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Autore: PiperBlue    26/08/2019    0 recensioni
Kilari è una bellissima giovane idol giapponese, famosa anche nel resto del mondo: la sua storia d'amore si sviluppa fra le luci della ribalta. Ma come sarebbero andate le cose, se così non fosse stato? Se lei fosse rimasta una normale studentessa, avrebbe avuto modo di trovare la sua anima gemella ugualmente? Oppure sarebbe rimasta sola, in attesa di un principe azzurro che non avrà mai modo di incontrare?
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hiroto Kazama, Izumi Amakawa, Kilari Tsukishima, Seiji Hiwatari
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Kilari sbuffò, per la milionesima volta quel giorno. Dopo le lezioni si era vista costretta a trattenersi a scuola più tardi del solito: In seguito al disastro della gita nel bosco, la professoressa aveva punito lei e Hiroto, obbligandoli a pulire la palestra. Quando suo padre l’aveva riportata a casa dall’infermeria, quel fatidico giorno, le aveva fatto un’interminabile ramanzina sulla responsabilità e l’attenzione. Sarebbe stato quasi fastidioso, se solo la ragazza non avesse saputo benissimo che si stava solo preoccupando per lei ed era contento che non si fosse ferita più gravemente di una slogatura. Inoltre, non riusciva a essere di malumore, non dopo quello che le sue amiche le avevano detto. Più ci ripensava, più arrossiva e si sentiva imbarazzata. Finì quindi per prestare ben poca attenzione alle parole del padre che, vedendola con la testa fra le nuvole, non poté fare a meno di rilassarsi e sorridere: Kilari era sempre la solita.
Quando poi era arrivata a casa e aveva dovuto raccontare tutto al suo gattino, sempre così diligente e responsabile, al contrario di lei, si era beccata una gran bella sgridata da parte sua. Non solo era stata così incauta da allontanarsi dagli altri senza dire niente e aveva finito per farsi male, ma alla fine aveva dimenticato di portarsi dietro dell’acqua.
Ripensandoci più tardi, quando era finalmente riuscita a distrarsi dal pensiero del presunto bacio e quindi con la mente più lucida, si rese davvero conto del pericolo che aveva corso e che aveva fatto correre a Hiroto e di come era stata fortunata a non farsi troppo male.
In ogni caso, quando la sua caviglia fu del tutto guarita, dovette subire la punizione della professoressa.
E così si era ritrovata a sistemare una serie di attrezzi per esercizi vecchi e rovinati nello sgabuzzino della palestra, mentre Hiroto spazzava il pavimento del campo da basket.
Sbuffò di nuovo. Era tutta colpa sua se il ragazzo si trovava in quella situazione, eppure lui svolgeva il lavoro in silenzio e senza lamentarsi, anzi, con il sorriso sulle labbra. Hiroto la sorprese a guardarlo, e lei distolse lo sguardo in fretta, rossa in volto. Diversi minuti dopo, riuscì a trovare il coraggio per parlare.
«Scusa…» disse, titubante.
«Per cosa?» chiese il ragazzo, guardandola confuso.
«È tutta colpa mia se sei qui a pulire. Scusa.» spiegò lei, troppo mortificata per sollevare lo sguardo, puntato sui suoi piedi. Quando però sentì la genuina risata del moro, alzò il viso, incredula. Il ragazzo, infatti, stava ridendo di gusto.
«Non pensarci nemmeno! È vero, sei stata imprudente, lo siamo stati entrambi, ma sai che non ti avrei mai lasciata là da sola.» disse, prendendo fiato. Kilari sorrise: la gentilezza del ragazzo riusciva sempre a stupirla.
«Grazie.» disse lei infine «Davvero. Sei sempre così gentile con me, mi aiuti quando sono in difficoltà e mi consoli quando sono triste. Mi sei sempre vicino e sei sempre disponibile. non so proprio come farei senza di te.»
Nel lasciarsi scappare questa mezza confessione, la ragazza sentì un enorme peso lasciare il suo cuore. Si morse il labbro, aspettando nervosamente la reazione del ragazzo, che non tardò ad arrivare. Hiroto, infatti, lasciò cadere la scopa con la quale stava pulendo fino a pochi istanti prima per avvicinarsi a Kilari e stringerla in un caloroso abbraccio. La ragazza ricambiò, affondando il volto nel petto di lui e inspirando a pieni polmoni il suo profumo.
«Sai perché lo faccio?» disse il ragazzo, prendendo un grande respiro prima di continuare. Lei lo guardò, aspettando che proseguisse.
«Perché sei tu. Perché sei una ragazza fantastica, generosa e gentile con tutti, anche con chi non se lo merita. Perché sei così ottimista e positiva da contagiare perfino un pessimista come me. Perché sei meravigliosa, Kilari Tsukishima, e te lo meriti.» Kilari aveva le lacrime agli occhi. Davvero pensava tutto questo di lei?
«Hiroto…» mormorò. Lui però non aveva finito di parlare. Adesso che era finalmente riuscito ad aprirle il suo cuore, non si sarebbe lasciato interrompere da niente e nessuno.
«Il tuo sorriso è il più radioso che io abbia mai visto e illumina tutto il tuo volto, soprattutto gli occhi, così splendidi ed espressivi, che brillano di luce propria quando sorridi. Kilari, io…» proprio in quel momento, quando stava arrivando al culmine del discorso e stava per lasciarsi sfuggire quelle due paroline che lo avrebbero esposto, vulnerabile, al cospetto della ragazza più amabile dell’universo; quando lei stava ascoltando rapita le sue parole, pendendo dalle sue labbra, con il cuore che correva come un forsennato e non accennava a volersi fermare, con il rossore sempre più intenso sulle guance, con ancora le lacrime agli occhi e mille pensieri e speranze in testa che le facevano trattenere il fiato, qualcuno proruppe dalla porta, interrompendo il fiume di parole del ragazzo.
«Ragazzi!» urlò la professoressa, contrariata. I due si resero conto di essere ancora abbracciati, i loro volti vicinissimi. Si allontanarono in fretta, imbarazzati.
«Sapevo che non dovevo lasciarvi soli» si lamentò l’insegnante. «Adesso non mi muovo da qui finché non avrete finito!» concluse, sedendosi in un angolo a supervisionare il lavoro dei due.
Mentre terminavano di pulire e sistemare in silenzio, Hiroto malediceva mille volte il tempismo di quell’arpia e Kilari ripensava alle sue parole, con il cuore che ancora non si voleva decidere a rallentare, e soprattutto con una grande domanda che l’assillava continuamente in testa. Cosa stava per dirle?
Per il resto delle pulizie, i due si lanciarono sguardi furtivi, distogliendoli se si incrociavano, sussultando se per caso le loro dita si sfioravano e sorridendosi imbarazzati ogni volta che si ritrovavano vicini.
Quando finalmente ebbero finito, uscirono dall’edificio. Hiroto, svanito tutto il coraggio che era riuscito a raccogliere precedentemente, cercò di attraversare in fretta il piazzale della scuola per rimandare il più possibile il confronto che incombeva sulla sua testa. Si diede dello stupido. “Davvero stavo per dirglielo? Cosa mi è saltato in mente?” si diceva. Quando però si voltò indietro per salutare frettolosamente la ragazza oggetto dei suoi pensieri non poté fare a meno di fermarsi. L’espressione dipinta sul volto di Kilari lo lasciò di sasso: era ancora all’entrata della scuola, immobile, gli occhi pieni di tristezza. Il cuore del ragazzo ebbe un tuffo. Si sentiva triste per colpa sua? Le si avvicinò, troppo preoccupato per pensare all’imbarazzo che fino a poco prima provava anche solo pensando a lei.
«Kilari?» la chiamò, porgendole una mano. Lei lo guardò in volto, con gli occhi lucidi.
«Hiroto… cosa volevi dirmi?» chiese, tesa. Si sentiva lo stomaco sottosopra dall’agitazione.
Lui sgranò gli occhi, restando per un momento senza parole. Voleva risponderle, ma quando provava a parlare le sue corde vocali si rifiutavano di collaborare e la sua bocca non emetteva alcun suono. Senza pensarci troppo, si lasciò trasportare dalle emozioni, lasciando che fossero i fatti a parlare per lui: in meno di un secondo, annullò la distanza che li separava, premendo le sue labbra contro quelle calde e morbide di lei in un bacio dolce e casto. Si ritrasse quasi immediatamente, terrorizzato da ciò che aveva appena fatto, ma ancor di più dall’idea di come lei avrebbe reagito.
Dal canto suo, Kilari non aveva avuto molto tempo per rendersi conto di quello che stava succedendo: in un attimo, Hiroto la stava baciando, e lei si era sentita fra le stelle, e l’istante successivo erano di nuovo separati, troppo lontani per i suoi gusti, e lei era tornata sulla Terra in un batter d’occhio. Sentiva ancora il calore del contatto sulle sue labbra. Il cuore ora le batteva tanto forte da farle quasi male. La testa le girava dall’emozione, mentre lentamente realizzava quanto era appena successo. Hiroto l’aveva baciata, e per davvero, questa volta! Solo in quel momento si ricordò di lui, che le stava ancora davanti, in attesa della sua reazione. Per tutta risposta, lei gli regalò il sorriso più largo e luminoso che avesse mai fatto.
Immediatamente, il ragazzo si rilassò, ricambiando il sorriso.
«Ti amo!» esclamò Kilari, piangendo di gioia.
«Ti amo anche io, zuccona!» disse finalmente lui, abbracciandola e baciandola di nuovo, questa volta più a lungo.
 
Miku e Sayaka, che indossavano dei cappotti impermeabili, occhiali da sole e baffi finti per non farsi riconoscere, osservarono nascoste dietro un cespuglio la novella coppietta incamminarsi verso casa della ragazza mano nella mano, parlando e ridendo e scambiandosi di tanto in tanto qualche bacio veloce. Quando i due sparirono dalla vista, si misero a strillare e saltare qua e là come due molle impazzite: finalmente quei due imbranati si erano confessati i loro sentimenti, formando una coppia bellissima che si sarebbe amata per sempre.




Ciao a tutti! Finalmente quest'altra imbranata ha finito la storia, che si protraeva, pensate un po', ormai da ben tre anni! Si tratta di un lasso di tempo ridicolmente lungo, me ne rendo conto e chiedo perdono per la lunga attesa alla quale vi ho costretto, ma adesso ho finito, e spero che anche questo capitolo, quello conclusivo, vi piaccia! Questa è la fanfiction più lunga che io abbia scritto fino ad ora, e devo ammettere che ne vado piuttosto fiera. Kilari è un manga che ha accompagnato gli anni della mia primissima adolescenza, nel periodo a cavallo fra gli ultimi delle elementari e i primi delle medie, e non potevo assolutamente non omaggiare questa splendida opera che mi ha regalato così tante emozioni con una fanfiction. Spero che vi sia piaciuta, non dimenticate di lasciare le vostre recensioni: sono essenziali per farmi sapere le vostre opinioni, alle quali tengo moltissimo.
Alla prossima, la vostra PiperBlue!

   
   
 
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