin per riuscirci!
Le attività del pomeriggio continuarono comunque senza intoppi né fattori di disturbo il che non cessava di sorprendere i giovani Titans, di rado potevano permettersi giornate di totale ozio e ogni qual volta questo succedeva li lasciava sempre un po' perplessi e frastornati.
Il fatto è che erano così abituati a combattere il crimine che quando non avevano nulla e nessuno contro cui lottare gli sembrava di non aver vissuto una giornata regolare, non che se ne lamentassero ovviamente ma gli appariva comunque molto strano.
Era ormai calato il sole quando i cinque amici decisero di rientrare.
Non avendo voglia di cucinare quella sera, si fermarono a prendere della pizza d'asporto il che li conduceva al solito dilemma: cosa mettere sulla pizza?
I ragazzi avevano gusti così diversi e, nel caso di alcuni di loro particolari, da cozzare spesso gli uni con gli altri.
Si decisero alla fine per un'alternativa che potesse soddisfare tutti e tornarono a casa.
Conclusa la cena ognuno si rintanò nella propria stanza per cercare un po' di privacy.
Starfire però sembrava non voler stare sola, chiese a Raven se le andava di passare del tempo assieme ma la maga negò sostenendo di dover meditare in quanto non era riuscita a farlo durante il giorno.
L'aliena chiese allora a Cyborg se poteva assisterlo nella lucidatura della carrozzeria della macchina ma, anche lui, rifiutò dicendo di voler stare un po' per conto suo.
Beast Boy era già sparito in camera sua, probabilmente a dormire, e quindi solo un membro rimaneva all'appello.
Starfire sapeva che era troppo presto affinché Robin dormisse, sapeva anche che molto plausibilmente non era in camera sua, c'era infatti un solo posto dove contava di trovarlo: lo studio.
Bussò dolcemente alla porta sperando che il ragazzo non le si negasse come spesso faceva.
Sorprendentemente lui le aprì in fretta accogliendola con un sorriso radioso -Che ci fai qui?- chiese.
Starfire gli sorrise di rimando -Oh, volevo semplicemente passare del tempo in tua compagnia-.
Robin, che difficilmente sapeva resistere alle richieste della giovane aliena, la fece entrare ed accomodare sull'unica sedia disponibile nella stanza buia.
Lo studio dei Titans era un luogo particolare, di solito Robin si rinchiudeva lì dentro per ore senza lasciare che nessuno entrasse; era una stanza piccola composta da una scrivania metallica a muro sulla quale erano spesso sparpagliate scartoffie della polizia, foto di criminali e mappe della città e dei luoghi più bazzicati dalla malavita.
Sulle pareti erano affissi mandati di ricerca, modelli di costruzione di nuove armi e formule per modificare quelle già in possesso della squadra, inoltre era presente una libreria nella quale si trovavano dei cataloghi che raccoglievano una serie di schede personalizzate riguardanti i criminali incontrati fino a quel momento: punti di forza, punti deboli, obbiettivi e gadget a disposizione e così via.
Un lampadario che emanava una luce fioca pendeva dal soffitto illuminando la stanza lasciandola in una lieve penombra, l'unica sedia al suo interno era posta accanto alla scrivania ed era la più scomoda su cui Starfire si fosse mai seduta, si chiedeva spesso come Robin potesse starsene seduto lì per ore con la scarsa illuminazione e quel dannato pezzo di mobilio così duro e scomodo.
L'attenzione della ragazza venne catturata da un articolo di giornale che era maldestramente buttato sopra alla scrivania, il titolo dell'articolo principale l'aveva colpita immediatamente "SPARIZIONI NEL MONDO ATLETICO: RICERCATO IL COLPEVOLE".
-
Che cos'è?- chiese la ragazza prendendo fra le mani il giornale.
-Ah quello! Non lo so, l'ho trovato nella cassetta delle lettere quando siamo tornati, credo che avremo molto lavoro da fare nei prossimi giorni- rispose il ragazzo passandosi una mano fra i capelli.
Starfire iniziò a leggere l'articolo a bassa voce: "Si piange la scomparsa di alcuni campioni del mondo atletico: il possibile rapitore non ha lasciato tracce, le famiglie sono sconvolte..."
-Ma è terribile!- esclamò la ragazza portandosi una mano alla bocca.
-Già- sospirò l'altro.
I due rimasero per un po' svegli a discutere della situazione arrivando alla conclusione che il giorno seguente non avrebbero dovuto perdersi il telegiornale del mattino e ripromettendosi di fare un salto alla stazione di polizia di Jump City per raccogliere informazioni.
-Contatterò anche il commissario Gordon della polizia di Gotham, cercherò di farmi dire se hanno scoperto qualcosa in più- comunicò Robin.
Starfire annuì e richiuse la porta alle proprie spalle prima di recarsi nella sua stanza.


La mattina del giorno dopo Robin contattò tutti i membri della squadra ed ordinò loro di presentarsi in salotto per ascoltare insieme le notizie del giorno.
Sullo schermo della TV comparve il logo del telegiornale locale: Jump City News, accompagnato dalla classica sigla di programmi di questo tipo.
Il volto di un giornalista sulla quarantina, paffuto e barbuto si fece spazio poco dopo, sotto alla sua immagine una targa luminosa con scritto "Jonah Black".
L'uomo iniziò a parlare -Buongiorno a tutti e bentrovati in questa edizione mattutina del Jump City News, in primo piano la notizia che ha lasciato col fiato sospeso l'intera città: la sparizione di alcuni campioni del mondo atletico, ci colleghiamo ora con il nostro inviato speciale, a te la linea Oscar-
Sullo schermo comparve poi il viso di un uomo piuttosto giovane, aveva un'espressione neutra quasi come se non volesse far trasparire il benché minimo stato d'animo circa la situazione.
-Grazie Jonah, sì...Ci troviamo nel luogo dell'ultima sparizione: è scomparso durante una competizione di apnea subacquea il campione in carica con il record più alto mai registrato fra gli apneisti locali. Le circostanze della sua sparizione rimangono tutt'ora ignote ma i sommozzatori che lo accompagnavano sono stati ritrovati congelati nelle profondità marine, questa inquietante vicenda ha lasciato perplesso il corpo di polizia della città che non sa darsi una spiegazione sui possibili avvenimenti durante la gara. Andiamo ora a parlare con il capo della polizia di Jump City: il Signor Michael Hobbes che ci fornirà alcuni dati più specifici-.
L'uomo iniziò a camminare verso un gruppo di poliziotti radunati poco lontano, i Titans riconobbero immediatamente il viso scavato del capitano Hobbes, reso noto anche dalla evidente cicatrice che gli solcava il viso.
-Capitano Hobbes, cosa sa dirci in merito all'accaduto?-
Il poliziotto assunse un'espressione pensierosa e poi si decise a parlare, la sua voce cavernosa risuonava quasi tremante quel giorno.
-Salve, come lei ha già detto questo è un caso piuttosto insolito, la mia squadra non ha mai assistito a nulla del genere. Per ora sappiamo solo che i sommozzatori sono stati congelati, non abbiamo ritrovato altre tracce che possano condurci ad un possibile criminale locale. Nel frattempo suggeriamo ai cittadini la massima allerta-.
Ma i Titans non erano gli unici a prestare particolare attenzione alle notizie del giorno, nelle strade della città proprio di fronte alla vetrina che esponeva televisori, un uomo incappucciato era intento ad osservare le immagini del telegiornale che scorrevano in rapida successione sugli schermi dinanzi a lui mentre sogni di gloria gli balenavano nella mente e la smania di altri trofei si fece largo dentro di lui.






   
 
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