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Autore: noemi cullen    31/08/2019    0 recensioni
"La pioggia bagna il corpo seminudo di Maria Luisa Stronardi, 23 anni, abbandonata sul marciapiede, con ancora gli occhi aperti, verso un cielo che non l’ha protetta, non quanto doveva..."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spossato,guardando il soffitto, allungo la mano verso il cellulare,ormai stra colmo di chiamate perse. Lo spengo,dopo l’ennesima chiamata di Aurora. Finisco il gin e mi alzo, vado in cucina, e prendo il pacchetto di sigarette.
Esco in terrazzo,e ne accendo una.
E chinato,lì ,sul davanzale, mentre il vento tornava a muovere le tende,con la sigaretta in mano,lo sento. Un rumore sordo, preciso, lucido come il tocco di un orologio lontano.
Il suo cuore batteva batteva, batteva, regolare, regolare.
Proveniva dalla casa,dalla finestra difettata che si apriva sempre. A ogni battito il mio respiro aumenta.io mi animo.
Lo sento ancora,nelle mie mani,un eco lontano na nello stesso tempo vicino. Era qui, era diventato mio, lì, davanti a quella finestra dopo averla baciata come il nostro primo bacio, quando strinsi il suo collo,sempre più forte.
E lei cadde a terra.Sbiancata e senza forza,con gli occhi chiusi,come un oggetto inanimato.
-Ti avevo detto di stare zitta!Ma tu…tu non lo fai mai.-
Volevo spaccare ogni cosa,urlare ,in modo tale che finalmente mi capisse, che capisse la mia delusione,nel vedermi ridotto così,che mi entrasse in testa. Rovescio il tavolo a terra,furioso.
Entro in camera sua,strappo i fili del telefono.
Non ho nemmeno il tempo di girarmi del tutto, volevo prendere le nostre foto che teneva gelosamente nel cassetto della scrivania, che la vedo in piedi con un coltello in mano.
-Esci da questa casa.-mi disse, o una cosa simile.
Io già non ragionavo più alla sua sola vista.Le stringo il polso,fino a spezzarlo,il coltello cade e la spingo fuori la camera verso la stessa finestra, mentre con una mano le tappo la bocca così che trattenga le urla.
È quasi l'alba. Non possiamo svegliare nessuno.
Alla finestra ,sento che mi morde .Io trattengo i denti,scostando la mano. Prendo il nostro posaceneri,e la colpisco fino a farla zittire con forza, un colpo dopo l'altro. Il sangue della sua testa mi cola sulla mano,fino a cadere a gocce regolari per due piani,fino all'asfalto.
Il respiro le veniva meno. La alzo e la lascio cadere.

E’ quasi l’alba. Bussano alla porta. Una solo volta. Poi la buttano a terra.
Io alzo le mani in aria, continuando a guardare la finestra. Ora con la luce, ne intravedo il profilo.
Guardo verso la strada mentre sento il rumore delle manette.

Alla fine, anche oggi,i camion continuano a scaricare le loro merci, le macchine aumentano il traffico, la gente va avanti e indietro, chi entra ed esce dal supermercato,chi va a comprare il giornale. Sarà sempre così.

Come io, sarò ancora legato a Luisa.
Come noi, in un'altra realtà, saremo ancora innamorati.

 
   
 
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