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Autore: pampu    28/08/2019    2 recensioni
Piccola e doverosa premessa: capita spesso che mi vengano inviate foto e messaggi o che mi vengano in mente brevi scene Sterek che scatenano dei piccoli deliri che è un peccato vengano persi.
Perciò ho pensato di creare questa sorta di raccolta dove inserire tutte le OS che derivano da questi deliri.
Non saranno collegate tra loro quindi non è necessario leggerle tutte. Sono senza pretese con l'unico scopo di addolcire un po' le giornate.
Non ho ancora idea né della tipologia di range, né dell'effettiva lunghezza che potranno raggiungere, né quante saranno ne tantomeno con quanta frequenza aggiornerò questo racconto.
Prendetele come vengono un po' come me.
Buona lettura!
Genere: Angst, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Buondì, torno con questa breve pillola nata venerdì scorso mentre tenevo la mano a figlia durante la risonanza. Non ho avuto il tempo di scriverla fino ad oggi. Ed eccola finalmente qui. Spero che abbia un minimo di senso. Buona lettura! 
 

Respira.

È l'unica cosa su cui Stiles cerca di concentrarsi per non permettere al panico di avere la meglio su di lui. Man mano che i rumori della macchina si fanno più insistenti il respiro di Stiles diventa più rapido. "Devi stare un po' più fermo o dobbiamo ripetere la risonanza."

"Sì, mi scusi" mormora flebilmente Stiles.

Conta i secondi sforzandosi di seguirli.

Uno, due, tre. Inspira.
Uno, due, tre. Espira.

La mano sembra agire di propria volontà nel voler stringere la pompetta per suonare il campanello e mettere fine a quella sensazione di soffocamento ma Stiles non vuole cedere o dovrà cominciare di nuovo daccapo.

Uno, due, tre. Inspira.
Uno, due, tre. Espira.

Stiles sente gli occhi farsi lucidi e la gola stringersi. È stato un idiota a non dire niente a Scott, a non farsi accompagnare da nessuno ma non voleva farsi vedere in quelle condizioni da qualcuno del branco. Non voleva mostrare ancora una volta la sua fragile umanità.

Uno, due, tre. Inspira.
Uno, due, tre. Espira.

Maledizone! Forse può ancora chiamarlo. Potrebbe schiacciare quella pompetta, fermare tutto, chiedere a Scott di raggiungerlo e poi riprovarci. Dopotutto cosa gli costa? È suo fratello, non gli sarà di peso.
Il panico si fa ancora più persistente e Stiles crede davvero di essere al suo limite quando dita calde si intrecciano alle sue e un pollice massaggia il dorso della sua mano. Stiles è confuso fino a quando non sente un accenno di unghie e capisce, rilassandosi.
Quasi si assopisce mentre l'esame prosegue. Tutto diventa più semplice, non deve più contare per respirare ma solamente seguire i movimenti circolari del polpastrello sulla mano.

Quando finalmente il medico lo tira fuori dal macchinario, trova due occhi verdi a fissarlo. Stiles fa un piccolo sorriso prima di schiarirsi la voce e trovare il coraggio di parlare. "Mi aspetti fuori?"

Derek non risponde, limitandosi ad un cenno del capo prima di alzarsi e uscire dalla stanza.

Stiles si prende tutto il tempo per rivestirsi conscio di dover dare delle spiegazioni a Derek. Per quanto sia stato davvero molto carino a tenergli la mano, nei suoi occhi ha potuto chiaramente leggerci la rabbia mischiata a qualcosa di molto simile alla delusione.

"Ehi" sussurra l'umano trovandosi davanti la schiena del mannaro.

"Andiamo?" domanda Derek incamminandosi, senza voltarsi o aspettare risposta.

Stiles lo segue fino al parcheggio prima di parlare di nuovo. "Mi dispiace."

"Per cosa?" chiede Derek girandosi finalmente per guardarlo.

"Non lo so. Ma è chiaro che ho fatto qualcosa che non andava o non saresti così arrabbiato con me. E mi dispiace, non volevo."

"Ti ho chiamato tutto il pomeriggio ma non rispondevi. Sono andato in centrale e ho dovuto sapere da tuo padre che eri qui, da solo, a fare questo esame. Perché non me lo hai detto?"

"Perché non so cosa siamo."

"E...?"

"E non volevo far preoccupare ne te ne nessun altro" ammette Stiles.

Derek sospira, si avvicina a Stiles e gli appoggia una mano sul fianco. "Dimmi la verità."

Quel gesto, il tono di voce diventato improvvisamente più dolce portano Stiles a crollare definitivamente. Si aggrappa al corpo di Derek lasciandosi avvolgere dalle braccia del lupo e facendo correre le lacrime trattenute quel giorno. "Pe-perché dirtelo a-avrebbe reso tutto più reale."

Derek lo stringe maggiormente a sé. "Non c'è ancora niente di reale. Dobbiamo prima aspettare i risultati degli esami."

"E-e se fossero positivi?" domanda Stiles dando voce alle preoccupazioni di quei giorni.

"Faremo tutto ciò che ci sarà da fare e anche di più. Ma non sei malato."

"Come fai a saperlo?"

Derek appoggia il naso nella piega del collo di Stiles e respira a fondo. "Il tuo odore non è cambiato."

"E se non lo sentissi?"

"Stiles, guardami."

Stiles alza lo sguardo e lo fissa negli occhi di Derek. "Andrà tutto bene. E se non dovesse andare bene, affronteremo la cosa. Insieme."

"Davvero?"

Un piccolo sorriso fa capolino sulle labbra di Derek. "Davvero."

"Perché stai ridendo?"

"Perché è meraviglioso come riesci ad essere impaurito, incredulo ed eccitato nello stesso tempo. Il mio lupo è stordito da tutte le sensazioni che provi contemporaneamente."

"È come se fosse sotto effetto di droghe?"

"Più o meno."

Stiles ridacchia. "Sono stupefacente!"

Derek sbuffa. "Sei un idiota e basta."

"Posso restare da te stanotte?"

"Puoi restare quanto vuoi."

 

   
 
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