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Autore: funny1723    03/09/2019    3 recensioni
Dal testo:
"Se Lois avesse mai dovuto usare un solo termine per descrivere Clark Kent, di sicuro non sarebbe stato perfetto."
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clark Kent, Lois Lane | Coppie: Clark Kent/Lois Lane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ONLY YOU







 
All I needed was the love you gave
All I needed for another day
And all I ever knew
Only you










Se Lois avesse mai dovuto usare un solo termine per descrivere Clark Kent, di sicuro non sarebbe stato perfetto.
Non che Smallville avesse chissà quale enorme difetto, eh. Solo che spesso capitava che fosse sfuggente; se qualcuno gli faceva troppe domande personali tendeva a fare il vago o a cambiare discorso con la stessa velocità di un meteorite che ha attraversato l’orbita terrestre.
Lois aveva sempre trovato la cosa a dir poco strana, dopotutto Clark non sembrava esattamente uno che avesse chissà cosa da nascondere, anzi.
Smallville le era sempre sembrato in tutto e per tutto il classico bravo ragazzo di paese. Per Lois, Clark era il tipico ragazzo che nasce e muore nella stessa casa di sempre – o meglio nella stessa fattoria di sempre – ed è felice della cosa, quello che sposa la ragazza con cui sta dal primo anno di liceo e con cui è andato al ballo della scuola prima di lasciarsi banchi e quaderni alle spalle. Insomma, per Lois, Clark era il classico bravo ragazzo che tutti conoscevano da sempre (e che da sempre gli erano amici) e su cui l’intera comunità sapeva di poter fare affidamento in caso di un tubo rotto o di un gatto da tirare giù da un albero.
Nessun tratto curioso, nessun alone di mistero, niente di niente.
Eppure, contemporaneamente, per Lois Clark era anche qualcos’altro, qualcosa di più.
La ragazza sapeva che c’era altro in lui oltre quei suoi modi cortesi e quella sua aria da campagnolo ingenuo, ma felice.
Clark era premuroso, sempre attento a non ferire chi gli stava attorno, anche se a volte a rimanere scottato era lui stesso; era intelligente e pratico, in grado di mantenere la mente lucida anche in situazioni stressanti; era simpatico e quando voleva sapeva anche essere sarcastico, cosa che faceva sempre sorridere Lois, anche se spesso le frecciatine erano rivolte proprio a lei.
E poi era come se Clark fosse costantemente innamorato. Non di una persona o di un oggetto o di un luogo, no, Clark sembrava innamorato di un ideale e contemporaneamente di tutto ciò che suddetto ideale rappresentava. Clark vedeva un bene potenziale ancora inespresso nell’umanità, una capacità di migliorare intrinseca in ogni essere vivente. Era come se per Clark, chiunque prima o poi avrebbe cercato di essere la versione migliore di se stesso e non per un tornaconto personale o per un’imposizione etica giunta da qualcun altro, ma solo perché era la cosa giusta da fare.
Clark, semplicemente, credeva nella bontà della gente e anche se forse era stupido o ingenuo da parte sua, Lois lo ammirava per questo. Non che glielo avesse mai detto, per carità! Anche perché questo non andava certo a cambiare il fatto che Smallville fosse strano, anzi, andava solo a dimostrazione di quanto lo fosse effettivamente.
Quindi no, se Lois avesse dovuto usare un solo termine per descrivere Clark Kent, di sicuro non sarebbe stato perfetto. Ma la verità era che sotto sotto a Lois che Clark non fosse perfetto non importava granchè. Non le importava se sorrideva troppo o se era il classico ragazzo che gioca a football perché così faceva suo padre prima di lui o che vivesse in Kansas da tutta la vita.
Non le importava che Clark fosse un cliché vivente e che da bravo cliché vivente si fosse innamorato della sua vicina di casa – che ovviamente era perfetta e aveva la classica camera da ragazza per bene con le pareti rosa e una collana di perle sul comodino – la quale ovviamente aveva ricambiato da subito. Non le importava neanche che a volte Clark fosse schivo e misterioso e che spesso sparisse senza dire niente a nessuno, neanche facesse parte della Manson Family. A dire la verità a Lois non importava neanche averlo trovato nudo in un campo.
Quello che contava davvero per Lois era che Clark fosse, beh, che fosse Clark.
Nient’altro.
Perché, per Lois, Clark era il ragazzo vivace e ambizioso che voleva diventare giornalista in barba alla borsa di studio per lo sport che avrebbe potuto vincere in qualsiasi college; era il ragazzo che era rimasto vicino a Lana anche dopo che lei gli aveva spezzato il cuore, solo perché non voleva che il primo amore della sua vita provasse ciò che aveva provato lui; era il ragazzo che aiutava i genitori con i campi e con la casa anziché uscire a divertirsi con gli amici ogni sera; era il ragazzo che aveva ospitato una sconosciuta in casa sua solo perché era la cosa giusta da fare.
Clark era il ragazzo gentile che gentile era rimasto anche se la vita lo aveva costretto a diventare uomo in fretta. Era il ragazzo che aveva perso il padre troppo presto e che troppo presto aveva dovuto prenderne il posto come uomo di casa.
Clark era l’uomo che faceva saltare un battito a Lois ogni volta che sorrideva.
Quindi no, se Lois avesse mai dovuto usare un solo termine per descrivere Clark Kent, di sicuro non sarebbe stato perfetto. Perché Clark non era perfetto, era vero, però era adatto.
Adatto alla tranquillità di una vita cittadina e contemporaneamente al caos frenetico di una metropoli, adatto a guidare una squadra alla vittoria e contemporaneamente a scrivere un articolo degno di vincere il premio Pulitzer, adatto ad essere il ragazzo della porta accanto su cui fare sempre e comunque affidamento e contemporaneamente ad essere il ragazzo che ti fa perdere la testa solo con un sorriso e una giacca di pelle appoggiata su una spalla.
 Perché in verità, per Lois, Clark era l’uomo adatto a tutto.
Perché in verità, per Lois, Clark era l’uomo adatto a lei.      
 
   
 
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