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Autore: Ladyhawke83    28/08/2019    1 recensioni
Questa sarà una raccolta di Drabble-Flashfic-Oneshot su Fantaghirò...
Vari momenti tra i personaggi, missing moments, what il?
1) Felicità promessa (Tarabas- Fantaghirò)
2) Il conte di Valdoca (Fantaghirò- oca Bianca)
3) Il coraggio della resa (Tarabas- Darken)
4) la tua scelta sarà la mia ricompensa (Tarabas- Fantaghirò- Romualdo)
5) L’animo di un principe (Tarabas Fantaghirò post Fantaghirò 5) “Storia partecipante al contest “Pianeti tra le stelle” indetto da Marika Ciarrocchi / AngelCruelty sul forum di EFP”
6) Confronto ed espiazione. Romualdo- Tarabas (scritto per LeBlueRoar)
7) Oriental SunSet. (Tarabas) What if? Scritto per KamyRossi
Genere: Angst, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Fantaghirò, Romualdo, Tarabas
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa alla #SummerBingoChallenge, indetta dal gruppo Facebook Hurt/Confort Italia - fanfiction e fanart.

10, Febbre: Tarabas si è fatto catturare con l’inganno da dei banditi, viene salvato da Fantaghiró e Romualdo, ma un colpo di coltello si sta infettando male.

 

La tua scelta sarà la mia ricompensa 

 

Tarabas se ne restava immobile, con quelle ridicole catene ai polsi. Si guardò le mani, avrebbe potuto liberarsi in un attimo se solo avesse usato la propria magia, ma non lo avrebbe fatto, non più.

Lui era diverso ora, aveva scelto un cammino differente, aveva negato l’eredità lasciatagli da suo padre, l’ormai sconfitto Signore del Male.

Tarabas aveva deciso di vivere come un uomo, un comune mortale, gettando via le vestigia di stregone, come se fossero ormai una pelle scomoda da indossare, che non gli serviva più.

Eppure quei banditi che erano riusciti con l’inganno a catturarlo volevano qualcosa da lui, proprio quella cosa che lui aveva ricusato per tanto tempo: la magia.

 

“Avanti mago, rivelaci le tue abilità e noi ti lasceremo andare, in fondo vogliamo solo arricchirci un po’... che male c’è a portare via qualcosa a qualcuno che ha più denaro che vita per spenderlo?”

Aveva detto uno dei tre, forse quello più intelligente, pareva il loro capo. Un losco figuro basso e smunto con più cicatrici addosso che morale.

“Il male sta nel fatto che io non voglio uccidere, né spaventare, né soggiogare nessuno. Non userò la mia magia per permettervi di depredare e far soffrire delle persone e le loro famiglie, solo perché posseggono ricchezze. Ho già commesso un simile errore in passato e non si ripeterà...” Aveva risposto loro Tarabas, deciso e per nulla intimorito, nonostante l’evidente svantaggio della sua situazione di prigioniero.

Come vuoi tu, ma sappi che prima o poi cederai, con le buone o con le cattive...” Aveva detto quello, lasciando intuire al mago che lo avrebbero portato a collaborare anche con mezzi non proprio ortodossi.

“Non mi fate paura. Io non ho più paura di nulla. Ho fatto la mia scelta e la rispetterò” Rispose Tarabas, quasi soffiando come un gatto, mentre ripensava a colei che gli aveva per sempre cambiato la vita: Fantaghirò.

I banditi lo torturarono credendo, così facendo, di spingerlo a ribellarsi facendo appello ai suoi poteri, ma Tarabas dimostrò una sopportazione ed una resistenza estrema. Ciò che gli rendeva meno dolorosa quella prigionia e quella barbarie, era il pensiero di lei, di Fantaghirò e della promessa che aveva fatto a lei. Voleva essere un uomo migliore, provarsi della magia nella speranza che lei vedesse in lui qualcosa di più di un amico.

 

 

La notizia della banda che minacciava nobili e castellani si era diffusa in fretta nel regno ed era arrivata fino alle porte del castello dove ora vivevano Fantaghirò e Romualdo.

La principessa era triste, guardava fuori dalla grande finestra decorata e sospirava passandosi una mano sul ventre piatto e fasciato in un bell’abito celeste.

La raggiunse Romualdo che insolitamente agitato, irruppe nella stanza, senza bussare, né attender.

“Amor mio, mi avete spaventato” disse Fantaghirò, portandosi una mano alla bocca, per poi sorridere.

“Cosa c’è che vi turba?”

“Mia dolce Fantaghirò, una strano gruppo di banditi minaccia le nostre terre. Pare che vogliano rubare la magia per soggiogare i nobili Re e Regine...”

“E come mai potrebbero rubare la magia, se solo maghi e stregoni la posseggono?” Gli rispose Fantaghirò ridendo, incredula, ottimista, bellissima come sempre.

“Voci da messaggeri riportano che hanno rapito un mago, uno stregone potente e vogliono usare il suo potere su di noi, oppure se egli non collaborerà, ucciderlo...”

L’espressione gioviale e rilassata di Fantaghirò muto all’istante facendosi seria e scura in volto.

“Non mi dirai che...”

“Sì, Fantaghirò... hanno rapito Tarabas...” disse Romualdo in tono greve.

Il principe sapeva già come avrebbe reagito la sua giovane, e intrepida ,compagnia, certo non poteva tenerle nascosta una simile notizia, non sarebbe stato corretto.

Eppure, eppure, il pensiero di Tarabas non lasciava in pace Romualdo, il giovane non aveva nessuna intenzione di andare in missione per salvarlo, ma avrebbe accompagnato Fantaghirò nell’impresa, se lei avesse voluto tentare.

“Oh, ma è terribile! Dobbiamo aiutarlo!” Fantaghirò salto si deciso e Romualdo scosse la testa.

“Che cosa c’è?” Chiese lei, voltandosi verso l’amato.

“Niente, mia dolce Fantaghirò... sapevo che avresti detto così... Quando mai ti sei tirata indietro?” Le rispose lui.

“Non mi dirai che non vuoi aiutare Tarabas? Dopo tutto quello che è riuscito a fare per noi...”

“Certo mia cara, ma io non dimentico anche il male che è riuscito a infliggere. Tu hai sofferto per lui. Tutti hanno sofferto a causa di quel mago... non sarebbe forse giusto che Tarabas si salvi da solo?” Ammise Romualdo, senza nascondere il disprezzo che covava nei confronti del potente stregone.

“Ma se non vuoi aiutarlo, perché me lo hai detto allora?” Fantaghirò era perplessa.

“Perché ero sicuro che, se tu, questo, lo avessi saputo da altri, saresti partita da sola, come un’incosciente, per salvarlo... e io non mi sarei dato pace di saperti là fuori da sola...”

“Ti amo Romualdo...” disse lei dandogli un bacio leggero, profumato, carico di tante parole mai espresse.

Anch’io ti amo, mia dolce Fantaghirò, per questo verrò con te. Il mio cuore e il mio spirito ti seguiranno ovunque andrai” disse Romualdo stringendola a sé per baciarla nuovamente e con passione.

 

***

 

Tarabas si risvegliò da quel sonno senza sogni. Ricordava a tratti ciò che aveva subito, il dolore in tutto il suo corpo di essere umano mortale, glielo rammentava.

“Sono degli stolti se pensano di piegarmi. Se non c’è riuscita mia madre regina della perfidia, né mio padre Signore del male, come pensano di riuscire a farlo quei poveri, piccoli, patetici ladruncoli?”

Un colpo di tosse costrinse Tarabas a piegarsi in avanti, e un nuovo lamento gli sfuggì dalle labbra. Le catene con cui lo avevano imbrigliato gli impedivano i più semplici movimenti, rendendo tutto difficoltoso e doloroso.

Sul corpo aveva diversi lividi, ferite ed escoriazioni, ma non se ne curava, Tarabas sapeva di possedere molta più resistenza e pazienza di quegli omuncoli. Si sarebbero stancati di vessarlo, prima o poi. Avrebbero cercato qualcun altro da corrompere, qualche altro mago o stregone da assoldare, qualcuno che non avesse il minimo scrupolo.

Tarabas... ehi Tarabas...”

Lo stregone avvertì una voce, poco più di un bisbiglio, provenire dalle sue spalle.

“No, non è possibile, non può essere” si disse il mago incredulo riconoscendo la voce di lei e il nitrito inconfondibile del suo cavallo Chioma D’oro.

Fantaghirò?” Rispose Tarabas incredulo.

“Fantaghirò, sei davvero tu?” Domandò quando se la sentì accanto, che armeggiava con le catene.

“Sì” disse lei, sorridente.

“E non è sola...” fece un’altra voce nota allo stregone, ma decisamente meno gradita, poco distante.

“Principe Romualdo, quale onore... non avreste dovuto scomodarvi per me...” Gli rispose Tarabas beffardo e irrispettoso, nonostante fosse ancora in catene e in una posizione scomodata.

“Difatti non so qui per voi, ma per lei...” rispose il principe alludendo a Fantaghirò.

“Voi due, la smettete di litigare e mi date una mano?” Disse infine la diretta interessata di tutte quelle frecciatine, mentre, da sola, e senza risultati, cercava di liberare il tenebroso prigioniero dai bellissimi occhi verdi.

“Perdonami mio amore... eccomi!” Romualdo si mise accanto a lei e, dopo aver studiato la situazione, usò la spada per liberare Tarabas.

“State fermo mago, non vorrei ferirvi, o peggio tagliarvi una mano...” disse Romualdo sarcastico.

“Dubito che ne sareste capace..” rispose con un ghigno Tarabas.

“Muovetevi... stanno tornando!” Disse concitata Fantaghirò, alla quale la pietra torna-indietro aveva riferito di aver scorto i banditi avvicinarsi a loro, dopo esser stata lanciata in perlustrazione.

Romualdo con un colpo deciso ed un certo clangore metallico liberò Tarabas, Fantaghirò lo aiuto a salire sul proprio cavallo, ma proprio in quel momento, poco prima che i tre riuscissero a fuggire, furono raggiunti dalle grida rabbiose dei banditi.

“Fermi, fermi maledetti! Non ci porterete via il mago!” Gridò uno di loro cercando di attaccarli.

Romualdo spinse dietro di sé Fantaghirò e si preparò a combattere, con il coraggio, con l’ardore e con la spada.

“ANDATE!” gridò il principe, facendo cenno a Fantaghirò di fuggire con Tarabas in sella a Chioma D’oro.

“Io non ti lascio!” Gridò lei.

“Non è per me che siamo qui...” disse Romualdo tra un fendente e l’altro, mentre cercava di non arretrare di fronte alla bravura dei tre banditi, che lo fronteggiavano, armi in pugno, da ambo i lati.

“Vi raggiungerò... ora ANDATE!” Intimò per l’ultima volta Romualdo, prima di buttarsi nuovamente nella mischia.

Fantaghirò dovette arrendersi al fatto che Romualdo avesse ragione. Stava dando loro tempo e modo di fuggire, non poteva mettere a repentaglio tutto. Spronò Chiomadoro e mago e principessa partirono al galoppo.

Fantaghirò però non fece in tempo a tirare un lieve sospiro di sollievo che nell’aria si avvertì un sibilo, un lieve e fatale spostamento d’aria. 

Un luccichio di una lama, seguito da un grido di dolore smorzato e poi rosso, rosso sangue.

 

***

 

 

Fantaghirò adagiò Tarabas sul fogliame del sottobosco, in quella piccola radura nascosta e ombrosa.

Il mago tentò di dire qualcosa, ma lei dolcemente lo zittì con le dita sulle labbra.

“Shhh... Tarabas non parlare. Risparmia le forze” Fantaghirò cercava di sorridergli, ma si vedeva che era preoccupata, la linea del volto era tesa, preoccupata, angosciata.

“Ora chiamerò aiuto per questa tua ferita e per estrarre il coltello. Vorrei farlo io stessa, ma ho timore di sbagliare e farti ancora più male. Tu resisti...” Gli disse lei, e lui pensò che mai nessuno era stato così dolce con lui, mai.

La principessa dai mille talenti riuscì a evocare ancora una volta la Regina degli elfi, magnifica, austera, splendida e potente.

“Cosa cerchi da me, questa volta, Fantaghirò?” Chiese la Regina trapassandola con il suo sguardo dorato e quasi onnisciente.

“Aiuto, mia Regina, so che tu puoi darmelo ed in cambio ti darò ciò che vuoi...” disse Fantaghirò, ben consapevole del prezzo che avrebbe avuto la sua richiesta di aiutare Tarabas.

“Sai che lui mi è inviso da tempo... Sai bene che non posso aiutare chi non rispetta il mio regno e le mie leggi...” la Regina degli elfi ovviamente si riferiva a Tarabas. 

Con gli occhi degli alberi e il cuore delle radici, già sapeva ciò che la fanciulla stava per chiederle, glielo avevano sussurrato le foglie  trascinate dal vento, un vento foriero di una battaglia imminente.

“Ora egli è cambiato. Si comporta da essere umano e nega la magia...” 

disse Fantaghirò allo stremo delle forze, sentiva la disperazione e l’angoscia salirle dentro, fino alla gola, fino agli angoli degli occh umidi.

“La magia non è qualcosa che si può semplicemente rinnegare, è una parte di chi la possiede, non si può estirpare, così come tu non potresti vivere senza il sangue nelle tue vene...” continuò la Regina gelida e distaccata, seppur bellissima.

“Te ne prego...” implorò Fantaghirò che, a onor del vero, era in pena sia per Tarabas, che per il suo amato Romualdo.

“E sia... ma bada bene: alla fine di tutto dovrai fare una scelta. La tua scelta sarà la mia ricompensa...” disse criptica la Regina dal corpo di bambina, ma con la perfezione di una dea vestita di foglie e d’oro.

La Regina estrasse il pugnale a Tarabas, dopo averlo addormentato, perché non voleva in alcun modo che lui la vedesse.

“Grazie, mia Regina...” disse Fantaghirò con riconoscenza e commozione.

“Ricorda Fantaghirò... la tua scelta sarà determinante e io prenderò ciò che resta...” l’essere fatato scomparve sollevando miriadi di foglie con un vento generato dal nulla e che cessò poco dopo.

 

***

 

“Tarabas, come ti senti?” Gli chiese Fantaghirò, non appena vide che il mago si stava risvegliando.

“Ho dormito molto? Dov’è il tuo principe, Romualdo?” Chiese lui, cercando di alzarsi a sedere.

“Romualdo sta bene, ha riportato solo qualche lieve ferita, ora è andato a cacciare qualche animale, come provvista per questa notte. Non puoi certo viaggiare così, fra un giorno o due ti riporteremo al castello...” disse Fantaghirò con fare rassicurante.

“Chi ha estratto la lama?” Chiese dubbioso Tarabas tastandosi il fianco medicato, là, dove prima sgorgava il sangue dalla ferita.

“Questo non posso rivelartelo, ma stai tranquillo è tutto a posto ora...” lei gli sorrise e Tarabas rischiò di dimenticarsi il suo nome ed il suo ruolo in tutto quello, cedendo all’istinto di baciarla. Si trattenne, voltandosi verso la boscaglia.

“Fantaghirò io... io ti devo ringraziare...” disse piano lui, mentre era intenta ad alimentare il piccolo falò di fortuna.

“Di cosa? L’avrei fatto per chiunque... nessuno può venire a minacciare le persone nel mio regno senza aspettarsi una reazione.” Disse lei, ma in cuor suo sapeva di mentire, o almeno di non dire tutta la verità. 

Tarabas per Fantaghirò non era chiunque. 

Lo sapeva lei, lo sapeva lui, e lo intuiva persino Romualdo, ma tra loro tre vigeva come un codice d’onore, una linea di demarcazione che non doveva venire oltrepassata.

“Di cosa state discutendo? Non vi ho interrotto spero...” era Romualdo, che col suo tempismo, aveva spezzato l’incantesimo del momento, zittendo entrambi e sollevando polvere di terra e imbarazzo nel gettare ai loro piedi le carcasse di tre lepri giovani e sane.

“Oh, amore mio, sei tornato!” Disse lei euforica, abbracciandolo, mentre Tarabas storceva il naso alla vista delle povere bestiole massacrate.

“Mi è passata la fame” disse cupo il mago.

Fantaghirò lasciò soli lui e Romualdo, per andare a prendere l’acqua al fiume con Chioma D’oro.

 

***

 

“Senti, tu non mi piaci...” disse schietto Romualdo, non appena fu sicuro che Fantaghirò non lo sentisse.

“Neanche tu mi piaci, se è per questo, ma come vedi ho fatto in modo che tu non restassi per sempre una statua di pietra da baciare e compiangere...”

“E di questo ti dovrei ringraziare? Sei stato tu, con la tua folle magia ad avvelenare il fiume in cui sono caduto coi tuoi soldati di terracotta...” Gli ricordò Romualdo.

Tarabas voleva rispondergli a tono, ma un mancamento gli fece girare la testa e divenne pallido in volto, tenendosi il fianco dolorante e ferito.

“Cos’hai mago?” Gli domandò Romualdo preoccupato.

“Niente, credo di stare poco bene... forse è la tua vicinanza?” Disse a Tarabas sarcastico.

“O forse hai la febbre alta... la ferita ha fatto infezione...” disse Romualdo indicando le bende al fianco sporche e puzzolenti.

“Vado a chiamare un cerusico... appena torna Fantaghirò dille che l’amo e che tornerò presto con il medico di corte...” 

Tarabas vide Romualdo saltare in groppa al proprio cavallo moro e partire in tutta fretta, quasi volesse aver quel pretesto per allontanarsi. 

Lo stregone avrebbe voluto dirgli che non era necessario, che poteva curarsi con la magia, in caso di pericolo di vita, invece non disse nulla, limitandosi a ringraziarlo per avergli dato l’occasione di stare nuovamente solo con Fantaghirò.

“Tarabas che hai?” Chiese turbata la bella principessa coraggiosa, quando lo vide sudato e delirante per la febbre.

“La ferita si è infettata... Romualdo è andato a cercare un medico...” disse Tarabas che non se la sentiva di mentire, non ora che poteva conquistarla una volta e per sempre.

“Vieni, sdraiati... ci penso io...” disse Fantaghirò ed iniziò a srotolare le bende dal fianco del mago per medicare e pulire la ferita.

Tarabas strinse i denti, perché gran parte del corpo portava i segni delle torture: frustate, bruciature e altro... non era solo il fianco a dolergli, anzi quello era il male minore.

“Mio Dio Tarabas, guarda come ti hanno ridotto... e tutto questo per la magia?” Chiede lei, visibilmente scossa nel vedere parte del corpo perfetto e tonico del mago, ridotto così.

“Non per la magia, Fantaghirò... per te...” disse Tarabas serio in volto.

“Non ho concesso loro la mia magia, perché l’ho promesso a te, tempo fa’, ricordi?” Disse lui, mentre lei gli posava una pezza bagnata sulla fronte bollente.

“Ho promesso che non sarei più stato lo stregone, ma solo l’uomo... per te... Fantaghirò io ti amo...” confessò Tarabas e bloccandole il polso se la tirò a sé per baciarla, finalmente.

Fantaghirò scoprì con orrore e meraviglia che quello era un bacio vero, un bacio fatto di labbra, di sospiri, di dolci carezze e di Muti giochi con la bocca. 

Niente bestia, niente zanne, niente bacio impossibile, ma solo un uomo ferito ed una donna confusa che si scambiano sentimenti troppo a lungo taciuti.

 

***

 

Non molto lontano da loro, una bambina con la pelle di porcellana, gli occhi rubati al riflesso del sole sulle acque e un enorme potere, sorrideva.

La Regina degli elfi sedeva su una pietra, con un grande abito di foglie e di frutti autunnali ad esaltarne la fulgida bellezza, sorrideva compiaciuta osservando gli eventi compiersi, e vicina a pregustarsi la propria ricompensa...

 

***

 

 

Nota dell’autrice:

Questo Prompt mi ha fatto sudare, era difficile, soprattutto far interagire tutti e tre insieme i protagonisti.

Spero di non essere risultato troppo OOC, però penso l’abbiate già capito che io sono per la coppia Tarabas-Fantaghirò...

La Regina degli elfi quindi è un po’ più cupa della sua versione televisiva, lo ammetto, ma mi serviva per la storia.

Buona lettura!

Lasciatemi un commento se vi va’.

Ladyhawke83

   
 
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