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Autore: 9Pepe4    27/08/2019    0 recensioni
«Non ti fa paura?» le chiese Maureen, con una certa cautela. «Non ricordare niente?»
«In parte» ammise Clary, sinceramente. Soprattutto i primi giorni. «Ma, ecco… Ho l’impressione che, dovunque io sia stata… ho l’impressione che fossi al sicuro».
O forse non proprio al sicuro. Ma al proprio posto.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Clary Fairchild, Magnus Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Cose svanite

Cose svanite, facce, e poi il futuro
―Anime Salve, Fabrizio De André

«Allora?» domandò Maureen, alzando la voce per sovrastare il frastuono che le circondava. «Ti ricorda niente?»
Clary si guardò attorno con la fronte increspata prima di gridare di rimando: «In realtà no».
Andava anche detto che non era facile avere una buona visione del locale, tra i flash delle luci e la miriade di corpi che si muovevano al ritmo della musica. Ma né i soffitti alti né i pilastri circondati di gente le evocavano il minimo sprazzo di riconoscimento.
«Hai detto che siamo già state qui, giusto?»
Maureen annuì e si sistemò una ciocca di capelli ricci dietro l’orecchio. «Per il tuo diciottesimo compleanno».
Clary si accigliò. «Non ero venuta ad un concerto tuo e di Simon?»
Subito dopo si morse le labbra, ma era troppo tardi: Maureen la guardò come se avesse perso di colpo il filo del discorso.
Una giovane donna che ballava con le braccia tese verso il soffitto passò loro accanto, e quasi si strusciò contro Clary. Lei sgusciò via con facilità, segretamente lieta di quella distrazione.
«Senti» disse, rivolta a Maureen, «togliamoci da qui e troviamo un angolo più tranquillo».
Quasi non lasciò tempo all’amica di rispondere, ma le afferrò la mano e la trascinò con sé, evitando agilmente la massa di persone in movimento. Si diresse con decisione verso l’angolo bar, che sembrava estendersi per tutta una parete. Una serie di sgabelli alti erano allineati lungo il bancone, ed erano quasi tutti occupati. Non era esattamente un luogo deserto, ma almeno non sarebbero state tra i piedi delle persone venute lì a ballare.
«Volete qualcosa, ragazze?» s’informò una barista dai lunghi capelli neri.
«Dobbiamo ancora decidere» rispose cordialmente Clary. In realtà pensava fosse meglio non ordinare niente; già erano entrate con dei documenti falsi, non voleva rischiare di cacciarsi ancor più nei guai bevendo qualcosa.
La donna annuì e si spostò per rivolgere qualche parola ad un suo collega. Era strano: con tutti i giovani che continuavano ad avvicinarsi per ordinare un drink, Clary si sarebbe aspettata più folla, e che i baristi fossero molto più affaccendati. Loro, però, si muovevano con calma, e il servizio era comunque incredibilmente rapido.
Scrollando le spalle, Clary riportò l’attenzione su Maureen. «Dicevamo…»
«Il concerto. Giusto». Maureen si morse appena le labbra. «Dopo ci siamo fermati qui fuori, e tu hai ridecorato il furgone di Simon».
«Le tempere che mi aveva regalato Luke» mormorò Clary tra sé e sé. Poi, alzando di nuovo la voce, incalzò: «E dopo?»
«Dopo… be’, a te è sembrato di vedere un tipo palestrato, o qualcosa del genere, e hai deciso di seguirlo nel locale. Siamo entrati anche noi, ma poi ti abbiamo persa di vista, e alla fine sei praticamente scappata fuori. E non ti ho più risentita».
«Mmm». Clary si succhiò il labbro inferiore con fare pensoso.
Non ricordava di essere mai entrata in questo locale. Ricordava vagamente di aver ridecorato il furgone di Simon, e le loro chiacchiere con Maureen…
Maureen, che adesso la stava fissando con una punta di apprensione. Clary sapeva perché. La guardavano tutti così, quando saltava fuori Simon, e supponeva che avesse senso… lui era il suo migliore amico da sempre, ed era morto. Avrebbe dovuto sentirsi distrutta, giusto? Ma non era così. Simon le mancava da morire, certo, ma era come se una parte di lei non credesse a quella faccenda dell’incidente.
Inizialmente la propria mancanza di dolore l’aveva allarmata e fatta sentire in colpa, ma adesso stava cercando di accettare i propri sentimenti, il fatto che probabilmente aveva bisogno di più tempo.
Passando il peso da una gamba all’altra, Clary spostò lo sguardo verso il bar, e notò una persona che si era avvicinata per dire qualcosa ad una barista.
Era un uomo abbastanza alto, con una cresta di capelli neri striati dello stesso blu della giacca che indossava. I suoi occhi a mandorla erano evidenziati da un tratto deciso di eyeliner, e guardarlo era come cercare di ricordare un sogno che aveva già dimenticato.
«Clary? Cos’hai?»
Clary sbatté le palpebre. Maureen sbirciò di lato e annuì con un certo apprezzamento.
«Carino» commentò.
Clary non rispose. L’uomo era innegabilmente attraente, ed aveva un ché di confidente ed etereo, quasi soprannaturale. Ma ogni volta che lei si trovava ad apprezzare l’aspetto fisico di qualcuno era come se la sua mente desse uno strattone. Come se volesse fare un automatico paragone con… con qualcun altro che Clary non riusciva a ricordare.
«A volte mi chiedo se mi sono innamorata» confidò di punto in bianco, «in quei mesi che non ricordo…»
L’aveva detto solo a Becky, finora, durante quelle settimane in cui era andata a stare in Florida con lei e la signora Lewis.
Maureen la guardò con aria sorpresa. «Sai? Credo che Simon… credo che lui mi avesse accennato qualcosa al riguardo. Mi ha detto che avevi un ragazzo, mi sembra». Dovette vedere qualcosa sul viso di Clary, perché si affrettò ad aggiungere: «Non so se fosse vero, però. Se fosse una cosa seria, o se stesse esagerando».
Clary non rispose, serrando le labbra. Certo, era possibile che lei avesse semplicemente incontrato un ragazzo e Simon avesse reagito in modo melodrammatico, ma… ma… Qualcosa le diceva che non era così.
«Ti ha detto nient’altro?» non poté fare a meno di chiedere, il cuore che batteva un po’ più forte. «Su questo mio presunto ragazzo?»
Maureen scosse la testa. «No, credo proprio di no. Mi dispiace».
Clary inghiottì a forza la propria delusione. «Tranquilla, non importa» disse, anche se in realtà importava eccome.
Per un istante, aveva sperato di poter dare un minimo di senso alle sensazioni e alle immagini confuse che la tormentavano costantemente, di poter avere un qualche indizio su quei mesi che non ricordava… di poter sapere con più sicurezza se almeno una delle cose che sospettava fossero vere lo era o no.
Cercando di calmarsi, infilò una mano nella tasca della propria gonna a pieghe. Le sue dita trovarono la forma familiare di un carboncino, e lei ci giocherellò finché non riuscì a smaltire il proprio disappunto. Trasse un paio di respiri, e riportò lo sguardo su Maureen.
«Non ti fa paura?» le chiese l’amica, con una certa cautela. «Non ricordare niente?»
«In parte» ammise Clary, sinceramente. Soprattutto i primi giorni. «Ma, ecco… Ho l’impressione che, dovunque io sia stata… ho l’impressione che fossi al sicuro».
O forse non proprio al sicuro. Ma al proprio posto.
«Dovunque tu sia stata» commentò Maureen, «ti è successo qualcosa».
Clary si accigliò. «Cosa vuoi dire?»
Maureen esitò per un momento, e Clary ricordò che, per quanto fossero amiche, non erano davvero abituate a scambiare confidenze troppo intime.
«Be’» rispose infine Maureen. «Sei diversa. Prima eri… ecco, eri una ragazzina. Adesso è come se fossi una donna. Sei più decisa, più sicura di te».
Clary rimase immobile, assorbendo quelle parole. Maureen aveva ragione, pensò. Lei era diversa.
Prima che potesse replicare, una mano sconosciuta si appoggiò pesantemente alla sua spalla, e una voce le alitò all’orecchio: «Ehi, ragazze. Posso offrirvi un drink?»
Clary scrollò le spalle per sottrarsi allo sconosciuto – un tipo sui trent’anni, dai capelli castani, palesemente ubriaco.
«No, grazie» disse, e Maureen le fece eco: «Siamo a posto».
L’uomo, però, tornò ad agguantarle la spalla, stavolta con più forza. «Andiamo» insistette, con un sorriso storto. «Sarà divertente».
Maureen fece un passo in avanti. «Abbiamo detto…»
Non riuscì a finire. Lo sconosciuto affondò le dita nella spalla di Clary, e lei reagì senza pensare. Si girò di scatto verso di lui, afferrandogli il braccio e facendo leva per scaraventarlo a terra in una mossa fulminea.
«Ma che diamine…?» imprecò lui, lungo disteso sul pavimento.
Maureen fissava Clary ad occhi sgranati, ma lei non ci fece caso. «Vattene» sibilò, rivolta all’uomo.
Sapeva che le persone nelle vicinanze si erano girate a guardare, e onestamente non le importava.
«Ma chi ti credi di essere?» borbottò l’uomo, mettendosi a sedere con qualche difficoltà. «Io…»
«Hai sentito la signorina» intervenne un’altra voce. «Fuori dal mio locale».
Clary si girò. L’uomo che aveva attirato la sua attenzione al bar si era avvicinato, affiancato da un imponente buttafuori. Lei lo fissò, ma lui sembrò evitare accuratamente il suo sguardo e rivolse un gesto al buttafuori, che si mosse immediatamente per tirare in piedi l’ubriaco e iniziare a scortarlo verso l’uscita più vicina.
«Ho capito, ho capito, me ne vado! Pazza furiosa…»
Quando furono scomparsi dalla loro vista, Maureen affiancò Clary. «Wow» esalò. «È stato incredibile».
Lei si guardò la mano come se questa avesse agito di sua spontanea volontà. «Immagino».
«Immagini?» ripeté Maureen. «Clary, hai appena steso un tizio che era il doppio della tua taglia!»
Clary si concesse un breve sorriso di soddisfazione, poi ricordò l’uomo del bar – che a giudicare da quanto era successo doveva essere il proprietario del locale – e si voltò verso di lui.
Fu sorpresa di trovarlo ancora in piedi lì accanto. Per qualche motivo si era aspettata che svanisse subito via tra la folla.
«Grazie» gli disse.
Stavolta, lui incontrò i suoi occhi. «Non ringraziarmi» le disse. «Te la stavi cavando egregiamente anche per conto tuo».
Se non fosse stato assurdo, Clary avrebbe pensato che sembrava quasi orgoglioso di lei. Fu quasi sul punto di chiedergli se si conoscevano, ma poi decise di no. Se fosse stato così, certamente lui l’avrebbe salutata, o qualcosa del genere.
«Però…» La sua voce la distolse da quei pensieri. «Credo che neanche voi dovreste essere qui. Sembrate un po’ troppo giovani. O sbaglio?»
Clary scambiò un’occhiata con Maureen. «Siamo nei guai?» chiese poi.
Probabilmente avrebbe dovuto fingere di non capire, ma il suo istinto le suggeriva di fidarsi, e lei si fidava del proprio istinto. E a voler essere pignoli non aveva davvero ammesso qualcosa.
Le labbra dell’uomo si contrassero come per trattenere un sorriso. «Non necessariamente. Se ve ne andate subito, potrei chiudere un occhio».
«D’accordo» disse Clary, studiandolo curiosamente.
A quella distanza, poteva vedere l’impronta di brillantini sulla sua guancia, l’ombretto indaco attorno ai suoi occhi. Poteva vedere i cerchietti di metallo che gli decoravano la giacca, le collane che gli pendevano sul petto. Tutto l’insieme le faceva prudere le dita dalla voglia di provare a disegnarlo.
«Usate l’ingresso principale» aggiunse l’uomo, «così da non imbattervi in quel malintenzionato».
Alzò brevemente la mano sinistra per indicar loro la direzione, e Clary notò di sfuggita la fede che portava all’anulare.
«Sì, signore» disse Maureen.
Lui annuì e fece un aggraziato passo indietro per poi dileguarsi tra la folla, non prima però di aver lanciato a Clary un’ultima occhiata.
«Uff» commentò Maureen mentre iniziavano a dirigersi verso l’uscita. «Ci è andata bene».
Clary non rispose. Si sentiva quasi su di giri, e si chiese se fosse per l’adrenalina di essere riuscita a mettere al tappeto un uomo adulto. Forse avrebbe dovuto esserne meno compiaciuta. Era stata una reazione completamente istintiva, non ricordava nemmeno più le mosse che aveva fatto.
“Memoria muscolare” le venne da pensare, e si chiese se sarebbe mai riuscita a ripetere quell’azione volontariamente.
Il suo ultimo pensiero prima di uscire all’aria aperta, però, fu per il proprietario del locale e per il suo sguardo intenso. Poi il fumo di una sigaretta la fece tossire, e Clary toccò la spalla di Maureen per indirizzarla verso la strada, e insieme si allontanarono dal Pandemonium, tra la folla, lungo la città illuminata.









Note:
Magnus non doveva essere altro che un cameo, ma poi la storia ha finito per andare per conto proprio e lui ha interagito con Clary.
Comunque ho una quantità spropositata di headcanon sull’anno mancante, quindi potrei tornare a scrivere su questo periodo.

(Se avete un momento per andare a votare qui per il nome di Maureen così che venga inserito nella lista dei personaggi mi fareste un gran favore ♥)
  
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