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Autore: Il_Genio_del_Male    01/09/2019    8 recensioni
Faggggiani che fagianano. That's it. That's the fic.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Kai, Kai, Sehun, Sehun
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Quei fagiani maledetti'
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Sehun avanza verso il tavolo 22, pronto a portar via gli ultimi piatti vuoti.

“I signori hanno gradito la cena?” domanda con garbo.

“Molto. Era tutto eccellente” commenta uno dei commensali mentre si tampona la bocca con il tovagliolo. “Ci porti il conto, per cortesia, e faccia i complimenti allo chef”.

“Senza dubbio” replica il cameriere terminando di sparecchiare, con un sorriso sghembo e furbetto.

Entrato in cucina, affida le stoviglie sporche al lavapiatti e si piazza a gambe larghe davanti alla postazione di Jongin, lo chef del ristorante.

“Hai un’altra comanda?” solleva lo sguardo quest’ultimo, intento a guarnire un dessert prima di mandarlo in sala.

Sehun si concede un profondo respiro per prendere coraggio. “No”, risponde infine, “ma tu sei il più grande tocco di figo che abbia mai visto in tutta la mia vita”.

Gira i tacchi e se ne va, portando con sé la sua immensa faccia da broccolo di bronzo.

Il lavapiatti, un ragazzino timido di nome Taemin, scoppia a ridere e tenta malamente di nasconderlo. Jongin, dal canto suo, si gira a guardarlo con espressione basita e il volto di un bel color melanzana.

“Ma che cazzo-?”

 

 

 

“Che occhi grandi che hai” si ritrova a sussurrare Joonmyun, rapito, accarezzando il viso del ragazzo con cui sta uscendo da poco e che già gli piace un casino. Ha un tocco gentile, cauto; teme di spaventarlo mostrandosi troppo baldanzoso.

Kyungsoo fa le fusa come un gatto, un morbido sorriso gli illumina lo sguardo. Il ciuffo di capelli che gli pende sulla fronte è setoso come il manto di un ermellino. “Grazie” mormora.

E poi, prendendo la mano libera di Joonmyun tra le sue e piazzandosela sul cavallo dei pantaloni: “Ma gli occhi non sono l’unica cosa grande che ho” rivela, con una voce che indurrebbe in tentazione anche un monaco trappista.

Oh bè, pensa Joonmyun. La cautela è sempre stata sopravvalutata.

 

 

 

È tra lenzuola che profumano di sapone, pulito e un tocco di cedro che Zitao decide di sganciare le munizioni pesanti.

“Voglio scoparti fino a che non rimani incinto” annuncia gravemente, accasciato sul corpo sotto di sé, le dita che serrano due braccia maschili e muscolose che la sua lingua conosce bene.

“Ma è impossibile” scoppia a ridere Jongdae, tentando senza convinzione di liberarsi dalla presa.

Zitao desidera con tutto il cuore dei bambini con gli stessi zigomi, la bocca piegata all’insù e gli occhi splendenti del compagno. Perciò: “Mi hai sentito” lo avvisa prima di chinarsi sul suo pomo d’Adamo.

“Oddio” esala Jongdae.

È l’ultima frase sensata che riesce a pronunciare per diverso tempo.

 

 

 

Chanyeol all’inizio pensa che si tratti di uno scherzo. Una candid camera, forse. O una scommessa tra amici. Gli sembra l’ipotesi più probabile. Con quale altro scopo, altrimenti, un tizio bellissimo, altissimo e ed elegantissimo si starebbe sbracciando per attirare la sua attenzione?

“Ehi, tu! Scusi, signora- tu, il ragazzo alto con la felpa di Tommy Hilfiger!” lo sente chiamare, e lo osserva farsi strada tra la ressa di gente in attesa di salire sul vagone.

Non ci sono dubbi, ce l’ha proprio con Chanyeol: è l’unico uomo abbastanza alto e con una felpa che corrisponde a quella descrizione. Che cavolo vuole da lui? Non vorrà accusarlo di averlo palpeggiato durante il tragitto in metropolitana, vero? Non erano neppure vicini!

In parte indeciso e in parte curioso di scoprire dove il tizio voglia andare a parare, Chanyeol si ferma di fronte alle scale mobili prese d’assalto da studenti e impiegati. Il bel sconosciuto lo raggiunge in tutta fretta, il fiato un po’ corto.

“Grazie a dio ti sei fermato, pensavo non mi avessi sentito” esclama. Visto da vicino è ancora più gnocco, maledizione. È legale avere lineamenti cesellati da statua greca? Una chioma schifosamente folta e in ordine? E il modo in cui la giacca nera, da dirigente bancario, gli fascia le spalle e il busto, non dovrebbe essere vietato ai minori di diciotto anni?

“Ehm” biascica Chanyeol. “Ci conosciamo?”

Gli viene offerta una mano da stringere, accompagnata da un sorriso che venderebbe il ghiaccio agli eschimesi. “Wu Yifan, piacere”. Misericordia, pure i suoi denti sembrano usciti dalla pubblicità di un dentifricio. “Temo di aver perso il mio numero di telefono. Posso avere il tuo?”

In tutta risposta, a Chanyeol cade la mascella.

 

 

 

“Quindi tu e Baekbeom siete fratelli? Non vi somigliate molto”.

Dicendo così, Minseok non intende rivolgere un complimento implicito al fratello minore del suo ex compagno di banco del liceo. Non esattamente, insomma. Baekbeom non era (è) male. Un po’ troppo silenzioso e serio, forse, ma generoso nel passare i compiti e soprattutto un ottimo calciatore -aspetto che Minseok ha sempre apprezzato, avendo lui stesso discrete capacità atletiche.

Baekhyun è, beh, speculare al fratello. Parla a voce alta, ride sguaiatamente, gesticola un sacco, beve drink colorati, sfoggia una manicure perfetta e soprattutto se lo mangia con gli occhi. A Minseok non dà fastidio. Gli è già capitato di suscitare l’interesse di un altro uomo. E di sicuro non è un verginello spaurito. Potrebbe… potrebbe lasciarsi conquistare, sì. Ma non vuole fare la prima mossa. Non è il tipo che lo dà via facilmente.

Baekhyun, per qualche strano motivo, sembra capirlo. Si slaccia disinvoltamente un paio di bottoni della camicia, arrotola le maniche, aggiusta il colletto e si adagia, nel modo più sensuale che gli riesce, al bancone del bar.

“Dimmi, Minseok” domanda, la voce abbassatasi improvvisamente di qualche ottava. “A parte essere sexy, cosa fai per vivere?”

Adesso Minseok ne è sicuro: Baekhyun non somiglia per nulla al fratello.

 

 

 

Se niente dura per sempre, vuoi essere il mio niente?

Il biglietto che accompagna l’enorme bouquet di rose rosse (in numero dispari, Lu Han se n’è ricordato) è rosa shocking con profilature oro. In una parola -o meglio due- tremendamente kitsch. Yixing non smette di fissarlo. Non ci riesce.

Lu Han aspetta una risposta. “Ti piace?” chiede, esitante.

Yixing scuote la testa. “È tremendo. Pacchiano. Le rose però sono molto belle”.

Lu Han ha l’aria di chi vorrebbe sprofondare sette metri sotto terra. “Ti fa schifo, eh? Mi dispiace, ci ho provato ma evidentemente non ho gusto e-” sfila il biglietto dal mazzo di fiori, pronto a farne carta straccia.

“Amore, non hai capito” lo guarda meravigliato. “È tremendo e pacchiano, ma lo adoro. Guai a te se provi a buttarlo. È mio” gli sottrae il cartoncino e se lo stringe al cuore. “Mio. E da parte tua”.

Lu Han quasi ride per il sollievo. “Tuo, eh?”

“Mio, tuo. Vale per entrambi” gli prende una mano. “Buon anniversario, amore”.

“Buon anniversario”.

 

 

 

 

In teoria i LayHan dovevano uscirmi decisamente demenziali. Non capisco cosa sia andato storto.

Spero abbiate trascorso una bella estate <3.

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