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Autore: Cossiopea    28/08/2019    1 recensioni
Strinsi le chiavi nella mano e l'emozione che provai fu più che soddisfacente.
Alzai gli occhi su Tony, che mi squadrava attraverso gli occhiali da sole con il tipico fare sospettoso e per niente convinto.
-Ti sto affidando una grossa responsabilità, Parker- mi fece, gli occhi che sembravano volermi scavare nell'animo per farne emergere i segreti più cupi della mia vita -Non mi deludere.
Deglutii.
-Tenterò di non farlo, signore- gli dissi mentre le chiavi che stringevo nel pugno sembravano diventare incredibilmente roventi.
Il signor Stark alzò un dito.
-È qui che sbagli, ragazzo- mi disse, serio -Non devi TENTARE di non farlo, tu devi proprio NON FARLO.
Genere: Avventura, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Morgan Stark, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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7. "Numero sconosciuto"
 

Mi ficcai le mani in tasca e diedi un calcio ad una lattina, frustrato.

Saint Albans era un comune tranquillo, alla fine... e certamente sarei riuscito a godermelo molto meglio se la mia situazione fosse stata migliore anche solo di poco.

Ma non avevo voglia di fare il turista mentre il tempo continuava a scorrermi accanto senza sfiorarmi e le possibilità si riducevano visibilmente... era certamente molto più comodo lamentarsi con sé stessi.

-Ehi, signor Babysitter!

Mi voltai per vedere Morgan corrermi incontro, lo zaino grande quanto la sua schiena che dondolava mollemente ad ogni passo.

Sospirai e la guardai, esasperato.

-Che vuoi?

-Solo sapere cosa intendi fare ora- rispose la bambina, fermandosi pochi passi dietro di me.

Battei le palpebre.

Ma è seria? Pensai ironico.

-Cosa pensi che sia intenzionato a fare?- allargai le braccia sul marciapiede deserto -Siamo in un paesino dimenticato da Dio a cento chilometri da dove dovevamo arrivare...- mi feci passare una mano sulla faccia -Siamo morti...

Morgan fece una smorfia.

-Sei tu quello morto!- disse indicandomi con il ditino.

Abbozzai un sorriso.

-Sì- annuii -Io sono morto.

La piccola mi guardò con aria interrogativa, poi si voltò verso la strada e i suoi capelli danzarono nella brezza che soffiava lieve per le vie della cittadina.

Seguii il suo sguardo, ma in realtà non c'era proprio niente da guardare.

Rimanemmo immobili per un secondo, la mia mente che ormai minacciava di abbandonarmi e le idee che si preparavano ad emigrare verso un luogo più sicuro e confortevole.

Il silenzio era totale.

Il cielo grigio come i miei pensieri.

Ore: 12:57.

 

Lo squillo del telefono mi riscosse bruscamente e io battei le palpebre, uscendo di botto da quel bizzarro stato di trance.

La piccola Stark mi rivolse un'occhiata superiore che interpretai come: "Beh? Rispondi o no?".

Trattenni la tentazione di strozzarla e feci riemergere il cellulare dalla tasca della felpa con un gesto stanco.

Mi accigliai quando lessi Numero sconosciuto pulsare al centro del display.

Dubbioso, premetti il bottone verde e avvicinai lo smartphone all'orecchio.

-Pronto?

-Parker, ho notato i tuoi strani spostamenti- disse una voce maschile dall'altra parte -Ho bisogno di parlarti in proposito.

E questo chi cavolo è? Pensai, colto da un lieve panico.

-Ahm...- mormorai, confuso -Con chi parlo?

-Dovresti essere in grado di riconoscermi, ormai- ribatté il tipo dall'altra parte, senza neanche accennare ad una risposta decente.

Ma i tizi strani li becco sempre io? Riflettei mentre sul mio viso compariva una smorfia perplessa.

-E invece non la so riconoscere- feci, tentando di mostrarmi deciso -Chi è lei?

-Incontriamoci al bar in via 4 luglio fra quindici minuti, magari riuscirò a rinfrescarti la memoria- disse l'uomo, evidentemente allergico alle risposte chiare e poco criptiche.

Detto questo chiuse la comunicazione senza lasciarmi il tempo di dire altro.

Fissai lo schermo del cellulare, indeciso se bloccare quel numero seduta stante o dare retta al tale misterioso e probabilmente poco raccomandabile.

-Chi era?- mi chiese Morgan dopo un secondo, indicando il mio telefono col mento.

La guardai che più confuso non potevo essere.

-Non ne ho idea...- sussurrai scuotendo la testa -Non ne ho idea.

 

-Stando a quanto dice Google il bar dovrebbe essere...- alzai lo sguardo dalla cartina che brillava sullo schermo e indicai davanti a me -Lì!- la linea immaginaria partita dal mio dito si scontrava brutalmente con la porta d'entrata di un piccolo locale.

-Abbiamo fatto cento metri- commentò la piccola Stark, dietro di me -A mio parere potevamo arrivarci anche senza navigatore...

-La vuoi smettere di lamentarti?- le dissi lanciandole un'occhiataccia.

Morgan alzò gli occhi al cielo ma non rispose.

Io sbuffai e spinsi la porta del bar.

Un delicato suono di campanelli ci accolse mentre un intenso odore di vaniglia si insinuava nelle mie narici.

Una ragazza con il grembiule, da dietro il bancone, alzò lo sguardo su di noi.

-Buongiorno- ci disse accennando un sorriso.

-Salve- ricambiai il saluto prima che i miei occhi venissero attratti dell'uomo seduto di spalle all'angolo della caffetteria. L'unico cliente del giorno, a quanto pareva.

Deglutii.

Se il tipo al telefono non era lui eravamo davvero fregati.

Mi avvicinai alla sua figura e quello si voltò verso di me all'istante.

La voglia di darmi uno schiaffo per non averlo riconosciuto si fece fervida del mio cervello mentre abbozzavo un sorriso imbarazzato e per niente convinto.

La benda sull'occhio, quello sguardo così duro e serio...

-Parker- fece Nick Fury appoggiando la sua tazza di caffè sul tavolino che aveva dinnanzi -Così mi hai graziato della tua presenza, eh?

Morgan mi si avvicinò e studiò l'uomo/pirata con occhio cinico.

-Sembri un gangster- commentò con una leggera nota di disprezzo.

Fury sorrise.

-Identica a suo padre, non c'è che dire- disse, poi ci fece cenno di accomodarci al suo tavolo -Prego, sedetevi... abbiamo molto di cui discutere.

Spostai la sedia tentando di non farla strusciare sul pavimento, ma ovviamente il terribile rumore di sfregamento non mancò di invadere le mie povere orecchie.

Io e Morgan ci accomodammo dopo un altro lamento da parte del pavimento di linoleum e Fury prese un altro sorso dalla sua tazza.

-Credevo che non sareste venuti- disse -A dire il vero stentavo a credere che voi poteste andare così lontano dall'abitazione che Stark vi ha messo a disposizione- sorrise -E invece eccovi qui!

-Colpa di questo scemo- la bambina che avevo accanto mi indicò e io sospirai.

-Mi dispiace per questo malinteso...- mormorai scuotendo il capo -Io... è stato un incidente.

L'uomo alzò le sopracciglia.

-Guarda che non ti devi giustificare- fece -Io non ho idea di cosa tu abbia fatto- aggiunse -Ti sto appunto chiedendo il perché hai deciso di tua spontanea volontà di lasciare la "zona sicura" per venire in questo posto sperduto. Semplicemente non riesco a trovare un motivo plausibile per cui tu abbia fatto una simile cavolata.

-Ma lei come faceva a sapere che io ero qui?- chiesi, senza rispondere alla domanda (Pare che qui tutti eludano che mie richieste: per una volta lo posso fare anch'io, no?).

Fury sospirò.

-Stark non si fidava di te- sbottò.

-E dov'è la novità?- chiesi facendo una smorfia.

-Quindi ha chiesto allo S.H.I.E.L.D. di tenere d'occhio la situazione a distanza mentre lui era fuori- continuò l'uomo senza badare alle mie parole.

-Colpo basso- sogghignò Morgan, lanciandomi un'occhiata.

La ignorai e fissai Fury con gli occhi fuori dalle orbite.

-Aspetti...- feci -Mi vuole dire che l'organizzazione ha seguito i miei spostamenti per tutto il tempo?- esclamai, sconvolto.

L'uomo annuì e prese un altro sorso di caffè con indifferenza.

-Anche il tassista a cui hai chiesto un passaggio era un nostro agente- disse.

Sapevo che quello lì era sospetto! Urlò il mio cervello, capendo finalmente il perché di tutte quelle assurde domande.

-Credevamo che la tua fosse solo una ragazzata, ma quando ti sei spinto ben oltre le aspettative ho deciso di dover intervenire personalmente- Fury mi guardò di sottecchi -Capisci che non possiamo lasciarti vagare per gli Stati Uniti come ti pare e piace con la figlia di Iron-Man, vero?- fece un cenno verso Morgan.

-Sì...- borbottai abbassando lo sguardo, poi lo rialzai verso l'uomo un secondo dopo -Ma giuro che non stavo facendo niente di illegale!

Nick mi squadrò.

-Niente di illegale?- fece -Peter, non sei ancora maggiorenne!

-Ma è stato Tony a lasciarmi questa responsabilità! Non può sgridare me per un errore commesso dal signor Stark!

-Non è stato Tony a lasciare New York con una bambina di neanche sette anni! Ma tu, Peter! Non puoi pensare di poter fare quello che vuoi mentre qualcuno ti ha affidato la gestione di una ragazzina così piccola, lo capisci?- ora il tono dell'uomo iniziava a farsi alto -Non ci sei tu in ballo; non c'è il futuro del mondo; non c'è Spider-Man, per la miseria!- mi guardò, l'occhio che mandava scintille furiose -Perché questa volta non stai facendo niente che possa essere lontanamente collegato a un pericolo per l'umanità. Tony te l'aveva detto chiaramente: dovevi solo fare il babysitter per un giorno! Mettere da parte il tuo ruolo da supereroe per sole ventiquattro ore!- fece una pausa -E adesso mi puoi spiegare, per piacere, cosa ci fai a centinaia di chilometri da New York senza neanche uno spicciolo nelle tasche?

Deglutii e mi leccai le labbra.

-Si potrebbe avere qualcosa da mangiare, prima?

Fury sospirò e si voltò verso la ragazza del bar.

-Monica, portaci qualcosa di commestibile, grazie.

Lei annuì e scomparve dietro una porta laterale.

-Tranquillo, comunque...- l'uomo mi fissò -Anche Monica è un'agente specializzato.

-Ovviamente...- borbottai.

-Intanto potresti cominciare a spiegare- fece Fury dopo un secondo di immobilità.

Lanciai un'occhiata a Morgan e quella ricambiò con uno sguardo del tipo "Ma che guardi me? Sono problemi tuoi!".

Tornai a studiare l'uomo, presi un bel respiro e iniziai a parlare.

Ore: 13:21.

   
 
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