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Autore: _katherine_lls    26/08/2019    1 recensioni
Beatrice ha deciso di trasferirsi e di proseguire gli studi in Inghilterra convinta dalla sua migliore amica Serena che la definisce "la prima vera opportunità di cambiare la loro vita".
Un'opportunità che rischia di trasformarsi in tragedia quando scopre l'identità di uno dei ragazzi con cui dovrà condividere l'appartamento. Stando su un filo di lana Beatrice sembra aver trovato il giusto equilibrio ma la situazione andrà definitivamente a rotoli con l'arrivo di suo fratello dall'America.
Deve riuscire a proteggere le persone che amava e che ha imparato ad amare facendo scelte difficili, perché nessuna decisione può essere presa alla leggera quando c'è di mezzo la famiglia, anche se alla fine si tratta solo di legami di sangue.
Deve riuscire a fidarsi di se stessa e imparare a credere in una persona che ha disprezzato per lungo tempo perché è l'unico modo che hanno per uscirne vivi.
Ma come fai a fidarti di chi ti ha tradita? Come fai ad andare avanti quando tutti sembrano averti voltato le spalle nel vero momento del bisogno?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jeremy e Serena avevano finito di urlarsi dietro circa una ventina di minuti fa e la mia migliore amica si era appena chiusa dietro le spalle la porta dell’appartamento. 

Ero da sola con Jeremy. Sarei stata da sola con lui per due settimane e mezzo. La persona più insopportabile della Gran Bretagna stava esattamente ad alcuni metri di distanza da me e c’erano solamente le pareti a dividerci. 

Riccardo non aveva ancora risposto a nessuno dei tanti messaggi che gli avevo mandato. Probabilmente era ancora in aereo o gli era morto il cellulare.

-Avanti! – risposi a Jeremy che stava bussando alla porta della mia stanza.

-Ordino la pizza, ti va? – mi chiese con un sorriso cortese. Gli lanciai un’occhiata scettica.

-Si grazie, una margherita per favore! – gli risposi stupita prima di tornare a leggere il libro che avevo in mano. Lui uscì dalla mia stanza, che poi era la sua stanza visto che era casa sua, senza dire nulla.

Uscii dalla mia stanza solo quando sentii il campanello dell’appartamento suonare e la porta chiudersi. 

-Quanto sono costate? – chiesi a Jeremy alludendo alle due pizze mentre cercavo il portafoglio nella mia borsa.

-Lascia stare, offro io questa volta! – mi rispose andando in cucina e io lo seguii stupita. Per poco non mi strozzai quando vidi che aveva anche preparato il tavolo in maniera decente.

-Che hai stasera? Hai battuto la testa e non me ne sono accorta? Stai male? Devo…? –

-Guarda che se ti do fastidio quando mi comporto civilmente ci metto esattamente due secondi a ritornare stronzo come prima se non di più. Devi solo chiedere! – mi rispose sedendosi e versandosi la birra.

-Vuoi? – mi chiese indicando con un cenno del capo la lattina.

-Si grazie! – risposi ancora sconvolta andandomi a sedere. Non era mai stato gentile con me da quando lo conoscevo, a parte appena arrivata in Inghilterra quando mi aveva consolata all’uscita della discoteca.

-Scusa per prima, solo che non me l’aspettavo…! – farfugliai mandando giù un pezzo di pizza. Nulla a che fare con quella che mangiavo in Italia, ma non era affatto male.

-Si beh, immagino. Non sono sempre stronzo. Qualche volta ho bisogno anch'io di essere umano – mi rispose sorridendo mesto e abbassando lo sguardo. E per la seconda volta in un giorno avevo l’impressione che ci fosse qualcosa che non mi stavano dicendo e non era affatto una bella sensazione.

-Stai bene? – gli chiesi curiosa e Jeremy alzò stupito gli occhi. 

-Si perché? –

-Sembri strano! –

-sai, sono successe parecchie cose nelle ultime ventiquattro ore che mi danno più di un motivo per sembrare e per essere strano – mi rispose aprendo la seconda lattina di birra e versandone più di metà.

-Hai sentito Riccardo per caso? – mi chiese interrompendo il silenzio che era sceso in cucina. Non avevamo molti argomenti di cui parlare e non lo conoscevo nemmeno così bene da tirare fuori vecchi aneddoti o qualcosa di simile per fare conversazione come faceva di solito Serena.

-No, probabilmente è ancora in aereo o gli si è scaricata la batteria del cellulare. Chiamerà non appena arriverà da sua madre credo! –

-Si, stai tranquilla. Riccardo non è esattamente il tipo di persona che si diverte a far restare in pensiero gli altri. Tutti gli altri tranne me, ovviamente – mormorò. Non sapevo a cosa si stesse riferendo ma decisi di tenere a freno la mia curiosità. Non avevo nessuna intenzione di farlo arrabbiare adesso che sembrava una persona umana e non un mostro di prima categoria anche se sapevo che non sarebbe durata a lungo. Era un terreno minato, qualsiasi cosa dicessi rischiavo di fargli saltare i nervi.

-Domani sera ho il turno al ristorante! – gli dissi. Me ne stavo quasi dimenticando. Mi guardò stupito. Di solito non lavoravo di domenica ma avevo intenzione di fare un po' di straordinari per stare il più possibile lontano da casa e da lui visto che sicuramente non sarebbe andato da nessuna parte. Era troppo affezionato al divano per allontanarsi più di mezz’ora e soprattutto non aveva alcun bisogno di lavorare visti i soldi che si ritrovava in eredità. Poi era anche il compleanno di Mark e volevo fargli gli auguri di persona e passare più di cinque minuti in sua compagnia, evitando lo zerbino dell’appartamento di Jeremy e il suo <> dell’altra volta.

- Non ci sono domani a pranzo. Spero non ti dispiaccia! – mi disse lui e fu il mio turno di guardarlo sconvolta. Non che sapessi molto di lui, a volte spariva per mezza giornata ma non aveva nemmeno mai accennato a dove andasse e Riccardo cambiava sempre discorso ogni volta che glielo chiedevo. Sapevo che si dicevano tutto, lo capivo dagli sguardi di intesa che volavano tra i due e dal fatto che erano troppo spesso <> contemporaneamente perché fossero solo delle causalità.

-Mia mamma ha organizzato una festa alla villa per mostrare a me e ai miei parenti il suo amante che ha intenzione di sposare a breve – mi rispose seccato e poi vidi un lampo illuminargli gli occhi -Vieni anche tu? – mi chiese e io faticai  a tenere in bocca la birra che stavo bevendo e a deglutire senza che mi andasse completamente di traverso. 

-Jeremy, ecco, vedi… io… non la conosco nemmeno tua madre. Conosco a malapena te, non credo sia il caso che io venga con te domani. Infondo è un pranzo di famiglia! – balbettai. Non mi aspettavo la sua proposta. Fino a prima che litigasse con Serena non mi rivolgeva nemmeno la parola se non per trattarmi male e prendermi in giro, e adesso mi chiedeva di andare a pranzo con lui alla villa di sua madre. Non se ne parlava nemmeno.

-Non fraintendermi, nemmeno io conosco molto i miei parenti. Conosco fin troppo bene mia madre invece. Era solo perché tu non restassi qua da sola tutto il pomeriggio, ma se non vuoi non fa niente. Credo di essere ancora abbastanza bravo a eclissarmi dal resto del mondo e a far passare mezza giornata abbastanza velocemente – mi rispose e poi lasciò cadere l’argomento. 

Finimmo la cena tranquilli e per la prima volta da quando lo conoscevo non volarono frecciatine e insulti. 

-Devi studiare? – mi chiese mentre caricava la lavastoviglie. Per la seconda volta in un giorno dopo che si era rifiutato per tre mesi.

-No, lunedì non ho corsi e martedì nemmeno – gli risposi.

-Ah, io lunedì salto e martedì pure. Poi se voglio mi fingo ammalato anche mercoledì – sorrise facendomi scoppiare a ridere.

-Mi sono sempre chiesta come pensi di laurearti se salti tutte le lezioni-

-Facile, mi presento solo all’esame! -

-Si, ma i giorni di assenza influiscono sul voto! –

-Non se tuo padre era Alessandro Mercuri. Neanche se distruggessi mezza scuola mi abbasserebbero il voto – mi rispose abbassando il tono e preferii non fare altre domande. 

- Guardiamo un film? – 

-Jeremy, sicuro di non aver battuto la testa? Non è da te comportarti così, sto cominciando a preoccuparmi, seriamente! – dissi guardandolo spaventata. non che mi dispiacesse il suo nuovo modo di comportarsi che non includeva frecciatine costanti e mancanza di rispetto gratuita, ma non era da lui. Non era dall’odioso coinquilino a cui una volta avevo messo il dentifricio nelle scarpe nuove o scambiato lo shampoo con il miele. Tutto in compagnia di Riccardo ovviamente. 

-Se me lo chiedi un'altra volta giuro che divento peggio di come ero prima. Sto bene e non ho un cazzo da fare e nemmeno tu, quindi credo che piazzarci davanti alla televisione con una ciotola di popcorn e una lattina di birra sia un’ottima idea! – mi rispose e io non trovai niente con cui contraddirlo. 

Mi arresi a guardare un film con lui. Magari usciva il suo lato simpatico e gentile. D’altronde se dell’altro Jeremy conoscevo gran poco, di quello educato non conoscevo proprio nulla. 

-Preferenze per il film? – mi chiese distraendomi dai miei pensieri mentre mi sedevo sul divano.

-No, basta che non metti un horror se vuoi ancora avere le orecchie dopo! –

-Ti va bene un film di spionaggio o hai lo stomaco troppo sensibile anche per questo? – mi chiese alzando un sopracciglio divertito.

- un film di spionaggio non mi pare rientri nella categoria Horror quindi va più che bene, non ho lo stomaco così tanto sensibile! – risposi facendogli la linguaccia e lui scoppiò a ridere.

-Certo che sai essere simpatica quando ti impegni! – 

-Nah, tu saresti da ammazzare lo stesso! – risi mentre faceva partire il film e veniva a sedersi accanto a me. Forse queste due settimane e mezza di convivenza forzata sarebbero state meglio di come me le aspettavo.

 
  
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