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Autore: cabin13    29/08/2019    1 recensioni
Il tuo intero mondo ha come cessato di esistere. Hai supplicato non si sa bene chi di non far scivolare via la vita della ragazza come acqua tra le rocce di un ruscello, ma l’universo non ha voluto ascoltare – e Clove se n’è andata lentamente, mentre tu la stringevi tra le braccia e ti aggrappavi a lei che era diventato il tuo unico appiglio.
Hai perso la tua parte migliore e da quel momento non sai nemmeno tu in cosa ti sei trasformato.
{...} Esorti Katniss ad ucciderti, perché tanto ormai tu non hai più una vera vita.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uccidimi, tanto sono già morto

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Without you I feel broke like I'm half of a whole
Without you I feel torn, like a sail in a storm
(Sad song - We the Kings ft. Elena Coats)

Una parte di te è già morta giorni prima, quindi che senso ha continuare a vivere? Non comprendi nemmeno tu il motivo per cui ti ostini a tirare avanti. Forse è l’istinto di sopravvivenza che non vuole ascoltare né il cuore né il cervello.

Sei già morto. Sei il prossimo cadavere, e lo hai compreso soltanto adesso. Non hai nessuna speranza di vincere questi dannati “Giochi” e anche se ne avessi, non sei sicuro di voler cogliere al volo le opportunità che ti daranno gli sponsor.

Ti eri offerto volontario per questa edizione, certo che la tua vittoria avrebbe portato gloria e ricchezze alla tua famiglia – del resto vieni da uno dei Distretti più forti e abbienti, ti sei allenato per anni proprio per questo e vuoi seguire le orme di chi, come prima di te, è riuscito in questa impresa.

Ma poi è andato tutto allo scatafascio. Di tutto quello che avevi programmato, solo la tua presenza nell’arena e l’iniziale alleanza con gli altri Favoriti  sono rimaste una certezza. Quello che non avevi calcolato era lei, e l’effetto che avrebbe potuto avere sulla tua parte più irrazionale.

Prima ancora che tu te ne potessi rendere conto, eri già perso per lei – sei perso per lei. Lei che sapeva lanciare i coltelli con tanta grazia quanta letale precisione, le che era minuta e bassina in confronto alla tua enorme figura, lei che non era solo una maschera di freddo cinismo.

Quanto ti sei maledetto, scoprendo che per essere il campione avresti dovuto uccidere qualcuno che ami? Quanto hai odiato l’intero sistema? Hai tentato in ogni modo di reprimere tutti i tuoi sentimenti, ma è stato un tentativo inutile. Ti sei innamorato di Clove.

 E ti è caduto il mondo addosso quando hai scoperto che lei ricambiava il tuo amore. Hai promesso a te stesso che l’avresti portata fino alla finale, l’avresti protetta a qualunque costo e poi le avresti lasciato il posto da vincitrice. Sì, era questo il tuo piano.

Dopotutto, dall’arena ne sarebbe potuto uscire solo uno vivo.

Tuttavia la tua idea è andata a farsi benedire la sera delle interviste. I famigerati Amanti Sventurati del Distretto Dodici hanno subito conquistato il pubblico di Capitol con la loro farsa più di quanto siano riusciti il vostro carisma e la vostra apparente audacia. Non c’è stata storia, moltissima gente – insulsi e frivoli capitolini – ha iniziato a simpatizzare per loro. Solo il cielo sa quanto li avete detestati tu e Clove.

Ma in fondo anche tu e lei eravate due Amanti Sventurati. E dentro di voi avete gioito quando è stata annunciata la nuova regola: erano ammessi due vincitori, a patto che fossero dello stesso Distretto. Quelli del Dodici.

Oppure voi due.

Avevate una possibilità di tornare a casa insieme, di poter continuare a vivere fianco a fianco, e questa speranza vi aveva fatto andare avanti; avete schiacciato i tributi più insignificanti senza voltarvi mai indietro, un unico obbiettivo in mente.

Poi un sasso e un colpo di cannone hanno spezzato ogni cosa. Era ad un passo dal liberarsi della ragazza con arco e frecce, Clove, e invece è stato proprio il cuore della lanciatrice di coltelli a fermarsi per sempre. Non sarebbe mai più tornata a casa, lei.

Il tuo intero mondo ha come cessato di esistere. Hai supplicato non si sa bene chi di non far scivolare via la vita della ragazza come acqua tra le rocce di un ruscello, ma l’universo  non ha voluto ascoltare – e Clove se n’è andata lentamente, mentre tu la stringevi tra le braccia e ti aggrappavi a lei che era diventato il tuo unico appiglio.

Hai perso la tua parte migliore e da quel momento non sai nemmeno tu in cosa ti sei trasformato. Sei andato avanti per chissà quanti giorni solo grazie all’inerzia della tua rabbia più violenta – hai ucciso il ragazzo dell’Undici senza neppure rendertene conto.

Eppure la sua morte – la vostra vendetta – non ti ha fatto stare meglio per niente.

Adesso sei lì, alla resa dei conti finale. Gli ultimi ostacoli sono solo un tributo ferito e una ragazza disperata.

Ti sei fatto prendere dall’ira più nera e li hai attaccati a testa bassa; perché se tu e la tua amante non avete potuto avere un finale felice allora non è giusto che loro invece possano cavarsela come niente. Hai già dato per scontato che morirai, ma chi tra gli altri due sarà il vincitore dovrà patire la stessa sofferenza che tu hai provato quando hai perso Clove.

Esorti Katniss ad ucciderti, perché tanto ormai tu non hai più una vera vita. Hai la voce spezzata dal pianto imminente finché parli, mentre il tuo pensiero va alla tua famiglia –sai che saranno distrutti dalla tua scomparsa, ma hai fiducia nella loro forza d’animo – e subito a Clove.

La vedi che sorride. È così vicina a te che riesci a contare ogni singola macchiolina sulle sue guance e puoi vedere le scintille nei suoi occhi color nocciola scuro e le ciocche castane che le incorniciano il viso. Potresti arrivare a toccarla, se solo volessi.

Ti ricordi degli altri due tributi e degli ibridi ringhianti alle tue spalle solo quando un lampo di dolore ti esplode nella mano e capisci che la stronza del Dodici ti ha appena colpito. Il ragazzo si libera dalla tua presa e finite per lottare confusamente, ma non sei più te stesso, perciò gli è anche troppo facile sopraffarti e spingerti di sotto, verso le bocche fameliche dei mostri di Capitol.

Addentano la tua carne e tu urli, un grido così straziante da far ghiacciare il sangue nelle vene. Urli e scalci e invochi la morte – che qualcuno ti uccida, perché devi soffrire a questo modo se tanto sei già condannato e la tua vita è terminata molto prima, con una pietra e un colpo di cannone?

Alzi la testa al cielo e sorridi come uno spiritato. L’hai sentito, quel fischio impercettibile che ha tagliato l’aria; nel suo essere flebile sovrasta comunque i ringhi mostruosi degli ibridi tutto intorno a te. Katniss ha scagliato una freccia verso di te.

Il fischio è a un millesimo di secondo dalla tua testa.

Hai tempo solo per un ultimo pensiero.

Sto arrivando, Clove.

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Hola gente
So che esistono già milioni di versioni,alcune anche molto simili tra loro, sul rapporto tra Cato e Clove durante i 74esimi Hunger Games, ma ho voluto comunque provare a dare anche io il mio contributo e spero di esserci in qualche modo riuscita.. Preghiamo anche che l'html non si inventi di sballarmi l'ultimo paragrafo come ogni tanto fa (o addirittura l'intera storia, dato che una volta è successo e non ho ancora capito perché)
Il titolo fa riferimento alla frase che Cato pronuncia nel film quando durante lo scontro finale sulla cornucopia sta tenendo Peeta ed esorta Katniss ad ucciderlo in modo che Peeta cada in basso verso gli ibridi con lui: è disperato e distrutto perché ha capito che da quell'arena non ci uscirà mai, ma mi piace pensare che si senta "già morto" perché una parte di lui se n'è andata con Clove - dopotutto, nel libro è lì che la supplica di non lasciarlo, quando lei sta morendo..
Eee niente, spero possa piacere. Ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta
Alla prossima gente
Adios
   
 
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