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Autore: Mav_7    30/08/2019    2 recensioni
-Brevissima prequel di Special Needs-
Remember when we'd celebrate
We'd drink and get high until late
And now we're all alone
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Brevissima premessa

Questa one-shot sarebbe il prequel di Special Needs.

In realtà non avevo alcuna intenzione di scriverlo e invece eccomi qui.

Dovete ringraziare MusicAddicted per avermi ricordato una canzone dei Placebo fatta cadere nel dimenticatoio: Pierrot the Clown.

E ovviamente come potevo non adattarla a questi due piccioncini.

Buona lettura

 

Ps anche questa volta l'intento di non far soffrire Crowley è stato perso per strada (sorry), chi ha letto Special Needs però sa che so anche ricompensarlo...


 


 

And if you're ever around
In the city or the suburbs
Of this town
Be sure to come around
I'll be wallowing in sorrow

Era tarda notte quando il telefono squillò nella libreria facendo sobbalzare Aziraphale, che dallo spavento fece cadere il libro in cui era immerso.

Prima ancora di rispondere sapeva già da chi proveniva la chiamata.

Oh Crowley, non di nuovo!

Sperò con tutte le sue forze che si trattasse di qualcuno che inavvertitamente avesse sbagliato numero.

“Pronto?” rispose angosciato al secondo squillo.

“Angelo..è successa una cosa..puoi venire?” lo pregò con voce rotta.

Maledizione Crowley! Non riuscì a trattenersi l'angelo sentendo la sua voce.

“D..dove sei?”, il tono sempre più ansioso.

“Camden Town, credo” sbiascicò.

“Non ti muovere, arrivo il prima possibile!”

Posò la cornetta.

Si passò le mani sul viso, strofinandosi gli occhi.

Era davvero esausto, gli sembrava di vivere un brutto sogno. Era un incubo che gli si presentava davanti ogni notte, ogni singola notte da tre mesi.

Crowley lo stava davvero prosciugando.

Prese al volo il cappotto e uscì di corsa alla ricerca di qualche mezzo che potesse portarlo il più velocemente possibile dal demone.

 

Cosa avrà combinato questa volta?

Starà bene? Dal tono della voce non sembrava affatto in sé.

E quando è stata l'ultima volta che lo hai visto in sé?

Maledizione!

Questo era quello che l'angelo pensava, mentre correva per i vicoli e chiamava a gran voce Crowley, senza ricevere alcuna risposta.

Finalmente scorse una sagoma raggomitolata contro un muro e riconobbe il demone.

Gli corse in contro affannato.

“Crowley! Grazie al Cielo ti ho trovato” sentì un poco di sollievo scendergli nel petto.

Crowley era rannicchiato con la testa tra le ginocchia e non diede alcun segno di vita in risposta alle parole dell'angelo.

“Caro, come ti senti?” si inginocchiò davanti a lui, sollevandogli dolcemente il viso per constatare da vicino i danni che quella serata gli aveva arrecato.

“Cazzo Crowley!”

Aveva perso sangue dal naso, gli occhiali da sole erano per terra distrutti, un occhio nero e qualche taglio sulla guancia.

Gli sfiorò con leggerezza la ferita, ma Crowley evitò il contatto girando il volto.

Aziraphale però era determinato e furioso: gli prese il mento tra le dita perchè il demone si voltasse a guardarlo.

“Tu mi hai chiamato. Io sono qui, quindi adesso fai il piacere di farti aiutare!”

“Potevi anche startene a casa, ho sbagliato a chiederti di venire...” sibilò contraendo la mascella.

“Stai zitto! Zitto, okay?” gli urlò in faccia con tutto il fiato che aveva in gola.

“Devi smetterla Crowley! Mi ascolti quando parlo?” continuò a sbraitare puntandogli l'indice contro.

“Io sono stanco, stanco di venirti a recuperare chissà dove, stanco di trovarti così malridotto e..” ma Crowley non lo lasciò finire.

“E allora perchè sei qua!?” lo attaccò cercando di spingerlo via senza però averne la forza.

“Cosa vuoi fare, eh? Dove vuoi andare che non riesci a reggerti sulle gambe!”

Inspirò profondamente e buttò fuori l'ossigeno.

Calmati, così non risolverai nulla.

“Caro, scusami non avrei voluto parlarti in questo modo. Tu non riesci nemmeno ad immaginare come mi si stringa il cuore a vederti conciato così” addolcì il tono e cercò un contatto visivo.

“Non ti meriti quello che ti stai facendo..” proseguì sottovoce.

Quella frase produsse l'effetto sperato: Crowley si rilassò tornado ad appoggiare la schiena contro la parete. Fu costretto ad alzare lo sguardo perchè quelle parole lo colpirono più forte di una secchiata d'acqua fredda.

“Angelo tu non sai di cosa parli” mormorò rassegnato.

“Forse è vero però ti conosco da tanto tempo e sono certo che non ti meriti questa punizione che ostini a infliggerti. Ora, ti prego, lasciati aiutare” e così facendo passò lievemente il pollice sulla ferita, che si rimarginò miracolosamente all'istante.

“Grazie” borbottò sommessamente.

L'angelo schioccò le dita e un fazzoletto impregnato d'acqua comparve tra le sue mani.

“Stai fermo, non abbiamo finito” gli disse stringendo ancora tra le mani il suo mento perchè non si muovesse.

Iniziò nel modo più delicato possibile a passargli il panno sul volto ricoperto di sangue.

“Fa male?”

Crowley scosse leggermente la testa.

“Devi dirmelo se ti faccio male, okay?”

“Mai, non potresti mai...” Farmi male, concluse nella sua testa.

L'angelo capì e lo guardò negli occhi accennando a un sorriso.

 

“Andiamo a casa, aspetta ti aiuto ad alzarti” e così facendo gli circondò la vita con il braccio sorreggendolo.

“Devo aver parcheggiato la Bentley qua da qualche parte” disse guardandosi in giro disorientato.

“Così di certo non puoi guidare” lo rimproverò.

“Ma tu sì” gli sorrise ammiccando.

“Oh oh, devi essere proprio disperato per farmi guidare la tua bambina” gli strinse più forte il fianco per aiutarlo a camminare.

“Non sai quanto angelo” bisbigliò.

Aziraphale a quelle parole trattenne il fiato; sentì una fitta al cuore, come se il contatto con il corpo di Crowley gli avesse trasmesso tutto il suo dolore.

Devo aiutarlo, parlargli forse... non oggi, è troppo messo male. Ora ha solo bisogno di qualcuno che lo sorregga fino al letto.

“Eccola” esclamò vedendo l'auto.

“Merda! Bastardi! Come cazzo hanno potuto rigarmi questa bellezza?!” e si precipitò zoppicando verso l'auto ammaccata.

“Caro è solo qualche graffio, domani ti basterà uno schiocco di dita per farla tornare come nuova” cercò di rincuorarlo.

“Se trovo chi è stato lo ammazzo!” ringhiò.

“Dai sali” disse aprendogli la portiera e aiutandolo a sedersi.

Si sistemò dal lato del guidatore e fu assalito da un attacco di panico: non aveva mai guidato in tutta la sua vita!

“Crowley..emm..”

“Tranquillo angelo, accendi, schiaccia l'accelleratore e al resto ci pensa da sola. È una macchina molto intelligente”.

“Oh meno male” tirò un sospiro di sollievo.

 

“Eccoci arrivati, ti aiuto a scendere”

“Se vuoi te la presto, ma solo qualche volta sia chiaro” scherzò.

“Non credo che domani sarai della stessa opinione”, gli porse il braccio perchè si sostenesse.

Azirapahle lo condusse fino al letto e lo aiutò a sedersi per poi sfilargli dolcemente la maglia.

Crowley si coprì il fianco cercando di coprire un grosso ematoma, che però non sfuggì agli occhi attenti dell'angelo.

“Oh caro..”, gli allontanò la mano perchè potesse capire meglio la gravità della situazione.

“Niente miracoli, voglio che domani ci sia ancora per ricordarmi delle mie cazzate”

“Ti farà male”

“Niente di insopportabile” mentì per tranquillizzare l'angelo.

“Emm allora io vado, okay? Chiamami non appena ti svegli” balbettò.

Crowley lo afferrò per una manica, per poi ritirare subito la mano.

Arrossì.

“Tu.. potresti fermarti? Non ce la faccio a stare da solo...” gli chiese titubante, rivolgendogli uno sguardo implorante.

“Ma certo caro!”

Nemmeno Aziraphale se la sentiva di abbandonarlo solo con i suoi demoni.

“Grazie” gli brillarono gli occhi.

“Dai fatti un po' più in là, non vorrai mica che dorma sul pavimento”

“Ma tu non dormi mai”

“E' vero, però tu si e direi che ora hai proprio bisogno di una bella dormita” e così dicendo si stese a pancia in su occupando la sua metà di letto.

Crowley lo imitò esitante rannicchiandosi in posizione fetale con il viso rivolto verso l'angelo.

Passarono alcuni minuti in silenzio, l'angelo fissava il soffitto giocherellando con i pollici mentre Crowley lo guardava di nascosto.

“Chi è stato a ridurti così?” sbottò alla fine, non riuscendo più a trattenere la domanda che lo assillava da tutta la sera.

Crowley sbuffò e si girò dall'altra parte reprimendo un gemito di dolore per via del fianco martoriato.

Sentì su di sé lo sguardo apprensivo dell'angelo e si tirò su a sedere.

“Avevo bevuto troppo” iniziò “qualcuno deve aver fatto una battuta sbagliata o forse è stato il suo tono di voce” si interruppe sentendo la mano di Aziraphale toccargli la gamba.

Deglutì e respirò a fondo.

“Bhe..il resto lo sai”

“Ti saresti fatto trascinare in una rissa solo perchè qualcuno ha usato un tono di voce sbagliato?”, anche l'angelo ora si era seduto per poterlo guardare negli occhi.

“Non lo so, forse sono stati i commenti dei suoi amici. Non ricordo” esitò. “Forse avevo solo voglia di sfogarmi contro qualcuno” abbassò lo sguardo non riuscendo a mantenere il contatto.

“E che bisogno avevi di picchiare un poveretto?”

“Sta pur certo che quello non era un santo” si difese.

“Potevi chiamarmi”

“L'ho fatto”

“No Crowley lo sai. Intendo prima! Prima di ubriacarti in un pub!”

Silenzio.

“Crowley?” lo richiamò perchè alzasse lo sguardo su di lui, ma questi non si mosse.

“Niente, lascia perdere”. Si arrese passandogli affettuosamente una mano tra i capelli, scoprendo così l'ennesimo livido sulla fronte.

Un giorno dovremo parlarne.

“Dormi ora” schioccò le dita spegnendo la luce.

Crowley si distese, sentiva tutte le membra indolenzite e non ci mise molto tempo a cadere profondamente addormentato.

When I dream , I dream your lips
When I dream , I dream your kiss
When I dream , I dream your fists

 

Cosa ti passa per la testa, caro?

Da dove proviene tutto questo tormento?

Aziraphale lo osservava dormire, passandogli di tanto in tanto le dita tra i morbidi capelli come a volerlo rassicurare della sua presenza.

Alla fine, spossato, si accoccolò con il petto premuto contro la sua schiena e lo strinse a se con il braccio.

Rimase con lui fino alle prime luci dell'alba, poi sgattaiolò via furtivamente.

Uscì in strada e respirò a pieni polmoni l'aria frizzante del mattino.

Si incamminò verso la libreria col cuore pesante: sapeva che quella sera Crowley lo avrebbe richiamato, troppo ubriaco per tornare a casa da solo ma troppo orgoglioso per farsi curare le ferite.

 

Leave me bleeding on the bed
See you right back here tomorrow
For the next round.

 


 

Grazie a chi è arrivato fino a qua<3

Commenti, critiche e proposte sono sempre ben accette, fatemi sapere cosa ne pensate!

   
 
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