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Autore: Francesca_H_Martin    31/08/2019    0 recensioni
"[..] —Schmidt è l’unico modo. Dovete per forza farmi bere e farmi di nuovo ubriacare, così, trovandomi nelle stesse condizioni di ieri, magari posso ricordare qualcosa su Jess. —
—Ok—disse Winston con rammarico. —Lo faccio solo per Jess. Lo sai che quando ti ubriachi diventi…ancora più cattivo del solito. Mi fai paura. —la sua espressione era un misto di emozioni contrastanti.
—E poi…diventi pazzo. Completamente pazzo e senza senno. —aggiunse Schmidt, guardandolo come se fosse l’ultima volta.
—E’ proprio per questo che mi legherete alla sedia. Senza se e senza ma. Per Jess. —
—PER JESS! — risposero in coro, ponendo le loro mani una sull’altra come incitamento prima di una gara."
* “Questa storia partecipa alla Fast Challenge dei Fandom Deserti: Occhi indetta sul gruppo facebook Il Giardino di Efp”;*
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Day, Nick Miller, Sam Sweeney, Schmidt, Winston Bishop
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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HANGOVER

NICKOVER

“IL RISVEGLIO”

 
 


—Schmidt fai più piano. Anzi no, mettici più forza! —
— Wiston non dire così, lo sai che mi eccito. —disse Schmidt dando dei colpetti sul viso di Nick.
—Che…DISGUSTO. Senti Schmidt dobbiamo pur svegliarlo in qualche modo—.
—Oh mio Dio! —
—Cosa? Che succede? —
—E se fosse morto?! Non sento il respiro! E’ morto!! Il mio migliore amico è morto! Nick Miller, il mio amato Nicholas T. Miller! —
—Senti Schmidt, smettila di fare l’idiota. E’ solo…steso a terra in modo strano, con le sembianze di uno zombie post apocalisse. Non c’è da…Oh mio Dio! Nick svegliati! Non puoi essere morto! Sei così giovane! In realtà di giovane non hai niente, ma noi ti vogliamo bene comunque, con tutte le tue stranezze. Non puoi lasciarmi solo con Schmidt!
—Ehi! —disse quest’ultimo alzando gli occhi al cielo.
Fiù, è vivo. Il suo cuore batte ancora! —disse Winston alzando l’orecchio dal petto dell’amico. —Ora che ci penso, perché T. Miller? Non sapevo avesse un secondo nome che inizia con la T. Non era tipo S…qualcosa?—
—T sta per tartaruga, Winston. Jess mi ha fatto riflettere. Se ti metti in questo modo—Schmidt inclinò completamente la testa verso destra, seguito dall’amico che ormai si trovava accanto a lui—e chiudi l’occhio sinistro, sembra Raffaello delle tartarughe ninja. —
—Hai ragione! —esclamò Winston, ritornando alla posizione originaria.—In realtà anche così gli somiglia. —
Schmidt guardò Winston con il suo sguardo serio. Era un brutto segno perché lui non utilizzava quasi mai quello sguardo.
—Ok, dobbiamo svegliarlo. Come facciamo? —
—Ci provo io. —disse Schmidt, con l’espressione di una persona che aveva avuto un’idea brillante. —Nick…Hai vinto un viaggio gratis a Timboctù. E’ tuutto tuutto pagato. —disse l’uomo con una voce un tantino acuta. —Nel pacchetto è compreso anche il maggiordomo—.
La risposta che ricevette da Nick fu solo un impercettibile movimento della bocca.
—Ok, ora ci provo io. Devo andare più sul pesante. —disse Winston.
Iniziò a parlare con voce strozzata e rauca. Sembrava un fantasma e di tanto in tanto emetteva suoni strani: provava a simulare il vento, miseramente.
Schmidt trattenne una risata stridula.
—Nick sono il fantasma del futuro, uhhhh. Ora ti trovi in una casa stregata, quella che tanto odi. C’è qualcuno che ti segue. Devi svegliarti! Devi uscire o resterai qui per sempre, MUAHAHAH! —disse Winston ad alta voce, tossendo sul finale e rovinandone l’effetto che doveva incutere timore.
Uno dei suoi più grandi sogni era vincere il primato per la risata più malvagia di Los Angeles, ma aveva fallito miseramente davanti la seconda persona che lo avrebbe preso in giro per sempre. La prima sicuro sarebbe stata Nick, ma per fortuna è morto- pensò tra sé e sé.
Nick scosse solo un po’ la testa.
Schmidt nel frattempo guardava Winston come un cucciolo bastonato.
—Winnie non dovevi farlo. Con quel suono mi hai ricordato una delle mie esperienze mistiche sessuali con la mia Cece…Cecilia— pronunciò il suo nome come un sibilo infinito.
—Primo, non chiamarmi Winnie. Secondo…ew— simulò un vomito finto. —Ovviamente ew per lei poverina, perché tu sei…tu e lei…è uno schianto. —
Ormai Schmidt non lo stava più ascoltando. Stava fissando Nick in modo strano.
—Winston…—una lunga pausa seguì il suo nome. —Dobbiamo farlo. Dobbiamo utilizzare il Nick-nator. —
L’amico lo guardò con sguardo inorridito.
—Schmidt non possiamo farlo! Così è la volta buona che muore davvero! —
Ma Schmidt, come al solito, fece di testa sua.
Corse in camera di Winston e appena tornò in salotto, la sua chioma nera era coperta da una parrucca color grigiastro, folta e lunga.
—Come facevi a sapere…Come facevi a sapere che avevo la parrucca del babbino? Voglio dire—si schiarì la voce—del signor Miller? — continuò con aria apparentemente disinvolta ma in realtà molto imbarazzata.
Alle parole  “Signor Miller”, Nick emise un piccolo urlo come se quello che stesse sognando fosse una degli incubi più brutti mai fatti.
—Bene, sta funzionando. —disse Schmidt, dandosi il cinque da solo.
Iniziò ad imitare la voce del padre, cercando approvazione dal suo amico. Passava da una tonalità acuta ad una molto bassa in un lampo, con annessa faccia disperata di Winston ogni qual volta lo faceva.
—Così dovrebbe andare, vero Winnie?—
—Perché lo chiedi a me, amico? —disse in un sol fiato.
—Perchè hai da sempre una cotta per lui—disse Schmidt con un sorrisetto fastidioso.
—Io non ho…Oh va bene, eri perfetto! Solo che la voce di babbino è un po’ più…—smise di parlare improvvisamente. —Ora che ci penso, va bene. Ero più concentrato sul tuo viso incorniciato da quella fluente chioma. Solo bab…Walt può portarla. Tu sembri un imbecille. —
—Anche se faccio così? —Schmidt iniziò a sbattere la parrucca in modo elegante, accompagnandosi con strani passi di danza.
—Si—
—E così? —cominciò a ballare e ad accarezzarsi i capelli in modo ancora più buffo ed inquietante.
—Si—
—E co…—
—Schmidt! —
—Ok, va bene. —smise un secondo di ballare, ma dopo un attimo si avvicinò all’amico e riprese a farlo con il didietro spiaccicato sulla sua faccia e con la parrucca che dondolava a destra e sinistra.
—Sch…—
—Ok, va bene. La smetto. —disse, dopo una pausa imbarazzante.
—Speriamo che il Nick-nator funzioni. — si schiarì la voce, pronto ad imitare il padre del suo migliore amico.
—Nick, ciao…Sono tuo padre…Volevo dirti che la tua nuova coinquilina è molto dolce ed igenua…Cioè carina. Secondo te con il suo visino angelico, può aiutarmi nel mio ultimo super affare? —
Appen Schmidt smise di parlare guardò Winston preoccupato. Non erano neanche passati due secondi che all’improvviso il silenzio fu rotto da un urlo straziante.
—JEEEEEEEESS! —era Nick che, magicamente, si era alzato dal pavimento pronto a tuffarsi ed ad uccidere “suo padre”.
 
 


 “Hey girl, whatcha’ doing?
Hey girl, whatcha’ going?
Who’s that girl?
Who’s that girl?
Who’s that girl?
Who’s that girl?
 
It’s Jess!”
 
 
 


 

 
 
 
 
Nick finalmente era tornato alla realtà.
Stava strangolando Schmidt con tutta la forza che aveva, mentre Winston si godeva lo spettacolo.
—N…Nick sono io—disse Schmidt tossendo e pronunciando tali parole con un filo di voce.
Nick all’improvviso si fermò, come se solo in quel momento si fosse accorto che la persona di fronte a lui non era suo padre bensì il suo migliore amico.
Spalancò e si stropicciò gli occhi, sembrando ancora più inquietante del solito.
—Tu…tu non sei Walt—disse il ragazzo ad uno Schmidt ormai esausto.
—Vedo che finalmente hai ripreso conoscenza. Non ce la facevo più con questa parrucca, irrita un sacco. —la tolse dalla sua testa e la gettò con nonchalance dalla finestra, dopodiché tutti e tre i ragazzi vi si affacciarono.
Il  silenzio del loft fu riempito dalle loro risate per la scena buffa a cui stavano assistendo.
Dave, il barbone che viveva sul marciapiede fuori il loro edificio, aveva confuso la parrucca con uno dei suoi amati gatti randagi e ora gli stava dando da bere latte scaduto.
—Sapete, ho dato un nome ai capelli di mio padre. Dave non è pazzo. Anche a me quella massa di peli è sempre sembrata un gatto. Si chiama Daisy. E’ una felina molto cattivella. —disse Nick con sguardo perverso.
Winston si limitò ad alzare gli occhi al cielo, mentre Schmidt ricambiò lo sguardo con un sorriso ammiccante, dopodiché si gettarono sul divano alle loro spalle e accesero la tv come se niente fosse successo.
Nick all’improvviso si girò verso di loro, confuso: —perché avete fatto finta di essere mio padre? Perché avete usato il nick-nator? Non ricordo nulla di quello che è successo nelle ore precedenti. —
L’espressione che aveva sul volto era simile ad un grosso punto interrogativo.
—Ah, e noi che speravamo di sapere da te cosa fosse successo. —disse Schmidt con aria abbastanza seccata.
—Nick, sappiamo solo che Jess non torna da ieri a casa. Doveva uscire con Sam, quindi eravamo tranquilli, ma poi ci ha mandato un messaggio in segreteria che faceva tipo “ragazzzi…aiut-Nick impazz-…Nick fuor…—Winston incominciò ad imitare la voce registrata piena di interferenze, parlando nel suo pugno chiuso in modo tale da sembrare un robot —e quindi pensavamo che fossi coinvolto anche tu e che ne sapessi più di noi. —.
—Stamattina presto ti abbiamo trovato steso nel salotto e quindi abbiamo fatto di tutto per svegliarti. Pensavamo fossi morto! Capisci?! Morto! Mi sono sentito male…—gli occhi di Schmidt si riempirono di lacrime.
—Schmidt smettila dai. Sto bene, vedi? Respiro ancora. Sto bene! Ti preoccupi sempre per nulla. —disse Nick con freddezza e distacco.
—Ecco il solito Miller! Il Miller che odia che gli altri si preoccupino per lui e che pensa che nessuno può volergli veramente bene, senza dare nulla in cambio. —Schmidt pronunciò questa frase con voce acuta e nervosa, con un pizzico di sofferenza tra le righe.
—Ragazzi non vorrei interrompere la vostra lite coniugale, ma devo farlo perché…beh, me la sto facendo sotto. —disse Winston. Gli altri risposero con un “che schifo!” all’unisono, con l’aggiunta di “se proprio devi farla e non vuoi alzarti, prendi il barattolo. Ti giuro che ci giriamo” detto da Nick con fare strafottente.
Winston li guardò come se fossero i due idioti più scemi della Terra.
—Non me la sto facendo sotto, sono preoccupato per Jess! Oltre a quei messaggi, non ho avuto altre notizie da lei. L’ho chiamata e non risponde, ho chiamato Sam e non risponde. Ho paura amici. Tanta paura. —Winston si abbracciò da solo.
—Winston, non è la situazione giusta per cui tu debba abbracciarti da solo, sono sicuro che Jess sta bene. La rintracceremo —.
Nick forse era il più preoccupato di tutti  ma non doveva farlo vedere, no. Doveva essere forte per gli altri come lo era sempre stato per la sua famiglia, rimpiazzando in qualsiasi situazione suo padre. Era riuscito a prendersi cura di loro per tanti anni e ora-anche se non riusciva più a prendersi cura di se stesso-doveva farlo per i ragazzi…Per Jess.
Scattò in piedi come un canguro e si posizionò a mani incrociate formando una x di fronte Winston e Schmidt che avevano un’aria perplessa.
—Che vorresti fare, Nick Miller? —disse l’ebreo spaventato e capendo subito le intenzioni dell’amico.
—NO! —
—Schmidt è l’unico modo. Dovete per forza farmi bere e farmi di nuovo ubriacare, così, trovandomi nelle stesse condizioni di ieri, magari posso ricordare qualcosa su Jess. —
—Ok—disse Winston con rammarico. —Lo faccio solo per Jess. Lo sai che quando ti ubriachi diventi…ancora più cattivo del solito. Mi fai paura. —la sua espressione era un misto di emozioni contrastanti.
—E poi…diventi pazzo. Completamente pazzo e senza senno. —aggiunse Schmidt, guardandolo come se fosse l’ultima volta.
—E’ proprio per questo che mi legherete alla sedia. Senza se e senza ma. Per Jess. —
—PER JESS! — risposero in coro, ponendo le loro mani una sull’altra come incitamento prima di una gara.
 
 
ANGOLO AUTRICE: Salve a tutti! E' da tempo che non scrivo fanfiction e ritornare con una su New Girl, sui Ness mi riempie di gioia! Mi sono divertita un mondo, spero che leggendola faccia divertire anche voi nello stesso modo! Risale all'inizio della seconda stagione, quando Jess e Nick non stavano ancora insieme. Jess si sentiva con il pediatra Sam.
Mi farebbe veramente piacere sapere cosa ne pensate con una recensione qui, sul sito; anche una piccina può fare la differenza per me! E niente, buona lettura!
   
 
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