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Autore: _Karis    31/08/2019    1 recensioni
« È successa una cosa tra Bokuto ed Akaashi, qualcosa di brutto ed è colpa mia e non so se riuscirò mai a perdonarmi ».
 
Si dimenticano sempre di loro o forse semplicemente a nessuno interessa davvero delle loro storie. Le parole per descrivere i sentimenti che provano sono trascurabili e facilmente dimenticabili. Sono comparse ai margini di grandi storie d’amore tra persone destinate ad essere unite per la vita. Sono ostacoli facilmente superabili. Sono spalle su cui piangere e a cui nessuno è veramente interessato. Sono persone che amano senza essere mai ricambiate. Sembra che ci sia una regola non scritta, ma che tutti conoscono. Una norma comunemente accettata: che quelli come lui, i beta, non siano mai personaggi principali.
|| BokuAka || KuroKen || Bokuro (più o meno) || Omegaverse ||
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto, Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg, Tematiche delicate
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Oh. Sono un po’ preoccupata e un po’ emozionata. I sentimenti che provo nei confronti delle omegaverse sono contrastanti e difficili da esprimere coerentemente, ma ho sempre avuto questa piccola curiosità rispetto alla possibilità di poterne scrivere una. Ho letto diverse fanfiction e manga che ne trattavano, quindi per quanto riguarda le dinamiche di AOB sono un po’ un miscuglio di queste mie letture. In fondo non credo ci siano regole precise a riguardo, se non alcuni elementi che alla fine sono comuni a tutte le storie.
Ho fatto diverse prove con personaggi diversi basate su idee diverse e nessuna mi sembrava funzionare. Poi è arrivata questa e non so, mi sembrava il momento, diciamo.
Ci sono alcuni avvertimenti e vi prego, se sono cose che non vi piacciono o che vi creano disagio, non procedete. Comunque, li ripeto: omegaverse, mpreg, tematiche delicate varie, OOC probabilissimo e fino ad un certo punto dubious consent. Si capirà più avanti, ma l’avvertimento è meglio metterlo.
Ok, quindi sono un sacco agitata ora. Spero che possa incuriosirvi almeno un pochino e, come di routine, vi auguro quella che spero possa essere una buona lettura!


 


 

I. Non così. Non può. Non è giusto e non lo farà.


 

Le possibilità che succedesse erano talmente basse che Akaashi le ha semplicemente sottovalutate. Da parte sua è stato stupido ed incosciente ed egoistico. Fissa il test con sguardo assente e si rende conto che forse potrebbe essere la fine, ma- Ma in realtà non c'è mai stato un inizio, no? Bokuto aveva perso il controllo e lui ne ha approfittato. Non può non pensare di non aver tratto vantaggio dalla situazione. Ha usato Bokuto e sa che è sbagliato, ma forse - forse - lo rifarebbe di nuovo. Non riesce ad essere sicuro che, trovandosi ancora in quella situazione, non agirebbe nello stesso identico modo. Akaashi è un egoista e il suo cuore a pezzi non giustifica le sue azioni. Probabilmente quelle due linee sul test, apparentemente innocue, sono il prezzo che deve pagare per il suo comportamento.

C'è questa convinzione comune che gli alpha siano intoccabili ed in parte è vero, solo che non lo è del tutto. Anche a loro viene richiesto di rispettare certi comportamenti, di apprezzare determinate cose, di accettare certe imposizioni, di apparire in particolari modi. C'è chi riesce a spuntare tutte le caselline per essere l'alpha perfetto e non avere problemi, chi se la cava indicandone solo alcune e chi arranca per soddisfare poche delle tante aspettative loro rivolte. Akaashi pensa che alla fine i più fortunati siano i beta, anzi ne è certo. Gli alpha da un lato con la necessità di apparire, di saper essere esattamente così, e gli omega dall'altro con il peso di dover servire. Nascere omega sembra la punizione peggiore - le discriminazioni, i soprusi, l'odio ingiustificato -, ma Akaashi crede che anche essere alpha possa essere difficile. Non nello stesso modo, certo, ma comunque una cosa non esclude l'altra. Akaashi lo dice - anzi no, lo pensa, perché dirlo a voce alta non sarebbe conveniente. C'è un'etichetta, il bisogno di mantenere una certa immagine alla quale Akaashi non può dare contro - perché ha visto Bokuto faticare per rispondere a tutte quelle aspettative che gli venivano rivolte. Dai genitori, dagli insegnanti, dagli amici, dagli altri.

Quel suo disperato tentativo di spuntare le caselline e quella sua incapacità di farlo completamente hanno fatto capire ad Akaashi che alla fine dei giochi gli alpha non sono fortunati quanto vorrebbero farti credere. 

Bokuto è fisicamente accettabile, sia in termini di forza che di estetica, per essere un alpha, ma non sufficientemente intelligente o posato. Bokuto risponde in maniera soddisfacente a pochissime delle tante richieste che gli vengono rivolte e questo gli pesa, sicuramente, ma nessuno sembra accorgersene per davvero.

Bokuto è energia allo stato puro. Un'esplosione quasi. Bokuto risplende di allegria e affetto e forse è per questo che Akaashi non ha potuto che innamorarsi di lui. Ci ha provato all’inizio, a convincersi che fosse solo ammirazione. Poi, davanti all’evidenza che Bokuto gli faceva provare qualcosa, qualcosa che gli rendeva molli le gambe e gli faceva battere forte il cuore, ha tentato di fare passare quei sentimenti come semplice attrazione fisica. Poteva essere, alla fine, perché poteva spiegarla con gli sguardi rivolti alle spalle ampie o ai muscoli tesi di braccia e gambe; ma le attenzioni che Bokuto gli rivolgeva, e che gli richiedeva, lo riempivano di una aspettativa e di un'emozione troppo grandi e intensi per trattarsi solo di semplice ammirazione o di una banale sbandata. I sentimenti di Akaashi erano molto più in là di quello che avrebbe voluto e ora non sa bene come gestire il dolore che gli portano. Può sembrare freddo o disinteressato, ma la verità è che Akaashi semplicemente tiene tutto dentro e ha sempre avuto questa folle paura che prima o poi non sarebbe stato più in grado di farlo. Ha temuto che succedesse nel momento peggiore, rovinando ogni cosa. Ed alla fine è esattamente quello che è successo. Ha distrutto tutto.

Akaashi ride, piano, tremando, perché cos'ha da rovinare? Akaashi non ha nulla e ora non ha nemmeno le attenzioni di Bokuto. Era geloso e voleva i suoi occhi su di sé, ancora una volta, un’altra volta soltanto, e ha sbagliato, lo sa, ma nonostante tutto, non riesce a convincersi che lo sia stato del tutto, un errore, e si odia, perché è chiaro che lo è stato. Se non lo fosse stato, perché scappare? Avrebbe dovuto fermare Bokuto, avrebbe dovuto parlarci, discutere, chiedergli perdono. Avrebbe dovuto fare tante cose, ma alla fine non ne ha fatta nessuna e finché ci pensa mille domande gli si formano in testa e di risposte non ne ottiene nemmeno una. Starà bene? Cosa penserà di lui? Cosa penserà di se stesso?

E Akaashi odia Kuroo, nonostante tutto, perché sarebbe dovuto stare più attento, avrebbe dovuto comportarsi più cautamente ed invece è stato tanto imprudente e sicuro di sé quanto Akaashi è stato egoista. Ha fatto male i conti o forse non ci ha prestato troppa attenzione, Akaashi non lo sa e non gli interessa. Kuroo non gli è mai piaciuto con quel suo sorriso strafottente e la sua capacità di capire e saper apprezzare Bokuto. Akaashi avrebbe voluto essere l'unico e il primo, ma non lo è. Non è nessuno dei due. Akaashi non è il solo e soprattutto è il secondo, è venuto dopo, maledizione. Kuroo è sempre un passo davanti a lui e sicuramente Bokuto prova ammirazione per Akaashi, ma non sarà mai tanto quanta quella che rivolge a Kuroo. 

Bokuto l'aveva invitato ad uscire e Akaashi forse ha alzato un po’ troppo le aspettative rispetto a quella uscita, dandogli un significato diverso da quello che poteva avergli attribuito Bokuto. D’altronde Akaashi è solo il preferito tra i suoi kouhai, nulla di più, niente di meno. Ed è stato il desiderio che fosse qualcos’altro, inconsciamente alimentato nell’attesa di quell’uscita, che ha fatto sì che il suo cuore sprofondasse, quando insieme a Bokuto si sono presentati anche Kuroo e Kenma. Si è arrabbiato con se stesso per averci creduto, con Bokuto per averlo fatto sperare e con Kuroo per essere sempre presente, ricordandogli che no, non ha possibilità con lui. Ha fatto male, ma è rimasto in silenzio. Ha sorriso e ha salutato come se non fosse successo nulla.

Bokuto ha monopolizzato la conversazione e Kuroo gli ha tenuto testa. Akaashi ha risposto cortesemente alle domande che gli venivano poste e Kenma ha dato l’impressione di non voler essere lì. Ogni risata di Bokuto, ogni carezza apparentemente casuale rivolta a Kuroo sono state una coltellata improvvisa che creava una nuova ferita nei sentimenti di Akaashi. Bokuto non si rende conto e Akaashi non vuole che lo faccia, ma in quel momento desiderava soltanto che Bokuto lo guardasse e vedesse veramente nello stesso modo in cui sembrava vedere Kuroo. Poi è successo, all’improvviso, e nessuno se lo aspettava, nemmeno Kuroo. Un lamento ha lasciato le sue labbra, flebile, incerto, e si è piegato leggermente in avanti. Subito i suoi occhi si sono riempiti di dolore e non riusciva più a respirare al centro delle attenzioni di troppi sguardi indiscreti.

Kenma è stato il primo a reagire. Ha chiamato l’amico con voce spaventata, ma una mano forte l’ha preso per un polso e l’ha spinto via. Akaashi guardava, incapace di muoversi, mentre Bokuto prendeva tra le braccia Kuroo e lo stringeva. Guardava lo sguardo feroce e i ringhi rivolti agli altri alpha presenti, quasi a sfidarli ad avvicinarsi. Guardava senza vedere veramente, notando piccoli dettagli: il respiro affannato di Kuroo, le richieste disperate di Kenma e il sangue sui dorsi delle mani di Bokuto. Vedeva il sangue e capiva che doveva fare qualcosa, qualsiasi cosa, ma non riusciva a muoversi. È rimasto immobile fino a quando i proprietari non sono intervenuti e in qualche modo riusciti ad allontanare i loro clienti, mentre Kenma, la voce e le mani tremanti, cercava di calmare Bokuto. E gli diceva che andava tutto bene, che a Kuroo non volevano fare del male, davvero, e ti prego, ti prego, ti prego. Akaashi poteva sentire le lacrime nel tono insicuro, singhiozzante, di Kenma, perché Bokuto avrebbe potuto farlo suo, con quelle labbra e i denti troppo vicini al retro del collo di Kuroo. Avrebbe potuto, ma non l'ha fatto.

Sono riusciti a separarli in qualche modo e a far ingoiare una pillola per inibire i feromoni di Kuroo. E quando Kenma, atterrito, gli ha chiesto in un flebile sussurro, solo appena udibile, di portare via Bokuto, con sguardo ferito e il labbro inferiore tremante, Akaashi ha capito. Ha capito che Kenma era come lui, innamorato di qualcuno che non avrebbe potuto avere, e che, come lui, stava trasportando il suo risentimento sulla persona più vicina a Kuroo, la persona che più facilmente avrebbe potuto portarglielo via. Kenma non può avere Kuroo proprio come Akaashi non può avere Bokuto, perché Kuroo è un omega e Kenma non è un alpha. Sarebbe troppo difficile gestirlo. Kuroo ha bisogno di qualcuno che gli consenta di non essere più schiavo dei suoi calori e questo Kenma non può offrirglielo. Ma Bokuto sì. E fa male, certo, ma è la verità.

Akaashi non ha risposto subito e Kenma ha ripetuto la richiesta, mentre nella sua voce si insinuava l’accenno di un’accusa - avresti potuto fare qualcosa, ma non hai fatto niente -, allora Akaashi ha accettato. Distante, freddo, ma l’ha fatto. Non ha chiesto dove avrebbero dormito Kuroo e Kenma, perché non gli interessava. Non gli interessava niente e continua a non interessargli. Voleva solo andarsene da lì e portare via Bokuto, perché un conto è dover venire a patti con la possibilità di poter perdere Bokuto, un altro è perderlo effettivamente. Ed è stupido che Akaashi continui a coltivare quella flebile speranza di poter essere il compagno di Bokuto. Perché questa fiducia non muore? Perchè, perchè, perchè?, lo ripete di continuo in una litania fastidiosa che non fa che peggiorare. È solo un’illusione, un miraggio, perché le persone si aspettano che Bokuto prenda come suo compagno un omega ed esattamente quello che alla fine Bokuto farà, perché Bokuto le vuole spuntare quelle maledette caselle.

Ma questa speranza non muore, maledizione. Non muore. Non importa quanti colpi prenda, non importano le delusioni e la consapevolezza, lei rimane, tenace. Traballante, forse, ma sempre maledettamente presente.

Ha portato Bokuto a casa sua senza nemmeno pensarci. Ha chiamato i suoi genitori solo per sicurezza, ma nessuno ha risposto. Non che si aspettasse diversamente. I suoi non ci sono mai. C’erano poco quando aveva bisogno di loro e adesso che è all’ultimo anno di liceo hanno semplicemente deciso che Akaashi si sarebbe potuto prendere cura di se stesso in modo definitivo. Il ragazzo vorrebbe dire loro che non è cambiato poi tanto. La loro attenzione e il loro affetto non lo sfiorano nemmeno. Quasi invisibili, se non addirittura inesistenti.

Bokuto era ancora provato e fuori controllo a causa del calore di Kuroo. Si è scostato velocemente da Akaashi non appena sono entrati in casa. Non si reggeva bene in piedi per cui ha finito per sbattere contro muri e mobili fino a quando non si è lasciato cadere a terra, la schiena contro una parete qualsiasi. Si è preso la testa tra le mani e ha iniziato a dire qualcosa, tanto velocemente da rendere le parole indistinguibili tra loro. Ha intimato ad Akaashi di stare lontano da lui. Vattene, vattene, ha ringhiato dondolandosi avanti e indietro. Potrei farti male, vattene, vattene, ha ripetuto con tono aggressivamente disperato. Non riusciva a calmarsi e Akaashi avrebbe dovuto solo medicargli le ferite alle mani e lasciarlo solo, ma non l’ha fatto. Non l’ha fatto, cazzo, e invece ha approfittato della situazione, della sua incapacità di controllarsi, di lui. Gli ha preso il volto tra i palmi e l’ha baciato. Bokuto non ha fatto resistenza. Ha risposto subito e le sue mani stavano correndo sul corpo di Akaashi, brusche. E ad Akaashi non importava se, prendendolo, Bokuto pensava a Kuroo, non gli importava davvero.

Non gli interessava niente.

L’ha baciato e l’ha toccato e ha lasciato che Bokuto lo toccasse a sua volta. Movimenti freddi e mani brusche. Bokuto l’ha morso più volte e ha fatto male, perché il suo corpo non è quello di un omega in calore e non è fatto per questo tipo di sesso. È stato aggressivo e Akaashi li ha visti gli occhi di Bokuto, presenti a differenza del suo corpo. Li ha visti velarsi di lacrime, ma ha fatto finta di non notarli. 

Non ha preso precauzioni. È stato stupido ed egoista e ha fatto qualcosa di veramente brutto.

Bokuto si è svegliato per primo la mattina successiva e ha raccolto le sue cose, ma è stato sgraziato e rumoroso e ha svegliato Akaashi, ma quest'ultimo è immobile, incapace di dire qualcosa, di fermarlo. Non era pronto per il confronto e non lo era Bokuto data la volontà di andarsene quanto prima. Ha fatto finta di dormire e ha lasciato il tempo a Bokuto per scappare.

Potrebbe aver pianto dopo. Sotto la doccia. E poi ancora sotto le coperte. Avrebbe voluto parlarne con qualcuno, ma la verità è che la vergogna e la ripugnanza che prova per se stesso lo ha bloccato tutte le volte che il pensiero di chiamare qualcuno l’ha anche solo sfiorato. Cosa avrebbero pensato di lui? Come lo avrebbero condannato? Akaashi non vuole. Le parole che immagina possano essergli rivolte non sarebbe in grado di gestirle, se venissero pronunciate a voce alta.

Vorrebbe parlare con Bokuto. Sapere come sta, chiedergli scusa e sperare nel suo perdono, ma gli mancano le forze al solo pensiero. Sta tanto male che potrebbe vomitare. Bokuto lo ignora, ma se-

Ma se decidesse di recidere tutti i legami?

Akaashi piange e pensa di aver mandato a puttane tutto quanto, perché Bokuto non l’ha più contattato e adesso ci sono queste due fottute linee che non sa come gestire. Le probabilità che Bokuto potesse ingravidarlo erano praticamente nulle. Dovrebbero esserle, perché Akaashi è un beta e, davvero, anche con Bokuto in calore pronto a mettere incinta un omega non sarebbe dovuto succedere. Il fatto è che è successo e Akaashi non ha la forza e il coraggio per gestire questa situazione.

Deve abortire. È l'unico pensiero coerente che gli riempie la testa, ma allo stesso tempo non vuole farlo. Questo bambino in un qualche modo unisce lui e Bokuto e sembra allo stesso tempo un dono e una punizione. Ci sono molti motivi per liberarsene: è ancora troppo giovane, non ha appoggi reali e non vuole rovinare la vita a Bokuto. Lo sa che se ne venisse a conoscenza, Bokuto lo aiuterebbe. Akaashi si è approfittato di lui e Bokuto comunque cercherebbe nel suo modo goffo e rumoroso di sostenerlo. Non è come se gli alpha non lasciassero in giro figli mai riconosciuti, che non appartengono ai loro compagni. Gli alpha prendono in giro, aggrediscono e si stancano. Può succedere che lascino dietro di sé amori respinti, feriti, in attesa. Solo che, appunto, non lo fanno sapere. Lo tengono ben nascosto, chiudono la bocca alle persone con minacce o denaro perché c'è un'immagine da rispettare. Alle volte semplicemente non lo vengono mai a sapere.

Bokuto non è quel tipo di persona, lo sa, ma Akaashi non vuole fargli più male di quanto non gli abbia fatto. Costringerlo ad accettarlo con questa gravidanza. Non vuole che il bambino diventi l'unico motivo della loro vicinanza, non vuole che Bokuto finisca con l'odiare anche lui.

Akaashi è all'ultimo anno di liceo. Ci sono gli esami e ci sarebbero anche gli allenamenti di pallavolo. Questa gravidanza gli renderebbe ancora più faticosi i primi e lo costringerebbe a rinunciare ai secondi. È ancora troppo giovane e non può chiedere a Bokuto di prendersi cura di loro quando non è nemmeno capace di occuparsi di se stesso.

E poi c'è Kuroo. Kuroo che non sembra essere l'omega ideale con quella corporatura massiccia e quell’atteggiamento sicuro, di sfida, ma che di fatto lo è per Bokuto. Qualcuno in grado di prendersi cura di entrambi, una persona sveglia e capace. Ad Akaashi Kuroo non piace, ma non per questo non è in grado di riconoscere che sarebbe la persona adatta a Bokuto, perché lo capisce e lo apprezza nonostante il fatto che non sia in grado di rispondere a tutte le aspettative, perché non gli chiede niente e non gli rimprovera le mancanze, perché riesce a fargli capire gli errori senza farlo sentire stupido.

Akaashi si stringe le gambe al petto e piange per tante cose. Per quello che ha fatto a Bokuto e perché questo bambino non lo desidera, ma lo vuole allo stesso tempo. Se solo fosse successo diversamente, se solo Bokuto l’avesse stretto con l’intento di farlo, con l’intento di stringere lui, gliene avrebbe parlato. Avrebbero deciso insieme, ognuno si sarebbe preso la colpa dell’accaduto. Riesce ad immaginarlo, Bokuto che dice di non avere paura, che si prenderà cura di lui qualunque sarà la decisione finale. Ma così non può. Non può dirglielo quando la colpa è solo di Akaashi, che ha tratto vantaggio dalla situazione, approfittando di un Bokuto incapace di mantenersi calmo dopo essersi spinto al limite per non aggredire Kuroo. Semplicemente non può e si odia così tanto che fa quasi male, perché è una persona orribile e non sa con chi parlare.

Non può farlo con i suoi. Non ci sono, maledizione, non ci sono mai e, anche se ci riuscisse, non vuole ascoltare i loro rimproveri. Non vuole ascoltare le loro parole di accusa, mentre gli ripetono delle occasioni che sta sprecando perché è uno stupido incosciente. Non hanno il diritto di rinfacciargli le cose che gli hanno dato con tanto sacrificio, Akaashi non vuole darglielo perché non le ha chieste. L’unica cosa che a cui ha sempre agognato, l’attenzione, non l’ha mai ricevuta e ora potrebbe ottenerla, forse, ma non è quella che desidera.

Nessuno lo deve sapere. Gli sguardi, le dicerie e il rischio che Bokuto lo venga a sapere sono troppo difficili da accettare per Akaashi. Non sarebbe capace di sostenere nessuna di queste possibilità e l’unica soluzione, che sia quello che vuole veramente o meno, è liberarsi quanto prima di questo bambino.




 
   
 
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