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Autore: SimoDoria1997    29/08/2019    0 recensioni
"Finalmente riuscirò a giocare a Sword Art Online!"
In quel momento la mia testa riusciva ad elaborare solo quello, dopo non essere stato scelto come Beta Tester non mi era rimasto che aspettare e così è stato. Ormai stavo stringendo quel famoso VRMMORPG tra le mani e non mi rimaneva che correre a casa ed indossare il NerveGear per poter così catapultarmi in quel Mondo di spade.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Aprii il menù mentre continuavo a rimanermene sdraiato in quello scomodo letto. "7 Novembre 2022, Ore 6:37" Non tenevo più il conto di quante volte avessi ormai compiuto quel gesto, la notte non ho chiuso minimamente occhio, la passai ad aprire e chiudere il menù di gioco, non che dovesse succedere qualcosa in particolare, ma in quel momento ero talmente stanco da non avere nemmeno la forza di pensare. L'arrivo in questo fantastico mondo virtuale in un modo mai sperimentato prima d'ora, la sorpresa nel rendersi conto di quanto questo ambiente fosse così reale, e poi.. il teleport improvviso, la comunicazione di Kayaba, il panico generale, il ragazzo che saltò dal corrimano. In così poche ore successero così tanti avvenimenti da farmi venire il mal di testa e in tutto questo io, Erika e altre migliaia di persone ci ritroviamo qui, intrappolati in questo gioco mortale. Posai il mio sguardo su Erika, la sera prima pianse talmente tanto che se fossimo stati nella realtà avrebbe probabilmente finito le lacrime, però, dopo un paio d'ore riuscì finalmente a tranquillizzarsi per poi addormentarsi, infatti tutt'ora continua a dormire respirando silenziosamente. Sorrisi per un attimo, è la prima volta da quando siamo rimasti chiusi qui in cui la vedo tranquilla e priva di preoccupazioni. Non ho la minima idea sul da farsi, io non sono un beta-tester e nemmeno lei, senza contare che un minimo errore qui potrebbe costarci cara la pelle, non so dove andare o con chi interagire. L'unica opzione possibile al momento rimane esplorare continuando a mantenersi sempre e comunque in sicurezza, non mi rimaneva che aspettare il risveglio di Erika per poterne poi discutere con lei. Mentre continuavo a rimanermene assorto nei miei pensieri il mio sguardo tornò sull'avventuriera distesa a pochi metri da me. Non avevamo avuto il tempo di procurarci un cambio di vestiti o comunque un equipaggiamento non da combattimento che ci permettesse di rimanere anche più comodi al di fuori di una battaglia. Infatti rimaner sdraiato con una piastra sulla schiena che, per quanto non fosse fatta certamente di un materiale poi così tanto resistente, procurava un discreto senso di scomodità, soprattutto nel momento in cui già il letto non era uno dei migliori. Sembrava però che all'avatar che continuava a dormire lì vicino poco importasse. Il suo equipaggiamento base era simile al mio, una maglia fatta di un materiale sintetico coperta da una piastra dalla dubbia resistenza che andava a "proteggere" sostanzialmente la parte alta del corpo. La maggior differenza tra il mio ed il suo equipaggiamento stava nella parte inferiore, infatti, a differenza dei miei pantaloni fatti dello stesso materiale della maglia, lei indossava una gonna lunga fino a poco sopra le ginocchia. Nel suo equipaggiamento il colore dominante era uno giallo ocra spento, mentre, nel mio caso, un rosso tendente al porpora per quanto riguardava la maglia, mentre un nero sbiadito per i pantaloni. Mentre la mia mente continuava a navigare e il mio sguardo rimaneva su Erika, improvvisamente elaborai una cosa che fino a quel momento non mi era minimamente passata per l'anticamera del cervello. Io, che non son mai stato un asso nello stare in compagnia, uscire con gli amici e soprattutto nell'avere a che fare con ragazze, in quel momento mi trovavo (o almeno il mio avatar) a pochi metri da una ragazza, ok, non è una sconosciuta, ma è comunque una ragazza. Sussultai per subito dopo arrossire, fu lì che Erika cominciò ad emettere qualche rumore, probabilmente si stava svegliando. "Mmmmhh mmmmh" Mentre continuava a tenere gli occhi chiusi si mise a sedere lasciando scendere le gambe dal lato del letto, i capelli scompigliati le nascondevano la maggior parte del viso. "Oh, già, siamo ancora qui dentro" Alzò le braccia per finire di stiracchiarsi completamente per poi rimanere lì seduta con lo sguardo fisso nel vuoto. Dopo aver cercato di reprimere quella sensazione di imbarazzo palesatasi precedentemente, cominciai a pensare al modo più semplice di iniziare una conversazione. "Ehm.. Buongiorno Erika" Una voce roca e tutto tranne che rassicurante uscì dalla mia bocca, quella poca sicurezza in me stesso presente ieri si era completamente volatilizzata. Erika si voltò verso di me mantenendo un'espressione apatica. "Vedo che sei già sveglio, qualche idea sul da farsi? Penso che se tutto questo fosse stato solamente uno scherzo da parte dei Game Masters ormai ci saremmo già risvegliati dall'altra parte" "In realtà no, nessuna idea.. Penso che dovremmo uscire dalla locanda e girare un po' per la città alla ricerca di negozi che potrebbero tornarci utili in futuro. Tu hai qualcosa da proporre?" "Io, beh.." Due rumori improvvisi interruppero la conversazione, dei suoni molto simili che si palesarono quasi all'unisono, qualcosa che assomigliava ad un brontolio. Guardai Erika, si stava stringendo lo stomaco con un'aria alquanto imbarazzata per poi rendermi conto che pure io stavo facendo lo stesso. A quanto pare gli strani rumori di dubbia provenienza erano i nostri stomaci, avevamo fame. Avevo letto da qualche parte che in SAO ci fosse la possibilità di mangiare, che in qualche modo ciò che avremmo mangiato qui avrebbe per un po' ingannato la fame reale, ma la cosa nei forum non fu mai stata eccessivamente approfondita. "Forse prima ci converrebbe cercare un posto dove poter mettere qualcosa sotto i denti sperando che in tutto questo i col possano bastarci" Erika annuì per poi scendere dal letto. "Fai strada, ti seguo." Dopo aver salutato la bizzarra vecchietta che continuava a rimaner lì al bancone uscimmo dalla locanda, avevo già pagato la retta della nottata quindi anche per la serata a venire avevamo un posto dove stare. L'illuminazione su Aincrad era particolare, il sole da qualche parte splendeva ma non era possibile capire da dove. Infatti, se si guardava in alto il cielo era coperto da un enorme piatto situato a circa 20/25 metri, ovviamente quello sarà la base del secondo piano. Proprio per questo, a causa della penombra perenne che quel piatto andrebbe a creare, suppongo gli sviluppatori abbiano trovato un'alternativa. La città era pressoché deserta, immaginavo che qualcuno se ne sarebbe rimasto chiuso in qualche locanda ma la situazione qui sembra più estrema del previsto. Per prima cosa segnai la posizione della nostra locanda onde evitare di perderci nella via del ritorno, la città non era eccessivamente grande ma molte vie erano tranquillamente confondibili tra di loro. "Proviamo ad andare di qui" Cominciai a camminare ripercorrendo la strada che affannosamente attraversammo ieri, la cittadina di per sé avrebbe dovuto emanare quella luce di benvenuto, di tutorial, di tranquillità ma da ieri non era assolutamente cambiato nulla, sembrava una città fantasma. La città ovviamente non era completamente vuota, erano quasi le 8 del mattino e, oltre agli NPCs presenti già da ieri, qualcuno stava già girovagando per quelle vie. Per il momento non avevamo la minima intenzione di interagire con qualcuno a meno che non fosse strettamente necessario, infatti appena Erika notò che effettivamente non eravamo soli, accellerò leggermente il passo avvicinandosi un po' più a me. Dopo aver girato l'angolo ci ritrovammo davanti ad un edificio dalle dimensioni simili a quelle della locanda dove alloggiavamo. Non vi erano delle particolari scritte, anzi, se non fosse stato per un piccolo tabellone con su scritto un menù probabilmente non ci saremmo nemmeno fermati. Mi avvicinai al tabellone per dare un'occhiata ai prezzi, cercare di non rimanere al verde era il nostro obiettivo primario e sembrava che quello stabile facesse al caso nostro. "I prezzi in rapporto alle nostre risorse sembrano buoni, tu che dici Erika?" "Dico che sto morendo di fame, quindi intanto entriamo e poi vedremo" L'interno era stranamente accogliente, nonostante fosse spartano tanto quanto la nostra attuale stanza emetteva uno strano calore e la cosa più assurda era che all'interno non ci fosse veramente nessuno, nessun cliente, nessun cameriere, deserto. Cominciammo a girare per i tavoli cercando di capire un attimo la situazione ma sembrava che dietro a tutto questo non ci fosse proprio nessun mistero. Infatti, appena Erika prese l'iniziativa e si sedette su una delle decine di sedie presenti lì dentro, nel tavolino su cui sedette apparve una finestra di dialogo che presentava lo stesso menù che trovammo fuori. "Oh, quindi è un ristorante self-service" Mi sedetti e pure io cominciai a muovermi nella finestra di dialogo, a quanto pare tutto lì dentro era a base di Frenzy Boar, probabilmente un Mob da cui è possibile ricavare materie prime da cucinare successivamente. Optammo entrambi per il piatto meno costoso, anzi, prendemmo una bistecca da dividere in due accompagnata da due bicchieri d'acqua, non sapevamo come funzionasse la gestione della "fame" lì, quindi era giusto provare e cercare di capire quanto cibo servisse per arrivare allo stato di "sazio". Subito dopo aver confermato l'ordine, nel giro di 5 secondi davanti a noi apparve quello che avevamo appena ordinato. "Grazie a dio, stavo per morire di fame" Erika senza pensarci due volte afferrò le posate comparse insieme al cibo e cominciò a mangiare, io la seguii a ruota. Non era poi così male, il gusto era simile a quello di una comunissima bistecca di maiale, forse solo un po' più insipido. Sta di fatto che nel giro di neanche due minuti nella tavola non rimase niente. "Come ti senti?" "Beh.. si diciamo che la fame sembra essere passata, ma non ho quella sensazione di pancia piena, semplicemente, la fame è sparita." Aveva ragione, la fame se ne era andata, ma non mi sentivo pesante, non mi sentivo come se avessi veramente mangiato, questo gioco è veramente più elaborato di quanto noi tutti potessimo immaginare. Dopo circa una decina di minuti decidemmo di alzarci per poi lasciare il locale. Non appena uscimmo per incamminarci verso la locanda dove avremo poi fatto il punto della situazione una voce cupa e possente ci fece immobilizzare all'istante. "Hey voi due! Si, proprio voi!" Io ed Erika ci scambiammo una serie di sguardi ma sembrava che al momento non ci fossero molte alternative, ci girammo verso il punto da cui proveniva quell'inquietante voce. Un ragazzo, forse qualche anno più grande di noi si stava avvicinando, ad occhio era minimo una decina di centimetri più alto di me accompagnato da un fisico più che robusto. "Ragazza, cosa ci fai qui con questo esserino? Molti Beta-Tester hanno già abbandonato la città andando a livellare altrove e guarda caso io sono uno di loro. Pensa, sei così fortunata da trovare una persona disposta ad aiutarti a crescere, devi solo venire con me." Il losco figuro allungò la mano verso di lei, ma Erika indietreggiò quasi nascondendosi dietro di me. "Io non.. non ne ho bisogno, ti ringrazio" Il ragazzo sembrava non volersi arrendere, infatti nonostante Erika stesse indietreggiando, lui continuava ad avanzare. Quasi istintivamente mi sovrapposi tra i due. "Oh, e lui? Chi è, il tuo ragazzo? Come puoi rifiutare un'offerta come la mia per rimanere qui con questo perdente, scommetto che non sa nemmeno equipaggiare un'arma!" Nonostante il suo fisico possente fu così veloce che non riuscì nemmeno a veder partire il movimento, venni colpito da un colpo secco al fianco sinistro, era il suo avambraccio che mi aveva appena colpito in spazzata facendomi volare per almeno mezzo metro. Eravamo in una zona sicura e nonostante questo mi mancava il fiato. proprio quando mi stavo per rialzare un suono secco immobilizzò tutto. *SLAP* Erika aveva appena tirato uno schiaffo in faccia al ragazzo, ora si che saremmo stati nei guai. "Lasciaci stare, non mi interessa che tu sia un Beta-Coso o che altro, non ho intenzione di unirmi a te, non costringermi a richiamare il codice anti-molestia." "Tu, brutta.. Non finisce qui, è una promessa, ve la farò pagare, soprattutto al tuo amico mingherlino." Si voltò e se ne andò lamentando una serie di parole incomprensibili. "Tutto ok?" "Penso di si, credo di averci ormai fatto l'abitudine" Mentre Erika mi aiutava a rialzarmi il formicolio dal fianco se ne era ormai quasi andato, forse era meglio rientrare alla locanda prima che qualcun altro creasse altri problemi. "Forse è meglio rientrare, non tira una buona aria da queste parti" "Hai ragione.. Avevo dimenticato che nei MMO le ragazze vengono quasi sempre sfoggiate come dei trofei, probabilmente quell'energumeno pensava potessi diventare uno dei suoi" Nonostante avessi salvato la locanda sulla mappa ripercorsi la strada quasi a memoria, le vie di quella cittadina erano meno impegnative di quanto immaginassi e nel giro di pochi minuti eravamo arrivati a destinazione. Salutammo la vecchietta dietro il bancone con un cenno della testa e salimmo subito le scale. Era appena passata neanche una mezza giornata e già i guai sono cominciati. non appena entrato in camera mi fiondai nel letto buttandomici di faccia e solo dopo qualche secondo mi girai con la faccia verso l'alto, fissando il soffitto. "Ehm.. Grazie." Era Erika, si trovava ancora in piedi all'entrata della stanza con le mani dietro la schiena. "Grazie di cosa?" "Per prima, per esserti messo contro quel tipo" "Guarda che in realtà dovrei essere io a ringraziare te visto che non ho fatto altro che prenderle e se non fosse stato per te non saprei che cosa sarebbe potuto succedere dopo" "Non ha importanza, apprezzo comunque quello che hai fatto" Mentre continuava a tenere lo sguardo verso il basso forse a causa dell'imbarazzo vidi delle fossette formarsi nelle sue guance, stava sorridendo. Da quando ci rendemmo conto di esser stati intrappolati qui Erika aveva smesso di sorridere, da quel momento non è passato ancora nemmeno un giorno ma vederla sorridere dopo questo breve lasso di tempo mi riempì di gioia. Probabilmente fino a quando lei continuerà a sorridere io riuscirò ad andare avanti, non so ancora come, ma ce la farò.
   
 
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