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Autore: EmilyG66    28/08/2019    1 recensioni
I lavori di restauro della scuola di magia più famosa di Irlanda e Gran Bretagna sono stati ultimati ed Hogwarts è fiera di aprire nuovamente le sue porte a nuovi e vecchi alunni.
Per secoli la scuola è stata testimone di fatti incredibili e allo stesso tempo parte delle esperienze più comuni, ma ugualmente importanti, dei suoi allievi. Come: la nascita di un’amicizia o di un’inimicizia, i burrascosi litigi con i compagni o i professori, le prime cotte e i giovani amori.
È proprio qui che due noti studenti faranno chiarezza tra di loro e, metaforicamente, seppelliranno le bacchette.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Nelle verdeggianti pianure della Scozia, nascosta agli occhi dei babbani e protetta da degli incantesimi, sorge la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts.

L’edificio è arroccato su una grande scogliera circondata per miglia e miglia da alberi e a sud dal lago Nero.

Avvicinandovisi abbastanza si può udire il chiacchiericcio allegro degli alunni nel cortile e nei corridoi. La guerra è ormai alle spalle ma non verrà mai dimenticata, così come gli eroi caduti per vincerla.

 

Era una classica giornata di settembre, il cielo azzurro era spruzzato di nuvole bianche e gli studenti non stavano più nella pelle per l’inizio di un nuovo anno scolastico.

Erano tutti arrivati due settimane fa e subito Hogwarts aveva preso il posto di casa loro, l’euforia aleggiava tuttora in giro.

I ragazzi del primo anno si guardavano attorno increduli per essere finalmente lì e osservavano ogni cosa con un luccichio negli occhi non dissimile da quello di altri giunti prima e dopo di loro.

 

Hermione Jean Granger era una dei pochi alunni del suo anno che avevano lasciato la scuola e poi deciso di tornare dopo la guerra per completare l’anno mancato e dare i M.A.G.O.

Hogwarts le appariva ancora così familiare dopo le molteplici insidiose avventure passate, ma qualcosa si era incrinato dentro di lei e mentre camminava per i corridoi il proprio subconscio le restituiva un’immagine della scuola completamente differente.

Fuoco di qua, macerie di là, incantesimi che le sfioravano la testa tra cui maledizioni senza perdono, grida, risate sprezzanti, pianti e angoscia si mescolavano tra di loro e aggredivano ancora la strega nel cuore della notte.

Inevitabilmente la guerra l’aveva cambiata ed era stata costretta a maturare ancora una volta più in fretta di quanto avesse creduto possibile.

Un esempio?

Dopo il bacio scambiato con Ron, il suo migliore amico e la sua prima cotta, le cose non erano andate affatto come aveva sempre fantasticato.

Entrambi si erano presi del tempo per risolvere i loro problemi familiari e rimettere in piedi le loro vite sconvolte dalla grande battaglia che si era da poco conclusa.

Non si erano frequentati. Le loro priorità erano cambiate, si conoscevano da sempre e non c’era modo ne possibilità di scoprire altro.

Più saggiamente entrambi avevano infine deciso, di comune accordo, che un’ipotetica relazione non avrebbe funzionato a dovere. Sarebbe sempre mancato un po’ di pepe tra di loro ed una complicità che non avrebbero mai avuto.

Così erano rimasti amici legati da un profondo legame simile a quello tra sorella e fratello, e tutti ne furono contenti.

 

Ora la grifondoro si trovava nel cortile della scuola e teneva d’occhio i vari studenti.

Al suo rientro molti l’avevano accolta con entusiasmo nutrendo un gran rispetto per lei che la professoressa...che la preside McGranitt incoraggiò a sfruttare per influire positivamente sulla cooperazione fra le quattro case. La ragazza fece questo e molto di più.

 

La quiete di quel giorno venne smossa quando qualcuno avvistò una carrozza in lontananza. Hermione, seduta su un muretto e con un libro tra le mani, sollevò appena il capo indisturbata.
Chi poteva essere stavolta? si chiese e si alzò.

Indossava la divisa come gli altri ma non il mantello e sia le maniche del maglione che quelle della camicetta sottostante erano state arrotolate fino ai gomiti.

La cicatrice che recitava “Sangue sporco” incisa sull’avambraccio sinistro ostentava la propria presenza e spiccava sulla pelle rosea, etichettava malignamente ciò che la strega era ma rivelava anche a chiunque vi posasse lo sguardo che la grifondoro era più forte di quel che sembrava in realtà.

Dunque la mostrava alla luce del sole con coraggio, senza vergogna e incurante dell’opinione altrui incamminandosi verso il cancello dove un gruppetto di curiosi si teneva a distanza.

La carrozza arrivò all’entrata e si fermò.

La portiera non venne aperta subito ma quando fu fatto la ragazza arrestò la propria andatura.

Una testa biondo platino fece capolino ed Hermione perse un battito guardando scendere Draco Lucius Malfoy elegante nel suo costoso completo rigorosamente nero.

Mai si sarebbe aspettata di rivederlo di nuovo a scuola.

A capo chino l’ex Mangiamorte non osò alzare lo sguardo e posarlo su alcun viso.

Non ce ne fu alcun bisogno, poiché la nuova preside della scuola si diresse frettolosamente verso di lui facendo ondeggiare la veste scura che indossava.

-Signor Malfoy, che piacere rivederla. Temevo non arrivasse più. -disse avvicinandoglisi maggiormente passo dopo passo con un sorriso in volto che il serpeverde non seppe decifrare.

Sembrava davvero felice di rivederlo ma era chiaramente a disagio.

Già, troppe cose erano cambiate.

Il biondo posò lo sguardo accuratamente solo sul volto della donna ora ferma di fronte a sé e parlò schietto.

-Si beh, non ero del tutto certo che sarei tornato neanch’io profes...preside. -si corresse.

Gli risultava davvero insolito chiamarla così, non più di quanto lo sarebbe stato con Piton.

-Capisco perfettamente. -rispose la strega annuendo comprensiva per la situazione spinosa in cui il giovane si era suo malgrado ritrovato.

-Faremo in modo che quest’anno sia migliore di quelli appena trascorsi. -si ripromise la McGranitt riferendosi al periodo in cui c’era stato il costate timore del ritorno del Signore Oscuro -ed inoltre Hogwarts non ha mai negato un posto ad un mago abile o talentuoso come lei. -aggiunse sincera.

Il ragazzo ringraziò e i due ripresero a scambiarsi delle brevi frasi mentre Hermione assisteva alla scena tentando di convincere se stessa che sì, Malfoy avrebbe fatto parte della sua vita per un altro ultimo anno di scuola.

 

Dopo che ebbe dato le ultime raccomandazioni al serpeverde la preside si allontanò di qualche passo restando comunque nei paraggi per accertarsi che tutto filasse liscio ed il gruppetto di curiosi le si fece incontro per avere delucidazioni su una questione o sull’altra.

Il biondo si girò nuovamente verso la carrozza conscio di avere gli sguardi di alcuni studenti, se non tutti, puntati sulla schiena e suoi occhi vagarono alla ricerca di una scusa per non voltarsi in direzione del cancello.

Si ritrovò così ad osservare e ad accarezzare con interesse il muso di una di quelle creature alate visibili solo a coloro che avevano visto morire qualcuno davanti ai loro occhi.

In quel momento i Thestral erano diffidenti ma calmi.

Gli animali gli piacevano. Non aveva frequentato cura delle creature magiche come materia supplementare per nulla, tuttavia si rammaricava di riuscire a vedere quelli.

 

Non era stato affatto facile neanche per il ragazzo rimettere insieme i pezzi della sua vita che tanto duramente era riuscito a tenersi stretta.

Harry aveva messo una buona parola per loro e, visto l’aiuto prezioso di Narcissa Malfoy e di Draco, avevano evitato per un pelo Azkaban.

Questo però non era stato che la punta dell’iceberg dei problemi del giovane.

La loro immagine pubblica era distrutta, il nome della famiglia reso ancora più sporco di prima, indagini e inchieste erano state aperte seguite da numerosi processi, i loro movimenti per un periodo di tempo sarebbero stati monitorati, infine alcuni oggetti oscuri erano stati confiscati ed i Malfoy si erano trovati per la prima volta in debito verso lo stato magico.

Un altro “errore”, un piccolo sgarro e sarebbero stati in guai ben peggiori.

Tutti mettevano il naso in casa ed il serpeverde non ne poteva più.

Villa Malfoy non gli era mai parsa così estranea, sopratutto dopo gli eventi ed i terribili ricordi a lei legati per colpa di Lord Voldemort.

Sul tavolo dove aveva mangiato tante e tante volte con la famiglia e gli amici Nagini aveva banchettato con il corpo di una professoressa, il lucido pavimento dove aveva mosso i primi passi era stato macchiato più volte dal sangue di persone ignote, sconosciuti entravano in casa sua e si credevano i padroni...talvolta qualcuno non ne usciva.

Come se non bastasse a volte il biondo poteva giurare di sentire le urla delle persone torturate giungere dal sotterraneo e rimbombare lungo i corridoi di Villa Malfoy.

Una voce in particolare gli era impossibile da dimenticare: quella di Hermione Granger seviziata da sua zia.

 

L’idea di poter riprendere gli studi non l’aveva minimamente sfiorato, non gli era parso possibile e basta. Insomma, come poteva ripresentarsi a scuola dopo aver tentato di assassinarne il preside?

Con che faccia e con quale coraggio?

Se mai vi avrebbe rimesso piede espellerlo sarebbe stato il minimo.

Invece la lettera era giunta come ogni anno.

Il giovane Malfoy l’aveva tenuta tra le mani con incredulità rileggendola ancora e ancora per essere sicuro che fosse indirizzata proprio a lui, aveva pensato di strapparla tante volte poiché sapeva che se si fosse presentato il suo ultimo anno sarebbe stato a dir poco spiacevole.

Molti l’avrebbero additato e accusato, gli avrebbero lanciato incantesimi ed insulti, l’avrebbero disprezzato ed evitato. Non avrebbe ricevuto compassione...non che la volesse.

Avrebbe dovuto mettere nuovamente una maschera come aveva imparato a fare negli ultimi tempi e fingere che non gli importasse di niente o di nessuno, non credeva di riuscire ad affrontare il tutto senza neanche la compagnia di alcun amico stavolta.

 

I suoi genitori ne comprendevano lo stato d’animo ma Narcissa premette leggermente affinché andasse ad Hogwarts, concludesse l’anno godendoselo il più possibile e così facendo si sarebbe distratto dalla complicata situazione in cui si trovavano.

Il ragazzo era stato così impegnato nelle questioni di famiglia che aveva potuto inviare un gufo alla preside solo il giorno prima. Aveva dunque le valigie, salutato con affetto i suoi e si era smaterializzato ad Hogsmeade.

Gli effetti personali del giovane mago vennero inviati direttamente a scuola e poiché aveva perso il treno del 1° settembre una carrozza trainata da Thestral fu messa a sua disposizione.

 

Ora Draco stava seriamente pensando che fosse stata una pessima idea. Tornato sui suoi passi fece bellamente finta di controllare di non aver lasciato nulla sul sedile della carrozza quando ad un tratto…

-Malfoy. -si sentì chiamare inaspettatamente da una voce femminile.

Oh, la conosceva bene eccome ed era sorpreso di ascoltarla appellarlo per cognome come aveva sempre fatto, chiaramente e senza rancore nel tono.

Voltò all’istante la testa nella direzione dalla quale proveniva con il battito accelerato, credeva che non l’avrebbe mai più rivista. La sua Mezzosangue.

Era trascorso parecchio tempo dall’ultima volta che l’aveva vista ma nonostante ciò l’avrebbe riconosciuta lo stesso.

L’ultima volta aveva i capelli in disordine e gli abiti babbani sporchi, neanche lui era messo molto meglio.

Come lei i capelli biondo platino non erano curati al meglio, il volto era più pallido del solito, incavato e spigoloso come se non mangiasse da giorni, infine aveva le occhiaie.

Ora invece i capelli della giovane non erano più riccioluti e cespugliosi come i primi anni di scuola ma mossi e ugualmente ribelli, il volto era più maturo e non mostrava risentimento verso di lui.

Tutto sommato era una ragazza ordinaria come tante altre dai capelli castani e dagli occhi marroni.

 

Il serpeverde inspirò controllato cercando di mantenersi calmo e di non palesare il suo stupore. Logico che fosse tornata.

Chiuse la portiera della carrozza con un movimento lento e calcolato senza distogliere lo sguardo dalla strega.

Di tutte le persone che avrebbe voluto evitare di rincontrare la Granger si trovava sul podio dei primi in classifica, sopratutto dopo quello che era successo in casa sua e nella Stanza delle Necessità.

-Granger. -la salutò con tono incolore, e per un momento fu esattamente come essere ritornati a scuola.

La grifondoro non sopportava il biondino e la cosa era reciproca, tuttavia fra i due sembrava esserci un tacito accordo mai stipulato sul come comportarsi l’uno con l’altra.

Avevano un rapporto disfunzionale, diverso da tutti gli altri, unico ed ineguagliabile che non era affatto cambiato col tempo, e se Draco non poteva essere amico di Hermione allora sarebbe stato il suo solo tormentatore. Tutto purché lei non lo ignorasse.

D’altra parte i loro noti battibecchi erano stati una valvola di sfogo per entrambi, stimolanti per quanto utilizzati per colpirsi emotivamente a vicenda.

Ora anche questo sarebbe cambiato?

 

I due si squadrarono per un tempo lunghissimo ignari degli altri studenti che impiccioni li osservavano, poi la ragazza mosse coraggiosamente qualche passo verso il ragazzo.

Le si presentavano due opzioni per trattare con lui a questo punto: poteva ignorarlo come avrebbe fatto tutta la scuola finché non avesse dato i M.A.G.O. oppure chiarirsi con lui e provare a trascorrere il loro ultimo anno in una sorta di tregua civile.

Malfoy vedendola avanzare spostò impercettibilmente e con cautela il braccio destro, che ricadeva come il gemello lungo un fianco, un po’ più vicino al suo corpo in un movimento apparentemente casuale ma per l’esattezza verso la tasca dei pantaloni dov’era nascosta la bacchetta di biancospino.

Hermione si accorse del gesto ed arrestò per un attimo la propria avanzata...ma non vacillò, al contrario sollevò lentamente entrambe le mani per mostrarsi disarmata riprendendo a camminare lentamente.

Avevano già sofferto entrambi abbastanza per farsi ancora del male a vicenda.

Draco abbandonò il proposito di prendere la bacchetta ed eventualmente difendersi, essere prevenuto era diventato automatico per lui dopo la guerra.

Gli occhi grigi vennero catturati dalla cicatrice della strega ed inevitabilmente pensò alla propria di “cicatrice” presente nell’esatto identico punto dello stesso braccio: il Marchio Nero.

Quando l’eroina del mondo magico fu a circa un metro dal mago i due si guardarono e per la prima volta non seppero cosa dirsi dopo anni di insulti.

Il serpeverde aveva l’espressione altezzosa di sempre e lo sguardo attento, più maturo. La grifondoro invece aveva schiuso le morbide labbra lievemente nervosa come il giovane di fronte a sé ma pronta per parlare.

Il viso esprimeva cordialità e lo sguardo che gli rivolgeva era intenso e determinato. La ragazza fece dunque una cosa che l’ex mangiamorte non si sarebbe mai aspettato da lei a meno che non fosse sotto incantesimo.

Anziché stabilire una tregua con una stretta di mano portò entrambe le mani che aveva sollevato precedentemente per indurlo a fidarsi verso di lui e quasi il ragazzo si aspettò che lo schiaffeggiasse di nuovo, contrariamente a quel che pensava Hermione gli circondò cautamente il collo e le pupille del serpeverde schizzarono in tutte le direzioni incredulo mentre registrava il gesto che la mezzosangue stava realmente compiendo.

Lo abbracciò.

Fu un piccolo contatto ma potente come uno Schiantesimo.

Un accenno appena di dolcezza, un rigido contatto fra i due quasi imposto e molto incomodo a dire il vero.

Il biondo sgranò gli occhi, trattenne il respiro e tremò violentemente.

La strega lo avvertì chiaramente, forse era stato troppo per lui...ma voleva che capisse che, nonostante tutto, nel suo cuore non c’era più spazio per altro odio dopo la guerra e sperava che fosse così anche per lui. Che avrebbero potuto ricominciare da capo.

Gli studenti presenti in quel momento si lasciarono sfuggire dei coretti sorpresi e non appena anche la preside notò il duo la mascella le cadde indecorosamente sino al pavimento.

Lì conosceva da sempre, li aveva visti crescere e loro...non avevano mai...che lei sapesse non...Incredibile.

Il biondo restò immobile per un tempo lunghissimo, a lui sembravano anni ma in realtà furono solo pochi secondi.

LEI lo stava toccando...no, LEI lo stava abbracciando!

Ne sentiva distintamente il profumo, il petto contro il suo, le braccia dietro il collo, le mani intrecciate le quali emanavamo calore ma che non osavano sfiorargli i capelli biondo platino ed infine la pelle del suo viso contro la propria guancia.

Il ragazzo doveva esserne disgustato, come si permetteva di fare una cosa del genere a lui ed in pubblico per giunta?

Nonostante ciò però non trovò la forza per muovere un solo dito per allontanarla.

-Grazie per non averci tradito…Draco. Mi...ci hai salvato la vita. -sussurrò ad un tratto la grifondoro accanto all’orecchio del serpeverde mettendo da parte tutto il proprio orgoglio e sforzandosi per fare uscire quelle parole dalla sua bocca.

Ed era vero, se nessuno avesse fatto la propria parte durante la guerra, piccola e apparentemente insignificante o gloriosa che fosse, Harry non sarebbe sopravvissuto e non avrebbe potuto sconfiggere Voldemort tutto da solo.

Se Malfoy avesse parlato avrebbe condannato ognuno di loro.

 

Non aveva fatto granché quel giorno. Ron era stato scoperto fin da subito, Hermione identificata dall’articolo sulla Gazzetta del Profeta e l’ex giovane Mangiamorte non poteva negare l’evidenza o si sarebbe scavato la fossa da solo.

Non aveva potuto evitare che la mezzosangue venisse torturata o che finisse nelle luride mani di Greyback, ne che venisse chiamato il Signore Oscuro. Comunque grazie al suo malcelato silenzio aveva dato loro tempo ed evitato un’esecuzione.

 

Draco. Draco. Draco. Non Malfoy ma semplicemente Draco.

Il proprio nome non sembrava neanche tale pronunciato da lei, era strano ma non spiacevole e questo sorprese gradevolmente il biondo.

Era la prima volta che la ragazza lo nominava così in sua presenza e fu come se avesse stracciato il loro muto contratto e cessato ogni tipo di ostilità.

In un battito di ciglia tuttavia Hermione cominciò a scostarsi da lui.

-Sei stato coraggioso. Se tu e gli altri non ci aveste aiutato Harry -

La grifondoro non poté terminare la frase poiché mentre abbandonava il collo del rivale, probabilmente infastidito se non adirato e molto vicino ad insultarla e a sfoderare la propria bacchetta per schiantarla, lui stesso avvolse rigidamente ma con fermezza le braccia intorno alla sua vita.

Non se lo aspettava.

La strega perse il respiro ed il proprio corpo si tese come la corda di un violino non appena sentì il tocco del principe delle serpi su di sé.

-Non l’ho fatto per lui. -smentì serio il ragazzo sussurrando allo stesso modo.

Potter, Potter, Potter. Sempre e soltanto Harry Potter.

Evitare che quello sciocco venisse ucciso equivaleva a salvare se stesso certo ma non l’aveva fatto solo per lui.

La mano sinistra salì lungo la schiena della giovane fra le sue spire ed il palmo si posò aperto su di essa nell’intento di mantenere quel contatto con la ragazza mai avuto prima.

Il cuore di Draco batteva ad una velocità impressionante, tanto che credeva che sarebbe esploso senza bisogno di alcun incantesimo.

Inaspettatamente si sentì sbagliato ma vivo, ora tutti i muri eretti potevano finalmente crollare no?

La guerra era finita e non sarebbe tornata, non doveva più schierarsi o accontentare gli altri, poteva prendere le sue decisioni, smetterla di nascondersi dietro il cognome del padre e sopratutto smettere di fingere.

Poteva essere la parte migliore di se stesso e lo sapeva, Silente lo aveva visto in lui dopotutto.

Alle parole del serpeverde Hermione si allontanò per quanto glielo concedessero quelle braccia e le proprie mani finirono per posarsi sul completo nero del biondo. La strega abbassò lo sguardo sulle dita pallide che la stringevano confermando che non se lo stesse immaginando dopodiché sconvolta tornò a guardare in viso il ragazzo che aveva sempre odiato ed ultimamente anche compatito.

Si accorse di essere nervosa.

 

Non aveva molto da temere, lui non era come uno dei tanti maghi oscuri che aveva affrontato però il respiro le si fece più rapido ugualmente e qualcosa si agitò nel suo petto.

Non avrebbe potuto dire se fosse fifa o meno, non era mai stata così vicina a Draco prima senza una bacchetta fra di loro.

Con gli occhi grandi, dolci e marroni chiedeva una spiegazione che Malfoy impiegò solo qualche secondo per darle prima di lasciarla.

-Io l’ho fatto per te. Sono innamorato di TE. -dichiarò con ovvietà.

La grifondoro perse un battito e sudò freddo. Il tempo si fermò e lei non riuscì a registrare le parole dette dal serpeverde.

Draco Lucius Malfoy innamorato di lei.

La consapevolezza di quella dichiarazione la colpì all’improvviso come un macigno, sbarrò gli occhi e la bocca le si schiuse mentre il biondo allontanava le mani da lei. Ne mise una in tasca e chinò di poco il capo mascherando ancora una volta le sue reali emozioni adottando il solito atteggiamento da Malfoy che lo contraddistingueva.

Ecco ora glielo aveva confessato, proprio nel posto in cui non era mai riuscito a dirglielo.

Non voleva fare la fine di Severus, lei doveva saperlo anche se poi avrebbe sposato “la donnola”.

 

Vedendo il viso della ragazza sotto shock aggiunse:- Non l’hai mai capito...vero?-

Certo che no! Non me l’hai mai detto e non mi pare proprio che ti importasse!” avrebbe voluto gridargli contro lei.

Beh, non che io abbia mai detto o fatto qualcosa per dimostrartelo” si disse al contrario lui.

-E poi saresti tu la più intelligente della nostra età? -fece il ragazzo ironico per sdrammatizzare ma talmente senza gioia che il suo tentativo si rivelò vano.

Aveva sempre ammirato la sua intelligenza per quanto irritante ed il suo caratterino gli faceva ribollire il sangue puro, ma gli piaceva eccome se gli piaceva.

La bocca di Hermione cominciò ad aprirsi e a chiudersi con dei piccoli movimenti, come se stesse per balbettare. Voleva dire qualcosa ma non riusciva ad elaborare una frase di senso compiuto e come se non bastasse era sull’orlo di una crisi di nervi.

Se Draco le stava facendo uno scherzo era di pessimo gusto, inoltre cosa ne avrebbe ricavato esattamente esponendosi a questo modo con lei? La risposta era molto semplice: nulla.

I suoi occhi incredibilmente grigi erano sinceri e troppo concentrati per starle effettivamente mentendo.

Perché, come e sopratutto quando era successo?!

La strega non riusciva a trovare nei meandri del proprio intelletto una singola motivazione o prova a sostegno delle parole del serpeverde, quando all’improvviso le venne in mente un aneddoto accaduto ai tempi in cui ancora andava all’asilo.

 

Un bambino non le faceva altro che i dispetti. Il giorno prima le offriva le caramelle e quello dopo le aveva attaccato una gomma da masticare nei folti capelli.

Tornata a casa in lacrime la piccola aveva chiesto a sua madre, che pazientemente le districava i capelli, perché quel bambino si comportasse così male con lei nonostante non gli avesse mai fatto niente.

Con un sorrisetto la donna le aveva svelato che probabilmente quel ragazzino si era preso una cotta per lei e non sapendo come dirglielo, o meglio non volendo, faceva così per attirare la sua attenzione.

 

Naturalmente Malfoy non era più un bambino ma il principio era lo stesso, le loro scaramucce erano cominciate poco dopo quell’età e con il tempo erano maturate in disprezzo.

-Draco io… -riuscì solamente a pronunciare la grifondoro.

Io non lo sapevo. Se me lo avessi detto...” persino i suoi pensieri si interruppero.

Se lo avesse saputo cosa avrebbe fatto al riguardo?

Le cose non sarebbero più state le stesse e si sarebbero risparmiati tanti anni d’odio.

Il biondo le si accostò nuovamente di un passo sentendola pronunciare il proprio nome quasi in un ansito, la rimirò dai dieci centimetri che aveva in più rispetto a lei e la ragazza spostò appena il viso ma non si allontanò.

Erano troppo vicini. Occhi negli occhi.

Il ragazzo lo interpretò come un gesto fiducioso nei suoi confronti e incoraggiato da questo sollevò con lentezza la mano destra provvista di anello con serpente all’anulare dalla tasca, arrivando ad accarezzare appena la pelle della guancia sinistra di Hermione.

Mai si sarebbe permesso di fare o anche solo di pensare una cosa simile.

Non si era reso conto di quanto in realtà la desiderasse.

Lei rabbrividì trovando insolitamente interessante il tessuto del completo nero di Draco su cui puntò lo sguardo pur di non guardare il serpeverde direttamente negli occhi.

Non si sottrasse comunque a quel tocco.

Cosa la spingeva a farlo?

Il cuore le accelerò ed il respiro le si fece più rapido e pesante, lui l’avrebbe notato senz’altro ma la strega desiderava scoprire fin dove si sarebbe spinto, sopratutto: fin dove si sarebbe spinta lei.

Il biondo assaporò ogni dettaglio del suo viso con lo sguardo sino alle labbra invitanti, disinteressato se lei lo osservasse o meno, e quando tornò a guardarla negli occhi marroni la grifondoro li sollevò.

Erano talmente vicini che il ragazzo poteva sentire il suo respiro affannoso e la ragazza il suo profumo.

Hermione era un fascio di nervi, Draco invece apparentemente più calmo.

Con calcolata lentezza il serpeverde si chinò su di lei e con inaspettata dolcezza posò le labbra sulle sue. Entrambi chiusero gli occhi.

Un’esplosione sembrò nascere all’interno dei loro petti.

Dei coro e dei fischi si levarono dagli alunni a cui il duo non aveva più dato importanza e alla grifondoro mancò il fiato.

Fu tutto troppo dolce e perfetto per essere opera di Malfoy: le labbra troppo morbide, calde e ferme, il suo odore troppo piacevole e le sensazioni che scaturirono in lei troppo intense per essere ignorate.

In confronto il bacio scambiato con Ron sembrava non esserci mai stato.

Ben consapevole di ciò la ragazza circondò nuovamente il collo del biondo pettinando volutamente, e sapendo di poterlo fare, i capelli platinati del giovane all’indietro con le dita.

Sorpreso il ragazzo non si fece troppi problemi allora nell’avvolgere Hermione con il braccio libero.

Si pentiva di non averlo fatto prima.

Se lei aveva risposto in questo modo significava che non gli era indifferente e forse c’era ancora speranza per loro due.

Il bacio si fece più vivo e più coinvolgente, le loro bocche si cercavano come se da anni non avessero atteso altro che questo spinte da una passione che nessuno dei due avrebbe mai creduto di poter provare per l’altro.

Quando il duo stava per separarsi entrambi poterono udire la McGranitt impartire ordini agli studentelli.

-Suvvia! Tornate tutti alle vostre classi, non c’è niente da vedere! -diceva spingendo alcuni alunni.

-Signorina Granger, signor Malfoy! Un po’ di decoro per l’amor del cielo, dopotutto vi trovate sempre in una scuola. -li rimproverò la strega in imbarazzo sgombrando l’area.

La giovane grifondoro abbassò lo sguardo sul petto di Draco respirando con sempre meno difficoltà ed arrossendo fino alla punta dei capelli ribelli una volta che si furono allontanati.

Ma che mi è preso?” si domandò.

Il serpeverde rimase fermo dov’era ancora vicinissimo alla sua mezzosangue e sorrideva divertito per la figuraccia fatta dalla cocca di ogni insegnate, da brava serpe qual’era. Certe cose non cambiavano mai in fondo.

Finalmente dopo tanto tempo Draco Malfoy aveva sorriso di nuovo e poteva provare ad essere felice.

 

La preside di Hogwarts non era esattamente dispiaciuta da quella dimostrazione d’inaspettato affetto e di perdono, poiché avrebbe fatto bene agli alunni vedere che ogni pregiudizio poteva essere superato. Quale esempio migliore di loro?

-So che voi due avete dei litigi alle spalle, molto di cui parlare e tempo da recuperare ma gradirei che lo faceste in un altro luogo e in un altro momento. -disse infine la McGranitt.

Il serpeverde si voltò nella sua direzione e la ragazza fece altrettanto.

-Sì preside. -rispose la strega in un pigolio.

Quest’ultima annuì e con un “Molto bene” si allontanò.

Il duo rimase per un momento in silenzio poi il biondo si discostò da Hermione e le porse la mano.

-Andiamo? -le chiese con voce calda e apparentemente meno insopportabile alle orecchie della grifondoro.

Hermione impiegò alcuni secondi per decidere cosa fare dopodiché annuì, mise il palmo in quello di Draco ed intrecciò ancora un po’ a disagio le dita con le sue avviandosi all’interno dell’edifico.

Non sarebbe stato facile ma avrebbero affrontato il loro ultimo anno insieme e tutto sarebbe stato diverso e migliore.

Fine.

  
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